A Pietrasecca con Stefano, Adriano, Vincenzina, Luisa, Claudia, Laura, Simone, Filippo, Ginevra, Matteo, Sara, Carlo, Bobbo, Fabio ed io.
Una graditissima visita a Pietrasecca con tanti amici. Gia’ questo basterebbe a rendere memorabile l’uscita, in piu’ questa per me e’ stata la prima volta per parecchie cose: ho fatto la grotta con la muta, ho visitato la parte attiva fino al sifone finale, sono stato alle diramazioni laterali del ramo fossile e, finalmente, mi sono tuffato nel laghetto, cosa che desideravo fare da secoli! La mattina facciamo raduno al bar di Pietrasecca, pian pianino diventiamo un mucchio selvaggio che fa la siesta al sole. Siamo tanti gruppetti riuniti per l’occasione, Stefano, Adriano e Vincenzina fanno una macchina. Luisa, Claudia e Laura sono un trio affiatato. Sara, Carlo e Matteo un altro trio aggueritissimo. Non possono mancare i nostri amici di Orvieto, Ginevra, Filippo e Simone. Bobbo e’ venuto con il suo amico Fabio e buon ultimo ci sono io che me ne vengo bel bello dalla vicina Tagliacozzo dove sto passando le vacanze. Ecco l’arrivo della banda orvietana!
Un abbraccio “selfiato” con Simone e’ d’obbligo.
Non posso poi trascurare Filippo, grande babbo, e Ginevra, la nostra consulente per i detti toscani.
Siamo quasi tutti, iniziamo a muoverci, sempre con molta calma.
Al parcheggio, la vestizione, sono quasi emozionato. Faccio un giro di foto.
Claudia e Luisa sistemano le loro robe.
Il gruppetto con Sara, Matteo e Carlo.
Il trio completo con Luisa, Claudia e Laura.
In fondo, piccolo piccolo, Adriano, l’unica foto decente che gli ho scattato e’ questa!
Di Stefano e Vincenzina non ho foto durante la preparazione. Anche con Bobbo non sono stato generoso. Qua, dietro Simone e Ginevra, almeno lui lo si intravede.
Siamo pronti, ci spostiamo all’ingresso.
Vincenzina con Fabio e Bobbo, pronti a partire.
Ci avviamo verso l’acqua. Rivedo punti familiari della grotta e annoio i miei amici con qualche ricordo che probabilmente ho raccontato loro altre 100 volte, tipo di quella volta che son venuto qua con Luna, la cagnolina di casa.
Luci nel buio.
Inizia la parte acquatica. Il gruppo si divide un po’. Il grosso, con la muta, segue velocemente Stefano. Sara e Carlo non hanno la muta quindi devono armare e passare su corda. Matteo e io rimaniamo con loro per facilitarli un poco.
Ginevra in un attimo di pausa durante un passaggio ostico dove si e’ fatta un po’ di coda.
Bella?!? Peccato sia sfocata.
Uno dei tanti passaggi acrobatici da fare se non si ha la muta. Matteo ed io seguiamo le peripezie di Sara e Carlo sguazzando beatamente nell’acqua.
Matteo fissa la corda da un lato di un altro passaggio aereo, io lo aspetto dall’altra parte per terminare il lavoro.
Sara e Carlo al passaggio.
Ancora luci nel buio.
Questo anche se non sembra, vi assicuro che e’ Stefano, risplende di luce propria! Ci ha aspettato al limitare del laghetto per assicurarsi che mettessimo la corda per risalire il pozzetto che arriva al lago.
Ancora Stefano, fidatevi, e’ lui!
Mi tuffo, finalmente mi tuffo nel laghetto e poi lo passo a nuoto, una goduria! Dall’altra parte tento una foto a chi deve ancora scendere ma l’ambiente e’ decisamente troppo grande.
Questa foerse e’ un poco meglio ma non di molto.
Ancora Sara e Carlo alla discesa del pozzo del laghetto. Non sanno che tra poco dovranno bagnarsi al malefico traverso sul lago!
Ora siamo al lago. Breve pausa poi le nostre strade si dividono. Tutto il resto del gruppo si dirige compatto al ramo fossile mentre Stefano ed io ci inoltriamo verso il ramo attivo. Sono curioso di andare a vedere come continua. Camminiamo qualche metro tra sassi e acqua che scorre, fino ad un altro lago che Stefano mi presenta come primo sifone. Dalla parte opposta del lago c’e’ una finestra. Il lago e’ un po’ ingombro di legno e monnezza varia ma non in maniera fastidiosa. Lo attraversiamo a nuoto fino alla finestra dove inizia un cunicolo abbastanza comodo che termina in una grande sala con ragguardevoli cumuli di sabbia fangosa. Noi passiamo nelle piccole “valli” scavate dall’acqua corrente nei cumuli. Lungo le pareti della sala c’e’ qualche formazione calcarea che attira la nostra attenzione. Una in particolare la riprendiamo in varie pose, ecco la prima, troppo sbiancata dalla luce delle nostre lampade.
In questa faccio da modello ma e’ troppo scura
Questa poco meglio ma non e’ proprio a fuoco.
Quasi ci siamo.
Questa riprende i cumuli e le valli di cui parlavo prima.
Terminiamo l’esplorazione guardando il sifone terminale, un buco d’acqua del diametro di circa 80cm. Mi ci infilo dentro e lo esploro con i piedi, forse si allarga sotto di me. E’ interessante, mi riprometto di cercare informazioni sulla esplorazione del sifone, magari chiedendo a Claudio che di questa grotta ne sa parecchio. Con Stefano facciamo un rapido giro lungo le pareti della sala, commentiamo la presenza di una risalita gia’ armata senza nemmeno pensare di salire la corda che porta sopra. Ritorniamo al lago sifonante e lo riattraversiamo a nuoto. Approfitto nuovamente della pazienza di Stefano per avere qualche foto a ricordo della mia prima visita, qua abbracciato ad un tronco da un lato ed un fossile di bottiglia di birra dall’altro.
Un’altra mentre illumino l’inizio del lago sifonante.
Poi riprendo decisamente possesso della fotocamera ed imperverso su Stefano mentre torniamo ai piedi della risalita che porta al ramo fossile.
E’ inutile, Stefano mi viene sempre sfocato!
In compenso ecco un girino!
Arrivati alla scarpinata in salita Stefano torna indietro, come mi aveva gia’ annunciato prima, vuole tornare presto alle macchine e godersi un po’ di sole, ogni tanto ci vuole. Ci salutiamo, poi salgo veloce verso la risalita, vedo delle luci, c’e’ ancora qualcuno impegnato a farla.
Avevo visto giusto.
Alla base trovo Sara.
Mentre aspetto il mio turno cerco soggetti da immortalare con la mia fida fotocamera.
Tocca a me, salgo veloce. Ecco il gruppetto che mi precede che vagola tra i giganteschi massi di crollo che caratterizzano la sala iniziale del ramo fossile.
Quando arriviamo alla parte “bella” faccio qualche foto con l’aiuto dei ragazzi. Peccato che io mi sia dimenticato di ripulire l’obiettivo dalla condensa che vi si forma sovente sopra.
Ce le metto solo per ricordarmi di essere piu’ attento le prossime volte. La foto in grotta vogliono il loro tempo e la loro attenzione anche se fatte alla “buona” come faccio io.
Questa rende l’idea, ma solo quella.
A questo punto devo essermene accorto, ora sembra che l’obiettivo sia quasi pulito.
Non si capisce chi sia, ve lo dico io, e’ il buon Adriano.
Le pozzette con luci nel buio sullo sfondo. Le luci sono dei nostri amici, almeno quelli che hanno affrontato la risalita. Sono arrivati al fondo del ramo fossile, sono tornati sin qua e si sono fermati per uno spuntino che hanno appena completato. Ora iniziano a sentire una puntina di freddo e sono intenzionati a tornare indietro. Ci scambiamo qualche parola poi li lasciamo andare.
Alla fine rimaniamo Sara, Carlo, Matteo ed io. Mentre decidiamo il da farsi mi dedico ancora ad una foto delle pozzette. Non ci va di fare i pochi metri che ci separano dalla frana terrosa che e’ il termine del ramo fossile. Decidiamo di tornare indietro anche noi.
Siamo in vista della sala dei massi giganti. Sento il nutrito gruppo che ci precede che rumoreggia. Penso che probabilmente ci sara’ da fare attesa per scendere. Propongo al piccolo gruppo ancora con me di andare ad esplorare i rami laterali. Oggi, in questa giornata di novita’, mi sembra proprio il momento giusto. Mi seguono con buon entusiasmo. Strada facendo per la prima diramazione che incontriamo sulla nostra sinistra, inquadro un angoletto simpatico.
L’ambiente non e’ per nulla male, anche se ancora una volta mi scordo di ripulire l’obiettivo.
Ci sono ambienti nemmeno tanto piccoli.
E anche abbondantemente concrezionati.
Ci addentriamo, sono estasiato, non mi aspettavo cosi’ tanta abbondanza. Mi chiedo perche’ non vengano maggiormente frequentati questi notevoli luoghi.
Qualche concrezione.
Il soffitto si abbassa, cosa ci aspetta dopo?
Dopo c’e’ un altro ambiente con dei pozzi, sono stati scesi ma non di recente, sono armati con degli spit non proprio di ieri. Affacciati a quello piu’ verticale tiriamo dei sassi, in fondo c’e’ acqua. Possiamo far nulla per ora. Torniamo indietro.
Ritornati velocemente alla galleria principale continuiamo a costeggiare la parete di sinistra districandoci ora tra i massi di crollo. Ecco la seconda diramazione. Scende abbastanza rapidamente nel buio come un ghiaione appena consolidato da terra. Avverto i miei amici e prendo a scenderlo rapidamente.
Arriviamo ad altri bei ambienti.
Provo ancora, invano, a scattare qualche foto decente alle concrezioni.
Eccone un’altra.
La discesa del ghiaione.
Stalagmite col mantello!
Questa non e’ granche’ ma rende l’idea.
Questa e’ bella; sembra “pelle di leopardo” ma quando ne tocco timidamente un bordo mi accorgo che le righe non sono formate da fango ma sono solide. Non ne avevo mai notate cosi’.
Facciamo un breve, facile, tratto in arrampicata (o disarrampicata come direbbe Cristian, ciao Cristian!) e siamo in un altro ambiente ben ampio. A destra un pozzo. Forse si puo’ scendere anche senza corda ma decidiamo di non rischiare. In effetti siamo aiutati nella decisione dal fatto che tirandoci sassi li sentiamo atterrare su un cospicuo letto di fango, l’idea di sprofondarci dentro non ci sorride. Dalla parte opposta altri pozzetti con l’acqua sotto. Matteo si avventura e ne scende uno abbastanza comodo. Probabilmente si collegano con i pozzi che abbiamo visto alla prima diramazione visitata.
Ci avviamo per tornare indietro.
Come sempre non rinuncio a tentare qualche scatto che lascia il tempo che trova in fatto di risultati.
Ecco il trio che mi ha seguito nel bel giro fuori programma.
Ritorniamo velocemente ai massi e quindi al pozzo da scendere. Il resto del nostro gruppone oramai sara’ avviato da parecchio.
Scendiamo. Vado per primo.
Aspetto un poco sotto ma inizio a sentire freddo, meglio tenersi in movimento.
Scendo alla base del lungo scivolo, una enorme colata calcitica, che porta al livello del ramo attivo. Il trio mi segue in breve tempo.
Sara e’ la prima ad arrivare. La costringo a farmi da illuminatrice per scattare qualche foto. Penso non veda l’ora che mi si scarichi la batteria della fotocamera!
Prendiamo la strada per il lago, ma stavolta passiamo tutti seguendo il corso d’acqua senza utilizzare la solita traversata alta.
Per Sara e Carlo, senza muta, e’ un poco complicato ma comunque riusciamo a raggiungere il lago tutti quasi asciutti.
Al lago e’ il momento di uno spuntino. Ottengo anche in regalo un saporito tramezzino. Ricompenso i miei amici con questa splendida foto astratta!
Dopo lo spuntino, senza aspettare le 4 ore canoniche tanto raccomandate da tutte le mamme del mondo, riprendiamo la via dell’acqua. Mi metto il cappuccio e faccio una bella nuotata fino all’altro lato del lago dove risalgo aiutandomi con una corda sfilacciata che rimane fissa la’ da chissa’ quanto.
Risalgo fino alla partenza della corda ed aspetto i miei amici “smutati” che si dilettano con il traverso maledetto e quindi con la risalita del pozzetto. Anche Matteo prova a risalire su corda ma con qualche urlo ben assestato lo convinco a nuotare come ho fatto io mentre provvedo a disarmare il pozzo.
Proseguiamo lenti ma inesorabili togliendo le corde messe all’andata.
La sella ha sempre il suo fascino anche se porta via parecchio tempo.
Ecco Sara a cavallo della sella.
Matteo ed io inganniamo il tempo con qualche foto. Gli cedo il comando della fotocamera per qualche secondo.
Ma poi me lo riprendo subito. Ecco Sara che arriva.
Matteo mentre prova pose da uomo ragno.
Ora invece tenta di spacciarsi per uno che sta comodo anche se sta inesorabilmente scivolando giu’!
Ho prestato i miei scarponi a Matteo perche’ li aveva scordati a casa, Ma non sono bellissimi?!?
Mentre mi balocco ecco che arriva anche Carlo.
Oramai siamo in dirittura di arrivo. Negli ultimi tratti anche Sara e Carlo non si curano piu’ di bagnarsi o meno. E’ ora di uscire.
Siamo quasi fuori. Ci vengono incontro 2 tizi in abiti “borghesi” e casco. Sono Simone e Filippo, il resto del gruppo iniziava ad essere preoccupato per il nostro ritardo.
Ecco il comitato di benvenuto! Ginevra ha rischiato di sbucciarsi i piedi venendo in ciabattine per assicurarsi che stessimo bene.
Ecco i nostri intrepidi salvatori!
Al parcheggio troviamo tutti gia’ cambiati, anzi, quasi tutti. Il trio Luisa, Claudia e Laura ha levato le tende per tornare a Roma in orario decente. Bobbo, lode a lui, ha organizzato un “petit dejeuner sur l’herbe” e mi offre una bruschetta che accetto riconoscente. Prima di cambiarmi un breve passaggio di foto, prima con Simone…
…e quindi, mio malgrado, con Filippo!
Ci vorrebbe una foto di gruppo ma e’ difficile convincere tutti a muoversi quando sono comodamente stravaccati in ordine sparso sul prato. Alla fine riusciamo. Cedo la fotocamera alle sapienti cure di Ginevra che si occupa di impostare l’autoscatto e sistemare l’inquadratura con un cavalletto di fortuna.
Per sicurezza ne facciamo una seconda che vi propino poiche’ siamo proprio un bel gruppo!
Dopo le foto di gruppo finalmente posso completare la svestizione e riporre le mie cose in macchina. Come al solito abbiamo fatto troppo presto per la cena e anche volendo aspettare alcuni hanno impegni a Roma. Ci risiamo, la cena assieme e le meritatissime fettuccine che gia’ pregustavo, dovranno attendere un’altra occasione. Alla fine decidiamo per un’altra sosta al bar di Pietrasecca dove facciamo una rapida merenda. Saluti, baci ed abbracci concludono questa splendida giornata. A questo punto quindi non rimane altro che lasciarvi con il solito: “Alla prossima”!