Gita al Circeo Sabato ed a Sonnino la Domenica con Maria, Maria, Gianni, Max, Betti, io e Luna. Domenica visita al Catauso di Sonnino ospite del GGCR e poi al Museo “Terre di confine” a Sonnino.
Una gita piacevole e simpatica, uscita fuori quasi per caso. Ha avuto una genesi un po’ complessa, provo a raccontarvela. Avevo impegno con Giulio ed Andrea che e’ saltato nel corso della settimana. Venerdi’ cerco di organizzarmi altrimenti, mando messaggi in giro. Stefano non mi risponde, Gianni invece si. Scambio messaggi con Gianni per vedere cosa si puo’ fare per il fine settimana. Inizialmente la proposta e’ per una grotta nuova sul monte Livata ma poi Gianni cancella la proposta perche’ invitato a Sonnino, non mi spiega di piu’ ed io non domando altri particolari, la cosa sembra chiusa la’. Sento Bobbo, con lui ipotizziamo una passeggiata dalle parti di Stifone con visita della grotta dello Svizzero. Rimaniamo d’accordo che mi richiamera’. Piu’ tardi Gianni invia una mail al gruppo chiedendo chi volesse unirsi a lui per una visita al Catauso di Sonnino. Bobbo non si e’ fatto vivo. Mi riattivo per una gita a Sonnino. Tramite internet (fb tanto per dirla tutta!) trovo che Veruska e Fabrizio hanno intenzione di andare. Comunico loro che vado anche io e ci accordiamo per un appuntamento al solito bar “fico” dell’Ikea di Anagnina. Sento Gianni una prima volta per dire pure a lui che saro’ della partita e per dirgli dell’appuntamento. Gianni mi dice che lui e Maria non verranno all’appuntamento al bar “fico” poiche’ partiranno sabato pomeriggio per il Circeo. Raggiungeranno Maria e Max che sono la’ per il fine settimana. Restiamo d’accordo di risentirci piu’ tardi per un appuntamento a Sonnino per la domenica mattina. La successiva telefonata con Gianni porta buone nuove, ha sentito Maria la quale ci ha invitati (Betti, io e Luna) ad andare anche noi al Circeo, dove ha casa. Un rapido consulto familiare e aderiamo entusiasticamente alla proposta. Da questo punto si intrecciano un po’ di chiamate e chattate. Sento Maria per ringraziarla e per avere alcune informazioni. Risento Gianni per definire un appuntamento per il pomeriggio di sabato. Tanto per cambiare ci vedremo al bar “fico”. Avverto Veruska e Fabrizio che noi partiremo prima, stanno uscendo di casa per andare allo SCR, con loro ci sentiremo domani per l’appuntamento. Finita la girandola di chiamate aggiorno Betti ed iniziamo a preparare un po’ di bagagli. Sabato mattina passa presto per via di alcuni impegni che avevamo. Alle 17.00 siamo al bar “fico”. Gianni e Maria arrivano subito dopo. Un saluto veloce e partiamo alla volta del Circeo. Prima che arrivi sera sentiamo Veruska e Fabrizio. Purtroppo non verranno, sembra che Fabrizio stia cercando di smaltire un tentativo di avvelenamento da parte della sua dolce meta’ e desidera poter avere sempre le sue comodita’ a portata di mano. La serata passa allegramente con una cena a base di mozzarella di bufala accompagnata da bruschette ed altre prelibatezze. Il tutto e’ degnamente accompagnato da generose libagioni in crescendo alcolico. Iniziamo dalla birra passiamo poi al vino, al mirto ed infine alla grappa. Il tutto brindando alla faccia del colesterolo e di chi ci vuole male! La mattina dopo facciamo colazione tutti assieme e poi salutiamo Maria e Max che rimangono al Circeo. La strada fino a Sonnino non e’ molto lunga ma e’ ben intricata, seguo Maria e Gianni come se fossi agganciato alla loro macchina! Quando siamo quasi al paese c’e’ una sorpresa, la strada per arrivarci e’ interrotta. Dobbiamo tornare indietro per una via alternativa segnalata da cartelli gialli. Alla fine pero’ riusciamo ad arrivare alla rotonda che indica il cimitero. Giriamo verso di lui e lo passiamo per girare alla stradina successiva. Proseguiamo per un chilometro circa fino ad un ponticello mezzo distrutto. Io lo passo per andare a parcheggiare poco dopo. Gli amici del GGCR sono gia’ li’ che finiscono i preparativi per andare in grotta. Salutiamo tutti e, mentre il gruppo si avvia alla grotta, rimangono con noi Maria Grazia e Sergio. Maria e Gianni hanno portato loro una mezza tonnellata di pubblicazioni speleologiche ed insieme li trasbordano da una macchina all’altra. Io mi ero ripromesso di aiutarli ma devo andare alla macchina a prendere qualcosa e quando torno hanno gia’ finito. Visto che non serve altro me ne ritorno alla macchina per cambiarmi. Quando sono bardato ritorno sui miei passi. Ora la strada e’ deserta, passo il ponticello,
giro a sinistra per il prato
e continuo dritto. Sento vociare alla mia sinistra ma non vedo passaggi. Mando un urlo a Betti che risponde da davanti a me, proseguo. Passo il dosso che mi impediva la vista
e mi trovo davanti un bel pratone. Piu’ avanti a sinistra trovo dei massi,
giro e ci passo in mezzo. Poco piu’ avanti trovo Betti con Luna al guinzaglio che scalpita per andarsene in giro. Betti mi indica la strada per la grotta, la saluto e proseguo. Giro ancora a sinistra scendendo di poco. Dopo nemmeno 5 metri giro ancora a sinistra inoltrandomi tra gli alberi. Inizia una discesa su terra che sembra disponibile a farti ruzzolare appena possibile. In fondo gia’ intravedo il gruppo
nei pressi dell’ingresso del Catauso. Li raggiungo velocemente
e approfitto per salutare come si deve Federica, Federico e Paolo. Solo adesso mi accorgo che ho scordato la macchinetta fotografica in macchina! Risalgo in fretta e la recupero. Torno indietro scattando le foto che avete gia’ visto. Quando arrivo riprendo la chiacchiera interrotta con Federico. Insieme a Gianni faccio conoscenza con il vice-sindaco di Sonnino e li sento parlare del motivo dell’invito ricevuto da Gianni. Il Catauso dopo 50 anni di quiete, recentemente e’ andato piu’ volte in piena allagando per piu’ di un metro di altezza le abitazioni nei dintorni. Sperano che Gianni possa dare loro consigli circa degli interventi che possano risolvere la situazione ed evitare gli effetti dannosi di altre piene. Durante una pausa concordo con Gianni per il dopo-grotta. Ho lasciato le chiavi della macchina a Betti e quindi avro’ bisogno di loro per potermi cambiare. Per fortuna Maria Grazia ci ascolta e dice che all’uscita potro’ chiamare Gianni con il suo cellulare. Prima che Gianni ed il suo ospite si allontanino per la perlustrazione della zona intorno al Catauso prendono accordi per rivedersi alle 14.30. Andranno a vedere alcune grotte della zona. Mi piacerebbe essere con loro ma non credo che faro’ a tempo vista l’ora a cui presumibilmente entreremo in grotta. Li saluto e li lascio, vado a vedere cosa combina Paolo che ora e’ impegnato con l’armo
C’e’ un problema, gli attacchi gia’ presenti sono tutti rovinati. Bisogna metterne altri ed i fix sono rimasti in macchina. Alla fine Maria Grazia si sacrifica ed affronta l’erta fangosa per andare a prenderli. Quando torna vittoriosa, Paolo predispone l’attacco e scende
noi ci mettiamo in paziente attesa perche’ anche gli attacchi successivi sono da rifare e comunque siamo in tanti a dover scendere
Ci avviciniamo tutti al bordo del pozzo perche’ li’ fa piu’ fresco e approfittiamo per chiacchierare di cose speleo. Mentre Federico e’ gia’ sulla corda al primo frazionamento mi invita il 28 prossimo alla esplorazione che stanno facendo. Ci penso un po’ su perche’ mi pare proprio di avere gia’ un impegno. Ah! si, il 28 c’e’ la festa di Papera e Stefano a Carpineto, non posso mancare. Lo ringrazio per l’offerta ma non potro’ essere con loro. Peccato.
Anche lui scompare nel buio. Maria Grazia e Sergio vogliono andare per ultimi quindi ora scendo io. Approfitto per una foto del fondo del pozzo
c’e’ pure il raggio di sole di cui mi aveva detto Gianni. Arrivo, grido la libera e mentre aspetto il mio turno per il saltino successivo mi guardo intorno. Il salone e’ veramente grande
la monnezza di cui Gianni mi ha diffusamente parlato (il Catauso e’ conosciuto da secoli ed e’ da sempre stato utilizzato come discarica) c’e’, ed in effetti e’ parecchia, ma nel vasto ambiente non si nota tantissimo. Ecco il saltino successivo
mentre sono sempre li’ ad aspettare il mio turno provo a fotografare il tronco d’albero
ma, devo dire con scarsi risultati, nella foto si intuisce appena. Sceso il saltino mi imbatto nella bombola arrugginita, provo a fotografarla ma la macchina e’ impazzita, ne ricavo solo immagini indistinte. Federica, che mi ha raggiunto mi consiglia di spegnere e riaccendere la macchinetta. Sono quasi dell’avviso di buttarla giu’ per il pozzo (e’ gia’ la seconda volta che fa le bizze) ma seguo il suo consiglio. Sembra riprendersi,
e questa e’ la famosa bombola di cui parlavo. Andando avanti c’e’ un saltino che si arrampica (disarrampica, per chi ama la precisione!). Sotto ritrovo tutto il gruppo. Paolo sta armando il pozzo successivo. Visto che c’e’ da attendere, la grotta ha pensato bene di farci trovare un pallone per ingannare l’attesa
Approfittiamo per fare una foto tipo squadra di calcio con tanto di pallone al seguito
Dopo la foto calcistica riponiamo il pallone e torniamo alla grotta. Alla partenza del pozzo c’e’ una immensa “medusa”
Eccola ancora ma con tanto di speleologo che scende il pozzo
Tanto per non farci mancare nulla ecco poi un’altra foto che pero’ ritrae tronco di legno e monnezza varia che formano un utile parapetto davanti al pozzo
Quando Paolo e’ arrivato in fondo al pozzo e mentre gli altri iniziavano a scendere siamo stati ingaggiati da Paolo per illuminare la grotta perche’ potesse fare delle foto da sotto. Ho contribuito piu’ volte con il flash della macchinetta. Non so se lui ne ha ricavato qualcosa ma questo e’ quello che e’ uscito fuori dal mio catorcio
Sotto la medusa ci sono un paio di vaschette, sarebbero belle ma l’acqua che contengono ha un aspetto poco pulito, lascio a voi il giudizio finale
E’ il mio turno, scendo. Alla base del pozzo c’e’ un laghetto ma e’ facilmente evitabile spostandosi lateralmente mentre si scende su corda. Dopo il laghetto c’e’ un ambiente con delle alte pareti verticali variamente decorate da monnezza varia sospesa a vari metri di altezza. Federica mi chiama, c’e’ una vaschetta con dei vermi rossi. Sono sottilissimi e lunghi non piu’ di un paio di centimetri l’uno pero’ sono aggrovigliati a formare un grumo e si muovono incessantemente, provo a fotografarli ma con risultati deludenti
Il terzo pozzo e’ stato abbellito con dei festoni, ve li mostro in questa sfocatissima foto
Continuo l’analisi dell’ambiente, a terra ci sono dei resti indefiniti, dopo una dotta disquisizione con Federica decidiamo trattarsi di una lavastoviglie.
Questo invece e’ il mucchio di legna che si scavalca per accedere al pozzo “festonato” In mezzo ai legni trovo una specie di “piffero” di ghisa, e’ Sergio, arrivato da poco ad illuminarmi, e’ il pezzo di una cucina! Terminato l’esame del posto mi metto in attesa. Certo che oggi siamo tanti ed i tempi si allungano a dismisura. E’ mia intenzione non far aspettare troppo i miei amici di fuori. Sulla scorta di queste altruistiche riflessioni prendo la decisione di tornare indietro. Anche Sergio e’ per tornare ora e gentilmente mi accompagna. Mentre lui risale il pozzo appena sceso fotografo una colata di calcite con micro vaschette
che ha un aspetto insolitamente pulito. Dopo questa foto ripongo la macchinetta e mi dedico alla risalita. Facciamo una breve sosta dopo il saltino da arrampicare e poi affrontiamo il pozzo finale. Il frazionamento a meta’ e’ decisamente teso. Avverto Sergio che quando risale provvede a sistemarlo. Al suo arrivo Sergio prende il cellulare di Maria Grazia, per fortuna si ricorda anche il codice di sblocco io l’ho scordato completamente! Sento Gianni, stanno tornando al Catauso dopo il giro per grotte. Betti e Luna sono con loro. Aspettiamo qualche minuto chiacchierando e poi ci accingiamo ad affrontare l’erta. Dalla grotta ci sembra di sentire delle voci. Bene, anche i nostri amici sono di ritorno. Dopo una rapida risalita arriviamo in breve alla strada dove trovo i nostri. Ancora sul prato trovo Maria, Betti e Luna. Luna si scatena a farmi le feste come se non mi vedesse da mesi. Maria e Betti commentano la cosa argomentando sulla poca gratitudine degli animali verso chi li accudisce veramente! Gianni ed il suo ospite sono li’ in strada che parlano con alcuni abitanti della zona dei problemi vissuti recentemente a causa delle piene del Catauso. Dal canto mio sono sudato ed ho fame, recupero le chiavi da Betti e vado a cambiarmi. Torno indietro tutto pulito e masticando il mio buon panino. Gianni mi chiede la stampa del rilievo del Catauso che avevo portato per documentarmi. Ritorno alla macchina a prenderlo. Nel frattempo alcune gentilissime signore che stavano parlando con noi decidono di offrirci il caffe’. Scompaiono per un po’ e ritornano armate di tutto il necessario. Hanno portato addirittura anche i biscotti! Finisco il mio panino poi degusto caffe’ e biscotto. Tempismo perfetto! Alla spicciolata inizia ad arrivare qualche speleo ma l’uscita dall’ultimo pozzo prende parecchio tempo e ci vorra’ ancora molto prima che siano tutti fuori. Gianni vuole andare a Sonnino a visitare un museo, bisogna andare prima che chiuda. Salutiamo tutti i presenti ringraziando per il caffe’ e la compagnia. Gianni si congeda dal suo ospite prendendo accordi per futuri incontri. Salutiamo Sergio chiedendogli di salutarci gli altri e quindi partiamo alla volta di Sonnino. Una volta arrivati parcheggiamo e proseguiamo a piedi approfittando per fare alcune fotografie
delle ripide viuzze che incrociamo e della strada che facciamo
Troviamo anche una via dal nome particolare, lascio a voi dedurre cosa potesse trovarsi in quella via in tempi passati!
Troviamo anche una scacchiera incisa sulla pietra
La fotografo per il piacere di nonnoPintus che ne fa ricerca e collezione. Dopo una bella passeggiata per i vicoli di Sonnino troviamo infine il museo “terre di confine” ed entriamo. Troviamo ad accoglierci una simpatica ragazza che ci fa’ da cicerone illustrandoci ad una ad una tutte le sale del museo. Il museo vuole illustrare storia, miti ed usanze di Sonnino che e’ stata per secoli “terra di confine” tra lo stato pontificio, a cui apparteneva, ed il regno borbonico delle 2 sicilie. Tra le tante cose interessanti che abbiamo visto ho trovato anche un “vecchio amico” il brigante Gasperone al quale abbiamo intitolato una grotta sul Soratte!
Terminata la visita salutiamo e ringraziamo la nostra guida e torniamo verso le macchine. Possiamo dire conclusa la giornata, giusto il tempo di una ultima foto al panorama che si gode da Sonnino poi ci salutiamo e prendiamo la strada di casa
Mi raccomando con Maria di non seminarmi prima di arrivare alla autostrada perche’ non so se saprei ritrovare la strada! La seguo come un ombra per un bel pezzo pero’ arrivati a Ferentino oramai riesco ad orientarmi e quindi decido di sganciarmi. Visto che e’ vicinissimo, propongo a Betti di fare cena al solito ristorante di Supino. Lei acconsente, quindi, invece di imboccare per l’autostrada, continuo la rotatoria e vado verso Supino. La serata si conclude degnamente davanti ad un bel piatto di fettuccine. Penso non si possa desiderare di piu’ da un fine settimana! Alla prossima…