La mattina a Tivoli a visitare la Voragine di MonteSpaccato ed il pomeriggio ad accompagnare all’Inferniglio un allegro gruppo di aspiranti attrici. Con Livia, Nerone, Maurizio, Giuseppe, Gabriele ed io.
Complice il blocco del traffico a Roma, siamo andati con la mia macchina che ha potuto cosi’ sfoggiare la sua “GPLlita’”! Siamo i “soliti” a partire da Roma, Gabriele, Giuseppe ed io. Come se non bastasse, oggi inizia anche l’ora legale. Noi pero’ la inganniamo dandoci appuntamento alle 10 a Tivoli, una cosa quasi comoda.
Il luogo di ritrovo e’ all’arco dove c’e’ il bivio per andare al Catillo, alla palestra di arrampicata.
Ecco un trio formidabile, Giuseppe, Gabriele e Giancarlo.
Quando siamo tutti ci spostiamo in massa al bar in piazza per un rinforzo di colazione. Mentre aspetto il cappuccino scatto una foto al panorama!
Espletato il bisogno primario di cibo ci dirigiamo verso la nostra meta, la voragine di MonteSpaccato. Sono anni che ne sento parlare ed oggi sono contento perche’ mi togliero’ finalmente la curiosita’. Strada facendo inizio a dubitare di riuscirci. Siamo una bella fila di macchine con quella di Domenico in testa. Prima imbocchiamo la strada per Carsoli…e torniamo indietro. Un giretto per Tivoli ed imbocchiamo un’altra strada…ma nemmeno questa e’ giusta. Altro giretto per Tivoli poi imbocchiamo la strada per San Polo. Mi ricordavo vagamente l’associazione Voragine-SanPolo ma, conoscendomi, non osavo manifestare questo inconsueto sprazzo di memoria. Comunque alla fine quest ultima si rivela quella giusta. Sali, sali e sali ancora arriviamo quasi in cima dove parcheggiamo in un ampio spiazzo.
Il panorama da qua e’ fantastico.
Presi gli zaini ci avviamo.
Strada facendo non posso esimermi dallo scattare foto a piu’ non posso.
Procediamo lenti ma decisi.
Io sono scarico perche’ ho deciso di non portare l’attrezzatura per non avere tentazioni. Noi, il gruppetto della mia macchina, abbiamo poco tempo, nel primo pomeriggio dobbiamo essere a Subiaco con tanto di pranzo fatto.
Ci avviciniamo a quello che sembra un campo di atterraggio.
Lo attraversiamo e passiamo oltre.
Ora dobbiamo solo cercare la grotta. Domenico e’ fiducioso, si tratta di una spaccatura di 20 metri per 2, non possiamo non vederla.
Iniziamo la ricerca sparpagliandoci ai 4 venti.
Proviamo a seguire il sentiero, magari porta proprio alla grotta.
Troviamo una spaccatura. Con Michela la osserviamo. Se e’ questa, le dimensioni che ha dato Domenico erano sovrastimate di molto. Questa sembra circa 8 metri per 2, ad essere generosi.
L’ingresso non e’ promettente.
Il resto del gruppo e’ ancora in cerca in ogni dove.
Mentre siamo intenti nelle nostre considerazioni circa la spaccatura…
…sentiamo chiamare da poco piu’ in basso. E’ Domenico, ha trovato la voragine vera ed unica!
Lo raggiungiamo evitando di scivolare dentro alla impressionante spaccatura che ci si apre davanti quasi all’improvviso. Eccola finalmente!
Pian pianino il gruppo si riforma vicino alla grotta.
Nel frattempo io giro facendo foto.
Iniziano le attivita’ d’armo.
Per noi 3 pero’ si e’ fatto quasi tardi. Richiamo svelto all’ordine Gabriele e Giuseppe e dopo alcuni minuti di saluti riusciamo a partire per tornare alla macchina.
La salita non e’ cosa da poco ma la affrontiamo impavidi.
Eccoci infine allo spiazzo dove abbiamo lasciato la macchina.
Un rapido spostamento ci porta fino a quel di Subiaco, al ristorante dei genitori di Valerio. Li abbiamo avvertiti che abbiamo fame ed i minuti contati. Facciamo affidamento su di loro per soddisfare la fame nel poco tempo a disposizione.
Non ci deludono!
No, direi proprio di no!
Fatto il pranzo, scendiamo a Subiaco alla piazza della ex-cartiera (non sapevo che a Subiaco ci fosse mai stata una cartiera, me lo spiega Nerone al suo arrivo).
Dopo il caffe’ in piazza ci spostiamo al sole. Ci troviamo Livia e, dopo qualche minuto, arriva anche Maurizio.
Maurizio, pensoso, al fontanile. Fa la sua porca figura.
Quando arriva il gruppo da accompagnare ci muoviamo verso la grotta. Nerone ci dice che sono un gruppo di attrici o aspiranti tali che stanno frequentando un corso di recitazione. Sembra che l’acqua sia uno dei temi che devono approfondire durante il corso. Vengono all’Inferniglio appunto per un contatto inusuale con l’acqua.
Gabriele versione Dorellik!
Nerone che sfoggia con la consueta eleganza la sua mise versione molto casual.
Arriviamo alla grotta e gia’ sono sudato fradicio. Entro subito all’ombra mentre Maurizio e Livia si apprestano a gonfiare il canotto.
Il gruppo e’ tutto davanti alla grotta. Nerone si trasforma in perfetto cicerone e spiega cosa faremo oggi.
Si entra.
Il primo scivolo lo passiamo senza problemi.
In riva al primo laghetto iniziamo il passaggio con il canotto.
Ecco il laghetto.
Nerone prosegue con l’intrattenimento verbale delle nostre ospiti.
Come Nerone spiega loro, il canotto sara’ la cosa piu’ bagnata con cui entreranno in contatto oggi. Si dovranno rassegnare ad avere le terga bagnate zuppe per tutta la permanenza in grotta. A 2 per volta l’intero gruppo viene traghettato dalla parte opposta.
Io sono da questa parte a filare la corda, Giuseppe dall’altra parte la recupera e Gabriele, il piu’ impavido, nuota accanto al canotto.
Un saluto prima di partire, non si sa mai!
Dopo il primo laghetto proseguiamo camminando. Nerone intrattiene amabilmente il gruppo con varie soste di spiegazioni ed aneddoti. Non manca nemmeno la sosta con spegnimento delle luci per assaporare il “vero buio”.
Arrivati al laghetto successivo ci sarebbe da passare un traverso su corda un poco impegnativo. Alcune ardimentose iniziano ad approcciarlo ma Nerone dichiara chiusa la gita per oggi. Meglio, cosi’ magari restera’ loro la curiosita’ di tornare in grotta.
Visto che ho la muta e che sono arrivato sin qui vado avanti qualche metro sguazzando nell’acqua mentre il gruppo prende la via del ritorno.
Quando torno sui miei passi trovo tutti al passaggio che preclude al primo laghetto, quello col canotto.
Per essere alla prima esperienza se la cavano tutti bene.
Eccoci in riva al laghetto, pronti per il traghettamento.
Io inizio a traversare mentre Gabriele prende posto in acqua e Giuseppe si occupa dell’accoglienza.
Anche il passaggio di ritorno si svolge tranquillamente e senza intoppi. Mano mano che scendono dal canotto indirizzo tutti all’uscita in maniera che evitino di prendere freddo.
Eccoci fuori. Naturalmente, ora che siamo bagnati, non c’e’ piu’ il sole e tira un bel vento freddo. Un piacere togliersi la muta.
Il gruppo e’ quasi pronto a ripartire. Lancio un saluto collettivo e vado a cambiarmi.
Termina cosi’ una giornata interessante. Alla prossima.