Una piacevole passeggiata a Pian della Faggeta con Maurizio e l’allegra nonche’ canina compagnia di Luna.
E’ un fine settimana di riposo dal corso, in piu’ domenica avro impegni familiari inderogabili, in piu’ ho promesso a Luna che l’avrei portata con me appena possibile, in piu’ ho proprio voglia di fare 4 passi. Lancio un appello a tutti i grotteschi amichetti. Alla fine solo Maurizio aderisce alla mia idea. Venerdi’ sera ci incontriamo allo SCR per festeggiare il 50esimo genetliaco dell’ineffabile Ersimio (Auguri e almeno 100 di questi giorni!!!). Tra un brindisi ed una fetta di torta ci mettiamo d’accordo per vederci l’indomani alle 8. La mattina dopo Luna e’ incontenibile, ha capito subito che sarebbe stata una giornata speciale. Passiamo a prendere Maurizio davanti alla fermata metro di Monti Tiburtini e poi via a prendere l’autostrada. Stavolta nessuna sosta intermedia e alle 10 meno un quarto siamo gia’ pronti a partire per la nostra passeggiata. Faremo un largo giro ad anello partendo dal parcheggio di Acqua di Mezzavalle. Prenderemo il sentiero di Acqua di Mezzavalle, appunto, per lasciarlo ad un certo punto prendendo a destra ed iniziando a salire. Gireremo sull’altro versante del monte dove passeremo per i Cavoni. Arrivati al Cavone del Triangolo ritorneremo sul versante di partenza scendendo di nuovo giu’ verso il sentiero di Acqua di Mezzavalle fino al punto dove si intercetta il sentiero che porta alla strada carrabile. Faremo poi un pezzo della strada fino a dove attacca il sentiero di Fonte Sambuco con il quale riscenderemo fino alla macchina. Eccoci quindi pronti a partire.
Mentre saliamo trovo un piccolo buco ma non sembra possa avere un futuro come grotta, lo fotografo per ricordo.
Mi volto ad ammirare il panorama, promette pioggia ma ancora si vede in lontananza uno sprazzo di sole.
Luna e’ impegnatissima, corre spensierata su e giu’ rischiando di farci cadere, si interrompe per una rapida annusata e poi riparte di corsa.
Maurizio cammina, lento, ma inesorabile.
Sembra la testa di una mucca?!?
Siamo vicini al bosco, si vedono tracce dell’autunno.
Eccolo a portata di foto.
Entriamo tra gli alberi. Veniamo accolti da una “nevicata” di foglie. Provo a riprenderla ma non si vede un granche’.
Luna ci attende impaziente, noi stiamo rifiatando un attimo.
Saliamo lungo il sentiero, lo seguiamo fino a superare una “S” e dopo prendiamo a destra perpendicolari al sentiero seguendo un canalone appena accennato che scende giu’ dritto dalla cresta. Mi aiuto cercando alcuni segni di vernice fatti tempo fa da Vincenzone (vecchia gloria della sezione di Carpineto dello SCR). Saliamo a zigzag quasi in verticale cercando di evitare spiacevoli contatti con gli acuminati aghi dei cespugli di ginepro.
Dopo un bel tratto in salita prendiamo a destra, siamo in una zona brulla, in prossimita’ al cambio di versante. Con la scusa di fare una foto al paesaggio mi fermo a riprendere fiato.
Maurizio procede sempre lento pede ma senza pause o cedimenti di sorta. Luna continua con i suoi va e vieni.
Siamo all’altro versante, iniziamo a salire in diagonale. E’ un camminare un po’ scomodo e decisamente faticoso ma voglio mostrare a Maurizio la sequenza di grotte chiamate Cavoni. Dopo pochi metri incontriamo il primo. Non ci sono mai entrato quindi ho poco da dire. Prendo il punto col GPS.
Luna ci aspetta a prudente distanza.
Un Maurizio in avvicinamento.
Contrariamente a come ho sempre fatto io, Maurizio gira intorno al Cavone e poi prosegue la salita. Quasi inciampa in un buco. Ecco mentre lo ispeziona.
Lo aspetto fotografando dei funghi,
Lui non arriva, quindi forse vale la pena che lo raggiunga io per vedere cosa ha scoperto. Il buco e’ interessante ma la prova del sasso rivela un tappo di fango sul fondo, aria non ce n’e’. Ripartiamo.
Faccio una foto a queste curiose palline sulle foglie approfittando della sosta.
Arriviamo poco piu’ in alto ad un altro buco. Quasi rischiavo di non trovarlo perche’ lo ricordavo semi-nascosto da un cespuglio. Non ho tenuto conto del cambio di stagione! Ora ci sono solo dei rami senza foglie.
Eccolo. Prendo il punto GPS anche di lui.
Un funghetto trallalla’!
Una loffa? Boh, comunque merita una foto anche lei.
Questo albero e’ gia’ pronto per l’inverno, ha messo su una bella pelliccia muschiata.
Alcuni rami hanno gia’ gli addobbi natalizi.
Luna col 4×4 sale su benone, noi arranchiamo alquanto. Bonta’ sua ogni tanto si ferma ad aspettarci.
Non sono uno spettacolo?
Luna si chiede se per caso non siano commestibili.
Sali tu che salgo io, eccoci arrivati al Cavone della Semiluna.
Lo presento a Maurizio e faccio pausa per prendere il punto GPS anche di questa grotta.
Il particolare di un paio di funghi.
Proseguiamo per l’ultimo cavone. Siamo vicini alla cresta, c’e’ foschia, vento ed inizia a fare freddino.
Ecco il celeberrimo Cavone del Triangolo Rettangolo.
Ecco un particolare dell’ingresso. L’ultima volta che ero stato qui avevo lasciato armato questo primo saltino. Trovo tutto pulito. Mi affaccio con la speranza che abbiano staccato e lasciato cadere il tutto in fondo al saltino. La mia sconfinata fiducia nella bonta’ insita nel genere umano rimane lievemente incrinata da questa verifica. Dell’attacco e della corda nessuna traccia. Vabbe’, passiamo oltre.
Aspettando Maurizio fotografo queste coraggiose foglioline di nonsochecosa. Gli racconto un po’ la storia delle esplorazioni di questa grotta e poi gli propongo di fare uno spuntino visto che e’ mezzogiorno.
Una simpatica piantina abbarbicata ad un albero.
Prima di poter pranzare abbiamo dovuto cambiarci e coprirci a dovere poiche’ il cielo sembra intenzionatissimo a scatenare su di noi una allegra tempesta. C’e’ sempre un vento forte e freddo e arriva una densa foschia.
Quella figura un poco sinistra altri non e’ che Maurizio col poncho. Luna e’ soddisfatta perche’ ha avuto anche lei un pasto, tanto buono quanto non previsto. Il buon Maurizio infatti le ha portato una scatoletta di “manzo e cuore”. A vedere con quale velocita’ l’ha divorata doveva essere gustosa assai.
Dopo lo spuntino rimettiamo gli zaini in spalla e riprendiamo il cammino. Dobbiamo svalicare su in cresta e ritornare al versante dal quale siamo partiti. Luna e’ dubbiosa.
Scendiamo in una atmosfera tenebrosa sembriamo anche noi 2 fantasmi.
Maurizio che si mimetizza con un albero.
All’improvviso cambia tutto, si vede il sole fare capolino, la foschia si alza e anche il vento smette di imperversare.
Scendiamo procedendo a zigozago. La pietraia non e’ meno antipatica del solito e rischio, come al solito, di rovinare a terra almeno un paio di volte. Intercettiamo un sentiero che va verso destra. Comunico a Maurizio che credo vada nella direzione che serve a noi e prendo a seguirlo.
Non posso non dedicare una foto a questi minuscoli ma enormemente simpatici funghetti. Ora fa caldo, approfitto della sosta per togliermi il K-way ed il cappelletto. Maurizio, poco indietro ha avuto la mia stessa idea.
Presumevo bene, arriviamo dove serve. Presento a Maurizio il pozzo in mezzo al prato. Ha anche un nome, ricordo di averlo menzionato in qualche relazione ma ora non ho voglia di cercarlo, ci pensate voi?!?
Ora ci dirigiamo in discesa ad intercettare il sentiero di Acqua di Mezzavalle. Luna ci attende impaziente.
Sul sentiero incrociamo il solito rovo di more, tanto apprezzate da Stefano una o due estati fa. Incredibilmente ci sono ancora delle more. Ne assaggio un paio ma non hanno molto sapore.
Siamo quasi al bivio dove prenderemo a destra verso la strada carrabile. La scritta su un sasso gia’ indica per Fonte Sambuco.
Luna si mimetizza molto bene in mezzo al paesaggio autunnale.
Questo albero deve essersi schiantato con molta violenza, sembra quasi esploso.
Un fiore gigantesco!
Il sentiero prosegue.
Coi bastoncini raccolgo un bel po’ di foglie.
Un bel picco roccioso.
Panorama arboreo.
Vediamo un buco che sembra promettente ma quando arriviamo ad illuminarlo verifichiamo che non ha prosecuzione.
Una foto a questo simpatico centro-tavola muschiato non riesco proprio a risparmiarvela.
Luna e’ scettica dei miei sforzi artistici pero’ si predispone ad attendermi pazientemente.
Che ne dite di questi funghi?
Io li trovo veramente fantastici.
Il mai domo Maurizio procede di buon passo.
Un’altra bella composizione di albero con livrea al muschio.
Eccoci arrivati alla fine della strada carrabile. Luna si lecca i baffi soddisfatta.
Iniziamo a percorrere la strada carrabile in discesa per raggiungere l’attacco del sentiero che ci riportera’ alla macchina. Strada facendo incontriamo alcuni buchi, intanto vi mostro il primo.
Eccone un altro. La roccia all’esterno e’ in uno stato terrificante, sembra possa crollare tutto da un momento all’altro.
Maurizio mentre studia 2 strati di roccia in apparenza molto differenti tra loro.
Una simpatica quanto minuscola pianta grassa.
Altro buco, questo con segni di scavo.
Non lasciamo nulla di inosservato.
Eccoci arrivati al bivio. A destra si sale a Fonte Sambuco, dovro’ proprio andarci uno di questi giorni. A sinistra c’e’ il sentiero che ci riportera’ alla macchina.
Panorama della valle sottostante.
Luna ci sorveglia pazientemente.
Un altro panorama puo’ anche starci bene.
Lungo il sentiero si incontrano di queste rampe un poco scassate. A cosa serviranno mai? Con Maurizio avanziamo un paio di ipotesi, quella piu’ suggestiva e’ che servisse per un percorso per le mountain bike.
Ci fermiamo ad una delle rampe per fare pranzo, D’altronde le 2 del pomeriggio sono passate da un po’. Luna fa la svenevole con Maurizio per strappargli un pezzetto di prosciutto cotto. A fine pasto Maurizio tira fuori dallo zaino un pocket-coffee, e’ proprio quel che ci vuole per terminare degnamente il pranzo.
Riprendiamo a scendere con lo zaino piu’ leggero e lo stomaco soddisfatto. Ecco una simpatica famigliola fungina.
Perche’ ho scattato questa foto? Mi piacevano i colori!
Maurizio, l’imperturbabile, prosegue la discesa.
Lo precedo cercando un buco che mi ricordavo dalle volte precedenti. Maurizio si attarda per le foto.
Ancora funghetto!
Albero biondo con valle nebbiosa.
Particolare dell’albero, bello no?
Il buco che ricordavo. Dall’ultima volta e’ stato allargato assai.
Ecco un particolare.
Lo copriamo rozzamente mettendoci un ometto davanti. Proseguiamo per la nostra strada.
Eccoci di nuovo sulla strada. Ora hanno messo anche il cartello con le indicazioni dei sentieri. Che lusso!
La vecchia indicazione su sasso c’e’ ancora.
Oramai siamo sulla strada e scendiamo con calma verso la macchina. Ogni tanto troviamo degli ometti. Sono fatti con pazienza e maestria, ci domandiamo chi ne sara’ l’autore e se indicano qualcosa. Sono domande che non credo avranno risposta. Magari ci sara’ stato un corso di “omettistica”!
Passiamo davanti alle sculture sulla roccia. Credo mi abbiano detto chi e’ il “CL” che le ha scolpite pero’ non ricordo proprio.
Tanto per cambiare le fotografo da sotto.
e anche di lato, con tanto di Maurizio sullo sfondo.
Anche questa facciona la riprendo da sotto, peccato abbia il naso rotto.
Ci lasciamo alle spalle anche le sculture e raggiungiamo finalmente la macchina dove ci cambiamo.
Finiamo di cambiarci che manca un quarto alle 4, e’ stato un bel giro. Ritorniamo a casa con calma e soddisfazione. Non rimane altro che lasciarvi un saluto ed augurarci alla prossima.