Uscita di corso a Erebus con Flavia, Luana, Giorgio, Claudio, Adriano, Ivano ed io.
La mattina quando mi sveglio non sono propriamente fresco e riposato. Sono stato in grotta anche ieri e ho recuperato poco. Il ritorno all’ora solare mi aiuta, ma poco. Mi sveglio comunque alle 5.30, le 6.30 del giorno prima, l’ora solita. Dopo essermi rotolato un po’ nelle coperte decido che devo alzarmi, una lunga doccia completa l’opera. Colazione in famiglia, poi prendo la macchina e vado all’appuntamento a Settebagni. In verita’ avevo detto al Signore Anziano, alias Nonno Giorgio che ci saremmo visti direttamente a S. Oreste ma visto che mi sono svegliato per tempo ne approfitto. Quando arrivo sono in anticipo e ancora si vede nessuno. In compenso non c’e’ posto per parcheggiare. Mi addentro un po’ lungo la via prima di trovare posto. Visto che c’e’ da aspettare mi metto a districare l’attrezzatura dal fango di ieri e poi preparo lo zaino. Dopo questi preliminari me ne ritorno in zona bar. Finalmente Nonno Giorgio compare all’orizzonte con la sua macchina dal colore inconfondibile. Salgo a bordo per accompagnarlo a parcheggiare ma e’ cosa da pochi secondi, lascia la macchina alla meno peggio quasi davanti al bar. Mentre offre la colazione ci aggiorniamo reciprocamente, lui mi dice chi siamo oggi ed io gli racconto di ieri. Passiamo poi a chiacchiere varie di ordinaria vita spelea e non. Nel frattempo finiamo la colazione e torniamo in strada, iniziano ad arrivare gli altri in rapida successione ecco Luana poi Adriano e quindi Ivano. Luana ci informa che Claudio e’ ancora in cerca di parcheggio ma eccolo che si presenta anche lui. Manca solo Flavia. Inganniamo l’attesa con qualche altra chiacchiera. Eccola che arriva pure lei con il suo macchinone. Dopo i saluti, con Nonno Giorgio vanno al bar per un doveroso caffe’. Segue poi una fase piu’ o meno concitata in cui organizziamo le macchine ed bagagli. Claudio e Luana dopo la grotta hanno intenzione di andare a Canepina (ciao Netta!) alla sagra della castagna e quindi andranno con la loro macchina. Ne rimangono 5 di noi. Visto che la macchina di Flavia e’ ben capiente decidiamo ci stiparci tutti da lei. Veramente Flavia non sente la mia adesione e, quando vado alla mia macchina per recuperare lo zaino, per poco mi lascia a piedi! Fatto il carico, partiamo alla volta di S.Oreste. Io me la dormicchio un po’ partecipando saltuariamente alla chiacchiera comune. S.Oreste e’ completamente circondata da qualcosa che non saprei dire se e’ nebbia o nubi basse. In paese c’e’ visibilita’ ma tutto intorno e’ di un “incoraggiante” grigio uniforme. Anche le ragnatele soffrono l’umidita’!
Sbrighiamo le incombenze; recupero della chiave della sbarra dai vigili, cappuccino, pizza e finalmente siamo pronti. Nuovamente inzeppati in macchina, saliamo. Allo spiazzo dell’eremo procediamo alla vestizione, la temperatura non e’ per nulla rigida. Siamo pronti? Si parte! Salendo siamo sempre circondati da una coltre grigia. Anche qui la visibilita’ e’ buona per almeno un centinaio di metri ma oltre si vede solo questo grigio lattiginoso. Salendo verso l’eremo in vetta mi diverto ad indicare a Ivano e Adriano, che sono sul Soratte per la prima volta, alcuni luoghi che ci circondano e che loro per il momento non possono vedere. Una volta scavallato procediamo di buon passo sul sentiero. Al primo ometto di pietre che si incontra sul sentiero siamo arrivati, giriamo a sinistra per l’imbocco dell’Erebus che si palesa pochi metri dopo la svolta.
Ci prepariamo alla svelta. Contrariamente alla mia intenzione iniziale mi offro (o vengo offerto, non ricordo!) per l’armo. Frego la chiavetta d’armo a Nonno Giorgio, acchiappo quel che resta di Mhahrhthah Laccamuta (la fida corda che ci ha fatto tanta compagnia al Fatiglio). Dico quel che resta perche’ e’ gia’ stata tagliata in quanto lesionata. Purtroppo esaminandola scopriamo altre 2 lesioni. Per ora rimediamo con 2 nodi che isolano il danno ma poi al gruppo credo che bisognera’ darle “un taglio”, anzi piu’ di uno, povera Mhahrhthah! Si parte dall’albero e si fraziona all’inizio del pozzo iniziale. Il primo dei nodi che isolano le lesioni lo facciamo capitare li vicino cosi’ non da’ fastidio. Arrivo alla base e proseguo per lo scivolo. Il secondo nodo “isolante” capita proprio in corrispondenza dell’armo del secondo pozzo. Bene, cosi’ anche lui e’ sistemato e non portera’ fastidi durante la progressione. Mentre sistemo il secondo pozzetto vengo raggiunto da Flavia. I nostri “corsari” sono entrati in azione. E’ ufficialmente iniziata l’uscita, eccoli ancora freschi e riposati dopo il pozzetto iniziale
Inizio a scendere, a meta’ pozzo ci vorrebbe un deviatore, mi consulto con Flavia. Ma si, e’ un corso, invece del deviatore mettiamoci un frazionamento bello scomodo!
Alla base del primo pozzo c’e’ un altro scivolo di pochi metri e poi parte il terzo pozzo. Mentre Nonno Giorgio e Flavia sono impegnati a seguire i nostri apprendisti speleo ho un po’ di tempo a disposizione. Di materiale ce n’e’ in abbondanza, sul pozzo armo 2 vie cosi’ si potra’ scendere in contemporanea. Nel frattempo Adriano e Ivano si sono disimpegnati dal secondo pozzo e mi raggiungono. Sperimento la doppia via con loro. Scendo prima con Adriano, risalgo e ripeto la discesa con Ivano. Li lascio ben assicurati e con l’indicazione di non muoversi e torno indietro al secondo pozzo, Luana e’ scesa troppo con il discensore ed e’ un po’ in difficolta’. Tra Flavia e me riusciamo a darle le giuste indicazioni per sbloccarsi ed arrivare a meta. Porto anche lei alla doppia, scendiamo, e la lascio assicurata in compagnia dei suoi “colleghi”. Anche Claudio ha scelto la via difficile per passare il frazionamento. E sceso troppo, ma sembra riesca a districarsi. Anche lui alla fine arriva. Infine siamo tutti alla base del secondo pozzo. La prosecuzione non e’ intuitiva ma poi si rivela essere l’unica. Ci si infila in un angusto pertugio tra massi di crollo e si fa una curva a 90° trovandosi con i piedi a cercare appigli per scendere un saltino, tutto sommato e’ piu’ semplice di quanto sembra. Flavia, che si ricorda la grotta meglio di tutti, ispeziona il posto e spiega come si affrontano curva e saltino e quindi proseguiamo. Vado avanti per continuare con l’armo. C’e’ un pezzo di meandro, a meta’ si deve arrampicare un po’ perche’ sulla destra c’e’ una piccola voragine. In tutto saranno 10 metri di cammino. Si arriva ad una fessura verticale di circa 3 metri da affrontare alla egiziana, ma non e’ eccessivamente stretta. Dopo la strettoia ecco un altro pozzo. Mentre mi accingo ad armarlo arriva Flavia. Mi indica un attacco a mezza discesa che pensavo ci dovesse essere ma che non avevo ancora individuato. Scendendo lo utilizzo per mettere un deviatore, corto corto, cosi’ anche lui e’ ben scomodo! Alla base del pozzo e’ pieno di buchi e buchetti,
siamo nei pressi degli ambienti centrali della grotta. Non ricordo di averli frequentati ma a vederli sulla cartina sembrano delle profonde fratture, non troppo larghe, che si scendono con uno slalom tra i sassi incastrati. Attrezzo una sosta per i corsari che intanto iniziano ad arrivare.
Nonostante il perfido rinvio in breve siamo tutti riuniti e facciamo uno spuntino.
Pensavo di avere della cioccolata pero’ mi sbagliavo, Claudio gentilmente mi offre della pizza. Ne prendo poca, mi devo tenere leggero per cena! Durante la pausa decidiamo che possiamo terminare la discesa e prendere la via del ritorno. Risalgo e aspetto. Arriva Flavia, concordiamo che io andro’ avanti passando la strettoia ed accompagnero’ i corsari attraverso il pertugio fino alla base del pozzo successivo. Arriva Ivano, lo scorto, lasciandolo poi alla base del pozzo successivo, quello con 2 vie armate. Mi raccomando con lui che resti allongiato in sicurezza e torno a prelevare il successivo, ardito, corsaro. Arriva Claudio, scorto anche lui non senza fargli una foto mentre esce dalla strettoia.
La scena si ripete con Luana, con strettoie ed arrampicate si trova decisamente piu’ a suo agio che non sulle corde. anche lei si merita qualche foto.
Visto che alla base del pozzo oramai c’e’ un bel gruppetto inizio a far risalire Claudio. Anche se ancora con qualche esitazione sui frazionamenti se la cava egregiamente. Lo lascio allongiato in sicurezza con la raccomandazione di non muoversi. Scendo e ingaggio Luana per la risalita. Mentre saliamo arrivano anche Adriano e Flavia. Nonno Giorgio rimane indietro a disarmare. Anche Luana passa indenne il frazionamento con uscita laterale dal pozzo. Mentre lei e’ impegnata strapazzo un po’ Claudio che mentre ero giu’ si e’ spostato alla base del pozzo successivo. Di per se’ quello che ha fatto Claudio e’ nulla di male, ma durante il corso si devono seguire alla lettera le indicazioni degli istruttori altrimenti le possibilita’ che qualcuno si faccia male aumentano in maniera esponenziale. Come dicevo quindi, lo tratto un po’ male cercando di fargli capire l’errore che ha fatto. Flavia inizia a risalire con Ivano e Adriano. Noi ci spostiamo alla base del pozzo successivo, quello con il frazionamento fetente. Claudio se la cava bene.
Luana, non appena riesce a trovare la giusta posizione per togliere la longe, passa il frazionamento e ci raggiunge. Oramai siamo in dirittura di arrivo, fuori c’e’ ancora la luce.
In pochi minuti siamo tutti fuori a goderci il tepore. La coltre bianco-grigia che ci avvolgeva quando siamo entrati ora e’ quasi dissolta. Mi piazzo comodo all’uscita del pozzo d’ingresso e scatto una foto ricordo ai nostri corsari, eccoli in ordine di apparizione!
Finalmente rivedo anche Nonno Giorgio che finisce di disarmare, non perdo l’occasione per immortalarlo.
Naturalmente non poteva mancare la foto di gruppo.
Disbrigate tutte queste doverose e simpatiche faccende, rifacciamo i materiali, zaino in spalla e prendiamo il sentiero del ritorno. Ora possiamo anche vedere qualcosa del panorama che si gode dal Soratte e quel che avevo descritto “alla cieca” durante l’andata. Alle macchine ci cambiamo e poi scendiamo in paese. Il primo giro e’ per restituire la chiave ai vigili. Partiamo tutti assieme ma alla porta del centro storico mi distraggo parlando al telefono con la mia dolce meta’ e mi perdo la compagnia. Non vedendoli nei dintorni e non sapendo dove sia la sede dei vigili aspetto un po’, poi vado spedito al ristorante di Alessandro (Alessandro al campanile, ottimo!) sperando si siano diretti la’. Chiedo dei miei amici, naturalmente non si sono visti. Annuncio ad Alessandro che a breve piomberemo da lui e poi torno indietro. Li ritrovo che stanno tornando dalla sede del comune, dove c’e’ l’ufficio dei vigili. Dopo essermi lasciato prendere un po’ in giro per essermi perso, accompagno Nonno Giorgio a prendere un pezzo di pizza che poi dividiamo fraternamente. Flavia inorridisce minacciando ritorsioni se poi al ristorante lasciamo qualcosa. Non mi impensierisco perche’ la mia fame ancora non e’ affatto placata! Perdiamo ancora una mezza ora per dare tempo ad Alessandro di preparare ma poi ci dirigiamo decisamente alla volta del ristorante ed in pochi minuti siamo a bussare alla sua porta. La cena e’ abbondante ed allegra ma non sto a tediarvi oltre con i particolari luculliani!!!
Con questo vi saluto, come sempre, alla prossima!