Cavoni – 26/10/2013

Entusiasmante esplorazione al cavone del triangolo con Cristian, Marco, Alessio ed io.

Andiamo a continuare il lavoro al cavone del triangolo re-iniziato a maggio scorso. Parlo di re-inizio perche’ si tratta di una lunga storia con questo cavone. Ne ho accennato nella precedente relazione, quella di maggio. Basti solo ricordare che e’ una attivita’ iniziata nel passato millennio!

Ma torniamo a noi, abbiamo il solito appuntamento alle 8 al bar fico (si, sempre quello vicino all’ikea di anagnina). Arrivo in anticipo di almeno mezz’ora. Mentre cerco parcheggio intravedo dentro una macchina il buon Stefano. Mi ricordo allora che oggi c’e’ l’uscita del corso SCR a Pozzo Comune e che quindi anche loro si saranno dati appuntamento qui. Lascio la macchina e vado a salutare il mio amico. E’ impegnatissimo con il telefonino e quasi lo spavento quando lo saluto. Mi aggiorna brevemente, gli altri del corso si sono gia’ incontrati e sono gia’ partiti. Lui e’ rimasto indietro per aspettare Marco che e’ in ritardo ed ha il cellulare spento. Vista la defezione di alcuni allievi lui e Marco sono stati dispensati dall’uscita. Stefano e’ rimasto per avvertire Marco, non altrimenti raggiungibile. Anche Cristian e’ in ritardo. <<Solo un paio di minuti>>, mi dice quando lo chiamo. Nel frattempo arriva un trafelatissimo Marco. Lo aggiorniamo. Visto che e’ comunque pronto per andare in grotta gli offro di venire con noi ai Cavoni. Male che vada, gli dico, sara’ una bella passeggiata. Accetta prontamente e viene arruolato. Arriva finalmente Cristian. Ha portato con se un amico, Alessio, ovvero per Cristian, “dokkino” poiche’ e’ dottore e lavora al policlinico. Subito, interessato, gli chiedo se per caso sia geriatra (sarebbe utile visto che l’eta’ media dei gruppi avanza inesorabilmente!!!) ma purtroppo e’ “solo” neurologo! Lo esorto a frequentare quanto prima un bel corso di aggiornamento per la cura degli anziani, e su questa arguto consiglio ci avviamo a fare la colazione. Dopo alcuni dolci e gustosi momenti siamo pronti alla partenza. Facciamo 2 macchine. Marco ed io andremo con la mia, poiche’ la sera torneremo a Roma. Alessio e Cristian vanno con la loro visto che si fermeranno a dormire in quel di Carpineto, per poi andare in grotta con il corso CAI la domenica. Ci diamo appuntamento al supermercato di Carpineto per fare provviste. Il viaggio e’ tranquillo e chiacchiereccio, arriviamo al supermercato ma troviamo una sorpresa, e’ chiuso. Telefono a Cristian che incrocia in quel momento sulla strada principale e lo dirotto all’alimentari in centro. Facciamo una sosta cappuccino, la nostra brava spesa e riprendiamo le macchine, stavolta per andare in zona operazioni!

Sul piazzale dove si parcheggia per Pozzo Comune e’ tutto sgombro, i nostri saranno gia’ entrati, giro per il parcheggio di “acqua di mezza valle” dove mi fermo. Ci sono gia’ 2 macchine, una ha parcheggiato veramente a cavolo e devo fare alcune manovre per lasciare la macchina decentemente. Se le maledizioni che ho mandato al proprietario della macchina sono arrivate anche solo in parte sicuramente non avra’ passato una piacevole giornata! Aspettando i nostri amici fotografo una mantide in atteggiamento battagliero 030mantide Mentre siamo intenti a preparare il materiale arrivano anche Cristian ed Alessio. 010MacchinaCris Sono passati all’imbocco di Pozzo Comune per lasciare al fresco le provviste per la “braciata” che faranno la sera. Hanno trovato i corsaioli dello SCR che stavano entrando e hanno scambiato qualche parola. 020macchinaioFacciamo la conta del materiale e ci dividiamo fraternamente gli oggetti piu’ pesanti. Cristian borbotta un po’, non vorrebbe attaccare il sentiero da qua ma salire in macchina fino a fine strada e poi affrontare solo l’ultima parte della salita. Io sono decisamente contrario perche’ non posso rischiare di rompere la macchina e poi perche’ a me il sentiero che faremo piace molto, la giornata e’ bella ed ho veramente piacere di fare una lunga passeggiata. Alla fine e’ deciso, vada per la passeggiata!

Zaini in spalle e partiamo. Marco ha scordato i bastoncini, gliene cedo uno, tanto di solito non li uso e quindi gia’ con uno vado di lusso. Il sentiero serpenteggia in salita e poi piega a  destra. Dopo 300 metri di leggera salita allo scoperto gira a sinistra e si addentra in un canalone. Inizia il bosco, si suda un poco di meno. Seguendo il sentiero segnato attraversiamo il canalone e proseguiamo a costeggiarlo in salita ma dal lato destro. Visto che e’ proprio una bella giornata propongo di deviare per fare il giro di tutti i cavoni, si allunga un po’ ma e’ un giro molto bello, ad Alessio e Marco piacera’. Cristian non e’ proprio proprio entusiasta pero’ cede facilmente alla mia richiesta. Arrivati al bivio iniziamo a seguire i segni di vernice rossa fatti da Vincenzone (speleo gloria carpinetana di cui ho gia’ parlato in altre relazioni) per inaugurare un nuovo sentiero. Il primo tratto tira su praticamente in verticale poi si gira a destra mantenendosi alla quota raggiunta. Si esce dal bosco e si procede per un tratto tra bassi cespugli spinosi (ginepri?), con pochi alberi e quindi alla merce’ del sole inclemente. Quando il sentiero piega a sinistra ci fermiamo a riprendere fiato, a bere e naturalmente per qualche foto. 040salita 050ioprimasosta 060loroprimasostaRisalendo un poco ci addentriamo nuovamente nel bosco 080boscodaprimocavone ed andiamo ad incontrare il primo cavone. 070primocavone Da li’, salendo quasi in verticale appena appena a destra c’e un altro buco del quale non so il nome.097bucosopraprimocavone Ci fermiamo per una breve sosta. Saliamo ancora spostandoci sulla destra, probabilmente questo e’ il tratto di salita piu’ impegnativo. Dopo una bella sudata arriviamo in una zona con tanti alberi crollati,100albericrollati la superiamo sempre salendo e contemporaneamente spostandoci sulla destra. 110lorotraicavoni Arriviamo al Cavone della Semiluna. 120cavonesemiluna Oramai siamo a pochi metri di salita dalla cresta ed in cresta c’e’ un sole invitante. Esorto i miei amici a non fermarsi al cavone, e mi inerpico fiducioso che seguano il mio esempio. Arrivato al sole scarico lo zaino dalle spalle e mi tolgo la maglietta fradicia, il sole mi scalda piacevolmente le spalle. Aspettandoli faccio loro un servizio fotografico! 135marcotraalberi 145alessiotraalberi 150cristiantraalberi 160marcopresosta 170crialepresosta 175crispresosta Quando i miei compari arrivano, si adeguano prontamente e ci godiamo assieme la meritata sosta con tanto di chiacchiere, bevute e foto. 180sostacrestaRimettersi sulle spalle lo zaino fradicio e gelido e’ veramente un trauma ma lo sopporto stoicamente, il nostro cavone, quello del triangolo, e’ oramai a portata e non vedo l’ora di entrare. Proseguiamo seguendo la cresta fino ad un sassone che somiglia ad un piccolo menhir poi giriamo a destra tenendoci alla quota raggiunta. Finalmente eccoci! 193ingressocavone Butto giu’ lo zaino e lo svuoto per recuperare l’attrezzatura. Anche i miei amici sono in arrivo. 200arrivoloro Nonostante la voglia di entrare sia tanta ce la prendiamo comoda per riprendere la temperatura, smettere di sudare e per rifocillarci. Alessio si mette placidamente a fumare la pipa.210alessiopipa Cristian si prepara ad attrezzare la corda per il primo pozzetto, Marco si intuta.220crismarcopronti Facciamo 2 squadre, Marco ed io andremo al fondo attuale a continuare la disostruzione, Cristian ed Alessio ci seguiranno con molta calma facendo il rilievo. 190ingressocavone E’ mezzogiorno quando, carichi come muli, entriamo. Saluto Cristian ed Alessio che rimangono beati a gustarsi il tepore e scendo il pozzetto. Mentre aspetto Marco mi libero della attrezzatura che da qui in poi non serve piu’ e poi aspetto fotografanfo dei ragni con un bozzolo enorme. 250ragnibozzolo Visto che ho la macchinetta pronta approfitto per immortalare la discesa di Marco 230marcoscendepozzettoinizioed anche lo scivoletto di fango che porta alla prima strettoia. 240scivolo Quando mi raggiunge, spiego a Marco come grossomodo si articola la grotta ed in particolare le strettoie iniziali. A questo faccio seguire l’esempio pratico andando a ficcarmici. La discesa e’ veloce, anche con il sacco che pesicchia anzicheno’. Faccio una rapida sosta per mettere in azione il pappagallo che mi son portato fin qua appositamente per recuperare una piastrina lasciata la volta scorsa. Marco scende un po’ scandalizzato dai sassi ammucchiati in ogni dove.260marcostrettoia Propone subito di lavorare per spostarli. Gli rispondo che ora la priorita’ e’ vedere se la grotta continua o se chiude. In quest ultimo caso useremo i sassi per tapparla definitivamente. Nel caso continuasse li butteremo comunque giu’ nei nuovi spazi che troveremo.  Arriviamo alla base dell’ultimo pozzetto che provo a fotografare con scarsi risultati. 270pozzettovecchiofondo Anche qui c’e’ un bel cumulo di sassi. Nonostante i miei avvertimenti Marco rischia di far crollare il cumulo. La cosa mi preoccupa in quanto andro’ a lavorare proprio sotto quei sassi. Perdiamo un po’ di tempo a riassestare il cumulo in maniera piu’ stabile. Alla fine possiamo dirci ben soddisfatti del nuovo muretto a secco che abbiamo creato! Sistemiamo l’attrezzatura da disostruzione e vado finalmente a visionare la zona lavori dove aveva operato Cristian la volta scorsa. Ma e’ strettissimo! Impossibile lavorarci. Devo iniziare da piu’ indietro. Esco fuori dal buco e osservo meglio la situazione. Scende circa un metro ma proprio nel punto di ingresso c’e’ uno spuntone che limita parecchio i movimenti. Alla base del buco ci sono una quantita’ di massi troppo grandi da spostare di peso e anche la’ lo spazio per lavorare e’ proprio poco. Anche le pareti che contornano il buco non sembrano il massimo del compatto. Insomma una situazione complicata. Meglio iniziare ad eliminare lo spuntone e poi vediamo. Con l’assistenza di Marco operiamo velocemente ed in breve lo spuntone e’ storia vecchia. Ripulisco tutto attorno e continuo ancora ad allargare vicino all’imbocco togliendo pezzi di pietra pericolanti dalla parete di fronte a me. Ora si che posso entrare a dare uno sguardo ai massi alla base che sono da togliere. Come aveva accennato Cristian una volta dentro mi ritrovo alle spalle un piccolo spazio il cui accesso e’ impedito da un diaframma di roccia. Sarebbe prezioso per spostarci un po’ dei sassi che ingombrano la base del buco. Decido che quel diaframma deve sparire, Aggiorno Marco ed iniziamo ad operare. In un momento, raro, di silenzio avvertiamo rumori dall’alto. Sono i nostri amici che procedono con il rilievo. Ad un tratto sento battere sulla pietra, per qualche secondo mi chiedo cosa stiano combinando lassu’ ma poi vengo nuovamente assorbito dal nostro lavoro. Anche il diaframma viene eliminato, mi insinuo dentro al buco ed inizio alacremente a spostare sassi e sassetti nello spazio reso accessibile. Arrivo a liberare un grosso sasso, provo a sollevarlo, c’e’ anche un cordino lasciato chissa’ da chi. Non ce la faccio, troppo pesante. Bisogna spaccarlo. Sempre col fattivo e paziente supporto di Marco riusciamo nell’impresa. Sistemo i pezzi del sassone. Ora ho ricavato un ambiente, piccolo, ma nel quale si puo’ finalmente lavorare per allargare il passaggio. Ogni tanto faccio cenno a Marco di fare silenzio e tiro giu’ un sasso. Il lungo rumoreggiare che sentiamo e’ di quelli che fanno venire i brividi e ritornare le forze! Ora riesco ad infilare una gamba nel buco. A tentoni, col piede, sento che la pietra che occlude il passaggio e’ una “tavola” spessa circa 40 centimetri. Perdo un po’ di tempo a saggiare con attenzione le pietre che la sovrastano. Non vorrei mai che questo grande masso piatto si rivelasse la pietra di volta per tutte quelle sopra ed intorno. Dopo un attento esame dedido che si puo’ proseguire in sicurezza con la demolizione della “tavola”. Comunico le mie conclusioni a Marco e procediamo. E’ un lavoro lungo ma alla fine, con un colpo ben assestato la “tavola” finalmente cede cadendo di sotto con sommo fragore e nostra piena soddisfazione. Ora abbiamo un passaggio transitabile! Si apre su una minuscola saletta, il pavimento composto dalle centinaia di sassi che ho tirato giu’. Sono tachicardico dalla emozione pero’ mi obbligo a ripulire tutto dai sassi  pencolanti prima di scendere. Mentre sono ancora intento all’opera di pulizia arrivano bel belli i nostri della squadra di rilievo. Li aggiorniamo della grossa novita’ contagiandoli della nostra eccitazione. Cristian a sua volta mi racconta che anche loro hanno esplorato, nell’ultima delle salette laterali hanno allargato un punto stretto ed hanno trovato un’altra saletta che è alla base di un fuso da 9 metri, probabilmente un altro ingresso. ‘Sti Cavoni sono pieni di sorprese! Un breve inciso buono per stemperare l’emozione! Cristian ed Alessio durante l’esplorazione hanno anche approfittato per fare un servizio fotografico ad un pipistrello che stava riposando, vi mostro quella che mi e’ piaciuta di piu’ 350pipistrello
Quando sono soddisfatto della pulizia fatta, finalmente scendo nella minuscola saletta. Si sta in ginocchio, pero’ c’e’ posto per 2 persone. Avanti a me riesco ad affacciarmi e vedo un pozzo di almeno 10 metri. Comunico la cosa agli altri, dico loro che servira’ una corda. La corda la rimediano prontamente disarmando il pozzo precedente e me la passano. Freno ancora Cristian che vorrebbe raggiungermi perche’ voglio sistemare il cumulo di sassi che ho tutto intorno. Inizio a spostare i piu’ grossi in una nicchia laterale. Ne sposto alcuni che ho sotto i piedi e, con un tonfo al cuore, scopro che poggio i piedi sul…nulla! Tolgo tutti i sassi facendoli cadere di sotto e la saletta si trasforma in una nicchia nella roccia con una frattura che da’ su un pozzo laterale rispetto a quello che avevo visto poco prima. Ora la situazione mi sembra ragionevolmente sicura. Comunico a Cristian che puo’ scendere. Non faccio a tempo a dirglielo che mi e’ gia’ accanto. Con il suo aiuto buttiamo giu’ anche il sassone posticcio che avevo usato come appoggio per affacciarmi a vedere la prosecuzione. Terminata la pulizia abbiamo un ampio spazio di visuale. E’ meglio scendere per il pozzo che avevo visto per primo. Cristian pensa sia fattibile in arrampicata. Si fa avanti e scende il primo tratto mentre gli faccio sicura alla meno peggio. Gli scatto una foto per documentare il momento storico! 280Crisesplora Dopo il primo tratto che ha sceso arrampicando, il pozzo continua ma non e’ il caso di scendere senza corda. Rimane solo da rimediare un modo per attaccare la corda. fix e spit non ne abbiamo, armi naturali non ce ne sono. Mi ricordo che ho il multi-monti che tengo per tirare su i sassi durante la disostruzione! Me lo faccio recuperare e passare da Marco. Faccio il buco, fisso il multi-monti (un gioco di pazienza farlo impanare, se posso dire) con l’attacco e poi ci metto la corda. Sacrifico il mio cordino porta-attrezzi per far mettere a Cristian un deviatore dove e’ arrivato lui e finalmente posso scendere!!! Solo in questo momento mi sovviene che ho lasciato gli attrezzi all’ingresso. Poco male, il croll per salire ce l’ho, per scendere rimedio con un mezzo barcaiolo. Passo davanti ad un Cristian trepidante con un sorriso ad almeno 30 denti che tradisce la mia emozione, non c’e’ bisogno di parole. Mi gusto la discesa piano piano e approfitto per verificare la presenza di sassi pericolanti. La corda arriva in fondo giusta giusta.

Mi guardo attorno, mi da’ i brividi pensare che sono il primo a poggiare gli occhi su questi luoghi. Per alcuni attimi mi gusto la sensazione. Sono davanti ad una frattura larga un metro e mezzo, lunga circa 5 metri che fa una curva dolce verso destra e poi si perde nel buio. Dopo 1 metro il pavimento su cui poggio i piedi scompare per partecipare attivamente alla frattura. In pratica sono su una cengia ad inizio frattura. Il buio davanti a me appartiene ad un ambiente enorme, a prima vista sembra un fuso di una ventina di metri di diametro che continua sia piu’ in alto che piu’ in basso rispetto alla mia posizione. Mentre Cristian scende vado piu’ avanti e mi affaccio sulla frattura. A sinistra ho un sassone utile per avanzare un po’. Alla base ci sono dei sassi incastrati, tolgo quelli pericolanti, i restanti sembrano stabili. Con precauzione vado avanti. Ora riesco a sbirciare il fondo del fuso. 20 metri piu’ in basso si restringe bruscamente a non piu’ di 5 metri di diametro e non si capisce se continua, ma lo do’ per scontato! Quello dove siamo sembra essere un arrivo secondario di qualcosa di ben piu’ grande. Arriva Cristian, qualche commento a caldo, gli faccio qualche raccomandazione sui sassi posticci e quindi gli cedo il posto al belvedere. Segue la discesa di Marco, quella di Alessio, un paio video commemorativi e qualche foto che vi propongo in ordine sparso.290marcocrisnuovofondo 300noinuovofondo 305ionuovofondo 315crisnerodietro Riempiamo quei luoghi silenziosi di urla di gioia e di allegria. Iniziamo a progettare ed immaginare la prossima esplorazione. Si la prossima, perche’ non abbiamo altre corde con noi. Il pozzo da scendere, Cristian lo misura col distox, e’ di almeno 25 metri. Ora che ci siamo placati decidiamo come proseguire. Marco ed io risaliremo recuperando tutto il materiale da scavo, una volta usciti inizieremo a scendere alle macchine. Alessio e Cristian finiranno il rilievo ed usciranno con calma ma poi, arrivati alle macchine, dovranno pensare a montare le tende e accendere il fuoco per la “braciata”. Ci salutiamo e poi inizio a salire aiutandomi col croll, il pozzo e’ costellato di frange appuntite e taglienti che comunque offrono numerosi appigli. Arrivato alla fine della corda grido la libera a Marco e mi attardo qualche secondo a contemplare il lavoro fatto oggi, posso dirmi soddisfatto. Andare in grotta ad allargare strettoie, anche se raramente, molto raramente, pero’ qualche soddisfazione ogni tanto la da’! Esco fuori dalla zona scavi ed inizio a recuperare i materiali. Compongo uno zaino che pesa un quintale e poi inizio a risalire con molta cautela. Arrivato al punto stretto, quello allargato da amici speleo ancora senza nome (che ringrazio nuovamente!) vedo con occhi nuovi i sassi ammucchiati. Non ha piu’ senso tenerli la’, la prossima volta come prima cosa li buttiamo giu’, mi riprometto. Il pozzetto che porta all’altezza delle salette laterali lo risalgo mettendo il croll, non si sa mai. Mentre Marco arriva, affronto la risalita successiva e quindi la strettoia laterale che mi porta sullo scivolo di fango. Aspetto Marco. Per ingannare il tempo fotografo un paio di ragni, probabilmente gli stessi dell’andata che hanno finito di sistemare il bozzolone. 320ragniQuando lo sento che litiga con la strettoia mi preparo, appena spunta con la testa fotografo anche lui. 330marcouscitastrettoia Mentre sale lo scivolo di fango recupero la mia attrezzatura. La risalita del pozzetto e’ questione di un attimo… e quindi uscimmo a riveder le stelle!!! Fuori e’ buio ma la temperatura e’ mite. Ci cambiamo, io mi tolgo solo l’imbrago e ricompongo lo zaino per la discesa. Il ritorno alle macchine e’ semplice, lasciamo la grotta, raggiungiamo la cresta e poi scendiamo giu’ per la pietraia spostandoci lateralmente sulla sinistra. A meta’ discesa scivolo sui sassi e cado. Non mi faccio male ma, come scopriro’ in seguito, becco una qualche pianta spinosa che mi riempie la mano di minuscoli aculei fastidiosissimi. Continuiamo la discesa fino ad intercettare il sentiero segnato e poi proseguiamo con lui fino alla meta. Alle macchine finalmente indossiamo con piacere dei vestiti asciutti. Approfittando del clima mite ci prendiamo molto tempo per sistemare tutto. Ogni tanto guardiamo verso l’alto per vedere se si scorgono le luci dei nostri amici. Una volta finiti i preparativi aspettiamo ancora un poco dentro la macchina, ancora non si vedono. Che facciamo? Sicuramente si sono attardati nel fare il rilievo e poi se la prendono comoda, tanto non devono tornare a Roma. Alla fine partiamo. Pero’ e’ tardi, abbiamo fame e voglia di festeggiare in qualche maniera. Chiamo a casa per avvertire che vista l’ora tarda abbiamo deciso di concederci una sostanziosa cena alla mitica “Sbirra”. Concludiamo cosi’ degnamente una giornata gia’ molto positiva. Che altro dire, una magnifica giornata a cui spero ne seguiranno altre di entusiasmante esplorazione. Come al solito quindi vi saluto con un “Alla prossima”!!!

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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Una risposta a Cavoni – 26/10/2013

  1. grottambulo ha detto:

    Bravissimi, complimenti, si apre una nuova stagione di esplorazioni
    Complimenti sopratutto per l’ostinazione vista la distanza della grotta dalle auto
    Pozzi profondi per tutti

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