A provare le radio in grotta, questa volta alla Beatrice Cenci ed all’Ovito di Petrella (o Verrecchie?), ospiti di Corrado, con Francesca, Fabrizio, Gabriele, Maurizio, Fabio ed io.
Ci siamo di nuovo. Ancora una volta col nostro radiologo di fiducia. Stavolta andiamo a provare il suo marchingegno per parlare con le radio nella grotta Beatrice Cenci. La partenza per me e’ da Tagliacozzo dove sono con Betta e Luna per una breve vacanza. Maurizio arriva in perfetto orario. Fabrizio ci raggiunge poco dopo. Per Gabriele dobbiamo aspettare ancora un po’. Per fortuna il luogo d’appuntamento e’ un fornitissimo bar-pasticceria proprio sotto casa! Gabriele arriva giusto in tempo per la seconda colazione, ha portato con se’ altri 2 amici, Francesca e Fabio. Francesca la rivedo con molto piacere, e’ reduce da una frattura alla gamba e pian pianino sta riprendendo l’attivita’. Con Fabio ci eravamo intravisti questa estate proprio alla grotta, in occasione del tentativo di svuotamento del sifone all’Ovito di Petrella. Quando siamo tutti, impegniamo del tempo in saluti e chiacchiere, possiamo prendercela comoda poiche’ Corrado, che gestisce le visite alla Beatrice Cenci ed al vicinissimo Ovito di Petrella, non arrivera’ alle grotte prima delle 10. Ce la prendiamo talmente comoda che partiamo quasi in ritardo! Andiamo su con sole 2 macchine; quella di Fabio con Francesca, Gabriele ed attrezzature speleo; quella di Fabrizio con Maurizio e io come ospiti e tutta l’attrezzatura radiologica che sara’ la protagonista della giornata. Davanti alla sbarra d’ingresso alle grotte dobbiamo fermarci, anche Corrado e’ in ritardo. Gabriele lo sente, e’ per strada ed arrivera’ a momenti. Questo e’ il momento in cui mi accorgo di una grave dimenticanza, ho dimenticato la fotocamera a casa! Per questa volta dovro’ approfittare del lavoro dei miei amici. Mentre aspettiamo godendoci il sole Fabrizio ci spiega il funzionamento di alcune delle sue piu’ riuscite invenzioni.
Arriva Corrado, lo saluto prendendolo bonariamente in giro poiche’ l’ultima volta che ci siamo salutati era uno scapolone d’oro mentre ora e’ felicemente sposato. Dopo qualche allegra schermaglia verbale apriamo finalmente la sbarra d’accesso ed andiamo alla biglietteria dove ci prepareremo per il cimento radiologico. La Beatrice Cenci non abbisogna di attrezzature particolari, indosso il casco e vado. Fabrizio distribuisce il materiale da portare alla grotta e ci avviamo. Per fortuna si tratta di pochi metri.
Sistemiamo la valigia “radiologica” vicino all’ingresso in un posto comodo.
Mentre Fabrizio fa i suoi controlli sull’apparecchiatura, Maurizio ed io iniziamo la stesura del cavo.
Andiamo avanti veloci stando solo attenti che il cavo non vada a finire in mezzo ai piedi di eventuali visitatori che dovessero arrivare durante le nostre prove.
Aver dimenticato la fotocamera ha sicuramente un lato positivo, per una volta posso fare sfoggio di molte foto in cui sono protagonista! I 200 metri della prima matassa di cavo terminano in fretta, arriviamo al limitare della sala finale. Mentre Maurizio fa un giro per visitare la grotta, faccio una prova della radio. Da fuori mi ricevono “forte e chiaro”, ma non avevo dubbi. Dico loro di rimanere in ascolto mentre vado a fare una passeggiata fino all’estremo della sala finale. Quando arrivo in fondo ancora mi ricevono perfettamente. Per rendere ancora piu’ “ardito” il test, anche loro si allontanano arrivando fino alla biglietteria. Si inizia ad avvertire un po’ di fruscio, ma e’ poca roba, ci si intende alla perfezione. Visto che anche Corrado e’ alla biglietteria, gli mostrano il funzionamento della radio. Sembra essere contento di questa possibilita’ di comunicazione tra dentro e fuori la grotta.
Visto che tutto funziona, possiamo andare oltre. Intanto Gabriele e Fabrizio ci raggiungono. Gabriele illustra la grotta a Fabrizio che, come Maurizio, e’ alla sua prima visita.
Li seguo volentieri. Durante la visita ci divertiamo con le radio provandole piu’ volte anche se non sempre con argomenti degni di un momento di cotanta solennita’!
Per la prima volta ho l’occasione di vedere la grotta con un poco d’acqua. Questa estate era completamente asciutta.
Strada facendo incrociamo anche una nutrita colonia di pipistrelli. Scattiamo loro una foto poi ci spostiamo evitando poi di ripassare vicini o di illuminarli disturbando oltremodo il loro riposo.
I resti di alcune stalattiti. Sembra che in passato il corredo della grotta fosse molto piu’ spettacolare ma nel tempo e’ stata depredata piu’ volte.
Mentre i miei amici terminano la visita alla grotta io mi avvio all’esterno. Ne approfittiamo per testare ulteriormente la portata del segnale. Chiacchierando del piu’ e del meno mi incammino verso l’Ovito. Un successone, riusciamo a parlare fino alla fine delle scale. Ritorno alla base.
Nel frattempo anche Fabrizio esce e monta un nuovo aggeggio da provare. E’ un connettore a “T” e serve per agganciare un altro cavo o, come in questo caso, una antenna (anch’essa autocostruita dal nostro geniale radiologo) per aumentare il segnale.
Rifacciamo tutte le nostre prove con il nuovo aggeggio montato. La situazione migliora ma non di tanto. Probabilmente, ci dice Fabrizio, con una antenna migliore e meglio posizionata si puo’ avvertire un miglioramento piu’ deciso. Durante questa tornata di prove riusciamo finalmente a coinvolgere anche Corrado. Lo incrociamo mentre inizia una visita guidata e lo scortiamo con le radio approfittando per scherzare un po’. Dopo questa allegra parentesi dichiariamo conclusa con soddisfazione la sperimentazione. Ritorniamo indietro e strada facendo recuperiamo il cavo.
Per oggi di radiologia ne abbiamo avuta abbastanza. Ora andiamo qualche minuto in grotta! Andiamo a scendere il primo pozzo dell’Ovito. Mentre scendiamo le scale mostro a Fabrizio fin dove sono riuscito a comunicare con loro.
Anche qua all’Ovito la differenza tra il panorama estivo e quello attuale e’ enorme. Con tutta questa acqua sembra un’altra grotta.
A scendere oggi saremo solo in 3, Fabio, Maurizio ed io. Il buon Maurizio si offre volontario per armare, nessuno si fa avanti per contendergli l’onore, quindi lui si dota di buona volonta’, di chiave da 13 ed inizia.
In pochi minuti e’ sceso all’altezza del deviatore e sistema anche lui.
E’ l’ultimo ostacolo ad una rapida discesa.
Quando arriva la “libera” tra il frastuono della cascata, mi affretto a scavalcare il parapetto ed a scendere. Non pensavo avremmo trovato tutta questa acqua e la consistente corrente di aria fredda e umida che ne deriva. A causa di questa errata valutazione, sono stato improvvido e non ho indossato la tuta, ora inizio a sentire freddo. Mi affretto a scendere nel tentativo di scaldarmi facendo del movimento. Quando arrivo giu’, parte prontamente l’ottimo Fabio. E’ alla sua prima discesa del pozzo, all’epoca del nostro incontro estivo non aveva ancora fatto il corso speleo quindi non aveva potuto seguirci.
Eccolo arrivato. Valutiamo velocemente se sia possibile scendere ancora ma decidiamo di rinunciare, non abbiamo abbastanza materiale d’armo, rischiamo una bella bagnata e poi, fa pure freddo!
Risalgo svelto sempre con la speranza di riscaldarmi. Anche per me e’ una prima volta, Fabrizio mi ha prestato il suo pantin nuovo di zecca e lo provo durante la salita. Non mi ci trovo male, ma non e’ stato un test appropriato in quanto, mi dicono gli esperti, il pantin deve essere montato sul piede con cui si pedala normalmente. Ora, il pantin di Fabrizio e’ sinistro mentre io pedalo col destro, quindi… Anche se mi ripropongo di ripetere la prova con il pantin destro posso dire di averlo trovato abbastanza utile anche cosi’. Potrebbe essere un buon acquisto se si pensa di impegnarsi spesso su pozzi lunghi e nel vuoto. Sicuramente e’ comodo per tenere tesa la corda e farla scorrere bene nel croll! Comunque, pantin-test a parte, la risalita e’ utile per scaldarmi un tantino. Dopo di me sale Fabio, che arriva soddisfattissimo.
Eccolo che posa vittorioso sulla terrazza panoramica che affaccia sul pozzo mentre attendiamo che Maurizio completi la sua opera disarmando il pozzo.
Torniamo allegramente alle macchine per cambiarci. Finalmente posso porre rimedio al mio errore e rivestirmi di panni caldi. Fabio ci mostra un gadget della sua auto…
…una lampada a led di cortesia per le preparazioni notturne, e’ attrezzatissimo!
Mentre terminiamo di cambiarci e sistemare le nostre robe in macchina, decidiamo come porre un degno termine a questa bella giornata.
Anche se l’ora e’ presta, decidiamo di tentare la sorte per una cena tutti assieme, dopo un rapido consulto, e’ deciso, proveremo un ristorante a Petrella, il “Grifone”, sembra sia molto tollerante in fatto di orari per la cena. Parliamo con Corrado per invitarlo e sentire le sue impressioni sull’esperimento radiologico. Purtroppo non potra’ essere dei nostri perche’ deve tornare a casa. Per quanto riguarda le radio si dice molto soddisfatto della prova e spera un giorno di riuscire a dotarsi di una attrezzatura simile. Quando siamo pronti ci salutiamo facendoci gli auguri per le feste oramai prossime. Mentre la macchina di Fabio ed i suoi occupanti vanno verso il ristorante per prenderne possesso, Fabrizio ed io facciamo il giro largo, larghissimo in verita’, per prendere con noi Betta. Al nostro arrivo al ristorante troviamo quasi tutto pronto per l’antipasto, una gioia per il mio stomaco brontolante! Non vi tedio con la descrizione del lauto ed allegro pasto che ha suggellato la bella giornata. Passo quindi a salutarvi con un festosissimo, quasi natalizio, alla prossima!