Sonnino – Piana di Santo Stefano – 30/03/2014

Gita dalle parti di Sonnino. Trovate nuove grotte: Chiavica del Re Cinto, Chiavica del vitello e Chiavicozza di Guido. Con Maria, Gianni, Maria, Max, Valentina, Fabio, Paola, Stefano, Laura, Maurizio, Marco ed io. Cena ottima!

Ho appuntamento con Maurizio sotto casa. Oggi sara’ lui a scarrozzarci. Dopo, insieme, passeremo da Maria e Gianni. Arriviamo sotto casa loro in perfetto orario. Gli facciamo uno squillo e poi ci disponiamo all’attesa godendoci la quiete delle prime ore della giornata festiva. Scendono carichi di zaini come al solito ma il capiente bagagliaio della macchina di Maurizio accoglie tutto senza scomporsi minimamente. Dovremmo essere solo noi quindi salta l’appuntamento al bar fico dell’ikea sulla anagnina. Sulla scorta di questa riflessione ci fermiamo quasi subito ad un bar per la colazione. Mentre degustiamo il primo pasto della giornata arriva un aggiornamento. C’e’ Marco che aspetta al bar fico, bisogna passarci. Per fortuna ancora non c’e’ molto traffico e impieghiamo poco. Quando arriviamo al bar fico scendo solo per salutare Marco ed altri amici del Cai che stanno andando dalle parti di Carpineto. Evito di entrare nel bar per non cadere in tentazione, gia’ so che cederei senza lottare! Marco carica il suo bagaglio e partiamo alla volta di Sonnino. L’ultimo appuntamento e’ con tutto il resto del gruppo direttamente alla piana di Santo Stefano, al parcheggio della fonte. Sul posto troviamo gli astici, pochi minuti e arrivano anche gli altri con la macchina di Max. DSCF5472DSCF5474Qualche minuto dedicato ai saluti e poi ci spostiamo in zona grotte. Parcheggiamo in uno spiazzo, Gianni ci preannuncia un durissimo avvicinamento di almeno 50 metri!DSCF5477DSCF5479DSCF5480 Affrontiamo la notizia con la solita noncuranza per queste fatiche estreme! La prima grotta ha un ingresso grandissimo, una spaccatura nel terreno approssimativamente di 20 metri per 5. E’ recintata tutto attorno per evitare che qualche animale al pascolo ci cada dentro. Alcuni di noi si fermano per dedicarsi alla esplorazione della “chiavicona” (chiavica, come ci spiega Gianni, e’ il nome locale per le grotte), in particolare Maurizio che la volta scorsa aveva espresso il desiderio di scenderla per primo e Max che si offre per dargli una mano.DSCF5481DSCF5483DSCF5485DSCF5487DSCF5488

Altri, tra cui Maria ed io, ci disperdiamo per il bosco in cerca di altri buchi esplorabili.
DSCF5497Gira che ti rigira ne troviamo un paio. DSCF5501Visto che sono l’unico che ha indossato la tuta devo rassegnarmi a sporcarla e vado dentro a darci una occhiata. Chiudono entrambi dopo pochi metri. Continuiamo a vagare ma sono un po’ stufo, voglio andare alla seconda grotta da esplorare. Inizio a martoriare Gianni chiedendogli di portarmici. Insisto, insisto e poi ancora insisto. Quando trovo in Stefano un alleato Gianni finalmente cede. Per andarci intanto si deve tornare verso le macchine.DSCF5507DSCF5508DSCF5511Strada facendo incontriamo un gruppo di persone impegnate in una guerra simulata “soft air”. Hanno dei mitra che sembrano minacciosamente veri e sparano raffiche di migliaia di palline bianche che inizialmente avevo scambiato per polistirolo. Quando ci accorgiamo di star passando in mezzo alla loro guerra facciamo rumore per farci sentire, finche’ uno di loro ferma gli altri avvertendoli che stanno passando dei “civili”. Passiamo velocemente ridendo sotto i baffi pensando che chiamarci “civili” quando siamo tutti infangati e bardati da grotta forse non e’ un appellativo che ci si attagli granche’. Dopo le macchine prendiamo un sentiero che costeggia la strada. Passiamo vicino ad una piantagione di alberi di fico (non ne avevo mai vista una prima) e sbuchiamo in una radura. Quasi subito ci immergiamo nuovamente tra gli alberi e a pochi metri troviamo finalmente la nuova chiavica da esplorare. E’ un buco nel terreno a forma di ovale allungato, largo 1 metro e lungo circa 4. Alla prova visiva e quindi a quella del sasso non risponde molto bene. Stimiamo sia profondo meno di 20 metri. Con Stefano ci prepariamo a scenderlo optando per un armo naturale sfruttando i numerosi alberi che attorniamo il buco. Mentre Stefano indossa l’attrezzatura io sistemo la corda. Stefano portera’ con se anche la sacca da rilievo cosi’ risalendo potra’ prendere i dati per poi disegnare e quindi documentare la nuova grotta. Mentre lui scende mi preparo anche io e quindi scendo a mia volta. Trovo Stefano sul fondo del pozzo. Gia’ la sua espressione mi dice che qui dentro non troveremo altro che immondizia ammucchiata. Iniziamo il rilievo del fondo poi risaliamo. DSCF5517DSCF5518DSCF5520DSCF5525DSCF5531DSCF5532DSCF5535DSCF5538DSCF5540DSCF5541DSCF5546DSCF5547Mentre eravamo in esplorazione sono praticamente arrivati tutti. Il nostro gruppone si e’ allegramente riformato. Ritorna anche Gianni da un lungo giro alla ricerca del terzo buco non ancora individuato. La sua perlustrazione non ha portato a nuove scoperte, lo aggiorniamo sul pozzo appena sceso e poi ci dedichiamo al meritato pranzo. Durante la lieta libagione decidiamo il nome delle grotte esplorate finora. Quella scesa da Maurizio, Max e gli altri sara’ la “Chiavica del Re Cinto”, quella scesa da Stefano e me avra’ nome “Chiavica del vitello”. Dopo il pasto facciamo un rapido punto della situazione. Sembra non ci sia molto da fare nei dintorni. Gianni propone di tornare alla fonte nella speranza di incontrare nuovamente il simpatico signore, si chiama Guido, che ci aveva indicato le grotte le volte scorse. Torniamo rapidamente alle macchine e torniamo indietro.DSCF5552 Siamo fortunati, eccolo li’! Gianni, che oramai e’ in confidenza, gli chiede della terza grotta, Guido e’ con un suo amico, si dicono disposti ad accompagnarci. Di nuovo tutti in macchina, ritorniamo al parcheggio appena lasciato. Riprendiamo il sentiero per la Chiavica del vitello e la sorpassiamo proseguendo per il sentiero. Iniziamo a scendere. Dopo qualche minuto di cammino, Guido ci indica un punto a lato del sentiero. A prima vista sembra ci sia nulla se non un grosso sasso, ma guardando meglio si intravede del nero. Guido ci racconta che il masso e’ stato messo a tappo del buco per impedire che qualcuno ci cascasse dentro. DSCF5555DSCF5556DSCF5557DSCF5558Quando capiamo che dietro al masso posticcio c’e’ veramente una grotta iniziano a fervere le attivita’. Dapprima cerchiamo di togliere il masso tirandolo a mano. E’ troppo pesante. Un rapido summit e decidiamo di ancorarlo ad una corda e tirarlo via cosi’. Attrezziamo il tutto e prendiamo a tirare come forsennati. Ancora non basta, oltre ad essere pesante e’ anche un po’ bastardo e si “incaglia” sulle altre pietre che contornano il buco. Riproviamo con 2 modifiche, Max si allongia al masso e lo solleva per quanto puo’, io lo aggancio con un cordino dall’interno e un nutrito gruppo tira la corda. Stavolta ce la facciamo, il masso rotola via tentando di schiacciare Max. Il buco rivela una sala ampia con un salto proprio di fronte a noi che sembra dare su un altro ambiente. Oltre non e’ possibile vedere ma c’e’ del nero che fa ben pensare. Si scatena un momento di euforia collettiva, sembriamo tanti bimbi al momento della apertura dei regali di Natale! Gianni propone di dedicare il nome della grotta al nostro accompagnatore, la proposta passa per acclamazione, la nuova grotta si chiamera’ “Chiavicozza di Guido”. Passato il momento dell’allegria ci attiviamo. Facciamo delle foto ricordo con Guido ed il suo amico, ci prepariamo per scendere ed armiamo il primo pozzo. Ho proprio voglia di scendere, sono gia’ pronto e mi faccio avanti. Ok, vado! Appena appeso alla corda ci scambiamo foto, io ne faccio a loro fuori, loro ricambiano. DSCF5559DSCF5560Dopo l’ingresso la parete spancia, praticamente i miei amici stanno camminando sulla volta della sala. Li rendo partecipi della scoperta e continuo la discesa. Arrivo su un mucchio di sassi che digrada verso il salto visto da sopra. Continuo a scendere cercando di far cadere i sassi piu’ instabili e mi fermo sul bordo del salto. Cerco un armo naturale per continuare la discesa rapidamente, non lo trovo. Serve piantare un altro fix. Mi sistemo in sicurezza e libero la corda per far scendere Max.DSCF5563
Quando e’ accanto a me gli indico dove ho gia’ saggiato la roccia per piantare il fix. Si occupa lui di proseguire l’armo poiche’ e’ su corda ed e’ piu’ comodo. Scende ancora qualche metro ma la corda non basta. Si ferma in un punto tranquillo mentre fisso la seconda corda e continuo la discesa del salto. Metto un deviatore su un attacco naturale, regge ma non e’ un granche’. Scendo fino al fondo del salto e Max mi raggiunge. Mentre scende intravede un appiglio migliore per il deviatore e sistema l’armo. Mentre lo aspetto mi guardo intorno, corro quasi, verso il “nero” che tanta speranza ci aveva dato da fuori…E’ solo una nicchia senza prosecuzione alcuna. La nostra bella grotta finisce li’! Aggiorno Max che nel frattempo e’ arrivato. Ci mettiamo al riparo perche’ deve scendere Fabio con l’attrezzatura da rilievo e non vorremmo ricevere pietre sulla zucca. Scopriamo che il nostro rifugio ha gia’ un ospite. Un simpatico rospo ci guarda allarmato. DSCF5570Lo salutiamo con simpatia ma lui per tutta risposta chiude gli occhi e si immobilizza ancora di piu’. Scherziamo sul fatto che somiglia al nostro amico NonnoSignoreAnzianoPintus anche detto “rospaccio”. Le nostre dotte riflessioni vengono interrotte dalla discesa del buon Fabio.DSCF5571DSCF5573DSCF5575 Lo aggiorniamo e poi, pive nel sacco e bussola in mano iniziamo quel che serve per uscire. Vanno avanti Max e Fabio a fare il rilievo, io attendero’ insieme al rospo.DSCF5577DSCF5578DSCF5580DSCF5582DSCF5583DSCF5585
Quando loro sono in sicurezza sopra al primo salto, risalgo pure io liberando la corda dagli armi fatti. Quando li raggiungo, DSCF5595visto che sono gia’ sulla corda, proseguo a salire fino all’uscita. Aggiorno il resto del gruppo sulla nostra esplorazione purtroppo finita anzitempo e poi inizio a risistemare la mia roba. Escono anche Fabio e Max. Ci dedichiamo con impegno a sigillare nuovamente il buco. DSCF5597DSCF5598DSCF5599Facciamo un lavoro discreto, alla fine, della grotta si intravede piu’ nulla. Prendiamo la strada del ritorno, DSCF5608oramai la sera inizia a scendere e noi abbiamo un importantissimo appuntamento, quello col ristorante! Alle macchine ci cambiamo, ripongo tutto il mio ciarpame infangato meglio che posso.DSCF5609DSCF5610DSCF5612 Inzeppiamo la macchina di Maurizio, riformiamo l’equipaggio e poi via. Arriviamo al ristorante in orario perfetto e ci dedichiamo con impegno a soddisfare il nostro appetito con energia ed allegria.DSCF5617 Ancora una bella giornata, anche a dispetto dell’ora legale che ci ha rubato un’ora di sonno!

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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