Erebus – 7/12/2014

Alla ricerca di una prosecuzione della grotta Erebus con Vincenzina, Claudio, Filippo, Simone, Matteo ed io.

Questa uscita, come leggerete poi, e’ stata ricca sia di piccoli incidenti che di belle soddisfazioni. Dal mio punto di vista la giornata inizia benissimo poiche’ non devo prendere la macchina! In attesa che Claudio venga a prelevarmi, riesco anche a fare la colazione con Betta, mia moglie. Stiamo tornando a casa quando vedo sfilare la macchinona di Claudio, vi intravedo anche Vincenzina che ha potuto anche lei usufruire di un passaggio. Li raggiungiamo, saluto la dolce meta’, carico in macchina il mio zaino extra-large e partiamo. E’ un po’ di tempo che non ci si vede con Claudio quindi tra una chiacchiera e l’altra arriviamo quasi senza accorgercene al solito posto di appuntamento alla piazzetta di S. Oreste. Registriamo subito una defezione, Matilde si e’ sentita poco bene e ha gettato la spugna. Trovato parcheggio usciamo dall’auto subito accolti dall’arietta frizzante di questa giornata. Il panorama, nella piana sotto di noi, e’ una coltre bianca.dscf1365Il Soratte sembra un’isola che emerge da un candido mare, dscf1366 passiamo qualche minuto fotografando questo spettacolo.dscf1367 Dopo aver dato seguito al nostro lato artistico ci avviamo al bar ’41 per un supplemento di colazione e per ritirare i permessi di accesso alla riserva del Monte Soratte. Sorseggiando un cappuccino aspettiamo il resto del gruppo. Siamo fuori dal bar a goderci il sole quando arrivano Filippo e Simone, dopo i saluti entrano a fare colazione. Arriva anche Matteo, si colaziona anche lui e poi siamo pronti a partire. Torniamo alle macchine, l’ora dell’appuntamento e’ oramai passata da un pezzo, non credo che saremo raggiunti da qualche amico che era in forse. Siamo in 6, gia’ un buon numero, non avremo altri partecipanti. Sistemiamo tutto il nostro materiale in 2 macchine e saliamo fino alla fine della strada dove parcheggiamo. Per la prima volta da quando frequento il Soratte posteggiamo anche sul lato destro dello spiazzo perche’ hanno eliminato i vecchi bidoni della spazzatura di metallo che avevano residenza da quel lato. Li hanno sostituiti con dei bei bidoni di plastica colorati per la raccolta differenziata messi in bella mostra sul lato sinistro. Iniziamo a prepararci. Io come oramai d’abitudine mi cambio sotto il portone dell’eremo e trovo anche il tempo per immortalare la nostra discreta invasione del parcheggio.dscf1369L’aria e’ sempre fresca e l’avvicinamento e’ breve quindi azzardo a prepararmi completamente direttamente da li’, non dovrei sudare eccessivamente. Mentre ci prepariamo non manca certo il tempo e la voglia di scherzare, ecco qualche foto dei preparativi. Ecco la prima macchina con Vincenzina, Claudio e Matteo.dscf1370 Ecco invece Filippo e Simone.dscf1371 Prima di partire meglio infierire un po’ su Claudio, come dice il saggio: “Tu non sai perche’, lui si!!!”dscf1373 Lo aiuto a rialzarsi in maniera quasi comoda.dscf1375 Il mucchio dei materiali e’ notevole ma siamo tanti, riusciamo a stipare tutto negli zaini e partiamo. Affrontiamo la strada che ci divide dalla grotta accompagnati da un bel sole, i pochi scampoli di prato che attraversiamo sembrano arati di fresco, sono i cinghiali. Anche se non li ho mai visti in azione il risultato dei loro sforzi e’ sempre impressionante. Arrivati alla chiesa sulla cima iniziamo la discesa, una tappa doverosa al “belvedere” e poi si continua. Mentre mi avvicino ad un sassone ampio e liscio penso: “devo stare attento perche’ e’ scivoloso”. Non faccio a tempo a terminare il mio pensiero che ci ho poggiato il piede sopra e mi scompare il terreno sotto i piedi! Il pietrone si e’ rivelato scivoloso come ghiaccio. Faccio un volo come non mi capitava da anni andando a sbattere violentemente la natica sinistra. Gia’ sento che mi sono regalato un bel livido da ammirare nei prossimi giorni pero’ mi rialzo con disinvoltura mentre Filippo si avvicina pronto a soccorrermi. Ancora pochi passi e siamo arrivati all’ometto che indica la deviazione per la grotta dal sentiero principale. Ancora pochi metri e siamo in vista dell’ingressodscf1376L’ingresso della grotta sembra sempre il solito dscf1377Terminiamo i preparativi, sistemiamo sull’albero la corda per il primo saltino poi Simone e Filippo vanno avanti ad armare il resto. Ho con me il Distox del gruppo perche’ ho intenzione di riprendere la poligonale fino alla zona dove stiamo lavorando. Chiedo un volontario che mi dia una mano in questo compito un poco noioso ma molto utile. Claudio e Matteo sono gia’ andati avanti,dscf1380 rimane solo Vincenzina che si presta volentieri a darmi una mano. dscf1378 Le passo taccuino e matite e partiamo. Con i primi 2 punti ce la sbrighiamo svelti e raggiungiamo i nostri amici al secondo salto approfittando per qualche chiacchiera.dscf1383 Quando ci lasciano il campo libero riprendiamo il nostro lavoro. Arriviamo alla partenza del pozzo successivo, quello prima della strettoia in mezzo ai massi. L’ultimo del gruppo di testa, Claudio mi pare, sta iniziando a scendere. dscf1386 Mentre aspettiamo descrivo a Vincenzina la grotta e quello che si pensa di fare oggi, per lei e’ la prima visita all’Erebus. Alla base del pozzo c’e’ una prosecuzione “a tornare indietro” rispetto alla direzione che abbiamo tenuto finora e nel senso opposto c’e la gia’ menzionata strettoia tra i massi. In questo punto il lavoro col Distox diventa un po’ piu’ lento ma ce la caviamo egregiamente. I nostri amici oramai ci hanno distanziato anche se sul tratto diritto dopo la strettoia andiamo veloci. Passiamo la fessura a “V” rovesciata ed arriviamo alla partenza del pozzo successivo. Aggiungo un moschettone al deviatore per renderlo meno ostico. Continuiamo a prendere i nostri bravi punti. Alla base di questo pozzo c’e’ un percorso un  poco tortuoso per arrivare in zona operazioni quindi ci impegna del tempo. Sempre da qui, se ho ben interpretato il rilievo, partono le diramazioni che portano alle altre zone della grotta che non ho ancora visitato. Ci infiliamo nello stretto passaggio tornando indietro per qualche metro poi scendiamo fino al punto in cui la frattura riprende e c’e’ un saltino da superare in corda. Ci spostiamo orizzontalmente, sempre “tornando indietro”, fino al punto in cui la frattura si chiude di fronte a noi. Da li’ si scende fino alla attuale base della frattura. In effetti si potrebbe scendere anche da altri punti, e magari piu’ comodamente, pero’ la zona e’ fortemente concrezionata ed utilizziamo sempre la stessa via per limitare i danni. dscf1398Giu’ al fondo gia’ si sentono rumori dei lavori in corso. All’inizio del pozzo trovo il buon Claudio, sta tirando il fiato perche’ ha male ad un piede.dscf1396 Approfitto per scroccargli un cordino. Nel frattempo scende Vincenzina e mi attende a meta’ discesa.
dscf1393 attesa paziente tra i broccoletti!dscf1394Scendo continuando a prendere i punti ed approfitto per sistemare l’armo sfruttando un attacco naturale sul soffitto che avevo scovato la volta scorsa. Non e’ semplice trovarlo, impiego alcuni minuti ma alla fine riesco. Trovo anche uno spit, provo ad utilizzarlo ma il bullone non si impana. Raggiungo il punto dove stava Vincenzina mentre lei guadagna il fondo. Eccola che parte.dscf1400 Scompare nel buio e stretto passaggio tra i broccolettidscf1402 Inganno l’attesa scattando una foto alle concrezioni che mi circondano.dscf1404 Quando ho la libera mi sposto anche io ed inizio a scendere l’ultimo tratto. Prendiamo i punti fino al fondo e quindi ci riuniamo col gruppo.dscf1405Come ultima fatica prendo ancora i punti fino alla fine della strettoia poi ripongo il fido Distox. Seguo l’esempio degli altri e mi tolgo da dosso l’attrezzatura per muovermi piu’ agevolmente e fare meno danni possibile. Al lavoro si stanno alternando tra Matteo, Simone e Filippo. dscf1412 La strettoia ancora non sembra granche’ intaccata dal loro lavoro pero’ sicuramente la loro passione  dara’ i suoi frutti. Mentre aspettiamo di poterci avvicinare in zona scavo inganniamo il tempo con foto, ricerche di refoli d’aria, chiacchiere e richieste di informazioni dagli scavanti. Vi mostro velocemente e senza commenti una carrellata delle mie fatiche artistiche. dscf1419 dscf1425 dscf1429 dscf1432 Tra le scoperte della giornata e’ da citare lo scheletrino concrezionato di quello che potrebbe essere un serpentello. dscf1410 Claudio ci ha infine raggiunti ma e’ insolitamente taciturno. Ad un certo punto esordisce dicendo che ha troppo dolore al piede infortunato. Ha deciso di risalire, gli chiediamo se ha bisogno di una mano ma se la sente di andare da solo. Non c’e’ altro da fare che prendere atto della sua decisione e salutarlo. Tra una cosa e l’altra si e’ fatta ora di pranzo, anzi, sono quasi le 2 del pomeriggio. Vado a rovistare nel mio zaino e mi rifornisco di panini. Li divoro con pazienza, passione ed attenzione. Raggiunta la sazieta’ del corpo vado a cercare quella dell’anima e faccio richiesta ad i miei amici di avvicinarmi alla strettoia. Facciamo un po’ di elaborati spostamenti e finalmente sono affacciato sulla strettoia. Il buon Matteo, lo strettoista del nostro assortito gruppetto odierno ha iniziato a lavorare avanti, dove riesce solo lui. Comunque tra tutti hanno fatto un ottimo lavoro. Al momento al lavoro c’e’ Filippo che alterna mazzetta e scalpello al trapano. La posizione di lavoro da distesi o semi coricati e’ ben scomoda. Filippo lavora con energia per vincere la resistenza del robusto strato di calcite che ci ostacola la via. Tirando via lo scalpello, se lo tira addosso ad un occhio. Mi agito un po’ quando mi dice di essersi ferito ad un occhio, lo vedo portare le mani alla faccia e stare in silenzio. Sono secondi lunghissimi, pero’ poi si riprende. Anche io riprendo a respirare. Quando si gira lo spettacolo e’ impressionante, Filippo sembra reduce da una rissa, ha l’occhio destro viola di sangue e ben gonfio, inoltre sanguina da una piccola ferita sul naso. Esamino l’occhio, non sembra essere lesionato. Filippo si ritira nelle retrovie a riprendersi un po’. Ci convince che non c’e’ bisogno di tornare indietro. Riprendiamo a lavorare. Mi cimento anche io ma duro poco, lascio a Matteo e Vincenzina.dscf1435Il lavoro prosegue incessante, anche io faccio ancora qualche turno. Per fortuna l’occhio di Filippo si stabilizza e lui dichiara con fermezza che si sente bene e che non ha intenzione di uscire.
Matteo annuncia che vuole fare un tentativo e che probabilmente riuscira’ a passare, quasi mi emoziono. In effetti, ci prova…e riesce!
dscf1438 Quando e’ dall’altra parte impiega un po’ di tempo a ripulire il passaggio. Impazienti gli chiediamo insistentemente di descriverci quel che vede. Ci parla di un ambiente che sembra la continuazione della frattura dove siamo ora. Scende alcuni metri, almeno 20, ci dice. La frattura e’ abbastanza comoda ma anche abbastanza stretta da poter scendere arrampicando senza corde. Matteo decide di andare a vedere piu’ sotto. Gli diciamo di fare attenzione e gli passo alla svelta la fotocamera perche’ possa documentare quel che vede. Vi mostro senza troppi commenti il risultato del suo lavoro. dscf1439 dscf1440 dscf1442Il primo selfie in un luogo che con ogni probabilita’ non ha mai visto essere umano prima d’ora. dscf1443 dscf1449 dscf1451 dscf1452 dscf1453 Dall’altra parte noi aspettiamo frementi il suo ritorno per vivere le nuove scoperte tramite quello che ci racconta. Nell’attesa finisco di spogliarmi anche della imbragatura e provo a passare. I miei sforzi sono inutili, mi incastro miseramente. Matteo esce, con frustrante facilita’, e reclama un poco di riposo. Riprendiamo il lavoro sulla strettoia mentre Matteo ci racconta ancora qualche particolare. Anche Filippo si riattiva ed inizia a scavare via il detrito accumulato alla base della strettoia. Quando sono stanco recupero la fotocamera e passo del tempo a scattare altre foto in giro. Ecco la mia attrezzatura in paziente attesa.dscf1460 Dei microscopici broccolettidscf1462 Un concrezionamento mistodscf1464 Ad un certo punto ho una idea fulminante, ho con me il Distox! Abbiamo anche fatto la poligonale dell’ingresso, quale momento migliore per prendere i punti al di la’ della strettoia? Un poco titubante chiedo a Matteo se se la sente di affrontare questa ulteriore fatica, mi risponde affermativamente. Gli spiego brevemente come funziona il Distox e glielo affido con mille raccomandazioni. Anche questa volta passa velocemente ed e’ dall’altra parte in un momento. Vincenzina si avvicina piu’ che puo’ alla strettoia per riportare i dati sul taccuino. Matteo gli detta solo 3 punti, pero’ insieme totalizzano piu’ di 30 metri! Noi sul momento abbiamo dovuto lavorare di fantasia, pero’ ora vi posso agevolare con l’immagine della poligonale in tutto il suo splendore! Eccola:
erebus_v1_tro_-_proiezione1
Dopo quest’ultima fatica ci dichiariamo tutti stanchi quindi senza ulteriori indugi raduniamo le nostre cose, indossiamo l’attrezzatura e prendiamo la strada del ritorno. Filippo giustamente parte per primo. Vincenzina ed io lo seguiamo. Matteo e’ subito dietro. Simone rimane indietro per il disarmo.dscf1465 In cima di ogni pozzo attendiamo gli altri, inganno l’attesa con una foto a delle concrezioni erose in maniera particolare.dscf1468 Arriva Vincenzina. Si dice sempre della fortuna dei principianti. Fosse stata lei a propiziare la bella scoperta di oggi? Ad ogni modo ha sicuramente di che essere soddisfatta, come appunto mostra di essere!dscf1469 Siamo di nuovo al primo degli ultimi 3 pozzi prima del saltino d’ingresso.dscf1471 Vincenzina alle prese col deviatore, sotto si intravedono gli altri.dscf1475 Alla base del secondo pozzo troviamo un esempio di arte “fanghistica”, la immortalo per mostrarla ai posteri.dscf1477 Salendo il secondo pozzo.dscf1478 Il terzo ve l’ho risparmiato! Eccoci di fuori, Stanchi ma felici. Non sembrava ma le ore sono passate. Ora fuori e’ buio. dscf1480 Matteo e Simone gia’ si intravedono.dscf1485 Ecco il nostro strettoista di fiducia che risale con piglio aggressivo.dscf1486 Eccolo in tutto il suo splendore!dscf1488 Buon ultimo ecco Simone.dscf1490 Non fate rumore, che so’ stanco e stavo facendo un sonnellino!!!dscf1491 Stavo a scherza’ so’ arzillo come se fossi appena entratodscf1492 Me la rido pure!dscf1495Da questo momento in poi ho riposto la fotocamera e l’ho lasciata riposare. Prendiamo il sentiero per tornare alle macchine. A meta’ strada troviamo Claudio e Filippo che ci vengono incontro per sincerarsi che tutto sia a posto. Dopo il ricongiungimento torniamo svelti alle macchine dove ci cambiamo. L’aria e’ sempre fresca ma non in maniera eccessiva. Comunque con i vestiti asciutti si sta meglio. Siamo tutti d’accordo per cenare tutti insieme da qualche parte. Provo a chiamare il  mio ristorante preferito in quel di S. Oreste, Alessandro al Campanile. Mi risponde Alessandro ma per darmi una brutta notizia, oggi e’ chiuso. Decidiamo allora per la pizzeria poco fuori S. Oreste e ci dirigiamo la’ senza indugi. Come penso fermamente, una buona cena e’ il degno coronamento di una bella giornata (e’ anche utile per addolcirne una andata non proprio bene, ma non e’ questo il caso!). Concludo quindi con questa ulteriore nota positiva lasciandoci con il solito, immancabile, alla prossima!

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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