Inferniglio, Cavorso ed Arcinazzo- 08/04/2017

Con Gabriele a fare qualche giro per i Simbruini. Prima all’Inferniglio con Isabella, Domenico e Mario per accompagnare all’Inferniglio alcuni soci del CAI Tivoli. Quindi al Cavorso a far visita a Nerone ed Elia. Ed infine ad Arcinazzo per 4 chiacchiere sulle grotte locali con Mimmo.

La mattina verso le 9 Gabriele passa a prendermi. All’uscita dell’autostrada facciamo sosta per una veloce colazione poi proseguiamo per Subiaco dove facciamo un’altra sosta per prendere il canotto in sede. Equipaggiati di tutto il necessario andiamo all’appuntamento davanti alla villa di Nerone, no, non il nostro, si tratta dell’imperatore romano! Qui incontriamo tutto il resto del gruppo. Un rapido saluto e ripartiamo. Allo spiazzo vicino la grotta facciamo campo base per prepararci. Prima di indossare la muta vado a fare un giro verso l’Aniene che scorre poco sotto di noi. Bei posti, non c’e’ che dire. Peccato non aver portato la muta completa, altrimenti un tuffo lo avrei fatto volentieri. Andiamo a cambiarci, va…Alle macchine ferve l’attivita’. Quando siamo tutti cambiati Gabriele si incarica del briefing ovvero dello spiegone prima della grotta. Nel frattempo inizio a rendermi utile portando il canotto vicino all’ingresso. Torno in tempo per il termine del briefing, ci avviamo tutti verso la grotta. Con rapidita’ ed efficienza il canotto viene gonfiato a dovere. Ultimi preparativi. E poi via. Stiamo entrando in grotta. Poco prima di entrare ci si avvicina una gitante solitaria, e’ venuta a visitare l’ingresso della grotta ed e’ incuriosita dai nostri preparativi. Visto che stiamo entrando le chiedo se vuole sbirciare dentro anche lei per il primo tratto. Acconsente. Le mostriamo il lago mentre il gruppo si addentra. Fatto il mio dover di ospite, la lascio alle cure di Domenico che oggi non entrera’ in grotta per un fastidioso mal di schiena. Sapremo poi da lui di aver avuto una presenza internazionale poiche’ la ragazza e’ brasiliana.  Al laghetto ci distribuiamo i compiti, Gabriele, l’unico con la muta intera, sara’ il motore del canotto. Io saro’ all’arrivo per far sbarcare i nostri amici. Mentre Gabriele completa i preparativi, io attraverso svelto camminando sulle tavole semi-sommerse. Rispetto alla scorsa visita il livello dell’acqua e’ calato di almeno un palmo, ci si bagna fino a meta’ polpaccio. Presa posizione, diamo inizio al traghettamento. Il canotto e’ ampio e con 2 viaggi terminiamo. Terminato il primo trasbordo, Isabella, che ne faceva parte, va un poco avanti per tenere a bada i neo-esploratori che scalpitano. Arriva la seconda “ondata”. Gabriele guida il canotto con destrezza. Ora sta facendo le manovre per ormeggiare e far sbarcare tutti in sicurezza.. Fatta la salita con l’aiuto della corda, ci assiepiamo di fronte all’ostacolo successivo, un breve laghetto facilmente passabile con qualche contorsionismo. Gabriele si rituffa in acqua per dare assistenza durante il passaggio. Io sorpasso tutti per andare a fare accoglienza dall’altra parte. Ne approfitto per una foto al laghetto che stiamo per passare. Ecco il passaggio del contorsionismo. Nell’attesa che passino tutti facciamo sosta in ordine sparso. Riformiamo il gruppo per uno spiegone da parte di Gabriele. Mentre Gabriele spiega mi apparto un attimo per recuperare il cavalletto ed applicarlo alla fotocamera. Litigo poi con lei per ritrovare l’impostazione con tempi lunghi che mi serve. Quando il gruppo e’ quasi pronto a ripartire, sono pronto anche io. Faccio una foto di prova  ai laghetti appena passati poi rientro nei ranghi, chiudero’ la fila scattando foto. Gabriele ha quasi terminato di parlare di stalattiti e stalagmiti. Ripartiamo. Il tratto da percorrere non e’ lungo, pero’ e’ interessante e divertente per chi e’ alle prime esperienze. Passiamo accanto ad un altro laghetto poco profondo. Aspetto che passino tutti per tentare di nuovo una foto. Provo a scattarne alcune con il gruppo, pero’ i tempi lunghi ed il movimento non si conciliano affatto. Colleziono un sacco di “fantasmi”.  Questa e’ capitata in un momento di sosta, quasi buona. Anche questa potrebbe essere peggio. Ci fermiamo di nuovo tutti quanti, e’ arrivato il momento di “vedere” il vero buio. Spegniamo tutte le luci ed osserviamo un minuto di silenzio. E’ sempre affascinante e rilassante sentire la voce della grotta in questo buio inconcepibile all’esterno.  Finita anche la prova del grande buio riprendo a fare foto. Nel frattempo Gabriele termina il suo spiegone. Vado avanti a fare foto. Oramai siamo quasi al traverso. Anche oggi ci fermeremo dove inizia la corda. Ecco la corda del traverso. Faccio un salto a vedere in che stato sono gli attacchi del traverso. Non molto bene, devo dire. Aveva ragione Nerone nel dire che e’ il caso cambiarli. Riprendiamo la strada del ritorno. Io, che chiudo la fila, mi diletto a fare qualche foto. Qualcuna e’ venuta carina, ve le propongo senza troppe chiacchiere. Eccoci di nuovo in zona laghetto. Dobbiamo affrontare il passaggio scomodo e poi saremo al canotto.Questione di un paio di minuti ed eccoci in vista del canotto. E’ stato cosi’ gentile da aspettarci. Gabriele riprende il posto da “motore” del canotto immergendosi nell’acqua gelida ed iniziamo subito col primo viaggio. Mentre il canotto termina il suo viaggio ne approfitto per tentare alcune foto. Qua si vede bene il livello usuale dell’acqua. Fatto anche il secondo ed ultimo viaggio abbandono il presidio del molo di imbarco e traverso il lago usando la comoda passerella. Una rapida salita ci porta in vista dell’uscita. Prima di sgonfiare il canotto approfittiamo ancora di lui per una foto di gruppo. Per sicurezza ne facciamo anche un’altra, non facciamoci parlare dietro! Durante il breve tragitto di ritorno alle macchine proviamo a portare il canotto in piu’ persone ma a meta’ strada desistiamo, e’ meno complicato farlo da solo e poi non ha un peso proibitivo. Al campo base scendo direttamente all’Aniene per darmi una sciacquata. L’acqua sembra meno fredda rispetto alla volta scorsa. Un rapido cambio di abiti approfittando delle panchine poi ci mettiamo a prendere il sole gustandoci qualche chiacchiera. Isabella e Domenico prendono lezioni da Mario che insegna loro un esercizio per stirare la schiena. Una ultima tappa la facciamo alla vecchia mola, e’ la casetta proprio sotto di noi. Quello a sinistra, mi spiegano, e’ l’arco da cui usciva l’acqua canalizzata dopo aver mosso le pale del mulino. Questo e’ il vano in cui erano poste le pale del mulino. Pare fossero malridotte e che siano state definitivamente distrutte da ignoti vandali. Peccato. Il condotto di canalizzazione dell’acqua che alimentava la mola. Ora c’e’ una sorta di sbarramento. Visitata la mola, torniamo indietro. Sul ponte le nostre strade si dividono, il grosso del gruppo va a fare una passeggiata ricreativa per i sentieri lungo l’Aniene. Mario, Gabriele ed io, piu’ golosamente, riprendiamo le macchine per andare al ristorante di Valerio per salutarlo e gustare un buon piatto di fettuccine. Di questo lauto pasto non ho avuto cuore di fare foto, vi posso assicurare pero’ che e’ stato all’altezza delle aspettative. Dopo le fettuccine riprendiamo le macchine. La nostra meta e’ la grotta di Cavorso, in verita’ ha un nome piu’ complicato, ma non lo chiedete a me. Quando arrivo trovo un fervere di attivita’. Non ero mai capitato in un cantiere archeologico e rimango ad osservare a lungo un mucchio di giovani che lavorano stretti in pochi metri quadri. Ma quello lo conosco…e’ Elia! Anche lui e’ arruolato come archeologo?!? Non poteva mancare Nerone, anche lui dedito alla ricerca archeologica, chi lo avrebbe mai detto?Conosco anche l’archeo-professore a capo dello scavo, e’ simpatico e cordiale, ma non conoscendolo bene mi astengo dal fotografarlo. Vinta la titubanza iniziale gli chiedo permesso di entrare in zona scavi per dare uno sguardo. Uno dei ragazzi mi presta il suo casco per evitare che io possa farmi male in questo ambiente ostile. Peccato che il casco non abbia la luce. Intravedo la prosecuzione ma posso solo fare una foto col flash e tornarmene indietro…meglio cosi’, se dovessi inzaccherare i vestiti buoni potrei incorrere nelle ire di Betta! Uscendo faccio foto al cantiere ed al simpatico gruppo di giovani che vi lavora. Gabriele e Nerone sono persi in chiacchiere speleo-archeologiche. Purtroppo il tempo e’ tiranno e dobbiamo andare se non vogliamo dare buca all’ultimo appuntamento della giornata. Un saluto collettivo a tutto il simpatico gruppo archeologico e poi partiamo per le macchine. L’ultimo tratto di salita per Gabriele. Mario non e’ da meno. Eccoli insieme durante l’ultimo tratto di strada. Tanto per non perdere l’abitudine vado dalla parte opposta della strada dove c’e’ una spaccatura. E’ buio e si vede nulla, ci scatto una foto. Facciamo gli adeguati saluti con Mario poi prendiamo la strada per Arcinazzo. Nerone ha consigliato di proseguire dritti senza tornare indietro a Subiaco, e quindi di passare per gli Altipiani di Arcinazzo. Noi cosi’ facciamo. Eccoci infine alla piazza principale di Arcinazzo. Il nostro amico e’ gia’ qui che ci aspetta.  Ci propone di andare al bar per stare comodi e bere qualcosa. Sposo la sua proposta con entusiasmo, ho una sete da matti. Ecco Mimmo e Gabriele durante la chiacchierata sulle grotte del posto. Un incontro interessante e che magari potra’ avere qualche sviluppo in futuro. Ora pero’ si e’ fatto tardi, noi dobbiamo ancora fare un passaggio a Subiaco per posare il canotto in sede. Torniamo alle macchine, sempre chiacchierando di cose ipogee, e poi ci salutiamo. Eccoci infine a Subiaco. L’ultima tappa per portare a nanna il canotto.Quando si dice portare un canotto con eleganza.I muri che sovrastano l’ingresso della sede, sarebbero una buona palestra.
Ed ecco la sede. Il rientro e’ tranquillo, col sole che cala mano a mano che ci avviciniamo a Roma.Una giornata non molto impegnativa fisicamente ma indubbiamente variegata grazie alla verve organizzativa di Gabriele. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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