Continuano scavi ed esplorazione alla Piccola Cretarossa dopo gli interessanti sviluppi della precedente uscita. Con Maurizio, Mario, Francesco, io e Luna.
Prima di raccontarvi di questa uscita ho piacere di condividere con voi la relazione della precedente uscita fatta il 6 agosto, in cui io non ero presente. La relazione e’ stata scritta da Giuseppe:
Come al solito quando sono ispirato butto giù due righe, che poi diventano quattro…
Partiamo da Roma io (Giuseppe) e Gabriele e ci dirigiamo ad Agosta dove ci attende Mario con suo figlio Francesco. Arrivati a casa di Mario, ci informa che il giorno prima c’è stato un incendio vicino Subiaco e che quindi la strada per salire a Monte Livata non è percorribile. Infatti dal belvedere è ben visibile una grande nuvola di fumo. Decidiamo quindi di prendere in alternativa la strada che passa per la villa di Nerone, i monasteri e sale a Livata dai Fondi di Jenne e raggiungiamo Maurizio che ci sta aspettando da un po’. Cominciamo a vestirci e sentiamo avvicinarsi delle voci familiari. Sono Valerio e Livia che sono passati a salutarci prima di andare verso altre grotte. Con l’aiuto di Valerio predisponiamo la teleferica che servirà per tirare fuori i secchi pieni di terra e sassi. Maurizio è subito pronto ed entra per primo, io lo seguo dopo qualche minuto. Non vedo l’ora di entrare nella nuova saletta che è stata aperta con l’ultima sessione di scavo. Appena sceso trovo il pozzetto iniziale sgombro dai sassi accatastati precedentemente e un’apertura sul fondo che porta alla nuova saletta. Qui c’è Maurizio che comincia a scavare dalla parte che sembra essere più promettente in quanto sulla parete è presente una colata calcitica di dimensioni importanti, il che fa pensare ad un grande lavoro da parte dell’acqua. Mentre Maurizio riempie i secchi io li accompagno verso l’uscita, ma a causa della non perfetta verticalità del tiro si rende subito necessaria un’altra persona. Ci viene in aiuto Gabriele, mentre Mario e Francesco recuperano il materiale all’uscita. L’ambiente è stretto e poco agevole allo scavo ma non ci scoraggiamo, dopo un’oretta Maurizio chiede il cambio, quindi io passo allo scavo e lui alla gestione dei secchi. La sintonia della squadra fa salire e scendere i secchi rapidamente. Dopo un po’ Gabriele chiede il cambio e viene sostituito da Francesco. Continuo a scavare seguendo il profilo della parete finchè, togliendo un pezzetto di una concrezione concava ficcata nel terreno, si apre un foro di circa 5cm di diametro che prosegue orizzontale dal quale soffia indubbiamente aria fredda. L’entusiasmo comincia a farsi sentire, la direzione sembra essere quella giusta, ma per poter allargare il foro è necessario prima togliere altra terra per lavorare comodamente. Proseguo quindi lo scavo per tutta la superficie e cominciano ad affiorare alcuni massi più o meno grandi, ognuno tolto con attenzione e suspense. Finalmente viene mossa pietra giusta che apre un altro foro, questa volta facilmente allargabile ma soprattutto verticale! Anche da questo soffia una insistente aria fredda. L’euforia è tanta, ma la stanchezza di più, quindi desisto e chiedo il cambio a Maurizio. Intanto diamo notizie verso l’esterno dove Mario e Gabriele erano incuriositi dal rallentamento nelle operazioni. Solo pochi minuti e l’apertura è abbastanza grande da lasciar intravedere la prosecuzione: pareti bianche, pulite, si allargano per un paio di metri e poi giù l’imbocco di un pozzo largo circa un metro e mezzo. Buttiamo subito dei sassi per valutarne la profondità: saranno una decina di metri, ma presumibilmente c’è uno scivolo che li blocca. Speriamo non sia il fondo! Anche se il foro è adesso abbastanza largo, alcuni speroni di roccia non permettono il passaggio e gli strumenti che abbiamo non sono molto efficaci. Inoltre siamo stanchi, quindi decidiamo di rimandare alla prossima sessione, per lavorare in sicurezza dovremo togliere ancora della terra ma soprattutto a questo punto è necessario armare. Io e Maurizio usciamo soddisfatti mentre Mario e Gabriele si vestono, sono curiosi di vedere l’esito del lavoro. Dichiariamo terminati i lavori per oggi, raccogliamo tutto il materiale e ci dirigiamo a Livata in cerca di un posto dove festeggiare e fantasticare sulla prosecuzione della grotta mentre recuperiamo le proteine spese. Siamo tutti convinti che questa grotta abbia del potenziale e ce lo sta dimostrando ad ogni uscita. Per il momento “la grotta continua…”
Grazie Giuseppe!
Ma ora veniamo alla nostra uscita. Io e Luna arriviamo al bar di Livata con largo anticipo e ci disponiamo ad attendere gli altri. Luna ne approfitta per farsi una corsa sfrenata sui prati dietro al bar. Arriva prima Maurizio e quindi Mario con Francesco. Terminata la colazione e l’approvvigionamento andiamo alla grotta dove iniziamo a prepararci. Per il momento entreremo solo Maurizio ed io mentre Mario e Francesco rimarranno a farci assistenza all’esterno.
Entro ed arrivo svelto al pozzetto aperto la volta scorsa. Ho molto piacere nel “conoscerlo” ed altrettanto nel gustare l’aria fredda che mi soffia in faccia facendomi favoleggiare di chissa’ quali abissi che la generano. Mentre sono immerso in questi pensieri golosi il buon Maurizio mi raggiunge. E’ il momento di lavorare un po’. Il buco infatti e’ ancora stretto e ci si lavora male, dobbiamo scavare via della terra intorno al buco per poter poi lavorare piu’ agevolmente.
Lavorando di buona lena tutti quanti facciamo una catena efficientissima, io riempio le cofane di terra, Maurizio le guida verso l’esterno mentre Mario e Francesco hanno l’ingrato compito di tirarle fino a su. Ogni tanto ci diamo il cambio a scavare terra, scende anche Mario a dare una mano. In un paio d’ore, dopo aver ricavato spazio sufficiente, iniziamo a lavorare al buco vero e proprio. Alla fine riusciamo ad ottenere uno spazio praticabile, anche se ancora stretto. Francesco ci avvisa che fuori inizia a piovere, devo andare un attimo su per sistemare Luna. Esce anche Mario e lasciamo Maurizio a sistemare gli attacchi per poter scendere. Mario e Francesco hanno un impegno nel pomeriggio quindi ci salutiamo promettendo loro che li aggiorneremo su eventuali novita’.
Quando torno e’ tutto pronto, si deve solo mettere la corda e scendere.
Maurizio si e’ impossessato della fotocamera per documentare l’inizio dell’esplorazione del nuovo tratto di grotta.
Vado. L’ingresso non e’ proprio agevole ma e’ fattibile.
Passato!
Prima di proseguire vedo se e’ possibile allargare ancora un poco il passaggio dalla nuova posizione e di pulire da sassi in bilico. Per fortuna scendendo sembra essere piu’ largo.
Inizio a scendere. Sotto di me c’e’ una cengia e per continuare a scendere dovro’ spostarmi di lato di almeno un metro. Cerco un posto per un deviatore. Una concrezione forma un attacco naturale che sembra fare al caso nostro. Maurizio mi passa un cordino e provvedo. Per il momento sembra buono, poi vedremo. Arrivo sulla cengia di terra e continuo l’opera di pulizia. La discesa, come avevo visto, continua ad un metro da me. Le pareti della grotta si avvicinano a formare un laminatoio verticale. Le pareti pero’ sono lisce e distano tra loro almeno 40cm, non dovrebbe essere un problema passare. Ci provo. Il passaggio stretto e’ di pochi centimetri quindi me la cavo con solo pochi sbuffi e lamenti. Dopo il breve punto stretto mi ritrovo in una sala a pianta grossolanamente ovale. Avverto Maurizio ed inizio a guardarmi attorno.
A tutta prima la grotta sembra terminare qua. La base della sala e’ piana e non sembrano esserci prosecuzioni evidenti. Non mi perdo d’animo ed aspettando Maurizio cerco l’aria. Ecco, sembra proprio che l’aria venga da qua.
Inizio a togliere qualche sasso e l’aria aumenta. Che bello!
Per fortuna si tratta di un mucchio di sassi che si tolgono facilmente e con l’aiuto di Maurizio in pochi minuti abbiamo ricavato una apertura utile a continuare. Sotto di noi c’e’ un saltino di un paio di metri ed un’altra sala minuscola. Anche la saletta sotto di noi sembra non avere prosecuzioni, ma oramai abbiamo capito il trucco e non ci allarmiamo piu’ di tanto. Decidiamo di armare il saltino. Maurizio provvede a mettere un fix che doppiamo con un cordino su naturale. Armiamo la discesa con l’avanzo della corda con cui siamo scesi fin qua. quando tutto e’ pronto, scendo.
La situazione si ripete identica altre 3 volte, ogni volta trovo un restringimento con aria facilmente allargabile. Fortunatamente per i saltini successivi non serve la corda altrimenti non avremmo potuto scenderli. Abbiamo terminato tutto, fix, placchette e corda.
Maurizio mi segue con la sua consueta flemma mentre imperverso con la fida mazzetta sulle rocce che mi ostacolato. L’aria e’ sempre presente a rinnovare le nostre speranze.
L’ultimo passaggio che affronto e’ il piu’ ostico ed impiego parecchio tempo a ricavare uno spazio utile al passaggio. Alla fine la strettoia ed io giungiamo ad un compromesso, mi sottopongo alla fatica di togliere l’imbrago e lei mi concede il passo.
Arrivo all’ennesima saletta, l’aria proviene da una ennesima spaccatura. Nonostante l’entusiasmo devo riconoscere che sono sfinito. Per oggi l’esplorazione termina qua.
Tornando indietro cedo di nuovo il comando della fotocamera a Maurizio il quale mi riprende mentre cerco di uscire dall’ultima saletta, quella col passaggio stretto.
Ecco che prendo posizione.
Risalire mi costa un mucchio di sbuffi e lamenti ma alla fine passo.
Ecco il passaggio in tutta la sua “strettitudine”.
Riprendo il comando della fotocamera per ricambiare il favore e fare una foto a Maurizio.
Iniziamo a risalire, stanchi ma felici. Questo e’ l’ultimo pozzetto armato dopo averlo allargato a forza di braccia.
Vado per primo poiche’ Maurizio si offre di disarmare. Strada facendo faccio foto. Questo e’ il primo pozzo armato con il deviatore su naturale.
L’uscita dal primo pozzo non e’ propriamente agevole, pero’ anche lui si passa con un poco di sbuffi ben assestati.
La risalita in arrampicata per uscire e’ oramai routine. In pochi minuti siamo fuori ed iniziamo a sistemare le nostre cose.
Un selfie per terminare questa bella uscita ci vuole proprio.
Insomma, a dirla come il buon Giuseppe, ancora per oggi “la grotta continua”. Alla prossima!