Grotta San Sebastiano uscita del 23-12-2012

Allargamento strettoia alla fine del traverso. Barbara, Valeria, Cristian, Franco, Giuseppe, Paolo ed io.
Eccoci di nuovo qui! Siamo alla vigilia della vigilia di Natale e dove se non in grotta si puo’ passare meglio l’attesa di Gesu’ bambino?!? Oggi siamo parecchi, ci sono i nostri amici del GSCai, c’e’ Valeria del ???, si e’ aggiunto anche Giuseppe dello Speleo Club di Orvieto e naturalmente Paolo ed io. L’appuntamento e’ il solito, alle 10 alla piazzetta con l’edicola di Avventure Soratte. Come al solito arriviamo in ordine sparso e per le 11 ci siamo tutti e abbiamo sbrigato le consuete faccende (colazione, acqua, pappa,etc.). Andiamo su all’eremo con 2 macchine, quella di Paolo e quella di Cristian (quella di Franco dopo la volta passata sbuffa vapore dal radiatore e si rifiuta di mettersi in moto se solo si accenna alla salita!). A prepararsi assieme a noi ci sono alcuni ragazzi dei gruppi di Guidonia e Grottaferrata che vanno all’Erebus. Scambiamo 4 chiacchiere con loro mentre ci prepariamo, rimaniamo anche d’accordo che l’anno prossimo li accompagneremo alla Grotta Gasperone. Tutti pronti? Si parte! Oramai il sentiero che porta alla grotta lo facciamo ad occhi chiusi ed in breve siamo all’ingresso. Mi ritrovo li’, pronto ad entrare e ne approfitto per entrare per primo. Non era mai capitato, non che sia una particolare emozione, ma, come si dice, bisogna provarle tutte! Scendo il primo pozzetto, grido “libera” ma a vuoto perche’ nessuno degli altri ancora mi segue. Passo la strettoia dal fondo di sabbia (aria oggi praticamente nulla), scendo il secondo pozzetto, scendo la (ex) strettoia a fessura, risalgo e poi scendo. Sono alla sommita’ del 30, mi fermo per bere un goccio d’acqua, dietro di me ancora il silenzio…pero’! Anche se non lo farei d’abitudine (la compagnia degli amici e’ impagabile ed irrinunciabile) devo dire che ogni tanto procedere in solitudine e’ rilassante, gustoso, addirittura! Scendo il 30, passo il primo deviatore, arrivo al secondo. Attacco il traverso. Quando sono a meta’ sento le prime voci, mi sembra di riconoscere quella di Barbara. Finisco il traverso, risalgo il breve tratto su corda e mi fermo ad aspettare. Arriva Paolo, breve scambio di battute e riparte in quarta, lo seguo. Nell’uscita precedente Paolo ha armato anche il saltino (quello dove con Daniele avevamo messo la corda “posticcia”), che lusso, oramai sta diventando quasi una grotta turistica! Proseguiamo spediti, i dannati broccoletti continuano a lacerare la mia tuta che geme disperata tra le loro grinfie spietate! Arriviamo al traverso, lo traversiamo (!) saltando l’attacco del pozzo da 20. Siamo quasi arrivati, una piccola risalita in arrampicata (c’e’ la corda ma e’ piu’ utile per sveltire la discesa), un tratto in piano e la nostra amata frattura sembra chiudersi di fronte a noi. Proprio in fondo, sul pavimento di sassi di crollo sembra esserci il passaggio. Commentiamo il lavoro da fare mentre aspettiamo che arrivi il resto del gruppo con l’attrezzatura da disostruzione. Sembra un lavoro semplice ma il massone di crollo che ostruisce il passaggio e’ di roccia “bastarda e traditora”, ben dura ma farcita di fessure semi-concrezionate. Dopo un paio di tentativi sul massone andati male Paolo attacca la parete della strettoia con maggiore successo. I “seccacci” del gruppo gia’ riescono a passare, dopo la strettoia continua la frattura, ci sono alcune possibili prosecuzioni. Ancora pochi colpi ben assestati e la strettoia e’ resa “forconabile”. Mentre sono quasi tutti dall’altra parte a continuare l’esplorazione io mi occupo di fare merenda. Mi sento un po’ stanco e non ho voglia di fare molto, credo usciro’ presto. Paolo “rientra” e mi descrive la zona nuova, dice poi che alla fine ci sono dei massi incastrati che si possono rompere con facilita’. Mi convinco ad andare con lui a vedere di cosa si tratta. Scesa la strettoia si scende ancora un paio di metri e si arriva sulla sommita’ di un cuneo di roccia lungo 6 o 7 metri. A destra scende rapidamente per alcuni metri ma poi sembra chiudere. Dopo si sale, sul pavimento c’e’ tutto detrito polveroso, simile a quello vicino all’ingresso, e si arriva ai pietroni incastrati. Prepariamo per spaccare quello piu’ in basso che tiene gli altri. Purtroppo il lavoro non viene perfetto ed una grossa porzione di masso rimane al suo posto. Decidiamo di lasciar perdere per ora, riproveremo durante altre uscite. Paolo, per scrupolo, verifica di nuovo alcune delle possibili prosecuzioni che erano stati viste prima dagli altri. Io intanto recupero il materiale e ripasso la strettoia al contrario col resto del gruppo. Finiamo di sistemare le nostre cose, tutti, tranne me, vogliono andare a vedere gli ambienti esplorati da Daniele e me Mercoledi scorso, io decido di tornare pianin pianino verso l’uscita. All’inizio del traverso li saluto ed inizio la mia gita solitaria, Mi guardo in giro mentre procedo, il silenzio della grotta e’ rotto solo dai gemiti della mia tuta. Mi fermo ogni tanto a fare qualche foto. Vicino al saltino recentemente armato sento aria venire su dalla frattura in basso, chissa’?!? Ce ne saranno ancora di giri e ricerche da fare! Dannaz…, Malediz..le ultime foto che ho fatto sono anche peggiori del mio solito (e ce ne vuole!) perche’ c’era una goccia d’acqua sull’obiettivo. Lo pulisco alla meglio ma oramai ho perso la vena artistica! Ho capito anche perche’ trovavo sempre la macchinetta fotografica in giro per la tuta, si e’ scucita la tasca interna! Mi fermo prima del traverso per rifocillarmi, ho ancora la cioccolata della scorta “da sopravvivenza” che e’ meglio consumare prima che diventi piu’ vecchia di me! Bevo un bel sorso d’acqua e poi ripongo tutto. Per evitare drammi metto nel sacco anche la macchinetta fotografica. Sono pronto per il traverso. Lo percorro, quindi mi attacco alla corda e risalgo. Alla sommita’ del 30 altra sosta, un bisognino, cioccolata, acqua. C’e’ poca aria ma se si sta fermi un poco si sente un deciso freddino alla parte del corpo rivolta verso nord. Per l’ennesima volta mi ripeto che anche da quella parte si deve tornare…Riparto ma il resto del percorso oramai lo conoscete meglio di me quindi ve lo risparmio! Fuori il sole sta tramontando, arrivo velocemente alla macchina dove mi cambio. Il gruppo dell’Erebus e’ gia’ uscito e, probabilmente, tornato a casa, ad ogni modo delle loro macchine non c’e’ traccia! Quando ho finito riempio lo zaino con tutte le mie cose, ho deciso che non rimarro’ li’ ad aspettare i miei amici ma scendero’ giu’ a piedi, quattro passi mi faranno bene! Quando arrivo alla macchina non sono ancora le 7. Inizio ad aspettare, quando sono quasi le 9 ancora non si vede nessuno, al cellulare non rispondono, decido di risalire su con la mia macchina. Vado. All’eremo e’ tutto buio e silenzio, quasi quasi ne approfitto per un pisolo! Non faccio a tempo a chiudere gli occhi che spuntano delle lucine. Sono loro, o almeno una parte! Esco dalla macchina, arrivano Barbara, Valeria e Paolo. Mentre si cambiano mi raccontano cosa hanno visto sotto il 20 ma non ci sono nuove di rilievo. Mancano ancora Cristian, Franco e Giuseppe, dopo un buon quarto d’ora si presentano anche loro. Franco ci dice che alla base del 20 e’ andato verso nord e ha tentato una risalita, ha desistito perche’ i broccoletti gli si disintegravano sotto i piedi rendendo la cosa rischiosa, comunque ci dice che c’e’ una probabile prosecuzione, andra’ vista anche quella. Mentre finiscono di cambiarsi decidiamo di andare a mangiare qualcosa assieme. Quando siamo tutti pronti facciamo una bella fila di macchine e scendiamo, cerchiamo anche di fare in fretta perche’ sono oramai le 10 e rischiamo che non ci facciano mangiare! La cena non ve la racconto, vi basti sapere che ci siamo fattti valere anche con coltello e forchetta!!!

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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