GROTTA DEL PISCIARELLO [Silvana] – 22/01/23

Sono molto onorato di ospitare la relazione di una uscita a cui non ho partecipato che mi e’ stata regalata spontaneamente dalla simpaticissima Silvana. La cosa mi colpisce particolarmente perche’ in tanti anni di relazioni questa e’ la prima volta che qualcuno mi dona una relazione senza bisogno che io gliela estorca con blandizie o minacce! Grazie Silvana, spero tu sia la prima di molti. Un grazie anche a Laura che ha scattato le belle foto che vedrete.

Ma ora bando alle ciance, vi lascio alla relazione di Silvana:

GROTTA DEL PISCIARELLO, Supino (FR) – 22/01/23

Partecipanti: Erika, Giulio, Giulio, Laura, Michele, Alessio, Laura, Enrico, Silvana.

Preambolo: Prima di addentrarci nella descrizione della giornata e della grotta, va detto che fummo avvisati fin dal principio che questa grotta apparteneva alla Catesini Collection, ma decidemmo di ignorare bellamente questa informazione, suscitando così l’ira funesta di qualche Dio dimenticato delle campagne ciociare.

FASE I – Appuntamento al Bar Vincente alle 8.00 e si parte, secondo appuntamento alle ore 9.00 alla fonte Pisciarello. Nota: la fonte Pisciarello sarà l’unica cosa a rivelarsi praticamente asciutta, in tutta la giornata.

FASE II – Ci incontriamo e cerchiamo anzitutto di recuperare del cibo a Supino, che troviamo quasi subito. Di qui ci rechiamo al punto di parcheggio, ovvero la fonte Pisciarello e parcheggiamo le auto. Fa freddo, c’è neve ai bordi del sentiero, ma noi ci sentiamo fortunati e procediamo per il sentiero fino all’ingresso della grotta. Tale ingresso, va detto, non è di bell’aspetto: un buco fangoso sul fondo di una dolina. Fangoso nei giorni di bel tempo, significa porcilaia dopo 15 giorni di pioggia. Ce la giochiamo su chi deve armare e vince Giulio C., che anche oggi risulta essere il più fortunato visto che dovrà riaprire l’ingresso con l’attrezzatura reperibile in natura: bastoni e rami secchi, che manco un Nehanderthal.

L’ingresso ci ruba tempo sufficiente a farci dubitare dell’opportunità della scelta, ma procediamo spavaldi. Entra Giulio C e di seguito tutti, uno dietro l’altro, infangandoci già da subito, sono le 10.00 am. Dopo l’ingresso una piccola saletta precede due pozzi in sequenza. Lo stato degli armi appare accettabile, ci sono già corde messe, ma decidiamo di riarmare daccapo. Sotto i primi due pozzi, ci accorgiamo che la situazione acqua è abbastanza sostenuta, Giulio arma un pozzo da 15 che passa sotto uno sgocciolamento inevitabile, quindi dopo il fango è l’ora di farci tutti una bella doccia… Fredda! Passo avanti io, perché le corde di Giulio sono terminate ed armo una serie di piccoli salti di cui l’unica cosa da segnalare è lo stato usurato delle maglie rapide lasciate sul posto, a causa dell’acqua e dell’umidità.

Mentre mi appresto ad armare un pozzetto da 9 mt, ci raggiunge Erika, segnalandoci la necessità di alcune persone di fermarsi e tornare indietro, perché troppo infreddolite. Questa è la sala dove si fermano quasi tutti, mentre Michele, Laura Bernardi, Alessio di Sano ed io procediamo fino al meandro. D’ora in poi, avendo finito le corde e con la fretta di uscire, scenderemo su corde già in sede. Gli armi risultano ancora buoni, anche se molte maglie rapide sono molto arrugginite e per sicurezza io e Laura decidiamo di mettere un moschettone di back up, giusto per non rischiarcela. Arrivati al meandro, ci rendiamo conto che è il momento di tornare indietro e iniziamo la risalita fino a raggiungere gli altri, che intanto hanno iniziato la risalita. La squadra di disarmo, composta di Michele e Alessio, resta dietro a lavorare e tutti si avviano rapidamente all’uscita.

Nota: sul pozzo di risalita da 15 metri, c’è un deviatore. Sulla cima di tale pozzo, durante la risalita, guardandomi provvidenzialmente l’imbrago, noto che il mio maillon si è svitato: dopo aver terminato tutte le invocazioni possibili per ridestare l’attenzione divina, Giulio G. corre in mio aiuto e riavvita il traditore.

L’entrata, scomoda in ingresso, è ancora più scomoda in uscita e qualcuno viene aiutato con corde e vari insulti di incoraggiamento.

FASE FINALE: Arriviamo alle auto esausti, bagnati, infreddoliti e completamente ricoperti di fango: l’orologio segna le 16:00, il tempo è volato! Giulio G., colto dal solito raptus ossessivo compulsivo della pulizia, si fionda alla fonte Pisciarello per lavare la sua attrezzatura, dimentico di tutti i suoi bisogni primari. Purtroppo, come premesso, l’unica cosa asciutta della giornata sarà proprio la fontanella. Così ci ritroviamo a sciacquare quel che possiamo nei residui fangosi di scolo piovano e poi a consolarci con un fantastico pandoro Giovanni Cova, gentilmente offerto dalla premiata ditta Gramillano-Gardini e ripartiamo alla volta di Supino per una birra e il de-briefing.

CONCLUSIONI: la grotta del Pisciarello è da annoverarsi indiscutibilmente nella collezione Catesini, è però ottima per esercitazione. Sconsigliata nelle stagioni piovose.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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