Pian dell’Erdigheta – 26/03/2022

Proprio un bel giro con Giuseppe, io e Luna. Riprese le coordinate e fatte foto ingresso dei Guardiani, Cantina dell’arnara, Mary Poppins. Riesplorato il Catravasso a cima del c..o della faggeta, scavata una possibile grotta nuova a Pian dell’Erdigheta. Cena alla sbirra. Al ritorno passiamo a casa di Luca a prendere il Distox di Gabriele.

La mattina Luna ed io andiamo a prendere Giuseppe e poi tutti assieme facciamo tappa a fare colazione al bar “fico” dietro l’Ikea di Anagnina. Passando per Carpineto noto con dispiacere che il bar Semprevisa e’ ancora chiuso…deve essere una cosa definitiva. Peccato.

Saliamo a Pian della Faggeta. Il parcheggio, quello solito per andare a Pozzo Comune e’ gia’ pieno di macchine, noi prendiamo decisi per la strada sterrata che sale. Strada facendo incontriamo la prima grotta, i Guardiani. Riprendo il punto GPS e poi Giuseppe si presta come riferimento per la foto.

Andiamo avanti, altra grotta, la cantina dell’Arnara. anche per lei facciamo sosta per riprendere punto e foto.

La successiva dobbiamo cercarla un po’, ci sono stato l’ultima volta nel 2013, non ricordo come si chiama (Grotta Mary Poppins!) ma ricordo abbastanza bene la sua posizione. Ancora una volta costringo Giuseppe a fare da riferimento davanti all’ingresso.

Nonostante le frequenti soste alla fine arriviamo allo spiazzo dove parte il sentiero per pian dell’Erdigheta. Ci cambiamo, prepariamo gli zaini, pesantissimi e partiamo. La salita e’ dura e la sosta alla grotta a meta’ strada e’ piu’ che gradita. Non la conosco e sono proprio curioso di vedere cosa ci nasconde. Tiriamo fuori il materiale necessario, Giuseppe si arma di corda e buona volonta’ e utilizza il robusto albero accanto alla grotta per la partenza dell’armo.

Mentre Giuseppe prepara la partenza io sistemo l’armo sul pozzo. La corda e’ sistemata. Si deve solo scendere. Mi sento pigramente magnanimo, quindi lascio a Giuseppe l’onere e l’onore di scendere a dare un’occhiata.

Scende il primo tratto, sul fondo ci sono numerosi rami semi-carbonizzati.

Si ferma su una stretta cengia con molti sassi pericolanti. Li butta giu’, si sentono dei bei tonfi quando arrivano al fondo. Grazie a loro stimiamo un pozzo tra i 15 e i 20 metri. Il secondo pozzo ha una partenza stretta e deve essere armato. Gli urlo per dire di farlo e passo subito all’azione mandandogli tutto il necessario. Non lo sento contentissimo, Giuseppe non ama armare. Quando me lo rammenta inizio a prepararmi per andare a farlo io, a me piace e lo faccio volentieri. Ci scambiamo di posto, io scendo giu’ e Giuseppe rimane sopra a curiosare il mio operato. Gli lascio la fotocamera e lui la usa diligentemente per documentare quel che faccio. Per prima cosa metto un fix.

Poi sistemo l’attacco…

…e quindi la corda.

Provo a scendere. E’ stretto assai. Mi incastro un metro piu’ in basso. Non ci passo. Sto quasi per rinunciare quando mi accorgo che accanto a me c’e’ un punto piu’ largo ma occupato da una seconda cengia. A prima vista sembra inamovibile, pero’ quando vado a smuovere sento dei sassetti cadere giu’. Forse forse…Mi sistemo meglio possibile per poter manovrare la mazzetta ed essere fuori dalla traiettoria dei sassi che smuovo. Tolgo tutto il primo strato di terra. Ci sono tanti piccoli sassi ai lati ma al centro c’e’ un masso che ingombra interamente il passaggio. Non mi sembrano esserci molte speranze che io possa smuoverlo. Pero’ sono di animo ottimista, quindi ci provo. Inizio a togliere pazientemente i sassetti laterali facendo molta attenzione a che il masso non si sposti intrappolandomi una mano, ne avrei molto dispiacere. Dopo quasi mezz’ora di intenso lavoro il masso e’ libero dalla compagnia dei sassetti. E’ ancora ben incastrato. Me lo studio un poco. Forse c’e’ uno spigolo del masso che posso riuscire a rompere a mazzettate. Mi sistemo ancora meglio per aggredirlo. Controllo di nuovo di non avere i piedi, sono penzolanti nel vuoto, sulla linea di caduta del masso. Inizio a martellare con tutta la residua energia che ho. Si rompe un pezzetto del masso e lui si assesta scendendo di qualche centimetro. Ripulisco e continuo a martellare con rinnovata energia. Alla fine con mia grande soddisfazione il masso cede le armi e cade giu’ con gran fragore e mia enorme soddisfazione.

Ora si che posso scendere! Mi sistemo sul punto appena ripulito, faccio cadere le ultime minuzie di roccia e sono pronto. Quando ho piantato il fix non potevo vedere se andava bene e comunque prima sarebbe andato a poggiare sulla cengia posticcia. Ora invece l’armo e’ perfetto, un poco di fortuna e’ sempre gradita. Avevamo lasciamo su all’ingresso il capo libero della corda per evitare che la sassaiola fatta per pulizia del pozzo potesse rovinarla. Urlo a Giuseppe di mollarla giu’, cosa che lui fa presto e bene. La corda arriva fino in fondo al pozzo senza toccare le pareti. Bene. Avviso Giuseppe e scendo. Le pareti del pozzo sono pulite, non ci sono tracce di pedate o altre abrasioni, sembra non sia stato sceso. Sul fondo trovo tutta la miriade di sassi che abbiamo buttato giu’. Di lato un passaggio basso a “V” rovesciata sembra portare ad altri ambienti. Alla base del passaggio c’e’ del fango. Una imprecazione mi scappa al pensiero di dovermici stendere sopra, ma lo devo fare, devo assolutamente vedere cosa c’e’ dopo. Passo. Mi ritrovo in un ambiente di sezione quasi ovale, tanto fango sul fondo. C’e’ un punto nel fango dove si intravede un passaggio, scavo un poco, il passaggio c’e’ ma e’ buono per gli insetti. Peccato. Deluso dalla parte bassa, alzo la testa per osservare cosa ho sopra di me. E’ un fuso parallelo a quello che ho sceso. Non e’ altissimo. Stimo arrivi all’altezza della cengia dove son partito. Accendo la luce di profondita’ e vedo che la sommita’ del fuso sembra chiudere. Devo rassegnarmi, nessuna scoperta eclatante per oggi. Devo accontentarmi di quanto siamo riusciti a fare. Ripasso il passaggio fangoso e inizio a risalire.

Nel frattempo Luna ha terminato di disperarsi per la mia assenza e si e’ messa comoda in paziente attesa.

Devo dire che il passaggio della cengia intermedia e l’uscita non sono proprio agevoli, devo lanciare diversi sbuffi prima di disimpegnarmi.

Luna quando mi vede riapparire corre subito a farmi le feste, nemmeno il tempo di riprendere fiato.

Aggiorno Giuseppe di quanto ho trovato poi smontiamo tutto e ci prepariamo per riprendere la salita.

La salita, nonostante la sosta, non e’ migliorata affatto. Incontriamo un albero dalle radici tenaci.

Fargli le foto e’ una ottima occasione per una breve sosta ristoratrice.

La salita e’ terminata. Davanti a noi si presenta pian dell’Erdigheta in tutto il suo splendore.

Arriviamo all’inghiottitoio dell’Erdigheta. Racconto a Giuseppe qualche aneddoto sulla grotta e lo invito a farle visita mentre io vado a ritrovare il buco nuovo.

La buca e’ ancora nelle condizioni in cui versava settimana scorsa. Non e’ migliorata ma almeno non e’ stata tappata.

Quando Giuseppe mi raggiunge iniziamo a togliere terra e sassi. Troviamo pure la testa di un coccodrillo incrociato con un rinoceronte!

Dopo una seria ripulitura di quanto ingombrava la buca, si inizia ad intravedere qualcosa di interessante.

C’e’ ancora da fare, ma promette.

Il tempo passa presto quando ci si diverte. Sono quasi le 5 del pomeriggio quando decidiamo che e’ ora di tornare. Per delimitare il buco abbiamo disposto un giro di sassi lungo tutto il bordo. Impieghiamo ancora una buona mezz’ora a raccogliere legni in giro e li sistemiamo sopra al buco. Ora sembra segnalato meglio rispetto a com’era quando siamo arrivati.

La discesa verso la macchina e’ tranquilla, Luna scorrazza felice. Mi fanno ancora un poco male le ginocchia a causa di alcuni lavori casalinghi degli ultimi giorni, pero’ tutto sommato va bene.

Il ritorno e’ procrastinato a dopo esserci rifocillati con un bel piatto di fettuccine alla “Sbirra”. Ben sazi e soddisfatti per la bella giornata riprendiamo infine la strada di casa. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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