Una allegra uscita a Fondi di Jenne divisi in 2 squadre, Angelica, Aurora, Valentina, Claudio, Gabriele, Mario e Nerone a continuare l’appassionante lavoro a Dolina Rea, Barbara, Chiara, Giuseppe ed io ad iniziare la conoscenza con la speranza di una nuova grotta. Come succede in questi ultimi tempi per le foto ringrazio le autrici che me le hanno donate per la relazione, in questo caso grazie a Barbara e Chiara.
In macchina da sotto casa mia partiamo Gabriele e io. Ci incontreremo con gli altri al “solito posto”, ovvero da Cicchetti per una colazione tutti assieme. Siamo proprio un bel gruppone di persone. Per la sola Dolina Rea siamo un poco troppi. Anche se a malincuore decidiamo di dividerci in 2 gruppi.
La salita per Fondi di Jenne non e’ facilissima, nel corso della settimana deve aver nevicato abbondantemente e la strada nei punti in ombra ha un insidioso strato ghiacciato. La macchina di Gabriele perde di aderenza un paio di volte ma senza alcuna conseguenza.

In compenso al parcheggio troviamo la strada pulita e un bel sole.

Ci prepariamo senza fretta e ci avviamo per la breve passeggiata fino a Dolina Rea.

Faccio una sosta con i miei amici di Orvieto per presentare loro una delle “gioie trattenute” dello Shaka Zulu, Bucio Nero’. Racconto loro la grotta e spiego che qua per qualche tempo abbiamo sospeso i lavori, ma non le speranze, per il freddo intenso che si soffre.

Strada facendo un occhio alle numerose doline che ornano la piana la diamo sempre.

Eccoci a Dolina Rea.

Sono curioso di vedere come sia evoluta la grotta, Nerone ci ha detto di essere venuto a lavorarci nel corso della settimana.

Alla spicciolata arrivano anche gli altri.

Qualche stalattite di ghiaccio orna i bordi della dolina.

Prima che chi restera’ a lavorare si sistemi, guardo la situazione. Non e’ molto differente da come la ricordavo, forse ora la frattura e’ piu’ netta. Aria? Con questo caldo all’esterno non me ne aspetto. Mi chino verso la frattura avverto nulla.

Noi della seconda squadra usciamo per proseguire il cammino.

Siamo diretti ad una speranza di grotta. L’ho chiamata “Bucio Alto”. Vi mostro in anteprima come si presenta l’ingresso al nostro arrivo. Nonostante il consistente strato di neve che ammanta questi luoghi la nostra speranza di grotta ha bucato la neve. Questo spettacolo ci riempie di gioia e di voglia di conoscere meglio e ampliare al piu’ presto questa speranza.

Ma torniamo a noi. Siamo a Dolina Rea, si parte.

Dobbiamo salire lassu’, sulla destra del boschetto al centro.

Armati di tanta buona volonta’ affrontiamo la salita. In cima il panorama e’ stupendo, il sole splende e riscalda ma c’e’ un vento freddo che ci sconsiglia una sosta.

Giuseppe e Barbara sono indietro di qualche metro, li aspettiamo.

Per fortuna il sole attenua il gelo delle folate di vento.

Svalichiamo e scendiamo dall’altra parte.

Ho qualche difficolta’ a trovare la nostra speranza di grotta. Ho impostato le coordinate sul GPS ma oggi non gli va di collaborare. Alla fine decido di andare a memoria. Con un poco di fortuna la becco al primo colpo. Eccola, e’ lei!

Mi dispiace un poco rovinare quello spettacolo candido, ma dobbiamo farlo. Leviamo lo strato di neve con la cofana poi iniziamo a lavorare sul buco che si vede.

Ci sono molte radici che rendono lo scavo piu’ difficoltoso ma il buco e’ sempre la’ a tentarci con promesse ipogee.

Giuseppe e’ come sempre attrezzatissimo, ricorda un poco Eta Beta, l’amico di Topolino che tirava fuori la qualsiasi dal suo costume. Nel caso di Giuseppe si tratta dello zaino, non sembra molto grande ma dentro c’e’ anche del the caldo con un bicchiere per uno. Facciamo una breve sosta per rifocillarci.

Dopo la bevanda calda le ragazze si mettono all’opera scavando di buona lena.

Chiara si destreggia col maleppeggio.

Poi e’ il momento di Giuseppe e Barbara, insieme fanno sfaceli.

Riusciamo a togliere un sasso che ostruiva la vista.

Il lavoro procede bene ma c’e’ tanto da fare. Facciamo pausa pranzo, quindi una bella foto di gruppo.

Le ombre si allungano, Barbara controlla l’orologio, e’ quasi l’ora di tornare indietro. Dal suo zaino magico Giuseppe tira fuori tutto il necessario per fare il caffe’, ha persino i bicchierini di carta. Servizio impeccabile.

Un ultimo sguardo alla nostra speranza di grotta. Si vede poco ma spero migliorera’ col tempo.

Riprendiamo le nostre cose e partiamo per tornare verso Dolina Rea.

Una discesa tranquilla ammirando il superbo panorama.

Nel frattempo a Dolina Rea…
si lavora alla prosecuzione di una bella avventura. Non vi dico piu’ di tanto anche perche’ Angelica ha promesso di scriverne lei e spero presto mi mandi il suo contributo che includero’ con piacere in questa relazione.






Ancora una bella giornata con buone novita’. Come sempre…alla prossima…perche’ la prossima ci sara’, sempre, malgrado tutto.