Visita alla grotta Millennium con Livia, Tarcisio, Gianluca, Nerone, Gabriele ed io.
Trovata da Tarcisio nel 2000 deriva il suo nome proprio dal cambio di millennio. Da allora e’ rimasta perlopiu’ a riposare. Oggi i miei amici hanno deciso che i tempi sono maturi per andare a farle visita ed io mi sono volentieri aggregato. Gabriele passa a prendermi a casa, partiamo in ritardo, ma strada facendo sentiamo Nerone spostando l’appuntamento direttamente alla grotta. Quando li raggiungiamo troviamo tutti pronti a partire ed in paziente attesa del nostro arrivo. Ci cambiamo sveltissimi anche noi e partiamo.
Il tratto di strada da fare a piedi, mi assicurano, e’ corto, pero’ la salita c’e’ e si fa sentire.
Passiamo accanto ad un buco, me ne dicono il nome ma capisco solo che e’ gia’ stato esplorato e non sembra essere degno di ulteriori attenzioni.
Si continua a salire.
Gianluca preferisce salire parallelamente a noi, magari trova qualcosa di nuovo.
Saliamo, oramai dovremmo esserci.
Ultimi passi.
Eccoci arrivati, sono gia’ sudato come…uno sudato forte! Mi hanno detto che troveremo un’aria forte e mi sono premunito raddoppiando la maglietta pero’ ora la sto pagando.
Ultimi preparativi prima di entrare. Gianluca ci abbandona, vuole salire a Campo Catino a vedere la situazione dell’inghiottitoio che si apre proprio in mezzo alle piste.
Quando e’ il mio turno mi infilo nel pozzetto di entrata. Scendo circa 3 metri e mi ritrovo in una spaccatura che prosegue sia a destra che a sinistra…non dico avanti ed indietro perche’ la spaccatura non e’ abbastanza larga perche’ io possa girare le spalle! A destra c’e’ la zona in esplorazione, a sinistra la “zona relax” che si allarga in una minuscola saletta dove si puo’ attendere in relativa comodita’. Livia, la nostra odierna strettoista si addentra a vedere la situazione ma c’e’ poco da fare, la spaccatura restringe inesorabilmente. Si deve allargare un tratto per valutare se vale la pena proseguire o meno. Una cosa e’ certa, la grotta e’ in stallo e della forte corrente d’aria di cui mi avevano parlato oggi non c’e’ traccia.
Mentre Tarcisio e Nerone iniziano a lavorare di buona lena, noi ci sistemiamo meglio possibile in zona relax. Alzo gli occhi in giro per vedere se ci sono punti interessanti ma trovo nulla.
Vado a curiosare in zona lavori. Il posto e’ scomodo e ci si stanca presto a manovrare mazzetta e scalpello. Mi anticipano che a breve tocchera’ anche a me.
Lavoriamo di buona lena all’allargamento per 2 o 3 ore poi rimandiamo avanti Livia a provare. Il suo responso e’ desolante. La spaccatura continua stretta fino a dove riesce a vedere e non mostra voglia alcuna di allargare in maniera autonoma. Abbiamo tutti le braccia doloranti, Tarcisio piu’ di tutti perche’ la mazzetta, come ci dice lui, aveva poca mira e gli ha preso in pieno una mano, mazzetta dispettosa! Decidiamo che e’ l’ora di uscire. Sistemiamo il materiale negli zaini e risaliamo. Nerone pena un poco per risalire il pozzetto iniziale ma alla fine ne esce vittorioso. Scendiamo alle macchine dove troviamo Gianluca di ritorno dalla sua visita a Campo Catino. Visto che e’ presto Gianluca decide di tornare a casa, ci salutiamo dandoci appuntamento per la ripresa delle esplorazioni a Campovano. Iniziamo a cambiarci, per fortuna non fa freddo, sono fradicio di sudore. Mi sono coperto troppo. Nel cambiarsi Gabriele incappa in un problema, non riesce a togliere lo stivale destro. Nerone, che puo’ dire la sua in tema di assistenza a malconci di ogni tipo, si adopera nell’aiutarlo, io mi limito a documentare.
Nonostante gli sforzi di Nerone lo stivale non ne vuole sapere.
Pausa per recuperare le forze e valutare la situazione.
Nulla da fare, viene deciso collegialmente che dobbiamo passare alla maniere forti. Coltello e forbici alla mano iniziamo ad operare. Tranquilli, nonostante la delicatezza dell’intervento riusciamo a salvare il piedino di Gabriele senza causargli nemmeno un graffio.
Per festeggiare vi presento Lello il pipistrello!
Una volta risolto il problema con lo stivale di Gabriele possiamo terminare di cambiarci e sistemare le nostre robe. Tutto a posto, ora non manca altro che salutarci, cosa che facciamo senza ulteriori indugi. Rimaniamo Gabriele ed io, e’ ancora presto quindi provo a proporre una visita al pozzo d’Antullo o Santullo che dir si voglia. Sono almeno 20 anni che non ci vado e mi piacerebbe farlo ora. Gabriele acconsente volentieri quindi scendiamo da Guarcino e prendiamo la strada per Vico nel Lazio. Un tempo ci si andava spesso a scendere il pozzo ma si tratta di tanti anni fa quando ancora, addirittura, non c’era la recinzione attorno al pozzo. Non ricordavo per nulla la strada e quando arriviamo trovo che i dintorni del pozzo sono completamente cambiati. Sono stati trasformati in una specie di area pic-nic con tavoli di legno, il tutto ulteriormente recintato. Sul cancello un cartello dice che l’ingresso costa 2 euro pero’ il posto sembra desolato. Mentre stiamo parcheggiando vediamo una coppia che tenta di aprire il cancello, questo si rivela non bloccato da lucchetti o serrature quindi entrano a curiosare. Anche noi decidiamo di seguire il loro esempio ed entriamo. Ecco il pozzo, da fuori e’ proprio come lo ricordavo.
Con un poco di nostalgia costeggiamo la recinzione facendo foto. Gabriele e’ costretto ad ascoltare per una buona mezz’ora le mie chiacchiere sul pozzo e le discese fatte tanti anni fa.
Terminato il giro della memoria torniamo alla macchina. Il navigatore ci dice di tornare indietro passando per Collepardo e noi gentilmente non lo contraddiciamo. Il ritorno a Roma ad un orario non troppo tardo conclude la giornata, non proprio proficua ma divertente. Alla prossima.