Gita al Pretaro con Daniela e Roberto.
Dopo il baccanale del capodanno una gita in grotta ci sta proprio proprio bene. E’ Roberto a lanciare l’idea. Mi consulto velocemente con la dolce meta’ che ha piu’ memoria di me, non abbiamo impegni. Prendo accordi con lui e ci lasciamo con un appuntamento per il primo pomeriggio. Visto che sono a Montebuono la scelta cade naturalmente sulla grotta del Pretaro. Ci incontriamo al solito Roby Bar, 4 chiacchiere davanti ad un caffe’ e poi si parte. Parcheggiamo allo spiazzo vicino l’ingresso e ci prepariamo, riceviamo anche la visita di Andrea che ci ha dato buca dando la preferenza ad un giro in moto, vista la giornata nemmeno gli si puo’ dare torto.
Preannuncio a Daniela e Roberto che ho intenzione di portarli verso la sala dell’arpa celtica, tanto per cambiare. A loro va bene visto che non ci sono mai andati. La temperatura anche oggi e’ mite infatti l’aria all’ingresso della grotta che solitamente soffia con veemenza oggi e’ praticamente ferma. Prima di entrare facciamo le foto di rito all’ingresso.
Affrontiamo allegramente il primo tratto con le oramai familiari strettoie che tanto piacciono a Fabrizio, il nostro “radiologo” di fiducia (ogni occasione e’ lieta per mandargli un saluto!).
Dove la grotta si riallarga, poco prima del pozzetto, giriamo a destra per andare verso la sala dell’arpa celtica. Strisciamo veramente poco e siamo subito alla sala. Una breve dimostrazione delle belle sonorita’ prodotte dalla concrezione a vela che da’ il nome alla sala, qualche foto e poi proseguiamo.
Non posso sbagliare strada perche’ seguo il cavo telefonico che e’ rimasto posato da chissa’ quale esercitazione di soccorso. Della esercitazione sono rimaste anche altre tracce, in corrispondenza di ogni saltino c’e’ un tris di fix. Faccio notare la cosa ad i miei amici, insieme al fatto che i suddetti fix sono spaventosamente arrugginiti, probabilmente corrosi dai vapori acidi che risalgono dalle profondita’ della grotta. Arriviamo ad un ambiente con piu’ possibili prosecuzioni.
Ho un attimo di dubbio perche’ in quel punto il cavo telefonico si interrompe. Trovo quasi subito la prosecuzione in un piccolo pozzo di 3 metri, corredato dai soliti 3 fix. Forse e’ meglio armarlo. Frugo nello zaino per recuperare il necessario. C’e’ tutto, attacchi, maglie rapide, corda. Si, tutto, tranne…la chiave da 13! D’abitudine la lascio sempre attaccata all’imbrago proprio per non scordarla, solo che oggi non ho l’imbrago! Avviso i miei amici. Poco male, dico loro, cerchiamo una via alternativa, male che vada armeremo il pozzetto su naturale. Roberto scende per un cunicolo ma sembra stringere troppo. Ne tentiamo un altro che va decisamente meglio, di certo non ampio ma percorribile. Alla base ritroviamo anche il cavo telefonico. Proseguiamo, oramai siamo quasi arrivati. Ecco un altro piccolo pozzo da 5 metri, qui la corda serve sicuramente, ci sono degli armi naturali che ci vengono in aiuto. Attrezziamo la corda e poi scendo.
Sono al punto dove inizia la frattura finale. Anche la’ ci sono alcune diramazioni che vado velocemente a ri-vedere mentre aspetto i miei amici. Quando siamo riuniti mi intrufolo giu’ per la frattura arrivando al punto dove stavamo lavorando tempo fa. Daniela dopo qualche minuto, mi segue.
Per farle spazio mi intrufolo in un cunicolo laterale che mi ricordo riportare alla partenza della frattura dove aspetta Roberto. In effetti sbuco sbuffando poco piu’ in la’ di dove si trova lui. E’ impegnato a dare indicazioni a Daniela la quale sta cercando di districarsi dalla stretta frattura.
Quando siamo riuniti decidiamo che la visita si puo’ chiudere qui e prendiamo la via del ritorno. Risaliamo il pozzo armato e lo disarmiamo.
Vado avanti e risalgo in arrampicata il pozzo seguente, quello per il quale all’andata avevamo trovato il cunicolo alternativo. Trovo un armo naturale e sistemo la corda per i miei amici che risalgono velocemente. Dopo questo ultimo passaggio la strada fino alla sala dell’arpa celtica e’ breve. Qualche foto puo’ descrivere piu’ che degnamente la cosa
Arrivati all’incrocio facciamo il punto, sono le 6 e mezza, decidiamo che non e’ il caso di fare un giro anche alla sala Utec e prendiamo decisamente la strada per l’uscita. Giusto il tempo per fotografare uno dei dolicopodi che vivono li’ e siamo fuori
Ci affacciamo all’esterno che e’ buio ma la temperatura e’ piacevole.
Ci cambiamo prima di andare al Roby Bar per un rapido festeggiamento della prima uscita in grotta dell’anno, sperando che sia beneaugurante. Come al solito, alla prossima, ma stavolta e’ doveroso aggiungere: Auguri di Buon Anno a tutti!
alla dolicopode manca una zampa!! :-O
Poverello, me ne sono accorto solo dopo, una volta a casa.
Comunque sembrava in forma!!!