Uscita di gruppo alla grotta dello svizzero

14 Ottobre 2012.

Ci vediamo alle 8:00 a P.zza Bologna con Marione e poi via con la sua macchina.

A Fiano prendiamo su anche Giada. Alle 9:30 siamo al parcheggio dell’Hotel Sabina, davanti all’uscita di Magliano Sabina della autostrada. Aspettando gli altri mi dedico ad una partita a Sudoku. Sono talmente preso che ad un certo punto Tullio mi chiama (e quando e’ arrivato?!?) chiedendomi se intendo rimanere li’. Alzo gli occhi e mi trovo davanti un nutrito gruppo di persone. Oltre a noi del gruppo GSS ci sono anche altri 3 nuovi amici (Sara, Fabio e Gabriele, che arriva all’appuntamento in moto) che si vogliono cimentare con la grotta per la prima volta. Piero arriva col camper ma solo per salutarci. Gianni ha dato forfait a causa del ginocchio che ultimamente gli da dei grattacapi. Quindi siamo noi, Tullio,  Claudia, Giada, Sara, Antimo,Fabio, Gabriele, Gianluca, Marione, Mattia, Tullio  ed io. Ci compattiamo in 3 macchine e partiamo alla volta di Stifone.

Arrivati a Stifone ci inzeppiamo con le macchine in quello che credo sia l’unico parcheggio nei pressi del paese. Li ci attendono anche Simona ed Augusto, Giuseppe. Sono sicuro che ho dimenticato qualcuno, non me ne voglia!!!

Torniamo alla nostra gita. Iniziamo a prepararci. Non serve l’attrezzatura per la progressione su corda ma c’e’ una bella camminata da fare. Sono venuto senza il magazzino personale che e’ diventata la mia macchina ed inizio a contare le dimenticanze: i guanti, la fascia per non far calare la tuta, l’acqua…come si dice, per fortuna la testa la porto attaccata al collo!!!

Mi chiamano, sono l’ultimo! Riempio lo zaino da grotta prendendo in consegna anche le cibarie di Giada e via!

Il bacino, l'altro latoParto indossando solo una maglietta di cotone, fa un po’ freddo ma camminando presto passera’. Attraversiamo il borgo di Stifone, davvero caratteristico, meriterebbe una visita piu’ accurata. Arriviamo al bacino artificiale alimentato da una sorgente. Su questa sorgente Simona ed Augusto (alias Culture Sotterranee, visitate il loro sito!) hanno girato un bel filmato. Ci fermiamo a meta’ del ponte che unisce le 2 sponde, Simona ci fa da cicerone e ci spiega che il bacino artificiale forma il “lagIl bacinoLa sorgentePaesaggio dal sentieroIl ponteIl ponte della ferroviahetto” che ci circonda grazie a 2 dighe, parlo di laghetto in senso lato perche’ in realta’ si tratta di una porzione del fiume Nera. L’acqua proviene anche dalla sorgente che “sputa” migliaia di litri al secondo, ha un colore azzurro a causa di un alga che le dona questo colore spettacolare, non vi cresce vegetazione perche’ l’acqua della sorgente e’ molto carica di sali. Se ben ricordo la lezione, nei tempi andati pare alimentasse una cartiera, mentre ancora oggi una condotta forzata a monte del bacino alimenta una centrale idroelettrica.

Mentre stiamo beati ad ascoltare Simona, a goderci l’inaspettato ma gradito sole ed il panorama arrivano dei tizi in moto da cross. Passano rombando per il ponte, non finiscono mai, saranno una quindicina!

Oramai l’incanto e’ rotto, riprendiamo il cammino. Passiamo sotto un ponte della vecchia ferrovia dismessa che correva lungo la sponda opposta a quella dove giace Stifone. Arriviamo al piano della ferrovia. Le rotaie non ci sono piu’, rimane una balaustra arruginita e ci sono ancora le moto tutte raggruppate e rombanti. Noi prendiamo per un sentiero sterrato che si inerpica parallelo al tracciato della ferrovia. Per un poco si cammina sulle reti che bloccano la caduta massi, ogni tanto sulla sinistra c’e’ un muro a secco alto un paio di metri tenuto assieme dalla suddetta rete. Giuseppe ci guida consultando il suo GPS. Passiamo un bivio ma continuiamo dritti. Proseguiamo fino a quando Giuseppe ci comunica che probabilmente la via giusta era al bivio. Torniamo indietro ed imbocchiamo il sentiero in salita. Siamo in un’ampia striscia di montagna che e’ stata disboscata non piu’ di un anno fa.

Paesaggio dal sentieroSaliamo, saliamo, saliamo! Ci fermiamo in un punto in piano ad aspettare chi e’ rimasto indietro. Giuseppe ci dice che la grotta e’ diritta verso l’alto ma il sentiero prende a sinistra. Seguiamo il sentiero. Dopo un centinaio di metri il sentiero ci abbandona in un intrico di rovi, i celeberrimi “stracciabraghe”, con stupore scopro che anche loro hanno qualcosa di buono, incredibilmente hanno dei fiori molto profumati!

Giuseppe prende la testa della fila e ci fa strada. Dopo molti graffi e qualche imprecazione intercettiamo nuovamente un sentiero. Ci porta fino alla grotta.

Come al solito la mia maglietta e’ da strizzare la poggio su un cespuglio. Ci vestiamo, incredibilmente sono pronto e non sono l’ultimo! Mi addentro nella spaccatura che fa da ingresso aiutandomi nella discesa con le radici del fico che vi cresce dentro. La frattura prosegue alcuni metri in discesa poi si divide in 2 rami, uno a destra ed uno a sinistra. Mi fermo ad aspettare gli altri. In breve arriva Giuseppe e poi anche tutti gli altri. Tullio descrive la grotta, anche a beneficio dei nostri “ospiti” alle prime armi e poi partiamo. Andiamo per il ramo meno fondo. MarioneE’ un susseguirsi di piccole sale (comunque abbastanza grandi da accoglierci tutti) ed altrettante strettoie. La roccia e’ particolare, e’ una specie di conglomerato. Tullio ci dice che si tratta di rocce frantumate dallo scorrimento dei piani di faglia. Sicuramente nell’insieme e’ tutto ben stabile ma aggirarsi tra massi di crollo e vedere sul soffitto tutte quelle rocce pseudo-pericolanti da un po’ da pensare!

sosta2sostaArriviamo alla sala finale, finalmente si vede un po’ d’acqua, ma poca, sotto forma di fango. Ci deve essere anche una colonia di pipistrelli, la puzza di guano lo testimonia. Scendiamo al fondo, giu’ lungo la comoda condottina in discesa che chiude su frana. Stiamo per andarcene e continuare la visita altrove ma Gianluca dice di aver trovato una prosecuzione nella condotta. Si decide che Gianluca, Mattia ed io rimarremo a vedere la scoperta di Gianluca, gli altri andranno a continuare la visita.

Scendiamo di nuovo al fondo, Gianluca non ricorda bene dove e’ passato, cerchiamo un po’ e poi decidiamo di spostare un po di sassi per vedere se c’e’ un ambiente subito sotto. Mattia e Gianluca faticano come muli ed alla fine riescono a spostare un massone che ostacolava il passaggio. Provo ad infilarmi ma non ci passo, si infila Mattia. Scende in tutto un paio di metri ma da dove e’ arrivato non sembra ci siano prosecuzioni possibili. Abbiamo approfondito il ramo della grotta di un paio di metri abbondante! Finiamo di Gianlucamettere in sicurezza alcuni sassi che si muovono in maniera preoccupante e ce ne andiamo a raggiungere gli altri.

Troviamo Giada, Sara ed Antimo che attendono gli altri al bivio per l’altro ramo. Gianluca si fionda a raggiungere il gruppo degli esploratori, Mattia ed io ci fermiamo al punto di sosta per quattro chiacchiere ed uno spuntino. Scrocco un po’ d’acqua ad Antimo (ho una sete del diavolo!) e restituisco i panini a Giada.Antimo Apro la cioccolata e la divido con tutti. Facciamo a tempo a finire lo spuntino che arrivano gli altri. Marione arriva sbuffando come un mantice ma appare soddisfatto. L’altro ramo sembra sia piu’ interessante, magari lo vedro’ la prossima volta!

gruppo stanco ma feliceUna volta radunati riprendiamo la strada verso l’uscita ed in breve siamo fuori. Sono le 15.30. In barba alle previsioni che davano un peggioramento del tempo nel pomeriggio c’e’ un bel sole. Ci cambiamo, io in verita’ rimango in tuta perche’ la maglietta e’ ancora fradicia!Cambio abiti all'uscita Per tornare scendiamo giu’ dritti seguendo un sentiero che costeggia la zona disboscata. Probabilmente aperto proprio dai boscaioli durante la loro opera. Molto comodo!

Scendendo si parla della grotta e della zona che la ospita, ci sono delle pareti che si prestano bene come palestre di roccia (una infatti era gia’ attrezzata). Riattraversiamo il ponte e quindi Stifone ed arriviamo alle macchine.

Anche questa volta sono l’ultimo a terminare i preparativi! Marione quasi parte senza di me!

Andiamo a riposare le stanche membra a Taizzano. Sulla strada c’e’ un ristorante meraviglioso. Per noi speleo prepara a qualsiasi ora e fa delle pappardelle al sugo di lepre da leccarsi i baffi!

Con questa nota di allegria (almeno per me!) chiudo il mio resoconto di una bella giornata in ottima compagnia.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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