Pian della Faggeta – 03/04/2022

Gabriele, Giuseppe ed io. Dovevamo andare a pian dell’Erdigheta ma la neve ci ha costretti a rinunciare. Ne e’ uscito un simpatico giro a Pian della Faggeta per rivedere gli innumerevoli buchi che la caratterizzano. Un’occasione quasi unica grazie alla candida coltre di neve che permette di vedere meglio eventuale pertugi.

La prima sosta la facciamo ad un bar lungo la strada per Carpineto, ora che e’ certo che il “Bar Semprevisa” rimarra’ indefinitamente chiuso, meglio cercare una valida alternativa.

Dopo colazione andiamo su a pian della Faggeta con intenzioni bellicose modello “nessun ci fermera’”…e invece…la notte appena passata deve aver nevicato in abbondanza. Intorno a noi una coltre candida avvolge pian della Faggeta. Noi proviamo a prendere la strada per pian dell’Erdigheta ma gia’ la prima salitella innevata ci mette in crisi, le gomme perdono di aderenza e ci costringono a desistere. Il programma della giornata, programmato e preparato con cura e’ andato a farsi friggere. La delusione dura solo qualche secondo. Andremo a fare ricognizione sulla strada bassa, quella che passa accanto a Pozzo Comune. Il primo tentativo lo facciamo con la macchina ma dopo nemmeno 500 metri dobbiamo desistere, troppa neve anche qua.

Facciamo dietro-front e andiamo a parcheggiare al solito spiazzo. Nulla da fare, pieno zeppo. Andiamo ancora piu’ giu’ e alla fine uno spazietto lo troviamo.

Ci prepariamo alla svelta “da ricognizione leggera” lasciando in macchina tutta l’attrezzatura e il materiale da discesa e da scavo. Si parte.

Prima di tutto una doverosa sosta a Pozzo Comune.

Dal rumore che si sente si intuisce che nei prossimi giorni la grotta sara’ in piena o quasi.

A conferma mi sposto di lato dove il ruscelletto lascia scorrere nella grotta una buona quantita’ d’acqua.

Proseguiamo.

L’ouso del sordo. Non e’ possibile arrivare a vedere l’ingresso perche’ la grotta e’ in un fondo privato. Gabriele mi ricorda che in questa grotta e’ stato organizziamo un “puliamo il buio”, non ricordavo.

Piu’ avanti iniziano una serie di doline che avevo notato la volta scorsa, durante il giro del Semprevisa.

Ve li mostro senza troppe parole, anche perche’ immagino che saranno stati visti chissa’ quante volte.

Pur tenendo una direzione parallela alla strada, Giro quasi senza meta, i miei amici anche. Ogni tanto ci ritroviamo con qualche urlo “di posizione”

Ci ritroviamo ad uno spiazzo dove ricordo molte allegre feste speleo, tra cui un compleanno di Papera, che approfitto per salutare.

Doline e ancora doline.

Cosi’ senza riferimenti sembra un buco enorme ma in verita’ e’ desolatamente piccino, peccato.

Uno statuario Gabriele posa come riferimento per questa dolina con sgrottamento.

Altra dolina, molto profonda. Sulle prime dubito di riuscire a scendere e poi risalire ma poi guardando la spaccatura che mi fa l’occhiolino giu’ in fondo mi convinco di potercela fare. Scendo. La spaccatura sembra promettente, chiamo i miei amici, ma non ce n’era bisogno, stavano scendendo dietro di me.

Rischiando l’infangata in abiti “civili” prendo il casco e mi infilo per dare un’occhiata.

Esco per aggiornare i miei amici. Gabriele prende il punto, si dice convinto che questa (forse) grotta sia nominata sul libro detto con confidenza “l’Alberta”. Verificheremo poi.

Un albero con delle fronde particolari, forse voleva mimetizzarsi da cespuglio.

Un recinto, strano, cosa puo’ essere mai?

Speravo in una bella grotta da vedere ma e’ un bucaccio che sembra chiudere dopo un metro. Il GPS di Gabriele ci dice che e’ una grotta in catasto. A me continua a sembrare un buco infimo…pero’…

Catastata o meno, la abbandoniamo al suo destino. Si prosegue il giro.

Cerchiamo senza tralasciare nulla ma senza grandi soddisfazioni.

Siamo nei pressi di fonte dell’Acquicciola. Gabriele ci richiama all’ordine: “Sono quasi le 13, vogliamo andare a pranzo?!?”. Faccio finta di nulla, la mia inconfessabile speranza era di passeggiare fino alla confluenza delle strade, quella alta che dovevamo percorrere in macchina e quella bassa dove stiamo camminando. A quel punto avrei lanciato l’idea di proseguire visto che per lo spiazzo per pian dell’Erdigheta mancava poco e poi…chissa’! Il mio piano diabolico si sgretola quando Gabriele prende il cellulare e riesce a chiamare la “Sbirra” per prenotare un tavolo. Sfuma definitivamente quando dal ristorante riceve un ok anche se arriveremo non prima delle 2 e mezza del pomeriggio. Vabbe’, accontentiamoci, si torna indietro.

Andiamo di buon passo, il miraggio delle fettuccine ci mette le ali ai piedi.

Saltiamo un tornante ma scelgo male il punto e mi ritrovo a vagare tra i rovi. Fa nulla, eccoci in vista di Pozzo Comune.

La macchina, ci cambiamo velocemente.

In un lampo siamo alla piazza principale di Carpineto Romano.

E finalmente “La Sbirra”!

Un piattino di fettuccine per rallegrare l’animo.

Un saluto al grande Luca, anche se oggi e’ indaffaratissimo trova il tempo per farci un saluto tra una portata e l’altra in giro per i tavoli. Per la verita’ cerco di fare anche una foto a Floriana, la generosa artefice del mio piatto di fettuccine e delle altre leccornie che abbiamo mangiato oggi, pero’ la batteria della fotocamera mi tradisce proprio mentre le scatto la foto.

Il ritorno e’ tranquillo, non ho nemmeno troppo sonno. Sulla via del ritorno prendo anche una sonora lezione di matematica, sui numeri primi. Nasce una accesa discussione quando affermo che il numero “1” e’ un numero primo. Giuseppe e Gabriele affermano il contrario. Alla fine internet dirime la questione…hanno ragione loro! Una delle ragioni e’ che considerare il numero “1” come numero primo renderebbe non univoca la scomposizione (fattorizzazione) di un numero in numeri primi. Devo essere sincero, lo avevo completamente scordato. E’ sempre il momento buono per imparare o ripassare qualcosa.

L’angolino della cultura termina poco prima del casello autostradale che ci riserva una sorpresa, il casello col “Telepass” e’ rotto e c’e’ una fila impressionante. Per fortuna la nostra fila scorre via veloce e ce la caviamo in pochi minuti. L’arrivo sotto casa e’ roba di poco. Un’altra bella giornata rubata alla vita a dispetto degli ostacoli che ci propone. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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