Con Ferdinando, Gabriele e Luna. A rivedere alcune grotte, tra le quali Peppino Pedrini, spesso nominata da Gabriele e finora mai vista.
C’e’ tempo da lupi ma la segregazione forzata di questo periodo ci ha resi impazienti di fare del movimento, quindi di buon mattino ci incontriamo per andare a fare un giro a Monte Livata. Arrivati al parcheggio dove di solito si lasciano le macchine per andare a pozzo Doli, ci prepariamo mentre il tempo ci promette difficolta’ nelle vesti di vento forte, nebbia e pioggerella ghiacciata. Pronti. Invece di lasciare la strada alla prima curva, per andare a pozzo Doli, la proseguiamo fino alla cresta dove c’e’ una postazione di antenne che si vedono scomparire a tratti tra la nebbia. Lasciamo la strada, che finisce la’, scavalchiamo la cresta e scendiamo dal lato opposto da cui siamo venuti. Dopo una non lunga discesa arriviamo ad un buco nel terreno nascosto da rami.

Mi avvicino per vedere meglio. Non mi sembra un gran che.

E invece mi sbaglio, quella e’ la “celeberrima” grotta “Peppino Pedrini” di cui Gabriele spesso parla.

Una pietra accanto al buco porta addirittura inciso il nome della grotta.

Dopo aver omaggiato la grotta con la nostra visita, riprendiamo il giro continuando la discesa

Facciamo un largo giro cercando grotte segnate sullo stracolmo GPS di Gabriele.

Arriviamo ad un laghetto artificiale dove ne e’ segnalata una.

Scendiamo per cercarla.

Al punto puntato dal GPS pero’ c’e’ nulla. Inizia a piovere seriamente.

Prendiamo la via del ritorno. Indosso il poncho per non bagnarmi troppo.

La risalita tra vento, pioggia e nebbia a banchi non e’ delle piu’ agevoli. Il pocho protegge dalla pioggia, pero’ da’ al vento un’ampia superficie su cui spingere. Ad una ventata piuttosto robusta mi ritrovo a terra, il ginocchio atterra su uno spuntone di roccia. Non che in quel punto ce ne fosse penuria, ma riesco a beccare il piu’ aguzzo. Sanguinante, ma piu’ nell’orgoglio che altro mi rialzo con il fermo proposito di munirmi di ginocchiere per la prossima volta.
Tornati alle macchine ci cambiamo svelti per andare a prendere uno spuntino al primo bar disponibile. Insomma un bel giro anche se il tempo non ci ha assistito molto. Alla prossima.