Gabriele, io e Luna, di nuovo alla ricerca di Cofacchi, una forse-grotta trovata da Nerone anni fa.
Con la solita calma partiamo da Roma la mattina, facciamo la sosta da Cicchetti per un rinforzo di colazione e poi saliamo la strada per Livata. A meta’ percorso, sul tornante dove in inverno si forma una spettacolare parete di ghiaccio, ci fermiamo. Da qua iniziera’ la nostra passeggiata.

Quando siamo tutti pronti partiamo. Gabriele prende il sentiero in salita con passo deciso.

Luna inizia il suo carosello di corse sfrenate. Io arranco dietro di loro. Ogni tanto mi fermo a fotografare i funghi che incontro, oggi ce ne sono parecchi e tutti belli (anche se probabilmente tutti non commestibili, visto che sono ancora qua!).


Come da indicazioni ricevute da Nerone, saliamo su dritto per dritto. C’e’ una pendenza notevole, anche Luna, nonostante il suo 4×4 ogni tanto perde di aderenza.

Io tra uno sbuffo e un sospiro continuo a fotografare i funghi che trovo.

In cima alla salita troviamo la parete che abbiamo esplorato anche la volta scorsa. Si estende sia a destra che a sinistra. Per il momento andiamo a destra. Rivediamo buchi gia’ visti pero’ mi sembra brutto lasciarli senza una foto.

La parte a sinistra la rivedremo tra un poco.

Luna ha sfogato la sua voglia di correre quindi ora quando vede che ci fermiamo a fare le cose strane che facciamo, lei si accuccia comodamente a gustarsi il fresco del bosco.

Mi son sempre chiesto cosa siano queste escrescenze sulle foglie, forse dei frutti?

Un dito di roccia che punta verso il cielo.

E ancora qualche fungo.







La parete verso destra si interrompe, dopo c’e’ un tratto assolato che non ci ispira per nulla. Torniamo indietro per rivedere la parete verso sinistra.

Ancora qualche fungo, tanto per decorare il nostro cammino.

Andiamo avanti spediti ma senza tralasciare alcun buco.

Purtroppo quasi tutti si rivelano degli anfratti che chiudono dopo pochi centimetri.

Belli questi cosi…chissa’ cosa sono!

Un punto della parete che potrebbe essere interessante considerare per una palestra di roccia.

La nostra ricerca prosegue.

Ancora anfratti, che controlliamo coscienziosamente.

Arriviamo finalmente all’enorme scavernamento trovato anche la volta scorsa.

Dopo aver valutato le nuove informazioni ricevute da Nerone decidiamo che il famigerato “cofacchi” che cerchiamo da tempo e’ proprio questo. Per sicurezza prendo il cellulare e mando una foto a Nerone chiedendo conferma. Qua non c’e’ campo ma appena ce ne sara’ avremo una risposta.

Cerchiamo di nuovo eventuali prosecuzioni che ci permettano di dichiararla grotta.

Tralasciamo nulla, ma purtroppo non c’e’ scampo e’ solo una enorme cucchiaiata nella roccia, non catastabile.
Salutiamo con rammarico i cofacchi e proseguiamo.
Altri anfratti che irridono le nostre speranze…

Questo lo avevamo visto anche la volta scorsa e promette bene.

Facciamo un paio di foto all’interno.

Con un poco di scavo potrebbe diventare catastabile. Vedremo la prossima volta.

Proseguiamo il giro. Qua la parete e’ vicina al fosso e ci gira attorno, noi continuiamo a seguirla fino a che scompare dall’altro lato del fosso.

Non ci rimane che scendere il fosso. Visto che la volta scorsa lo abbiamo salito ponendo maggiore attenzione alla nostra destra, stavolta scendendo terremo nuovamente la destra per osservare bene anche il lato opposto.

Ancora funghi.

Il posto e’ molto bello ma ci sono giganteschi massi che creano vuoti illusori.

Questo e’ uno dei tanti.

Un fungo!

Ci aggiriamo zigzagando, cercando di tralasciare nulla. Luna ci guarda incuriosita, ha rinunciato da tempo a voler capire perche’ facciamo quel che facciamo.

Ma guarda un po’…dei funghi, il piccino che abbraccia suo fratello.

Un rumore strano mi arriva alle orecchie, mi fermo per ascoltare meglio. E’ il rumore della pioggia sulle foglie! Ma da dove arriva questa pioggia che era tutto sereno? Acqua addosso per il momento non ce ne arriva, ma il rumore ne promette. Aumentiamo il passo per tornare alla macchina prima dell’acquazzone. Luna ci precede con premura, ha sentito alcuni tuoni in lontananza.

Nei punti meno coperti dagli alberi la pioggia si avverte.

Per fortuna siamo quasi arrivati. Faccio salire Luna in macchina a meditare su quanto possa detestare i tuoni.

Stavolta devo menzionare il ritorno perche’ dobbiamo subire una una vera e propria tempesta condita da tanta tanta grandine. Pensate che in molti tratti di autostrada le macchine si sono fermate sulla corsia d’emergenza formando lunghe file. Noi impavidi invece siamo sfilati loro accanto alla folle velocita’ di quasi 30 km/h!
In ogni caso una breve ma proficua ricognizione. Mentre scendiamo verso Subiaco arriva la conferma da Nerone. Missione “cofacchi” compiuta. Alla prossima.