Bucio Nero’ – 26/02/2023

Una gelida umida e fangosa uscita a Bucio Nero’ con Luca.

Gia’ dalla mattina la giornata non promette bene, fa freddo e pioviggina. Non sono riuscito a convincere Gabriele a venire e in sua vece si e’ sacrificato Luca. In compenso Gabriele ci accompagna fino a Fondi di Jenne per poi attenderci andando a fare una passeggiata alla piu’ volte rimandata ricerca della III° grotta di Frassigno.

Dopo le rituali soste per colazione e materiali eccoci al solito parcheggio vicino alla grotta. La temperatura e’ fresca assai , intorno a noi nebbia fitta e goccioloni di pioggia a intermittenza.

Insomma un tempo di quelli che indurrebbe a restare a casa sotto le coperte…molti, ma non noi!

Incuranti di tutto ci prepariamo.

Visto che Luca e’ piu’ veloce di me lo mando avanti per armare col supporto di Gabriele. In pochi minuti mi avvio per raggiungerli. Il terreno e molle e zuppo d’acqua, prevedo una bagnata memorabile.

Il Luca ignaro di quel che lo attende intanto prepara per scendere.

Visto che sono arrivato e che fa freddo assai appena arrivo cerco di dare una mano a preparare e poi scendo per primo. Non poteva mancare una foto di commiato.

Dopo il pozzetto iniziale passo lo scivolo fangoso elencando una buona quantita’ di Santi del calendario quando avverto la melma umida arrivarmi gelidamente sulla pelle. Urlo la libera a Luca e mi guardo attorno mentre tolgo l’attrezzatura da dosso. La volta scorsa abbiamo di nuovo lasciato la cofana non rovesciata e lei ha pensato bene di riempirsi d’acqua fino all’orlo. La sistemo meglio che posso per evitare che si rovesci poi continuo nel mio esame. Appena mi affaccio al cunicolo che dovremmo percorrere dopo trovo una simpatica sorpresa, alcuni sassi di varia grandezza sono caduti da chissa’ dove e sono andati a occludere nuovamente, questa e’ la terza volta se non erro, il cunicolo che porta in zona lavori. Alcune fiorite imprecazioni sorgono spontanee mentre valuto il lavoro necessario per sgombrare. Aspettando Luca inizio a togliere i sassi piu’ vicini.

Saluto Luca con la bella notizia, gli mostro la situazione e gli spiego cosa dobbiamo fare…dopodiche’ lo spedisco dentro al cunicolo a raccattare sassi. In pochi secondi la sua bella tuta nuova ed immacolata diventa da rosso fiammante a marrone bagnato. Anche se lui e’ piu’ smilzo di me i sassi creano parecchio ingombro e ostacolano il suo lavoro. Come se non bastasse i due piu’ grossi sono quelli che sono rotolati piu’ in fondo al cunicolo. Ma il nostro eroe non si scoraggia e inizia a tirare fuori sassi come una ruspa. Io lo aiuto come posso riuscendo a mettergli un piede infangato proprio sulla faccia, l’unico punto che era riuscito a mantenere pulito.

Dopo almeno un’ora di intenso lavoro di Luca e nonostante il mio aiuto ad ostacolarlo, riusciamo a ripulire il cunicolo quel tanto che basta per passare. Ora che il lavoro faticoso e ingrato e’ terminato costringo Luca a uscire perche’ io possa andare avanti. Porto con me un capo della corda di servizio che usiamo per passarci lo zaino nel cunicolo.

Quando finalmente siamo tutti e due nella minuscola sala dove facciamo campo base sistemiamo le nostre robe e iniziamo col lavoro per cui siamo venuti.

Dopo un sommario spiegone su cosa e come andremo a fare prendo quel che serve e vado avanti per il cunicolo dove siamo fermi per lavori in corso. Andiamo avanti in questa configurazione per almeno un paio d’ore. Quando, in uno dei momenti in cui torno vicino a Luca, lo trovo tremante e di un malsano colorito violaceo, capisco che forse inizia ad avere un po’ troppo freddo quindi gli offro generosamente di scambiarci di posto in maniera che si possa riscaldare scavando. Il cambio di posto non e’ la cosa piu’ agevole del mondo in questi minuscoli ambienti ma con un po’ d’impegno riusciamo. Lo seguo per dare una mano.

Con la gagliardia di Luca e la mia consolidata bravura nell’accantonare sassi dove danno meno fastidio riusciamo a pulire la zona lavori. Ecco infatti Luca quasi in piedi sul nuovo fondo della grotta, avanzato di almeno 2 metri.

Ora che sono fermo inizio ad avvertire gelide sensazioni. Nel termine di un’ora mi accorgo di sentire veramente freddo, ho le mani congelate e tremo con vigore. Quando Luca, ancora sul fondo, afferma: “io quasi quasi provo a passare”, l’adrenalina per qualche millisecondo annulla il freddo. Quando parla di nuovo per dire: “quello spuntone mi impedisce di passare”, il freddo torna trionfante a prendere possesso del mio povero corpicino!

Dopo il tentativo infruttuoso di passaggio decidiamo che riproveremo la prossima volta, siamo entrambi sfiniti e ghiacciati, e’ tempo di uscire.

Rifacciamo i materiali mettendo tutto nello zaino poi mi avvio nel cunicolo verso la saletta intermedia. Qualche secondo per recuperare lo zaino poi inizio a rimettere addosso l’attrezzatura mentre aspetto Luca. Quando siamo assieme sono quasi pronto a partire. Stavolta non mi scordo di svuotare la cofana ricolma d’acqua e di lasciarla poi capovolta. Tutto a posto? Pare di si. Mi preparo mentalmente all’abbraccio gelido dello scivolo fangoso e parto per salire il pozzo. All’ultimo frazionamento mi metto comodo e urlo la libera a Luca. Di uscire al gelo non ci penso nemmeno, qua ancora la temperatura e’ accettabile.

Quando arriva anche Luca prendo coraggio e mi affaccio per uscire. Ho fatto benissimo ad aspettare, fuori fa un freddo che levati! Esce anche Luca. Svelti recuperiamo la corda, togliamo gli attacchi e ci avviamo alla macchina. La intravedo appena nella nebbia ma prego che Gabriele sia dentro o nei pressi, altrimenti si trovera’ due surgelati come amici da portare a casa.

Con immenso sollievo quando sono a una decina di metri dalla macchina vedo aprirsi lo sportello del guidatore. Salvi!

Col poco movimento concesso dalle dita congelate inizio a cambiarmi. Mentre sono praticamente nudo e al gelo passano non uno ma due pullman a cui offro un inconsueto spettacolo. Vabbe’ tanto male non fa, proseguo nella vestizione e poi mi infango di nuovo per imbustare tutto il materiale ridotto a una massa informe. Trovo anche il tempo di fare una foto all’eroe della giornata che ha ancora il coraggio e la forza di sorridere.

La giornata di Gabriele non e’ stata molto migliore della nostra a quanto ci racconta. Iniziata la passeggiata verso la grotta che cercava, a una mezz’ora di cammino dalla macchina ha iniziato a piovere seriamente. E’ tornato alla macchina piu’ velocemente possibile ma anche cosi’ ci e’ arrivato fradicio. Anche lui si e’ preso la sua porzione abbondante di freddo. Scendiamo a Subiaco e concludiamo l’uscita andando al bar per prendere qualcosa di caldo prima di rimetterci in macchina per tornare a casa. Nonostante la bevanda calda il freddo non mi molla e tremicchio per tutto il tragitto. Per fortuna il tempo ammorbidisce il ricordo degli aspetti negativi di queste uscite, quindi tra qualche tempo saremo di nuovo qua immemori del gelo patito. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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