Una impegnativa uscita a Erebus con Claudia, Pamela, Gabriele ed io.
La partenza, simile a tante altre. Pamela passa a prendermi alle 8. Appuntamento con Claudia e Gabriele al solito bar di Settebagni. Colazione veloce e poi via con 2 macchine, che siamo pieni di zaini. Per le 9.30 siamo a S. Oreste, il tempo non e’ dei migliori e tira un vento freddo che ghiaccia chi si avventura fuori dalla macchina. Gabriele ed io aspettiamo sul piazzale mentre il duo d’acciaio PaCla passa dai vigili a prendere la chiave.
Al gazebo verde trovo un manifesto che pubblicizza il libro di grotta Luk. Visto che i proventi della vendita del libro vanno alla famiglia del nostro amico tragicamente scomparso, mi pare cosa buona riproporlo qua.
Mentre i gironzolo facendo foto e gelandomi, Gabriele se ne rimane bel bello in macchina.
Mentre aspettiamo, ricordo a Gabriele che voleva prendere della pizza. Ci dirigiamo senza esitazioni a prenderne una generosa porzione. L’intenzione iniziale era di conservarla per dopo la grotta, pero’ ora e’ calda e croccante, non resisto ed inizio ad addentarla. Tanto faccio che anche Gabriele si lascia prendere dalla golosita’ e attacca la sua. Abbiamo appena terminato il fugace pasto che le nostre ritornano vittoriose. Vicino alla sbarra facciamo compattamento, ci stringiamo armi e bagagli tutti nella panda di Pamela, la gloriosa JJ (veramente io la chiamo Gegia, ma a Pamela non piace tanto).
Ecco Pamela alla guida, dietro di lei il cumulo degli zaini.
Ecco Claudia e Gabriele strizzati dietro tra gli zaini ed attrezzature varie.
Stavolta per ripararci dal freddo e dal vento ci mettiamo nell’androne dell’eremo. Claudia si appropria della fotocamera e ci riprende durante la preparazione.
Ecco il mucchio selvaggio. Dobbiamo fare l’inventario del materiale, dividerlo in maniera appropriata e mettere tutto negli zaini.
Visto che le ragazze devono fare esercizio in queste amene pratiche, lasciamo fare a loro buona parte del lavoro. Ho anche portato delle stampe del rilievo che consegno loro come supporto per aiutarle nella sistemazione degli zaini.
Eccole in tutta la loro potenza. Missione zaini completata!
Ora siamo proprio pronti per partire. Mancano solo le foto di rito.
Claudia che chiede: “A pame’, ma le foto le dobbiamo proprio fare?” e Pamela che le risponde: “Dai Claudia, facciamole, altrimenti Bibbo ci rimane male e poi rompe lamentandosi per tutta la grotta”
Ed infatti, bonta’ loro le incastro in una stupenda foto di gruppo. Ora possiamo realmente partire, manca nulla.
Pochi passi e siamo in cima, il vento qui non ci risparmia ma oramai ci siamo riscaldati camminando.
La vista e’ sempre spettacolare e vale la pena di una breve sosta.
L’eremo.
Claudia desidera una foto con lui, chi sono io per negargliela?
Anzi, gliene faccio anche un’altra a distanza ravvicinata.
Il passaggio della agguerritissima retroguardia.
Anche dall’altro lato la vista e’ notevole.
Attraversiamo la vetta con ammirazione.
Ma ve ne andate senza una foto in questo spettacolo?
Sentono il mio urlo e si girano, ma appena il tempo di uno scatto.
Gli ho spezzato il ritmo, serve una breve pausa per ritrovarlo.
L’ultimo breve tratto di sentiero lo facciamo chiacchierando di Erebus e delle altre grotte di questo stupefacente monte. Arriviamo all’ometto di pietre che segnala la deviazione per la grotta.
Aspettiamo Gabriele e Pamela che ci seguono a pochi metri di distanza.
Eccoci finalmente alla grotta, sono quasi le 11, la preparazione ci ha preso tempo. Ora pero’ possiamo partire con l’armo. Stavolta ci separeremo in 2 squadre, la prima, quella d’armo e’ composta da Claudia e Pamela. La seconda e’ composta da Gabriele e me si occupera’ di rifare il rilievo della parte iniziale della grotta.
Pamela e’ pronta a partire.
Visto che il momento e’ memorabile se non storico, lo riprendo con particolare attenzione.
Il primo pozzo e’ sceso.
Parte Claudia.
Anche per lei una sequenza di foto che documenti adeguatamente il momento.
A meta’ strada.
E adesso basta, pero’!
Sono andate. Ora, da questo momento se la dovranno cavare da sole. Gabriele ed io ci occupiamo del rilievo.
Il pozzo successivo e’ abbastanza vicino, le sentiamo parlottare fitto fitto. Bravone!
Gabriele le raggiunge per indicarmi il prossimo punto del rilievo.
Arrivo anche io. Hanno terminato l’armo del pozzo e Claudia inizia a scendere per cercare il fix per il deviatore.
La fermo subito per una foto.
Prosegue la ricerca con la fattiva collaborazione di Pamela.
Trovato!
Dopo Claudia passa svelta anche Pamela per l’armo del pozzo successivo, se ho ben capito hanno stabilito di attrezzarne uno a testa alternandosi da buone amiche. Noi, la squadra di rilievo, andiamo con molta piu’ lentezza. Quando le rivedo le trovo a ruoli invertiti, Pamela arma e Claudia fa assistenza.
Ora si scende.
Alla base del pozzo le nostre amiche passano la strettoia e proseguono per il pozzo successivo. Noi invece andiamo a continuare il rilievo dalla parte opposta, nel piccolo ramo secondario dove, a dirla tutta, ad oggi non ho mai messo piede.
Probabilmente la discesa in quel punto e’ sempre stata fatta in arrampicata perche’ non ci sono attacchi da nessuna parte. Ci attacchiamo ad un naturale che a vederlo da’ poca fiducia. Lo facciamo tenendo leggermente tesa la corda che viene dall’alto. Facciamo bene poiche’ salta subito, appena Gabriele ci fa peso sopra. La precauzione presa gli evita una caduta fastidiosa.
Dopo la disavventura di Gabriele trovo un armo migliore e sistemo nuovamente la corda. Seguo Gabriele prendendo un nugolo di punti col DistoX e qualche foto.
Finisco il giro, mi ricongiungo con Gabriele e poi risaliamo. Stavolta l’armo tiene.
Fatta la doverosa sosta al vecchissimo fondo, riprendiamo le nostre carabattole e proseguiamo. Oramai le nostre eroiche armatrici sono lontane, non le sentiamo piu’, chissa’ come se la staranno cavando. Sempre prendendo i punti passiamo la prima “strettoia”, poi il tratto di meandro e quindi la seconda “strettoia”, quella che prelude ad un pozzo.
Scesi alla base del breve pozzo siamo nel piccolo ambiente dove solitamente, quando siamo ad una uscita di corso, ci fermiamo. Delle nostre amiche nemmeno l’ombra. Quella che segue e’ la parte piu’ intricata della grotta, se la saranno cavata o stanno vagando sperdute da qualche parte imprecisata? Sono curioso di scoprirlo. Con Gabriele facciamo il punto della situazione. Sono le 3 del pomeriggio, passate da un po’. Dobbiamo ancora scendere alcuni pozzi, passare la strettoia, armare la zona nuova, fare il traverso, andare a visitare il nuovo fondo e poi risalire disarmando il tutto. Forse per oggi e’ meglio sospendere il rilievo, altrimenti difficilmente riusciremo a completare il nostro programma. Mettiamo una bella “X” sul sasso dove abbiamo preso l’ultimo punto e poi passiamo ad altro.
Tanto per iniziare ripongo gli strumenti da rilievo e li abbandono alla base del pozzo. Fatto questo, iniziamo a lanciare urla belluine per richiamare l’attenzione delle nostre amiche e tentare di ricongiungerci a loro. Ci sentono, le sentiamo. Mi rincuora il fatto che le loro voci mi giungano almeno dalla giusta direzione! Guido Gabriele nei brevi ma angusti passaggi che ci separano da loro. Sono alla base del saltino dove c’e’ la biforcazione, a sinistra si prende per il vecchio fondo (dove finora non sono mai stato!) e a destra ci si dirige al nuovo fondo. Ecco Claudia pochi secondi dopo esserci ritrovati.
Sembra che Claudia inizialmente non voglia credere noi siamo reali. Infatti sembra proprio in una posa come di chi assiste ad una apparizione mistica.
Ma la rassicuro, siamo proprio noi, in carne ed ossa.
Anche Pamela tituba, dopo tanto tempo in beata solitudine e’ difficile ritornare alla dura realta’.
Buon ultimo ci raggiunge Gabriele rassicurando ulteriormente le nostre eroine.
Facciamo una breve sosta per un parco spuntino e per far loro i complimenti, sia per l’armo che per non essersi perse nel punto intricato. Ci raccontano di aver girato in lungo ed in largo prima di decidere quale fosse la strada giusta. Magari hanno visitato punti che devo ancora vedere, magari mi faro’ spiegare piu’ tardi, se mi ricordo. In questo ultimo tratto diamo loro il cambio nell’armo, cosi’ ora possono rilassarsi e godersi la grotta che in questo punto e’ ricca di concrezioni e broccoletti.
La partenza dell’ultima parte del pozzo che precede la strettoia.
Siamo arrivati. Ora non rimane che la strettoia per accedere alla parte nuova. Posiamo quel che non serve, proprio poco purtroppo, e proseguiamo.
A questo punto, cosa succede? Io passo la strettoia, aiuto Claudia a passarla a sua volta poi lascio Claudia ad aiutare Pamela mentre riprendo ad armare, allontanandomi cosi’ da loro. Intento a sistemare le corde per scendere mi accorgo appena di qualche urlo in zona strettoia. Claudia mi rassicura che va tutto bene e quindi proseguo. Solo dopo, mi raccontano del simpatico episodio accaduto durante il passaggio della strettoia ad opera di Gabriele. Ma questo lascio che a raccontarvelo sia una dei protagonisti.
Vi presento, “La strettoia delle gambe stile”…breve racconto a cura di Pamela:
Eccoci alla strettoia, Bibbo la affronta per primo e aiuta Claudia nel passaggio; lo sento darle qualche indicazione su dove poggiarsi e in breve
sono di là entrambi. Tocca a me, la strettoia va passata di piedi e a sua volta Claudia mi da un aiuto guidando i miei scarponi ciechi verso i punti di appoggio. Ma fa molto di più, puntando il suo ginocchio crea un sostegno sicuro dove far scivolare il mio sedere…non è da tutti trovare una sedia appena dopo una strettoia ma grazie a lei è così. Mi accorgo che uscendo dalla strettoia sei già sul pozzo e solo poco più in là c’è uno piccolo terrazzino dove stare allongiati comodamente. Claudia mi raccomanda di stare attenta a Gabriele che è l’ultimo e passerà dopo di me….ma solo ora le sue parole hanno preso il loro vero significato. Arrivano i piedi di Gabri
che cerco di afferrare per guidarli verso gli appoggi, come Cluadia aveva fatto con me, ma qualcosa inizia ad andare storto. I piedi di Gabri iniziano a fare su e giù degni della gambata di Phelps su un 100 mt stile e tenerli risulta impossibile. In più inizia a scivolare verso il basso che era ciò che volevo evitare dato che sotto c’è il pozzo. Entrare in comunicazione con Gabriele diventa improvvisamente impossibile, continua a battere le gambe e a scendere senza che le mie parole possano fermarlo. Claudia in teoria doveva aver iniziato la discesa ma sento la sua voce poco sotto di me che dice solo questa semplice frase “ Pam stai attenta!” …ecco cosa voleva dire, ora è tutto chiaro. Niente, il 100 mt non è ancora finito e Gabri si sente allo sprint finale….io sto schivando i calci come un pugile al primo round….a questo punto ho alzato la voce ma lui è lanciatissimo. Lo afferro per un cosciale; è scivolato troppo in basso e inizio a preoccuparmi…la strettoia è superata ma è tutto sporto fuori dal pozzo. La gambata ora è un piu sciolta, sembra sia passato alla fase defaticante, ma il problema che mi possa cadere di sotto da un momento all’altro persiste; la voce di Claudia, sempre fuori campo, mi consiglia di prendergli la longe….certo, prendere la longe: “Passami una longe Gabri!!!” “ Perché?” (comunicazione ristabilita sembra) “Ho la corda!!!!!” Solo adesso mi fa notare che aveva la corda del pozzo precedente in mano e che con quella si sarebbe aiutato a risalire un po’ e ad evitare di cadere di sotto…beh a questo punto un insulto gli arriva forte e chiaro. Lo incassa bene, con una risatina e qualche sbuffo per il fiatone…in fondo…ha appena finito un 100 stile!!!Dopo il movimentato passaggio, alla fine iniziano ad arrivare tutti sani e salvi sul terrazzino dove parte il pozzo successivo di circa 25 metri. Nell’attesa scatto foto nei dintorni.
Una stalattite crollata da tempo che si e’ riunita con un capello d’angelo.
Luci nell’oscurita’ si avvicinano.
Pamela e’ arrivata.
Anche Claudia ora c’e’. Ci prendiamo un momento per uno spuntino. Pensavo di aver portato un panino invece ho preso l’incarto sbagliato stamane dal frigo. Poco male ha con me speck e prosciutto. La scelta cade sul profumatissimo speck che dividiamo fraternamente tra tutti lasciando le ultime 2 fette al sopraggiungente Gabriele.
Dopo lo spuntino, sistemo le mie robe, recupero gli attacchi, tolgo il trapano dalla custodia. Sono pronto a proseguire con l’armo. Armo la partenza del pozzo e scendo. Purtroppo c’e’ stato un errore nei miei calcoli per le corde…Quella che sto utilizzando arriva a meta’ del pozzo. Ho nello zaino la 30 nuova di Claudia, la tiro fuori e giunto le corde. Passato il nodo, continuo la discesa. Guardo ai lati del pozzo cercando di ricordare dove avessi deciso di fare il traverso la volta scorsa. Me lo sono perso! Arrivo fino in fondo. A questo punto tanto vale invitare i miei amici a visitare il fondo. Li chiamo per dar loro la libera ed avvertirli del passaggio del nodo. Solo Pamela ha ancora energie per la discesa, Claudia e Gabriele decidono per un sano riposino in attesa che torniamo. La corda dell’ultimo pozzo basta anche per scendere il successivo, basta montare un deviatore su naturale. Armeggio un po’, in tutti i sensi, e poi scendiamo.
Il pozzo finale e’ subito dopo ma non potremo proprio scenderlo, sara’ per una prossima volta. Scatto un paio di foto mentre aspetto Pamela.
Eccola che arriva.
Un selfie ora ci vuole proprio.
Racconto brevemente a Pamela della esplorazione fatta e poi ce ne torniamo su. Alla base del pozzo da 25, tolgo il deviatore e recupero la corda, poi lascio che Pamela vada prima, io devo trovare il punto dove fare il traverso.
Mentre lei sale cerco di fare mente locale. Forse ho individuato il punto, e’ abbastanza in alto.
Quando ricevo la libera inizio a salire lento lento. Accendo la KikkoLamp al massimo e mi guardo attorno. Passo il deviatore a meta’ pozzo, ho notato almeno un altro paio di punti che solleticano la mia curiosita’ ma quello visto la volta scorsa non e’ tra loro. A circa 10 metri dai miei amici, finalmente trovo il punto da traversare. Laggiu’ in fondo si intravede qualcosa che fa pensare ad un altro pozzo. Salgo ancora qualche metro poi faccio inversione montando il discensore. Scendendo mi sposto verso sinistra, sarei pronto a mettere in azione il trapano, pero’ mi accorgo di poter proseguire senza piantare fix grazie ai comodi appigli, questo almeno fino ad un terrazzino a meno di 2 metri da me. Arrivato fisso la corda su una grossa stalagmite e mi riposo un po’. Mi accorgo di star gocciolando sudore, ci starebbe bene un sorso della “sbobba” che purtroppo ho lasciato a riposare prima della strettoia. Proseguo. Ora le pareti sono vicine, posso continuare con relativa comodita’. Altra stalagmite, altro nodo. Ci sono quasi…mi affaccio…Quello che sembrava un pozzo chiude dopo nemmeno 2 metri! Mi fermo a riprendere fiato e ad assorbire la delusione. Fatto. Mi rimetto in moto, guardo intorno nel caso qualche masso nasconda una prosecuzione e scatto qualche foto. Come in altri punti della grotta noto la roccia “consumata”, sara’ forse una corrente d’aria particolarmente forte in quel punto?
Il finto pozzo.
Mi rifaccio facendo foto a dei cristalli molto belli, peccato la mia imperizia non mi permetta di mostrarveli come si deve.
Controllo la corda, e’ messa benone. Urlo ai miei amici che nel caso volessero venire a vedere lo possono fare. Stavolta nemmeno Pamela mi segue.
Riprendo la strada del ritorno. Quando sono al frazionamento di partenza non c’e’ piu’ pericolo di ricevere sassi addosso quindi avverto sopra di me che, se vogliono, possono iniziare a risalire e ad affrontare la strettoia in senso inverso. Claudia e Gabriele sicuramente apprezzano poiche’ sono fermi da parecchio e anche se la grotta e’ calda un minimo disagio si soffre sempre.
Mentre li raggiungo, Claudia e Gabriele iniziano a risalire.
Pamela rimane. Mi dara’ una mano a disarmare, anzi, sara’ proprio lei a farlo. Anche se la stanchezza inizia a far presa, si e’ gia’ armata di chiave e buona volonta’.
Finiamo di disarmare , recuperiamo il materiale e lo riponiamo negli zaini, risistemo il trapano inoperoso nella sua custodia e andiamo a passare la strettoia.
Dopo il passaggio della strettoia ci fermiamo ad aspettare che sia libera la corda. Ne approfitto per presentare a Pamela il serpentello concrezionato.
Risaliamo veloci il pozzo da 20 e togliamo la corda. Il pozzetto successivo e tutto per Pamela. Io la importuno fotograficamente.
Saliamo la parte strettina che segue fino a raggiungere la base del pozzo “ultimo del corso” dove Claudia ci aspetta per prendere in consegna uno degli zaini pieni del materiale che abbiamo recuperato. Preso lo zaino riprende a risalire.
Libera! Mentre Gabriele sale…
…Pamela si prende un momento di relax.
La sequenza mi piace…
…quindi la ripeto!
Dopo Gabriele salgo io per lasciare il disarmo a Pamela. Ecco ancora Gabriele mentre passa la fessura verticale. Lo saluto, lui prosegue per raggiungere Claudia, io mi fermo con Pamela.
Ecco Pamela che risale.
Quando arriva su, io passo la fessura e la aspetto subito dopo.
Tento qualche foto mentre ripone la corda nel sacco ma vengono fatalmente mosse.
Passiamo la strettoia passandoci i sacchi e poi risaliamo il pozzo di mezzo.
Mentre aspetto approfitto per documentare con dovizia di particolari la risalita di Pamela.
Quasi metro per metro.
Manca poco.
Arrivata! Ora e’ impegnata nel disarmo.
Un sorriso, ancora piu’ gradito vista la stanchezza.
Mannaggia ‘sti nodi che non si vogliono sciogliere.
Siamo al pozzo iniziale, il saltino che porta all’esterno nemmeno lo calcolo, oramai siamo fuori.
Pamela in posa plastica mentre toglie il deviatore.
Mmmm…Fuori e’ buio, abbiamo fatto tardi stavolta.
Deviatore tolto, si prosegue.
Ancora un paio di pedalate.
Ultimi attacchi da togliere.
Quasi fatto.
Intanto mi avvicino all’uscita.
Pamela ha terminato il suo lavoro e riposto la corda nello zaino. Si avvicina anche lei all’uscita. Ha fatto un bel lavoro, il saltino d’uscita lo disarmo io, tanto per dire che ho fatto qualcosa.
Fuori e’ notte fonda, Claudia e Gabriele si sono avviati alle macchine per non prendere freddo. Andiamo anche noi camminando di buon passo. Una sosta al belvedere e’ d’obbligo.
Alla macchina troviamo i nostri amici. Sistemiamo il materiale cercando di riprendere ognuno il proprio. Ci cambiamo indossando con piacere i vestiti asciutti e caldi. Poi scendiamo. Alla sbarra una breve sosta per il trasbordo di parte dei sacchi nella macchina di Gabriele. Ecco Claudia che nonostante l’occhio stanco riesce ancora a sorridere.
Pamela intoccata dalla stanchezza posa con S. Oreste by night sullo sfondo.
Ecco le nostre eroine!
Repetita iuvant!
Abbiamo ragione ad essere un poco stanchi, sono le 11 di sera. Sono passate circa 12 ora da quando siamo partiti bel belli dalla piazza di S. Oreste questa mattina. Troppo tardi anche per la cena, la serata termina al bar per uno spuntino e poi via verso casa.
Del ritorno a casa non tengo traccia, mi pare ci possa stare. Davvero una bella giornata che mi da’ l’entusiasmo per darvi il solito, alla prossima!