Forra di Prodo con Simone,Vins, Claudio,Matteo, Giorgio, Fabrizio, Gabriele,Giuseppe, Ginevra ed io.
Abbiamo pianificato da tempo l’uscita in forra per il I° Maggio. Visto che la forra e’ quella di Prodo e’ stato quasi automatico associarvi una gita di alcuni giorni ad Orvieto.
Arriviamo ad Orvieto il giovedi’ pomeriggio e prendiamo possesso delle nostre stanze. Purtroppo a causa di un disguido, Claudio ed Antonella sono in un albergo diverso da quello che abbiamo preso Betta ed io, ma questo non ci impedira’ di divertirci. Inizio subito a documentare. Ecco la salita che porta al nostro albergo. In mezzo alla strada troneggia la macchina di Claudio che e’ passato a prenderci. Stiamo per ritrovarci tutti al bar di Simone per cenare assieme.
Foto di famiglia nel piazzale antistante la stazione di Orvieto.
Vins, Simone e Claudio. Dopo le doverose presentazioni ho riposto la fotocamera per occuparmi con altrettanto doverosa attenzione alla cena. Officiamo il delizioso rito al ristorante “Corsica” che ho scoperto e provato per caso in occasione della precedente gita ad Orvieto. La sera, dopo una breve passeggiata digestiva per il centro di Orvieto ci ritiriamo. Domani sara’ forra!
Eccoci, oggi’ e’ il I° Maggio e siamo diretti alla forra di Prodo. Claudio esprime tutto il suo entusiasmo.
Tentativo di selfie, in macchina siamo, Vins, Simone, Claudio ed io.
Ecco Vins ed un mezzo Simone!
Arriviamo a Prodo, la piazza e’ gia’ gremita di forristi che si preparano. Prendo le mie robe e vado alla scuola a cambiarmi.
Vins e Claudio. Vins purtroppo non sara’ dei nostri perche’ ha preso una botta al ginocchio ed e’ dolorante. E’ venuta comunque e ci aspettera’ pazientemente alla piazza di Prodo.
Guarda un po’ chi abbiamo oggi! Fabrizio, il radiologo con il suo figliolo, Gabriele.
Scattando foto in giro per la piazza mi incontro con la gemella della mia fotocamera. Non posso esimermi dall’immortalarla in tutto il suo splendore nella sua elegante livrea gialla.
Siamo quasi tutti pronti. Mancano Giuseppe con Ginevra e Matteo con Giorgio.
Di Giuseppe e Ginevra apprendiamo che sono arrivati ma hanno dovuto parcheggiare sulla strada, poco fuori Prodo. Vado a trovarli. Eccoli in lontananza.
Sono quasi pronti anche loro. Non perdo tempo ed inizio subito a prendere bonariamente in giro Ginevra per il suo simpatico accento toscano. E’ un poco emozionata per la sua prima forra e qualche risata e’ utile.
Ritorno indietro, in attesa di Matteo. Simone ci strappa un sorriso con la versione subacquea dell’uomo ragno.
Eccolo in tutto il suo misterioso fascino da super-eroe!
E’ arrivato Matteo dalle lontane terre di scandinavia. L’abbraccio con “zio Claudio” e’ quasi commovente. Bentornato Matteo, anche se per pochi giorni.
Il buon vecchio Claudio non lo vuole dare a vedere ma e’ quasi commosso. Sono momenti intensi!
Dopo essersi ricomposti, eccoli che posano per una foto ufficiale.
Ci siamo tutti, ci raggiunge anche Paolo, non verra’ in forra ma e’ passato a fare un saluto.
Facciamo un rilassato circolo di chiacchiera mentre si aspetta il momento propizio per partire. Non ci avevo fatto caso ma il gruppone che affollava la piazza assieme a noi e’ sparito.
Santa Vins si offre per scattare la foto di gruppo. Non c’e’ che dire, siamo un bel gruppo. Manca Claudio, non ce l’ha fatta add attendere oltre ed e’ partito alla volta della forra prima che ce ne accorgessimo.
Ci avviamo anche noi per il sentiero che porta al corso d’acqua che diventera’ la nostra forra.
Il punto piu’ scosceso. Troviamo del sangue fresco ai lati del sentiero, ci chiediamo di chi possa essere. Il cane di una ragazza che risale il sentiero svela il mistero scoprendo i resti smembrati di un cervo. Ho gia’ superato il punto dove giace, valuto se tornare indietro per fotografarlo ma rinuncio, risparmio volentieri sia a voi che a me la triste vista.
Eccoci arrivati al corso d’acqua.
L’arrivo del resto della banda.
Giuseppe inizia le riprese. Vins ci raggiunge pianin pianino per vederci partire.
Il gruppone che ci precede.
Mitica Vins!
2 colossi, 2!
Rompo le scatole un poco a tutti per ingannare il tempo. Il gruppone inizia ad assottigliarsi.
Ma sono ancora parecchi!
Un Matteo ammiccante con taglio di capelli alla ultimo dei mohicani!
Salto mortale!
Ancora una sorridentissima Vins.
Si formano capannelli di chiacchiera per ingannare il tempo. Io continuo ad imperversare.
Per neutralizzarmi mi tolgono la fotocamera. Ne approfitto per una foto con Matteo.
Quindi catturo il buon Claudio il quale esprime tutto il suo entusiasmo per la foto.
Devo lussargli dolcemente una scapola ma riesco a convincerlo finalmente a sorridere!
Vabbe’, non riesco piu’ a catturare nessuno, vuol dire che la foto me la faccio da solo.
Arriva un altro gruppo. Oggi sara’ una forra affollata.
L’arrivo dell’altro gruppo ci convince a finire i preparativi e ad avvicinarci alla partenza della forra, per “non perdere la priorita’ acquisita”!
Siamo prontissimi.
Claudio in versione serissima da supervisore della forra.
Il gruppo appena arrivato si avvicina pericolosamente alla partenza, ma no, sono tranquilli, non cercano il sorpasso.
Matteo si prepara al salto.
Eccolo che parte.
Dopo di lui seguiamo tutti noi.
Il salto successivo e’ ancora impegnato dal gruppo che ci precede. Ginevra ha iniziato la sua avventura forristica col consueto simpatico sorriso.
Mentre aspettiamo il nostro turno arriva un ulteriore gruppo di 5 o 6 persone che sembrano avere una fretta indiavolata. Passano avanti al gruppo che era dietro di noi e vengono ad ammucchiarsi alle nostre spalle nello spazio gia’ esiguo.
Nel frattempo Claudio ha sistemato la corda per noi, Matteo e’ sceso ed e’ la volta di Ginevra alla sua prima discesa con l’8.
In quel mentre quello che sembra essere il capo-banda del gruppo frettoloso ci chiede se puo’ sistemare la sua corda su un armo che parte da dietro. Io ingenuamente gli rispondo di si, a patto che non intralci noi. Il tipo intende solo il “si” e sistema la sua corda poi fa scansare Giuseppe dal bordo del salto e tira giu’ la corda senza curarsi di controllare chi ci sia sotto e senza intendere le mie proteste. La corda cade, andando addosso a Ginevra che stava terminando la sua prima discesa. Per fortuna Ginevra non si agita, ci urla di fare attenzione (non puo’ sapere che si tratta di una villaneria gratuita e pericolosa e non di una normale procedura) e continua a scendere. Il tizio, senza quasi ascoltare le mie rimostranze, prende e butta giu’ anche il secondo capo della corda, ancora una volta senza curarsi di chi ci sia sotto. Questa volta sono proprio incazzato ed inizio ad urlare dietro il tipo che non puo’ permettersi di comportarsi in questo modo creando situazioni di potenziale pericolo. Il tizio, sfoggiando una faccia di bronzo non comune borbotta qualcosa e continua con le sue attivita’ come se nulla fosse. Nel frattempo Claudio, per evitare di discutere col tipo se ne scende in tutta fretta ed io prendo il suo posto. Facendo scansare noi, il gruppo del tizio frettoloso scende e prosegue subito per andare ad importunare anche il gruppo che ci precede. La sua villaneria ha creato malumore ma forse alla fine e’ stato un bene toglierselo subito di torno. Averlo ancora alle spalle poteva risultare piu’ pericoloso e stressante che altro e noi siamo qui per divertirci e stare in allegria. Come si dice a Roma: “consolamose co’ l’ajetto”!.
Liberati dall’incomodo, la nostra forra ritorna ad essere un momento lieto. Io continuo ad imperversare con le foto, Matteo si tuffa anche nelle pozzanghere e Giuseppe, che oggi sfoggia un bel giubbetto salvagente, prende sempre piu’ confidenza con l’acqua.
Tra una pozza e l’altra si prosegue senza particolari problemi.
Simone che inizia la simulazione di un attacco dei marines.
Eccolo che scompare negli abissi.
Si prosegue in fila indiana ma senza premura, abbiamo sempre il gruppone appena avanti a noi.
Chiudo la fila e approfitto per catturare immagini dei miei amici.
Arriviamo ai poveri resti della moto da cross.
Bello, no?
Si procede tra una nuotata e l’altra. In lontananza vedo che stanno attrezzando un salto.
Giiiinevra o che ttu ffai?!?
Giuseppe l’intrepido in posa da “capitani coraggiosi”.
Momento di pausa mentre viene approntata la corda per un nuovo salto. L’acqua e’ ben fredda e le pause e’ meglio farle fuori.
Ogni tanto Ginevra insiste che le ceda la fotocamera perche’ possa scattarmi qualche foto. Questa e’ una delle volte.
Claudio ha finito l’armo ed e’ pronto a partire.
Mi chiede di scattare una foto a documentazione dicendomi di indirizzarla poi a Massimiliano. Eseguo, Max, questa e’ per te!
Matteo parte con un sorriso contagioso.
Visto che si riparte anche il resto del gruppo si distoglie dal riparo fuori dall’acqua e si muove per raggiungerci.
Gabriele con lo sguardo deciso si prepara a scendere.
E’ il momento di Ginevra, oramai si muove come una veterana.
Un radiologo di passaggio, oggi pur di stare con noi ed il figliolo e’ venuto anche se in compagnia di un fastidioso mal di schiena. Che tempra radiologica!
Ancora Ginevra!
Gabriele la segue come un’ombra.
Simone mentre scende si produce in un sorriso abbagliante
Anche Claudio e’ appostato per riprendere la discesa di Simone, lo sottoponiamo ad un serrato, ma incruento fuoco incrociato.
Guardo sotto, dopo il salto appena sceso da Simone, ce n’e’ altro, poi c’e’ una curva ed una pozza tanto profonda quanto stretta tra ripide pareti a picco.
Perche’ ve ne racconto? Perche’ Matteo e Gabriele si sono inerpicati sulla roccia di fronte a me fino ad una pedana che fa da partenza per un vertiginoso salto da almeno una dozzina di metri. Ecco Gabriele che salta.
Subito seguito da Matteo che non si fa pregare.
Noi piu’ tranquillamente continuiamo la discesa su corda. Stavolta passo prima di Claudio cosi’ posso riprenderne la discesa.
Il resto della banda e’ un poco avanti. Recuperiamo la corda e ci avviamo per raggiungerli.
Salgo in alto per un piccolo salto e ne approfitto per catturare un’altra immagine del prode Claudio.
E ancora un’altra mentre guada la vasca dove tra poco mi tuffero’.
Siamo arrivati nello slargo dove la volta scorsa a sinistra c’era un cospicuo arrivo d’acqua. Stavolta e’ quasi in secca.,Peccato, con l’acqua era molto suggestivo.
Ecco l’angolino con l’arrivo d’acqua, lo mostro a Ginevra mentre mi scatta la foto ma giustamente non ne rimane impressionata piu’ di tanto.
Mi attardo un po’, gli altri sono quasi passati tutti, rischio mi lascino qui. Mi affretto a raggiungerli.
Siamo stati troppo svelti, c’e’ un po’ di fila avanti a noi. Aspettiamo con pazienza che venga smaltita.
Giorgio mentre nuota dopo il salto.
Un momento di riposo mentre si smaltisce la fila.
Ginevra si impadronisce nuovamente della fotocamera, ed eccomi qua con un ineffabile Giuseppe nello sfondo.
Sembra meditare qualche marachella, cosa combinera’?
Dall’altra parte intanto il gruppo che ci precede va avanti. Ecco uno dei salti.
Ed il relativo arrivo.
Avanti un altro.
Ed eccolo che nuota via.
Giuseppe evidentemente ci ha raggiunto e segue i salti insieme a tutti noi.
Aspettiamo ancora perche’ la fila si e’ riformata subito dopo la pozza.
Li’ c’e’ decisamente poco spazio per stare comodi durante l’attesa.
Giuseppe passa il tempo facendo allenamento nei tuffi.
Eccolo che nuota beato, oramai padrone dell’elemento acqua.
Ora tocca a noi! Ecco Gabriele.
E’ poi la volta di Matteo.
C’e’ ancora da attendere, Claudio decide di tornare indietro.
Eccolo che si arrampica con la sola forza delle braccia. Che potenza!
Simone opta per un salto ravvicinato, infatti arriva a meta’…
…e si butta.
Nuotando poi con stile impeccabile per raggiungere gli altri.
Anche Giorgio opta per la tecnica mista.
Sempre sotto l’accorta ed attenta supervisione di Claudio a cui nulla sfugge.
Giuseppe segue l’esempio dei suoi amici quindi arriva a meta’ corda…
…e poi compie un bel salto.
Eccolo che se la nuota tranquillamente fino al punto di approdo.
Lo raggiungo anche io abbarbicandomi poi sulla roccia per trovare un posticino all’asciutto.
Vista l’attesa mi diverto a riprendere l’attacco che ho vicino. E’ interessante vedere come l’anello, sospinto dall’acqua, abbia lucidato la roccia. Per curiosita’ vado a toccare il dado, si svita! Provo quello accanto, anche questo e’ lento. Visto che ho vicino Giuseppe con la sua inseparabile sacchetta d’armo, gli chiedo in prestito la chiave e serro un poco i dadi.
Siamo al salto che precede la “laguna blu”, lo ricordo bene perche’ la volta scorsa c’era una corda fissa che avevo iniziato a disarmare pensando fosse nostra. Stavolta non c’e’. Giorgio e’ pronto per scendere mentre Claudio si e’ sistemato di lato per immortalare i passaggi.
Scende Giuseppe ed io lo seguo a ruota. Oramai e’ un nuotatore provetto, faccio appena a tempo a riprenderlo prima che giri l’angolo.
Con Claudio riesco a fare un poco meglio.
Ginevra si e’ sistemata comoda e osserva i nostri sforzi. Quando arrivo a tiro richiede per se’ la fotocamera.
Ecco quindi che mi trovo ritratto in tutta la mia acquaticita’!
Il resto del gruppo e’ poco piu’ avanti e si prepara al salto in un’altra pozza.
Matteo me lo sono perso, ma ecco il buon Giorgio ripreso mentre spicca il salto.
Giuseppe predilige giustamente la corda, il senso del divertimento e’ fare le cose assieme ognuno assecondando il proprio benessere e stato d’animo.
Da qui e’ ancora un bel salto, quasi quasi.
Aspettiamo che sia tutto libero.
Questo salto di Giuseppe me lo sono perso, in compenso quando arrivo siamo di fronte ad un altro salto molto scenografico.
Matteo e Giorgio sono saltati e gia’ vanno in giro a cercare un modo per salire di nuovo. In effetti e’ meglio prendersela comoda poiche’ il gruppo che ci precede e’ ancora al salto subito successivo.
Wow! Ginevra, che salto! Complimenti.
Dopo l’esempio di Ginevra trovo il coraggio per saltare anche io. Imbraccio nuovamente la fotocamera in tempo per beccare Matteo che esce dall’acqua dopo un salto da una altezza intermedia.
Anche Giuseppe, oramai scatenato segue l’esempio di Matteo e si concentra per il salto.
Claudio lo precede per dare l’esempio.
Eccolo che controlla la situazione mentre esce dall’acqua.
E’ il momento, vai Giuseppe!
Oh mamma mia, cosa ho combinato, sembra dire!
Mi sembra ben fatto, tutto sommato!
Ma non e’ finita, c’e’ ancora un bel salto prima di raggiungere i nostri precedenti.
Mettiamo la corda perche’ c’e’ da saltare un po’ a lungo per evitare le rocce sotto.
Oramai ci ho preso gusto e me lo salto ugualmente. Faccio in tempo a riprendere il gruppo davanti a noi che inizia a scomparire oltre il prossimo salto.
Gabriele ha deciso che e’ ora di merenda e sta cercando rimedio alla fame dentro il contenitore stagno.
Simone arriva bel bello.
Matteo per fermarlo bisognerebbe sparargli e cerca caparbiamente di arrampicarsi per inventare un nuovo salto.
Simone a pelo d’acqua, si integra perfettamente con il corso d’acqua.
Una nuotatina ci vuole.
Nel frattempo Ginevra ha preso le misure al salto e si avventura senza remore.
Eccola appena riemersa. Brava!
Giuseppe medita il salto.
Ma dopotutto anche la corda non e’ una soluzione da disprezzare. Meglio non esagerare, gia’ abbiamo fatto passi da gigante. Intanto il nostro radiologo di fiducia inizia la discesa.
Anche a lui una foto a pelo d’acqua.
E la nuotata finale, con aria soddisfatta.
Scende anche Giorgio ma chissa’ cosa mi distrae perche’ non ne documento il resto della discesa.
Quando mi riprendo il buon Giuseppe e’ in acqua che sguazza beato.
Arriva il turno di Claudio.
Il trio dei “neri per forra”.
Il ranocchio prima e dopo il bacio!
Ma proseguiamo, ci attendono altri salti con corda e non. Ecco Claudio mentre attrezza con la consueta maestria la corda di discesa che andremo ad utilizzare.
Inizia a scendere Ginevra, in fondo, piccoli piccoli si vedono i ragazzi del gruppo davanti a noi.
Particolare della discesa di Ginevra. L’ambiente e ‘ veramente notevole anche se la foto e’ scarsa.
Questa e’ gia’ migliore.
Matteo con la lingua gonfia, non s’e’ zittito un attimo, deve recuperare il tempo perduto in parole e salti.
Un Claudio sorridente e’ sempre una bella vista, anche perche’ non si concede spesso!
Ginevra che urla: “Pallino, o che tu fai? Scende nessuno?”
Gabriele, mano sul cuore e’ pronto.
Sono scesi quasi tutti, manca Simone ed io che chiudiamo la fila.
Strada facendo troviamo un “rano” sopra ad una rana. Sono impegnati in attivita’ che necessitano di un poco di privacy. Decido di riprenderli ugualmente quando mi accorgo…
…che dietro di loro c’e’ addirittura la fila! Rane care, cosi’ mi sembra esagerare un po’!
Documentata l’allegra riunione ranocchiesca lasciamo il gruppetto ai loro affari e riprendiamo la discesa. Abbiamo da fare il saltino dove, se si ferma l’acqua nel canaletto a destra e poi si lascia andare tutta assieme, si inonda lo sfortunato che scende in quel momento. Stavolta e’ il buon Claudio che opera e l’inondazione tocca a Simone ma non faccio a tempo a riprendere il suo stupore.
Il laghetto subito dopo il salto. Gabriele e’ gia’ in attesa.
Giorgio alla base del salto. Aspetta l’arrivo del suo amico Matteo. Un’altra pausa mentre viene attrezzato il salto successivo. Gabriele sulle spalle di babbo radiologo.
La posa da’ lo spunto per una foto di gruppo. Intanto cedo la fotocamera e mi sistemo.
Poi chiamiamo qualche altro scalmanato per la foto vera e propria. Ne esce una ammucchiata dolorosa per Gabriele che deve reggere il peso di tutti gli altri.
Appena scattata la foto Gabriele si disfa di noi che finiamo sbattuti in giro come fuscelli.
L’arrivo di Giorgio che si era attardato a recuperare la corda dal salto precedente.
Ho ancora la fotocamera in affido e quindi eccomi mentre recupero lo zaino e mi ricompongo prima di proseguire.
Siamo allo scivolo diabolico che sembra semplice ma a scenderlo senza corda si rischia una bella insaccata. Stavolta la corda la mettiamo.
Simone scende e ci aspetta in acqua.
Scendono gli altri, ora e’ il momento di Ginevra.
Ecco il suo arrivo alla base con Claudio che sembra fare finta di nulla ma controlla tutto con attenzione, come al solito.
Tocca a me, scendo e recupero la corda.
Micro salto.
La pozza e’ bella e siamo vicini alla fine della forra, prendiamocela comoda. faccio qualche foto con la fotocamera parzialmente immersa in acqua.
Eccone un’altra.
Giuseppe che fa esperimenti di galleggiamento con lo zaino di Claudio.
Faccio una foto a questi che sembrano resti di concrezioni di grotta.
Giuseppe in un momento di raccoglimento.
Siamo proprio arrivati, ancora pochi passi e raggiungiamo il gruppo avanti a noi alla base del sentiero che riporta a Prodo. Anche noi iniziamo a sistemare le nostre robe. Mi alleggerisco il vestiario il piu’ possibile e prendo una abbondante sorsata d’acqua dalla bottiglia che ho trasportato fin qua proprio per questo. Ci siamo tutti? Partiamo per la risalita finale. Dopo il freddo della forra l’aria tiepida, il movimento ed il sole sono abbastanza piacevoli. Mi fermo a prendere una foto del lago di Corbara che si vede in lontananza.
Giorgio e Matteo salgono senza nemmeno aprire la muta, che uomini!
Claudio in salita ha il suo passo e ci raggiunge con calma. Con la scusa di aspettarlo ogni tanto ci fermiamo a riposare godendoci il tepore del sole.
Matteo che sale come uno stambecco, E una,
e due,
e tre, mentre impone le mani su uno stupito Claudio.
La sosta al bar di Prodo e’ d’obbligo. Entro a prendere un panino e trovo questo simpatico foglio. La prima strofa sembra fatta apposta per Max.
Eccoci tutti al relax davanti al bar.
Ginevra ed io stiamo al sole come 2 lucertole. Ginevra pero’ e’ gia’ diventata rossa come un gambero, e’ in tinta con la tuta.
La gita termina con il saluto di Matteo e Giorgio che scappano a Roma e noi che ce ne torniamo ad Orvieto. La sera, finalmente in compagnia anche di Betta ed Antonella, andiamo a gustare una meritatissima carbonara e chiudiamo cosi’ degnamente la giornata.
Il giorno dopo il buon Simone deve lavorare al bar, Vins ha impegni e tornera’ a Roma nel corso della mattina, io staro’ con Betta. Claudio ha appuntamento con Max e altri nostri amici per fare assieme la forra di Parrano, nei pressi dell’omonimo paese. Dopo la colazione ed un rapido saluto a Simone, prendiamo l’autostrada verso Firenze e ne usciamo a Fabro, l’uscita dopo Orvieto. Abbiamo appuntamento con gli altri all’autogrill accanto all’uscita. Li’ ritrovo con piacere Max, Fabio e Stefano. Conosco inoltre Enrica che fara’ la forra con loro. Manca solo Giuseppe ma ci raggiungera’ direttamente a Parrano. Eccoli qua in tutto il loro splendore mentre si preparano. Claudio attorniato dalle nostre signore.
Betta ed Antonella che si avviano verso la base della forra per una visita di piacere mentre i nostri finiscono i preparativi. Le accompagno per un pezzo e poi torno indietro.
Eccoli, i nostri eroi, quasi pronti. Manca solo Giuseppe.
Fabio anche in versione forraiola fa la sua figura.
Mi sta’ venendo voglia di seguirli ma ho solennemente promesso di stare con la mia dolce meta’ quest’oggi. Anzi vado a raggiungerla alla base della forra dove mi diletto a scattare qualche foto.
Non c’e’ molto scorrimento d’acqua pero’ il posto rimane delizioso come vagamente ricordavo.
Antonella con Betta prendono posto tra i prati, aspetteranno la’, io andro’ con Luna in passeggiata ad accompagnare i nostri amici fino all’inizio della forra.
Eccoli che arrivano in formazione compatta. C’e anche il buon Giuseppe, oramai lui e l’acqua sono inseparabili!
Loro attraversano il corso d’acqua senza curarsi, io devo togliermi le scarpe, traversare tentando di non scivolare e indossarle nuovamente. Luna dopo qualche tentennamento traversa tutta contenta perche’ ha capito che si prospetta una bella passeggiata. Per fortuna la muta li impaccia un po’ e li riprendiamo in breve.
Giuseppe si ferma il tempo giusto per rubargli una foto. Luna sfreccia su e giu’ passando in mezzo alle gambe di chi sale. Sento infatti qualche pacata maledizione a lei indirizzata.
Il primo tratto in salita mette a dura prova un po’ tutti. Stefano fa un po’ fatica a prendere il passo all’inizio e si ferma. Ne approfittiamo per un selfie.
Ecco Claudio e Fabio che gentilmente ci aspettano.
Perdiamo il sentiero ma la strada e’ quella, si cammina in quota e quando si intravede il torrentello in piano si scende. Eccoli appena arrivati che si rinfrescano prima di partire.
Max consulta il suo cellulare, probabilmente ha il gps attivo e controlla il punto della forra.
L’acqua non sembra tanta, in compenso il paesaggio e’ molto bello.
Giuseppe assorto.
I preparativi fervono, Stefano ha ritrovato il sorriso.
Visto che stanno partendo, saluto e prendo la strada del ritorno. Non riprendo il sentiero appena fatto ma ritrovo quello, con un tratto allo scoperto con affaccio sulla forra , che ricordavo vagamente. E’ solo qualche metro piu’ in basso rispetto a dove siamo passati all’andata. A meta’ strada ritrovo i simpatici cartelli che indicano la via. Una conferma che non mi sono perso. Non che ne avessi timore, anche avessi preso la strada sbagliata c’e’ Luna che la ritrova facilmente. E’ gia’ successo altre volte ed alla fine la direzione che mi indica lei e’ sempre quella giusta.
La valle, li sotto attendono pazienti Antonella e Betta. Le chiamo e riesco ad attirare la loro attenzione.
Eccole, si intravedono sedute alla prima tavola.
Proseguo a passo spedito verso l’uscita a valle.
Siamo arrivati, o meglio, Luna e’ arrivata da un po’ e mi aspetta pazientemente all’ombra.
Ricongiunti, ce ne andiamo a far visita al paese di Parrano. Andiamo a perlustrare il centro.
La via principale di Parrano centro.
Eccoci in formazione esplorativa.
Siamo quasi alla fine della bella via. Il tempo di qualche foto e torniamo indietro alla ricerca di un bar.
Il bar che cerchiamo e’ appena fuori da Parrano centro. Prendiamo chi uno spuntino (io!) chi un caffe’ o un cappuccino e andiamo a sorbirlo al tavolo che c’e’ subito di fronte.
Sentiamo i forristi al telefono. sono gia’ arrivati a valle e stanno cambiandosi. Riprendiamo la macchina e li raggiungiamo.
Ricomponiamo le macchine, salutiamo Giuseppe che gia’ si prepara per la prossima avventura, in serata andra’ con altri amici alla grotta del Chiocchio. Noi altri molto piu’ tranquillamente decidiamo per un buon pasto. La scelta cade su un ristorantino ad Orvieto che ho provato la volta scorsa e di nuovo la prima sera in questo fine settimana lungo. Arrivarci e’ un percorso ad ostacoli perche’ le strade che portano in centro citta’ sono bloccate o con deviazioni a causa della manifestazione “Gelati d’Italia” che richiama molti turisti. Poco prima di essere completamente disperati per il girovagare riusciamo a trovare posto per parcheggiare le auto e raggiungiamo il ristorante “Corsica” con una breve passeggiata. Eccoci infine sistemati a tavola e pronti a tutto.
Tutto procede a meraviglia, almeno fino al dolce. Il perfido Claudio, infatti, si appropria con l’inganno della mia zuppa inglese e se la sbafa tutta tra lo stupore del pubblico tutto e ignorando la mia disperazione disperata! Il pasto volge al termine con allegria e con soddisfazione di tutti. Alla fine ben satolli ci alziamo e andiamo a recuperare le macchine. Noi “orvietani” continuiamo la vacanza mentre il resto della allegra compagnia prende la strada di casa.
La sera recuperiamo il buon Simone e andiamo insieme ad affrontare l’ultima fatica gastronomica della vacanza. Il babbo di Simone cucina per una manifestazione che si tiene allo stadio di Orvieto. Approfittiamo ed andiamo a mangiare da lui. Ecco Simone al tavolo.
Ed ecco il papa’ di Simone che ci porta il nutrimento.
Una foto di loro 2 assieme e’ doverosa. Complimenti al cuoco!
La serata si chiude tranquillamente con baci, abbracci ed appuntamenti per la prossima occasione. Betta, io ed i cani ce ne torniamo in albergo. L’indomani mattina, domenica, ce ne torneremo pian pianino a casa. E’ stato proprio un bel fine settimana, manca solo un bel “alla prossima”!
Bellissima giornata!!!