Grotta di San Sebastiano

La grotta di San Sebastiano… non sono molto sicuro del nome, nei giorni scorsi ho sentito che potrebbe essere la grotta dell’eremita. C’e’ anche chi la chiama “la locomotiva” perche’ quando la visito’ buttava fuori un deciso sbuffo bianco. Personalmente prima d’ora ci capitai davanti ben 2 volte ma senza entrare. La prima volta almeno 15 anni fa con il Pintus che me lo descrisse come un bucaccio infame (come in effetti e’, o meglio era fino a poco fa!). La seconda ci sono capitato per caso, non ricordavo dove fosse l’Erebus (!!!) e, partendo dal sentiero nei pressi del succitato Erebus ho seguito un accenno di sentiero che mi ha portato alla grotta e subito dopo all’eremo di San Sebastiano. Devo dire che tutte e 2 le volte la grotta doveva essere in equilibrio con la temperatura esterna perche’ non ho notato il potente soffio d’aria che ci ha fatto un po’ dannare nelle recenti esplorazioni di cui sono in procinto di raccontarvi.

Domenica 25 Novembre 2012: Io sono impegnato per la raccolta delle olive e non posso andare in grotta. Paolo evidentemente stabilisce che la grotta di San Sebastiano e’ “matura” e, con  Clarice e Daniele, decide di andare a rivedere un buco soffiante che si ricordava di aver visto anni prima nella grotta. Il buon “vecchio” Forconi non scorda alcun buco ma oramai, complice l’eta’ e la miriade impressionante di posti che tiene a mente, inizia ad avere ricordi confusi e cosi’ porta i nostri amici per un tortuoso percorso (Daniele mi racconta che si sono dovuti togliere l’imbrago per 8 volte!) fino al vecchio fondo del ramo gia’ conosciuto, solo per accorgersi che il buco soffiante e’ all’inizio della grotta!!! I nostri eroi allora tornano indietro e, alla base del primo pozzetto, disostruiscono una strettoia scavandola praticamente a mano perche’ il pavimento e’ di sabbia fine. Come al solito e’ Clarice la prima a passare. La grotta prosegue, l’aspetto e’ quello di una enorme frattura da scendere. Spronati dalla bella notizia passano anche gli altri, armano alla meglio su concrezione e scendono una 15ina di metri fino alla base della frattura. Paolo dice che la frattura e’ orientata Nord-Sud. Al momento, in mancanza di un rilievo preciso atteniamoci a quanto dice Paolo. Tanto per orientarci diciamo che i nostri eroi trovano una possibile continuazione a Nord, una volta abbandonata la corda ci si sposta di un paio di metri, si sale un dislivello di circa un metro, si avanza ancora per 2 metri e, ci si ferma davanti ad un altro buco che soffia aria con una intensita’ tale da non poterci mettere la testa! Il buco in questione non permetterebbe il passaggio nemmeno di una monetina ma l’aria che manda fa ben sperare. Stanchi ma felici i nostri eroi chiudono l’uscita ben decisi a tornare con i giusti mezzi per tentare il passaggio.

Sabato 1 Dicembre 2012: Questa volta non ci sono impedimenti e sono anche io della partita. Siamo Paolo, Daniele ed io. La giornata e’ bella e c’e’ un rispettabile freddino, siamo quasi a 0°, Paolo mi preannuncia una bella mangiata di polvere. Penso stia esagerando ma arrivati all’ingresso della grotta devo ricredermi. Sembra di stare davanti ad una sabbiatrice, uno di quegli affari che sputano sabbia a pressione. Paolo entra per primo ed arma il pozzetto che inizia subito dopo la strettoia di ingresso. Daniele entra per secondo ed io buon ultimo. Come gia’ detto la pressione dell’aria e’ impressionante, il fatto di fare la strettoia ad occhi e bocca rigorosamente chiusi non evita una prima indigestione di sabbia. Quando arrivo in fondo al primo pozzo Daniele si sta infilando nella seconda strettoia, quella passata per la prima volta nella precedente uscita. Mi cimento anche io, i miei amici hanno fatto un buon lavoro e la strettoia non e’ difficile, porta solo ad una ulteriore scorpacciata di sabbia. Subito dopo la strettoia, un paio di metri e si inizia la discesa nella frattura che porta al buco soffiante che segna il termine attuale della grotta. Anche li’ la pressione dell’aria e’ impressionante, non si puo’ stare per molto tempo davanti alla “dannata fessurina” ad occhi aperti. A me che vedo per la prima volta lo sbarramento che la grotta ci ha posto di fronte si prospettano molte uscite di scavo! Ma siamo tutti decisi a vedere cosa si nasconda dietro quell’ammasso scuro e quindi, armati di mazzetta, scalpello e di tutti gli attrezzi del buon disostruttore iniziamo il duro lavoro. Paolo si dedica al supporto logistico, Daniele ed io ci dedichiamo a bucare, smazzettare e scalpellare dandoci il cambio per sfinimento o per saturazione da sabbia. Il lavoro procede piu’ velocemente di quanto non mi fossi aspettato inizialmente! Le pareti di quella che via via diventa una fessura in discesa sono di concrezione, in alcuni punti marcia. Con la mazzetta e lo scalpello se ne tirano via dei bei pezzettoni. Dopo tanta, tanta polvere negli occhi qualche acciaccatura (Daniele mentre spostavamo un masso enorme non fa a tempo a levare la mano, per fortuna non se la rompe ma rimediera’ un bel dolore e la mano gonfia per un paio di settimane) dal nulla soffiante abbiamo creato una fessura che scende un paio di metri larga abbastanza perche’ si possa tentare il passaggio senza imbragatura. Paolo, che aveva riposto una sconfinata fiducia nelle nostre capacita’ “disostruttorie”, si era messo a schiacciare un pisolino su uno spartano giaciglio di zaini e corde dopo aver disintegrato un lenzuolo di pizza con mortazza. Lo chiamiamo dandogli la buona novella. Daniele tenta il passaggio e…ci riesce!!! Dall’altra parte c’e’ un ambiente in cui possono entrare anche altre persone. Daniele lo esplora. Incalzato dalle nostre richieste di informazioni trova che l’aria viene da un passaggio a circa un metro di altezza sempre nella direzione della frattura (verso il nord di cui parlavo prima, per intenderci!). Per andare oltre c’e’ un punto stretto ma praticabile se adeguatamente smazzettato. Gli passiamo la mazzetta, inizia a lavorare ma dopo poco gli sfugge di mano andando a finire in una fessura tra i massi di crollo che formano il pavimento della piccola sala. Per fortuna riesce a passare ugualmente, la frattura continua e si puo’ scendere ancora. Daniele vorrebbe andare con l’assistenza di uno di noi. Io avevo provato a passare con l’imbrago ma la fessura era ancora troppo stretta e ora non ho voglia di togliermi l’imbrago dopo tanto smazzettamento, Paolo, come vuole la tradizione,  affronta solo strettoie “forconabili” e quindi decidiamo che e’ ora di aggiornare l’esplorazione e tornare a casetta. Quando usciamo e’ notte, presi dalla foga non ci siamo accorti che siamo stati a scavare per quasi 8 ore! Avvertiamo parenti, amici, spelei, fidanzate e mogli e poi Paolo ed io andiamo a rifocillarci con una pizza chiudendo degnamente l’uscita.

Sabato 8 Dicembre 2012: Ci siamo di nuovo! Questa volta siamo Paolo, Cristian ed io. Visto che Cristian ha fatto la relazione della uscita gli lascio la parola:

Esplorazione nella Grotta San Sebastiano 08/12/2012

Partecipanti (in ordine alf.):

  • Cristian Bulli – GS CAI ROMA
  • Paolo Forconi – GSS
  • Fabrizio Toso – GSS

E’ sabato mattina e ho appuntamento con Forc e Bibbo alle 10 a Sant’Oreste per andare a fare un salto al fondo della Grotta Gasperone. Giungo in anticipo in prossimità del paese e decido di farmi una passeggiata al Soratte Outlet. Dopo aver superato le 10 rotonde che mi portano ai parcheggi decreto inesorabilmente che l’Outlet se non chiuso sta per aprire (cercavo un po’ di vita che non ho trovato :-S) e quindi senza neanche fermarmi salgo al paese. Dopo aver parcheggiato, vado al bar e mi prendo un thè. Uscito dal bar incontro Bibbo che mi dice che la nostra metà è cambiata: andremo nella Grotta di San Sebastiano a continuare l’esplorazione recentemente avviata dal GSS. “Bene andiamo” mi viene in mente. Accompagno Bibbo al bar e quindi preso un cappuccio usciamo e ci dirigiamo verso il punto d’incontro: il parcheggio antistante la mitica pizzeria al taglio di Sant’Oreste. Ed ecco arriva Forc e a quel punto che fai non ripassi di nuovo al Bar? C’avrò passato più di un’ora lì dentro . Fatta un’altra colazione e comprati i viveri necessari alla fatica che affronteremo (durissima la vita dello speleo :-D) ci rechiamo al Santuario in cima al monte il cui profilo ancora non capisco perché ma lo associano a quello del volto di una donna: l’ho guardato da più angolazioni ma nun me pare proprio…

Ci cambiamo nella nicchia di ingresso al Santuario e dopo un breve avvicinamento ci troviamo di fronte all’ingresso della grotta che si trova proprio in prossimità dell’eremo di San Sebastiano.

Una forte corrente d’aria calda che fuoriesce dall’ingresso ci rinfranca dalla frescura invernale del momento (la temperatura esterna credo proprio che era prossima allo 0). Forc entra per primo e arma il pozzo d’ingresso. Fin da subito la grotta stringe e il flusso d’aria aumenta in modo considerevole (tanto da rumoreggiare) insieme alla polvere sollevata dal passaggio: che ve lo dico a fare ne ho mangiata di polvere da bocca naso e occhi, insomma è un passaggio da fare ad occhi chiusi e in apnea . Noto che invece Bibbo è attrezzatissimo: si è portato un paio di occhialetti chiusi per salvaguardare la vista…che volpe!!!!

Ecco che al di là del passaggio stretto si scende un pozzo di un 10-12 m e qui di nuovo un cunicolo da fare al buio e in apnea. Quindi un altro salto da una quindicina di metri ed eccoci giunti al punto di disostruzione.

La grotta si sviluppa su una frattura. E’ contraddistinta dall’avere un calcare molto “vecchio” tant’è che concrezioni e lingue di roccia si rompono molto facilmente. Inoltre la temperatura è gradevole (intorno ai 12°) ed è praticamente priva di acqua.

Forc mi racconta che Daniele Agrofoglio ha già passato la strettoia alche già in configurazione da disostruzione (senza imbrago) decido di superarla per vedere cosa c’è! E’ una strettoia verticale che stringe un po’ il torace: nulla di preoccupante però dev’essere resa forconabile ;-). Aldilà della breve verticale stretta scendo fino in fondo dove trovo il laghetto concrezionato già visto da Daniele e quindi risalgo per recuperare una mazzetta caduta in un buco ma non ci riesco. Intanto però non sento più il flusso d’aria quindi mi guardo in alto e vedo un finestra quindi disarrampico (cacchio c’è da rompere una lama, se fossi riuscito a recuperare la mazzetta tutto sarebbe più facile ). Riesco a passare e di nuovo una breve verticale di fronte a me con una finestra più avanti.

Nel mentre della forconizzazione della strettoia veticale, lancio un urlo a Bibbo e gli chiedo di tirarmi imbrago, corda e cordino. Riscendo e recupero i pezzi, indosso i legamenti e risalgo. Cerco di legare la corda alla buona per scendere il pozzettino ma ogni concrezione o lama che trovo alla minima pressione si frantuma. Quand’ecco che trovo un bell’appiglio dove lego il cordino e attacco la corda con un nodo delle guide con frizione. Scendo il pozzetto e sotto sento pochissima aria. Quindi risalgo e in opposizzione raggiungo la finestra che avevo davanti e con il tepore della tiepida aria sorattica avanzo e dopo un metro trovo una nuova verticale con un nuovo passaggetto diciamo forconabile (si avanza sempre nella direzione della frattura!!!). Scendo e mi ritrovo in un meandro non stretto ma piacevolmente concrezionato. A questo punto dopo 5-7 m di nuovo uno scivoletto da forconare. A questo punto mi fermo e attendo che arrivino Forc e Bibbo, mi sembra un abuso procedere ulteriormente senza di loro: voglio che anche loro godano dell’emozione esplorativa. Nell’attesa comincio a colpire dolcemente le concrezioni con un moschettone: i suoni che ne escono sono stupefacenti. Gli altri passano e smontano la corda che ho malamente attrezzato e giunti nel meandrino gli faccio notare il passaggio (sempre attirati dal flusso d’aria che è considerevole ;-)). A questo punto cedo il passo a Forc e Bibbo ma visto il passaggio stretto mi ripassano la palla. Quindi scendo di nuovo per primo e passo senza problemi quest’altra “strettoia” e qui la strada si divide sempre in linea con la frattura su cui si sviluppa la grotta: da una parte si sviluppa un meandro che dopo un 10-15 metri termina su uno scivolo stretto che necessita d’armo e dall’altra si scende in disarrampicata un altro pozzo da 4-5 m e quindi ci troviamo alla sommità di una verticale in frattura da una trentina di metri stimati. Incontriamo il latte di monte e le pareti sono lisce e scivolose: non è fattibile scendere in disarrampicata. La corda da 10 m è stata utilizzata per facilitare l’uscita dell’ultimo saltino strettoia e quindi non abbiamo più i mezzi necessari per procedere (ne attacchi ne corde e ne tanto meno il trapano che è rimasto alla prima strettoia che è stata rettificata…pardon forconizzata :-D).

La nostra esplorazione termina qui ma la grotta CONTINUA quindi sicuramente ci saranno altre occasioni per portare la luce dove non è mai stata!

Qui termina la scoppiettante relazione di Cristian. Solo una nota: quasi al termine della forconizzazione della strettoia riesco a passarla e a recuperare la mazzetta dall’anfratto infame dove si era cacciata e la utilizzo subito per ripulire il pertugio dove si era infilato Cristian. Oramai la grotta sembra decisa a regalarci emozioni sempre nuove…e noi le diamo corda (in tutti i sensi!) progettando e portando avanti le esplorazioni.

Venerdi’ 14 Dicembre 2012: Paolo, Clarice, Pintus. Armo e discesa 30. Sono a lavoro e fremo un poco. I miei amici sono andati a continuare l’esplorazione. Ufficialmente vanno a sistemare gli armi fatti sinora in previsione di nuove prosecuzioni ma c’e’ un pozzo da scendere e non si puo’ lasciarlo li’ da solo nel buio!!! La squadra di oggi e’ piccola ma ben assortita. C’e’ Giorgio, che tutti oramai chiamano “Nonno, signore anziano, Pintus” (e’ diventato nonno da pochi giorni, signore anziano lo e’ da parecchio, Pintus, lo e’ da sempre!), torna a visitare la grotta di cui aveva fatto il rilievo eoni fa. C’e’ Clarice, minuta di corporatura ma praticamente un gigante nel trovare prosecuzioni in pertugi angusti! C’e’ poi Forcons, essere mitologico che fiuta le grotte nuove e/o le prosecuzioni in quelle conosciute con la stessa precisione con cui io riesco ad individuare il profumo di un buon piatto di fettuccine!!! Oltre alla composizione della squadra appena descritta ho poche altre informazioni, ma promettenti. Gli armi sono stati sistemati, il pozzo da 30m e’ stato sceso, per ora non ci sono prosecuzioni evidenti ma solo perche’…ce ne potrebbero essere troppe! Nella telefonata serale di aggiornamento con Paolo (sono curioso come una gazza!) mi dice che non e’ stata ancora vista la prosecuzione della frattura a Nord prima del pozzo da 30 mt. L’indomani saro’ anche io del gruppo e gia’ non vedo l’ora!

Sabato 15 Dicembre 2012: Paolo, Netta, Daniele, Cristian, Barbara, Franco, Alessandra ed io. Esplorazione fondo 30 e armo traverso al primo deviatore. Oggi siamo una nutrita squadra! Il tempo e’ uggioso, il cielo grigio e cupo, piove a tratti ma in compenso la temperatura e’ mite, intorno ai 12 o 13 gradi. Quando arrivo alla solita piazzetta di S. Oreste (quella con l’edicola della associazione “Avventure Soratte”) parcheggio accanto ad una macchina. Ma guarda che cosa curiosa, ha, attaccato sul vetro, uno stemma del soccorso! Qualcuno da dentro la macchina mi fa ciao con la mano…Ma e’ Netta! Ci salutiamo e ci confrontiamo sulle rispettive destinazioni per la giornata. Sembrano coincidere! Mentre si parla di andare a saccheggiare la locale pizzeria ci accorgiamo che la macchina di Netta ha una ruota a terra. E’ particolarmente fortunata perche’ aveva bucato gia’ ieri sera e quella che ora e’ tristemente sgonfia e’ la ruota di scorta! Per fortuna e’ sabato, ci informiamo su dove e’ il gommista, carichiamo la gomma nella mia macchina e la portiamo a riparare. Quando torniamo e’ arrivato Paolo con la sua “macchinina” (se puo’ farvi piacere saperlo, ha smontato la maggiolina, e’ ufficialmente iniziato l’inverno!). Andiamo assieme a prendere un pezzo (nel mio caso somiglia piu’ ad un lenzuolo!) di pizza e poi tutti a montare la gomma “nuova” alla macchina di Netta. Come cavalleria vuole, Netta lavora mentre noi le diamo dotti nonche’ preziosi suggerimenti su come si cambiano le gomme infarcendo il tutto con aneddoti di situazioni simili capitate ad altri amici!!! Arrivano anche gli altri. Caspita quanti siamo! C’e’ una nutrita rappresentanza del GSCai formata da Barbara, Cristian e Franco. Arriva Daniele e subito dopo una ragazza che Paolo ci presenta come Alessandra, una sua amica di vecchia data (per la cronaca e’ stata lei, esplorando la grotta di San Sebastiano ben 8 anni fa a soprannominarla la “locomotiva”). Il gruppo e’ al completo, sbrighiamo le ultime incombenze (colazione, cibarie, chiacchiere, preparazione zaini, etc.) e siamo pronti per partire. Andremo su con 2 macchine, quella di Paolo e quella di Franco (che e’ la piu’ capiente ma anche la piu’ sfiatata!). Come aveva preannunciato Franco la sua macchina non ce la fa ad affrontare gli ultimi 2 tornanti in salita e quindi si ferma prima, i nostri amici del GSCai si preparano vicino alla macchina incuranti del tempo inclemente. Noi, che siamo in macchina con Paolo arriviamo fino allo spiazzo dove ci cambiamo al coperto nell’androne dell’eremo. Vi risparmio i preparativi, arriviamo davanti alla grotta accompagnati da un po’ di pioggia, ma la temperatura e’ sempre mite. La grotta infatti sbuffa quasi per nulla, molto, molto meno del solito, bene per i nostri occhi, un po’ meno bene per trovare punti di prosecuzione seguendo l’aria. Si va! Non ce la faccio a trattenermi oltre, entro per secondo subito dopo Daniele che, se possibile, e’ ancora piu’ curioso di me! Arriviamo alla vecchia strettoia, come al solito mi rammarico di non averla fotografata prima e dopo la cura. Oramai si passa agevolmente. Subito dopo trovo i risultati del lavoro di aggiustaggio degli armi fatto ieri. Encomiabile lavoro!  Con Daniele troviamo tutto il necessaire per l’armo tra quello lasciato in grotta e quello che abbiamo negli zaini. Buttiamo una occhiata al pozzo da 30 (verso Sud) ma poi dedichiamo la nostra attenzione alla prosecuzione della frattura verso Nord. In breve esploriamo quella parte della frattura in lungo ed in largo, andiamo avanti qualche metro, mettiamo la corda per scendere in sicurezza un paio di dislivelli ma non troviamo prosecuzioni promettenti. L’aria oggi non ci aiuta, in caso si dovra’ ritornare a vedere in una giornata piu’ fredda. Nel frattempo il resto del gruppo ci ha raggiunti, li aggiorniamo e poi andiamo a buttarci sotto al 30. Che caldo! Con tutta questa ginnastica ho sudato l’anima mia!  Approfitto dell’attesa per la discesa del pozzo per rifocillarmi (oggi ho portato le carote!). Quando scendo monto il secondo deviatore (Paolo aveva fatto il buco col trapano ma non aveva con se’ l’attacco), ora in effetti la corda non tocca piu’. Continuo la discesa, la frattura e’ maestosa, larga almeno un paio di metri si perde nel buio sia verso Nord che verso Sud. Veramente bella! Si arriva alla base della frattura dove si cammina su sassi di crollo variamente concrezionati oppure sulla sommita’ di una lama di roccia che scende a cuneo dividendo la frattura longitudinalmente in 2 parti che vanno a stringersi inesorabilmente. Da un lato il cuneo scende quasi verticalmente (a destra, guardando la frattura verso Nord), dall’altro digrada piu’ lentamente ma lo spazio e’ occupato da centinaia di stalattiti e stalagmiti. Le pareti della frattura sono tutte a broccoletti, bellissimi da vedere ma letali per le tute speleo!). Paolo dirige le operazioni mentre osserva il fumo della sigaretta per individuare correnti d’aria. Lui ha esplorato il posto gia’ ieri, ma non si sa mai…Mi lancio verso Nord, i broccoletti fanno il loro sporco lavoro e sento la tuta gemere dagli strappi sempre piu’ ampi. Arrivo in un punto in cui si dovrebbe scendere in contrapposizione su broccoletti per circa 4 metri sul fondo, bene che vada c’e’ un buco da disostruire. Decido di risparmiare  il karakiri alla mia tuta e ritorno indietro (ripromettendomi di tornarci in una giornata piu’ ariosa!). Daniele mi raggiunge, sono vicino al gruppo e sto togliendo alcuni sassoni in bilico. Mi aiuta nell’opera e decidiamo di tentare la discesa sul lato sinistro del cuneo perche’ abbiamo entrambi l’impressione che dopo alcuni metri allarghi. Armiamo una corda e poi mi calo facendo, purtroppo, strage di concrezioni. Arrivo al cambio di pendenza, passo una sezione leggermente stretta ed in effetti dopo e’ piu’ largo…solo che subito dopo va a stringere inesorabilmente! Senza lesinare in imprecazioni ed accompagnato dai gemiti della mia tuta (la vendetta dei mozziconi di stalattiti e’ tremenda ed inesorabile!) risalgo e tolgo la corda. Con Daniele ci riuniamo al gruppo. Barbara e Cristian stanno esplorando la frattura da lato Sud ma non sembrano esserci prosecuzioni. Decidiamo di risalire, nel farlo alcuni di noi guarderanno possibili prosecuzioni a Sud che si notano a vari livelli nella frattura. Personalmente sono sudato come se avessi fatto il bagno vestito ed il mio cambio e’ sopra il 30 quindi lascio ad altri il piacere della scoperta e risalgo, lentamente, il pozzo. Vengo raggiunto da Netta e Daniele, facciamo una sosta facendo 4 chiacchiere mentre sgranocchiamo carote. Nel frattempo sentiamo gli altri, chi risale, chi esplora. L’intenzione di massima sembra quella di uscire. Quando sentiamo che stanno arrivando gli altri, noi 3, oramai rifocillati, iniziamo a risalire per non creare ammucchio. Ci fermiamo ad aspettarli subito dopo la fessura disostruita. L’attesa si prolunga, sentiamo Cristian che annuncia una prosecuzione all’altezza del deviatore, sentiamo il trapano lavorare. Hanno deciso di fare un traverso, il rumore del trapano e delle martellate lo sentiamo arrivare da sotto di noi come se ci fosse vicinissimo! Passa parecchio tempo, ci siamo messi comodi ma il freddo inizia a farsi sentire. Lanciamo qualche urlo, dalle risposte sembra che alcuni ci stiano raggiungendo (forse Alessandra?). Ad ogni modo decidiamo di continuare verso l’uscita, li aspetteremo fuori, con i vestiti asciutti! Fuori dalla grotta e’ buio e c’e’ un tempo da lupi (ma la temperatura e’ sempre “mite”) con il vento che rumoreggia tra gli alberi ed un velo di nebbia per non farci mancar nulla! Attendiamo gli esploratori per piu’ di un ora e mezza, nel frattempo il tepore del cambio asciutto dei vestiti si trasforma in brividi sempre piu’ accentuati. Smette di piovere, dei nostri nemmeno l’ombra, tanto per scaldarci decidiamo di scendere a piedi in paese e ritornare su con la macchina. Cosi’ facciamo ed in meno di un’ora siamo di nuovo su. Ora il gruppo degli esploratori e’ arrivato e si stanno cambiando. Un rapido aggiornamento e poi tutti in macchina. Arrivati in paese saluti e baci per tutti con appuntamento per la prossima volta. Alla fine ci contiamo, siamo rimasti in 4 e siamo affamati, andremo a cena da Alessandro al Campanile. Il resto e’ inutile raccontarlo, lo sapete anche voi come finisce!!!

Domenica 16 Dicembre 2012: Paolo, Cristian, Barbara, Alessandro. Prosecuzione esplorazione. fermi su pozzo per mancanza attrezzature. Questa volta sono rimasto a casa aspettando notizie. Paolo e’ tornato da San Sebastiano per la terza volta i 3 giorni! A lui si sono uniti Barbara, Cristian ed Alessandro (quest ultimo sempre del GSCai con almeno 2 qualita,, giovanissimo e appassionato!). Non ricordo molto del resoconto serale fattomi da Paolo, per fortuna ho una sua mail mandata al gruppo che riporto:

Sabato abbiamo esplorato il ramo nord ma non va e poi abbiamo fatto un traverso sul fratturone verso sud e siamo entrati in un meandro molto bello, concrezionatissimo e ci siamo fermati su una strettoia. Oggi, passata la strettoia, sempre meandro e traverso sopra un pozzo di 20 mt e continua di sopra e in avanti. Sceso il pozzo di 20 metri, abbiamo visto altri 2 pozzi che vanno giu. Sicuramente piu’ di cento metri di meandro percorsi.

Per ora l’esplorazione si interrompe qui ma, grazie San Sebastiano per il bel regalo di Natale (e grazie a San Forconi che ci ha donato il “frutto” maturo!!!), l’avventura continua…

 

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
Questa voce è stata pubblicata in speleo, uscite e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.