All’Arcaro con Diana – 26/11/2022

Una piacevole gita all’Arcaro in compagnia di Diana, Federico e Gabriele.

Ma chi sara’ mai Diana, vi direte…Vi svelo l’arcano dell’arcaro cominciando da lontano!

Questa estate ad un campo speleo vicino al Chiocchio ho rivisto Federico e conosciuto Diana. Con lei ci siamo simpaticamente presi in giro per tutto il tempo. Siamo ripartiti dal campo, ognuno per la propria strada, promettendoci una uscita in grotta assieme. Il tempo e’ passato, siamo in vista del Natale e il giorno giusto per rivederci e tenere fede al nostro proposito e’ proprio oggi!

Ma entriamo nel vivo della bella giornata che abbiamo avuto a dispetto del tempo poco favorevole.

La mattina Gabriele passa a prendermi e insieme andiamo a Ceccano dove abbiamo appuntamento con Diana e Federico. Il bar scelto per l’appuntamento e’ miseramente chiuso, quindi dopo esserci riuniti andiamo con le macchine a cercarne uno fruibile. Straordinariamente mi sono ricordato che non lontano ce n’e’ uno. Guido tutti al posto che ricordavo sbagliando strada solo un paio di volte. Un successone.

Dopo la colazione finalmente ci dirigiamo decisi e compatti alla Fontana del Gatto dove iniziamo a prepararci. La pioggia sembra intenzionata a risparmiarci. Silenziosamente ringrazio.

Ecco Diana e Federico mentre si controllano a vicenda l’attrezzatura prima di partire verso il buio dell’Arcaro. Diana si e’ preparata a questa uscita guardando il film “Sanctum” quindi e’ carica e pronta a tutto…anche se teme i discensori a causa dell’uso incauto che ne fanno i protagonisti del film.

Mentre importuno i miei amici mi ricordo anche di Gabriele. Non posso lasciarlo senza foto, lo becco ancora in vestizione semi nascosto dietro la macchina.

Prima della partenza una foto ricordo. Dalla faccia contrariata di Diana si capisce quanto ami essere fotografata.

Dopo la solita passeggiata, che ricordo sempre piu’ breve di quel che e’ in realta’, arriviamo all’ingresso della grotta. (Nota: i rovi sul sentiero d’accesso sono notevolmente aumentati, chi dovesse andare e’ meglio si porti un paio di forbici per decimare gli spini).

Gabriele arriva e inizia a sistemare gli attacchi per la partenza, intanto io mi dedico a sistemare un discensore sull’imbraco di Diana. Subito dopo passo a sistemare la corda di partenza e visto che devo avere le mani libere, cedo la fotocamera a Diana…e questo e’ il risultato!

Sistemata la corda “rapisco” Diana per farle vedere come si usa il discensore nonostante le sue vivaci proteste. La fotocamera passa a Federico che si sbizzarisce a documentare. Sull’imbraco di Diana ho montato uno degli innumerevoli discensori di Gabriele, e’ un modello con lo stop, che sinceramente conosco poco. Visto che Diana e’ mancina provo a montarlo in maniera che possa manovrare la corda con la sinistra. Non va bene, lo stop, almeno questo e’ studiato per essere utilizzato con la destra.

Poco male, lo smonto e lo rimonto in maniera canonica. Rifacciamo la prova. Nulla da fare, la leva dello stop rimane decisamente in posizione di riposo. Conclusione, Diana e’ troppo leggera per il discensore con lo stop.

A questo punto la soluzione e’ una sola, Gabriele cede “spintaneamente” il suo discensore “simple” a Diana e si prende lo stop.

Rimonto il tutto e rifacciamo la prova. Ora sembra ok.

Un ultimo spiegone sull’uso della longe e siamo pronti a partire.

Per primo scende Federico per fare sicura a Diana.

Diana ed io ci affacciamo sul pozzetto d’ingresso e Diana prova a scendere. Il discensore non ha nessunissima intenzione di farla scendere, troppo poco peso. Dopo un paio di prove mi rassegno e le rimonto il discensore a “C”. In questa maniera completiamo la discesa con soddisfazione di tutto il gruppo.

Scendo anche io e mentre aspettiamo Gabriele andiamo a dare uno sguardo al lato opposto della spaccatura, quello che di solito non si percorre.

Quando siamo di nuovo tutti assieme ci caliamo con attenzione nella direzione “solita”. Questa china diventa sempre piu’ scivolosa, tra poco servira’ una corda per scendere. Giusto una breve sosta al bivio per mostrare a Diana il pozzo che oggi salteremo. Poi proseguiamo la discesa a piedi fino al culmine del bypass per poi risalire sbucando quasi alla partenza del pozzo successivo.

Ancora una volta facciamo una sosta per compattarci, anche perche’ e’ Gabriele che porta lo zaino con le corde. Al suo arrivo iniziamo ad armare, lo facciamo in maniera corale, facendo ognuno il proprio. L’assolo finale per mettere la corda giu’ lo faccio io.

Ora che abbiamo la corda iniziamo ad usarla. Federico scende per primo e Diana lo segue. Dopo il primo pozzetto abbiamo rinunciato all’idea di utilizzare il discensore. La caliamo velocemente e in pochi minuti e’ vicina a Federico.

Scendo anche io e intrattengo i miei amici mostrando loro delle fantastiche concrezioni piene di cristalli. A mi piacciono molto e non manco mai di ammirarle e farle ammirare quando passo.

Tento una foto dedicata solo alle concrezioni ma il risultato rende poco l’idea.

Diana sembra interessata…

…quindi mi dilungo in chiacchiere e faccio altre foto “artistiche”

Arriva il buon Gabriele e ripartiamo, oramai ci siamo, manca un passaggio appena appena aereo che Diana affronta con determinazione passando in posti dove io mi sarei miseramente incastrato.

Dopo averlo passato dobbiamo salire la breve risalita di almeno 1 metro prima di arrivare alla risalita grande.

Arrivati alla base della risalita poggiamo gli zaini e ci godiamo un minuto di meritato riposo. Ma non possiamo indugiare troppo nell’ozio!

Frugo nello zaino per cercare la mazzetta, e’ il momento di usarla. La volta scorsa proseguendo sulla base della frattura su cui si forma la grotta ho incontrato un passaggio stretto che vorrei passare per dare uno sguardo oltre.

Armati di mazzetta e buona volonta’ andiamo avanti, e’ stretto come lo ricordavo ma non impossibile. Nei vari passaggi Federico si ritrova a passare avanti e, arrivati al punto stretto, inizia a tirarmi giu’ una gragnola di sassi di varie dimensioni. Quando e’ soddisfatto del proprio operato chiama avanti Diana per farla passare in esplorazione. Lei e’ rimasta dietro di me, ma riesce a insinuarsi avanti senza difficolta’. Superato anche Federico, passa senza fatica anche la strettoia. Purtroppo la sua esplorazione e’ di breve durata, poco piu’ avanti la frattura chiude senza scampo.

Con le pive nel sacco ce ne torniamo alla risalita. Oramai siamo in moto e non perdiamo tempo ad affrontarla. Sale per primo Federico, poi salgo io e insieme sistemiamo una corda di servizio con la quale tireremo su Diana. In cima mettiamo una carrucola, a un capo della corda il buon Gabriele assicura Diana, al capo opposto mi appendo io. Considerati tutti gli attriti, col mio peso riesco a far salire Diana a velocita’ adeguata, senza che parta come un missile. Per sicurezza monto il discensore sulla corda fissa, quella su cui ero salito poco prima. Federico mi avverte che la corda di servizio su cui siamo appesi Diana ed io struscia sulla roccia. Controllo, in effetti struscia, ma e’ a “lungo”, non ci sono spuntoni affilati e la corda scorre di continuo. Ce la possiamo fare. In un paio di minuti scarsi Diana e’ al sicuro vicino a Federico. Salgo nuovamente anche io e insieme andiamo a visitare la frattura parallela con le sue fantastiche concrezioni.

Dopo una breve visita scendiamo di nuovo a raggiungere Gabriele e goderci finalmente il pranzo. Diana e Federico hanno portato pizza per un esercito e alla fine mi faccio tentare anche io. Gabriele invece si dedica a spiegare a Diana la differenza tra stalattiti e stalagmiti. Faccio una foto a delle piccole stalattiti per documentare.

Dopo pranzo torniamo indietro. Gabriele rimane sempre ultimo a chiudere la fila, oggi l’ho trascurato fotograficamente parlando, quindi ogni tanto mi volto a immortalarlo.

Ma si, anche un’altra!

Davanti a me Federico arranca cercando di tenere dietro a una scatenatissima Diana, oramai padrona della grotta.

Per fortuna l’arrivo al pozzo lo aiuta e in breve siamo tutti assieme.

Anche questa volta utilizziamo lo schema collaudato.

Sale per primo Federico…

…che poi recupera Diana.

Io per ingannare l’attesa mi arrampico per un tratto seguendo Diana, poi mi fermo per fare foto a queste piccole “fette di prosciutto”, rotte senza apparente motivo.

Ancora una volta mi giro per una foto a Gabriele che attende paziente.

Diana e’ quasi arrivata sana e salva.

E’ il mio turno, recupero la corda e salgo anche io.

Mentre attendiamo Gabriele cerco di rubare una foto a Diana, ma ha deciso che ora non e’ il momento, quindi nonostante gli sforzi di Federico e miei non si concede alla fotocamera.

Arriva anche Gabriele e si dedica al disarmo del pozzo.

Io continuo nel cercare di rubare una foto a Diana e quasi ci riesco. Federico oramai e’ sfiduciato e rinuncia a mettersi in posa.

Terminato il disarmo del pozzo rimettiamo, o meglio Diana rimette la corda nello zaino e ripartiamo. Ora mancano solo il bypass, la salita scivolosa e il pozzetto d’uscita. Il bypass lo liquidiamo in breve tempo.

La salita scivolosa verso il pozzetto d’ingresso la affrontiamo con la dovuta attenzione.

…ma rimediamo ugualmente qualche scivolone su cui fare una risata.

Al pozzetto d’uscita come sempre sale per primo Federico. Stavolta passo la corda dentro un moschettone dell’imbraco di Diana e costringo Federico a fare sfoggio di forza erculea tirandola su di peso. Tento di documentare l’epica impresa con delle foto ma non ottengo molto.

Esco anche io. Appena arrivo su riprovo con le foto con risultati migliori.

Buon ultimo sale Gabriele. Tutti insieme disarmiamo e sistemiamo i materiali. Appena i lavori sono a buon punto Federico convince Diana a tornare alla macchina per cambiarsi prima che prenda freddo. Gabriele ed io li seguiamo appena terminato di “inzainare” i materiali. Strada facendo non poteva mancare la solita foto con panorama di Ceccano. Il tempo e’ rimasto nuvoloso ma non piove.

Ancora una foto a tradimento a Gabriele mentre camminiamo spediti verso le macchine. E’ meglio affrettarsi, nonostante l’impegno non molto gravoso devo dire di aver sudato e l’aria fresca inizia a darmi sensazioni di freddo.

Eccoci alle macchine. E’ tempo di cambiarsi, solo il tempo per una foto alla protagonista della giornata.

Fine di questa bella uscita atipica ma divertente. Il ritorno e’ tranquillo con una sola sosta al bar dell’andata per un veloce spuntino. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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