In tanti per festeggiare i 30 anni di speleologia di Nerone.
Veramente una bella giornata per festeggiare degnamente i primi 30 anni di speleologia di Nerone. Betta, io e Luna partiamo presto da Roma. Alle 7.30 siamo gia’ in macchina diretti verso Monte Livata. Una rapida e frugale colazione all’autogrill poi proseguiamo. Alle 9.20 siamo al bar sul piazzale di Monte Livata ad attendere gli altri. Arrivano Maurizio e Fabrizio, andiamo al bar a fare la colazione “seria”. Nel frattempo arriva anche Gabriele. Porta notizie, Nerone, il protagonista dei festeggiamenti a sorpresa, sembra sia gia’ diretto alla grotta. Montiamo in macchina anche noi per raggiungerlo. Il tempo e’ grigio e freddo, ma sembra possa reggere senza pioggia ancora per un po’. Dopo tante curve, giriamo a destra per una sterrata, ancora pochi metri e siamo alla grotta. Un rapido saluto a tutti i presenti poi vado a cercare la fotocamera per documentare l’evento…disgrazia! L’ho dimenticata a casa! Qualche secondo di rammarico me lo concedo, poi rimedio alla meno peggio col cellulare. Tanto per cominciare scatto una foto alla grotta di Creta rossa. E’ la grotta dove Nerone, nel lontano Maggio 1986, ha iniziato la sua avventura speleologica, che dura ancor oggi. C’e’ aspettare l’arrivo di qualche ritardatario, si gironzola per ingannare il tempo.
Visto che ci sono inizio col presentarvi la macchina di Nerone.
Ecco a sinistra l’ancora ignaro festeggiato con Luca ed Elia. Se non erro il trio che ho immortalato e’ lo stesso che 30 anni fa si avventuro’ in una discesa di Creta rossa con mezzi quasi di fortuna. Mi unisco a loro, stanno ricordando i vecchi tempi e mi fa piacere ritornare a qualche anno fa insieme a loro. Ad un certo punto Nerone si volta verso di me dicendo: “Ma ti ricordi quella volta al Corchia quando ti sei perso?”. Rimango basito per qualche secondo, e’ un ricordo simpatico che racconto ogni tanto al malcapitato di turno. Questo e’ stato…Era il 1988, l’ultima uscita del corso SCR. Io sono uno degli istruttori e ad un certo punto mi trovo in testa a tutto il gruppo dei corsisti. Per come la ricordo, la parte turistica e’ di la’ da venire, siamo lungo una galleria. Cammino cercando, in alto alla mia sinistra, la corda di risalita per il Ramo dei Romani. Quella corda e’ il segnale che devo girare a destra per arrivare alla sala dove c’e’ il pozzo da 25, quindi la buca da lettere ed infine l’uscita “dal Serpente”. Com’e’, come non e’, la corda non la vedo, quindi tiro dritto portandomi appresso una decina di persone, quasi tutti allievi. Immaginate il mio sconcerto quando mi ritrovo in una sala sconosciuta con arrivi d’acqua, la partenza di un paio di risalite sconosciute ed almeno un pozzo in discesa. Subito dietro ho tanta gente che inizia a subodorare che ho perso la strada in una grotta che e’ un labirinto di oltre 60 km! Mi fermo a pensare per qualche secondo mentre sento crescere l’agitazione tutto intorno a me. Fermo un paio di soci del gruppo piu’ esperti e li lascio a controllare la situazione, che a nessuno venga in mente di allontanarsi da quel punto. Lasciate le consegne ripercorro velocemente all’indietro la strada appena fatta, sempre alla ricerca della corda per il Ramo dei Romani. Stavolta la vedo, vi posso assicurare che mai piu’ la sola vista di una corda mi ha dato tanta gioia! Ritrovata la strada per l’uscita torno a riprendere il gruppo dispersi. Li trovo tutti semi-accasciati e quasi rassegnati ad una lenta morte per inedia in un ambiente ostile. Nemmeno la notizia che ora so dove andare li riscuote molto. Riesco comunque a rimetterli tutti in moto ed in pochi minuti siamo alla base del pozzo da 25 che preclude all’uscita. Questo in sintesi quanto successo. Ora, voi direte, ma in tutto questo, cosa c’entra Nerone? Qui casca l’asino! Nerone era uno degli allievi! Io non ricordavo assolutamente questo particolare mentre per lui e’ stato un episodio memorabile, tanto che ha ancora in serbo qualche maledizione per me ancora a distanza di tanti anni!
Ascolto ancora per un poco i loro racconti sulle prime esperienze di questi 3 scavezzacolli per tentare di a ricostruire i primi passi ipogei di Nerone. Praticamente all’epoca Luca era il capobanda, in qualche maniera aveva gia’ esperienza di speleologia. Recluta Nerone ed Elia ed altri intrepidi decide per la discesa di Creta rossa. Era, come gia’ detto, il maggio del 1986 ed i nostri eroi approntano la discesa del primo pozzo di circa 50 metri con una scaletta autocostruita, cosi’ mi dicono, con il cavo d’antenna. Si proprio quello la’ che porta il segnale televisivo, che personalmente non userei nemmeno per appenderci ad asciugare i panni! Per far uscire il giovane Nerone, racconta Luca, ci volle tanto tempo e pazienza, ma alla fine arrivo’ fuori. Nerone stesso dice che l’uscita fu come un parto, la soffertissima nascita di un nuovo speleologo. Da quel giorno nacque in lui la passione per gli ambienti ipogei e l’esplorazione che lo portarono a fare altre esperienze, a fare poi il corso allo SCR nel 1988, a fondare il gruppo Shaka Zulu di cui e’ tuttora presidente e vivendo “una vita a -20” come ama sempre dire per descrivere sinteticamente le sue esplorazioni di tanti anni. Dopo aver soddisfatto la mia curiosita’ sugli esordi di Nerone, sento che e’ ora di dare soddisfazione anche a Luna e portarla a fare una passeggiata. Vado ad avvertire Betta che legge e riposa in macchina e quindi mi addentro lungo la strada sterrata lasciando che Luna scorrazzi felice correndo su e giu’.
Quando torniamo dalla passeggiata, trovo che il gruppo si e’ completato, ora si puo’ andare alla grotta. Stavolta, per non avere tentazioni, non mi sono portato attrezzatura quindi restero’ all’esterno a guardare mentre i miei amici in divisa da ipogeo architettano il modo per far scoprire a Nerone la sorpresa che c’e’ in serbo per lui.
La sorpresa altra non e’ che una bella targa messa all’ingresso della grotta a ricordo dei 30 anni di speleologia di Nerone. E’ stato scelto un punto riparato dalla pioggia e dall’acqua di scorrimento, proprio di fronte al punto dove si scende.
Provo a mostrarvela piu’ da vicino ma non mi pare si veda molto. Se avete curiosita’ di vederla bene non vi rimane altra scelta se non quella di andare a far una visita a Creta rossa.
Si confabula in attesa che anche l’ignaro festeggiato sia pronto.
Eccolo!
Con molta flemma si prepara la pipa da grotta e se la accende spandendo una nube tossica di mirabile fattura tutto intorno a se’.
Dopo una bella fumata e le suadenti parole di Gabriele, Maurizio, Fabrizio, Erminio e tutto il resto del gruppo, Nerone si convince a sistemare la corda ed iniziare la discesa. Durante la discesa e’ naturale dare le spalle proprio alla parete dove e’ sita la targa. Per evitare che passi senza vederla iniziamo ad urlargli cose del tipo: “Girati, c’e’ un masso in bilico da togliere proprio dietro di te!”. Ottenuto il nostro scopo, quello di farlo girare, la scoperta della targa ne e’ stata la naturale conseguenza. Sul volto di Nerone si vede un rapido passaggio dalla sorpresa alla curiosita’ e quindi alla commozione. Il nostro trentenne ipogeo gestisce il tutto con la compostezza di un vero presidente rotto a tutte le esperienze. La discesa di Nerone e la sua scoperta della targa non ho potuto documentarla fotograficamente poiche’ ero impegnato a filmare l’evento…al momento non sono attrezzato per pubblicare i video, quindi dovrete accontentarvi di queste poche parole. Dopo la targa rimane poco tempo per la grotta poiche’ si e’ fatta ora di pranzo. La progettata salsicciata all’aria aperta, causa condizioni meteo avverse, e’ stata convertita in un allegro pasto al ristorante gestito dai genitori di Valerio. Verso l’una parto con Betta e Luna ad avvertire che siamo in arrivo e per accogliere chi, come Maria e Massimiliano, viene direttamente al ristorante. Il pranzo e’ veramente allegro con tanti brindisi, canti e battute. Tra tutti si distingue per allegria il buon Tarcisio che si esibisce in vari discorsi per accompagnare i numerosi brindisi alla salute ed ai 30 anni speleo di Nerone. Degno di nota il passaggio al ristorante di Marione con una torma di giovani, di ritorno da una lunga passeggiata nei boschi simbruinici, per un saluto corale a Nerone.
Finito il pranzo con ancora tanti brindisi, torta, caffe’ ed ammazza-caffe’ arriva il momento del commiato. Ancora un saluto a Nerone, quindi a tutti gli altri amici convenuti e poi prendiamo la via di casa per godere di un meritato riposo dopo cosi tanto festeggiare…Ai prossimi 30 anni, a Nerone e a tutti noi!