Corso 55 GSCaiRoma – Pretaro – 01/05/2022

La prima uscita in grotta per i nostri futuri astronauti e magari anche speleologi. Oggi siamo a Montebuono e andremo a visitare il Pretaro, o come lo chiamano da queste parti, “O bucu du vento”.

La mattina aspetto paziente da Roby Bar che arrivi il gruppone del corso. Se ho contato bene i corsisti sono 13, quindi con noi istruttori arriveremo almeno a una ventina di persone. Non sono poche, ma il Pretaro e’ generoso e accogliente, non ci fara’ pesare l’allegra invasione.

Ecco finalmente arrivare i primi 2 allievi, li sfrutto per aprire la giornata fotografica.

Quando iniziamo ad essere parecchi, spiego loro come trovare il parcheggio vicino alla grotta poi vado avanti per iniziare a prepararmi. Tempo un quarto d’ora e il piazzale e’ pieno di persone che si bardano per andare in grotta.

Nonostante qualche dubbio i nostri allievi indossano le attrezzature quasi senza sbagliare, si formano capannelli spontanei per un ultimo controllo e qualche raccomandazione.

La foto di gruppo non poteva certo mancare, siamo proprio un bel gruppo.

Dopo la foto di rito ci spostiamo in blocco davanti all’ingresso. Ci si organizza un poco, Salvatore distribuisce i compiti. Visto che per me questa e’ la grotta di casa, mio nonno era nativo di Montebuono, vengo scelto per andare avanti con Giulio per sistemare le corde. Giulio si occupera’ dell’armo, io gli faro’ da guida e da raccordo con gli altri. Lo scivolo d’ingresso viene lasciato senza corda ma i nostri intrepidi corsari uno scivoletto cosi’ facile nemmeno lo vedono. Giulio ed io scappiamo avanti, subito dopo l’ingresso, dopo un primo passaggio basso, c’e’ un saltino. Anche questo i nostri allievi lo passerebbero senza problemi, ma sono al corso e devono prendere confidenza con l’attrezzatura, quindi anche questo primo saltino viene armato. Mentre Giulio armeggia con corde e attacchi, visto che sono nullafacente avviso della mia intenzione di andare un attimo avanti e metto subito in atto il mio proposito. Arrivo al pozzetto. Tanto per cambiare lo avrei voluto armare dal tetto ma i fix sono letteralmente marci quindi desisto. Lascio il mio zaino a riposare e torno indietro. I primi allievi stanno impegnando la strettoia subito dopo il saltino. Noi istruttori diamo loro assistenza ma vedo che tutti passano senza particolari timori, o meglio, se li hanno non li mostrano. Ecco Paolo, uno dei primi ad arrivare. Giulio arriva, passa avanti e scende alla partenza bassa del pozzetto per armare.

Sistemata la corda, Giulio scende e attacca deciso l’armo del traverso. Io rimango in cima al pozzetto a sorvegliare i nostri pupilli. Ecco infatti Linda che si appresta a scendere. Devono ancora affinare la tecnica, ma gia’ vanno molto tranquilli.

Oramai, una volta partiti formiamo un lungo serpentone di speleo ma tutto sembra proseguire senza particolari intoppi. Mano mano che gli allievi affrontano il pozzetto gli istruttori si avvicendano alla sua partenza. Succede anche a me, quindi vado avanti. Sono al traverso quando Giulio annuncia di aver terminato tutti i moschettoni. Gli dico, urlo in verita’, di pazientare e torno indietro a chiedere. Sopra al pozzetto ora c’e’ Erika, chiedo a lei i moschettoni. Una rapida consultazione verso la coda del serpentone ci permette di appurare che il resto del materiale lo ha Michele nel suo zaino che pero’ al momento e’ indietro. Mentre tramite passaparola lo zaino di Michele viene fatto avanzare, Erika rimedia un paio di moschettoni dalla propria scorta “del non si sa mai” e me li passa. Riprendo la via del traverso e strada facendo recupero ancora 2 moschettoni sostituendo quelli messi da Giulio sul traverso con un paio di nodacci. Porto il bottino a Giulio che prosegue con l’armo. Il serpentone si scuote e riprende a muoversi. Prendendo uno dei passaggi alternativi vado alla base del primo toboga, sopra di me Giulio ha terminato di sistemare il traverso, ora pero’ c’e’ un altro piccolo problema, ci manca la corda per il toboga. Con un passaparola andata e ritorno ci arriva notizia che ora lo zaino di Michele e’ disponibile. Mi offro di andarlo a prendere, rifaccio il passaggio alternativo in direzione contraria, passo il traverso e arrivo di nuovo alla base del pozzetto. Sopra c’e’ Giulietto, ha lo zaino con se, mi conferma. Me lo passa, lo prendo in consegna e velocemente lo riporto a Giulio cosi’ che possa armare il toboga. Mentre lui opera, io scendo il toboga e mi dispongo per la prima accoglienza dei nostri corsari, passo il tempo facendo l’ennesima foto al simpatico cunicolo che parte alla seconda meta’ del toboga.

Nel frattempo i nostri eccellenti corsari iniziano ad affollare la partenza del toboga. Giulio mi butta giu’ la corda e subito dopo dichiara aperta la discesa. La prima a cimentarsi e’ Linda. Inizia a scendere con una tecnica “a pelle di leopardo” ma quando realizza che strusciare in quella maniera puo’ dare seri fastidi, si mette di fianco e arriva giu’ sana e salva. Le indico dove sistemarsi e le chiedo il piacere, quando arriveranno i suoi colleghi, di indicare loro dove sistemarsi.

Ora il serpentone viaggia regolare, in breve mi trovo con almeno 4 allievi gia’ scesi, e’ il momento per uno shift di istruttori. Per fare qualcosa anche io, mi occupero’ di sistemare la corda al secondo toboga. Recupero lo zaino con il materiale (quello di Michele) e vado avanti. La corda con cui abbiamo armato il primo toboga e’ molto lunga, vuoi vedere che basta anche per il secondo? Proviamo, dai. Perndo il capo finale della corda e chiedo a Linda e Angelo di farmi da assistenti e filare la corda mentre la porto avanti. Arrivo al secondo toboga, di corda ne ho. La butto giu’, arriva giusta giusta ma arriva. Bene la corda restante la useremo piu’ avanti per il passaggio esposto che precede la sala del the. Mentre faccio queste verifiche e considerazioni mi guardo attorno per l’armo del secondo toboga. C’e’ la solita cordaccia fissa e lesionata, la recupero e la nascondo in una nicchia. Gli attacchi su cui e’ armata la corda fissa non sono in ottimo stato, pero’ di lato ci sono un paio di fix buoni…mi servirebbe un attacco…Guardo speranzoso nello zaino di Michele e scopro con gioia di averne quasi in abbondanza. Prendo un anello, lo monto, sistemo la corda e chiamo Linda perche’ venga avanti procurando di mostrare ai suoi colleghi la strada che percorre perche’ poi possano imitarla. Scendo un metro per fare spazio a Linda e la assisto mentre monta il discensore. Quando e’ pronta, scendo il toboga.

Ecco Linda che arriva, ora ha affinato la tecnica.

Un passaggio acrobatico per lei nel punto leggermente piu’ stretto e poi e’ alla base del toboga.

Via, il serpentone riparte. Man mano che i corsari passano faccio loro una foto. Questo e’ Paolo illuminato da Linda gia’ accomodata in quella che hanno deciso essere una sala.

Chi arriva ora?

E’ Elena!

E’ il turno di Mascia.

Eccola arrivata anche lei, Elena la aspetta.

Anche a lei tocca pagare pegno regalandoci un sorriso.

Continuano le discese, la “sala” d’attesa inizia ad essere gremita, e’ il momento che anche gli istruttori scalino in avanti per non far bloccare il serpentone. Raggiungo i ragazzi e li trovo comodamente accomodati a chiacchierare. Questo e’ forse uno dei punti piu’ intricati della grotta e mi diverto a chiedere loro quale sia la direzione da prendere. Ognuno di loro mi indica una possibile prosecuzione, ma nessuno ci azzecca. Alla fine mostro loro il passaggio giusto e li porto avanti. Il serpentone ha un poco rallentato per il passaggio del toboga. Abbiamo tutto il tempo per fare un paio di foto.

Siamo al “trivio”, porto il mio gruppetto ancora un poco avanti poi chiedo loro di trovarsi una sistemazione abbastanza comoda per potermi attendere qualche minuto. Devo fare un paio di cose. Per prima cosa, sistemare la corda per il passaggio esposto. C’e’ un armo naturale ben disposto ad aiutare e questa la sbrigo con poco. Ritorno dai corsari in paziente attesa e li prego di pazientare ancora un poco e soprattutto, mi raccomando, di non muoversi. Torno indietro verso la base del toboga, voglio sincerarmi che il passaggio intricato non porti qualcuno fuori strada. In effetti trovo un poco di confusione e qualcuno infilato in pertugi umanamente impraticabili. Recupero tutti, mi assicuro che un istruttore rimanga a dare indicazioni al resto del gruppo, porto avanti un altro gruppetto di corsari e poi posso prendermi un attimo di respiro.

E’ il momento del passaggio esposto. Lo passo per andare a fermare la corda anche da quel lato poi torno indietro per assistere il primo allievo. Anche questa volta e’ Linda. Le faccio assistenza mentre scende poi la faccio sistemare perche’ possa fare sicura ai propri colleghi mentre scendono.

Oramai il serpentone e’ ripartito alla grande, in breve la sala d’attesa per il passaggio esposto e’ gremita sia di allievi che di istruttori, posso andare avanti. Siamo all’onda e al presepe con i pupazzi di fango.

Stavolta la prima a cimentarsi col passaggio dell’onda e’ Elena.

Mentre passano anche gli altri accompagno Elena alla sala del The che e’ oramai a pochi passi. Le indico dove sistemarsi in maniera che poi possa dirlo a sua volta ai suoi amici.

Torno indietro a vedere che sia tutto a posto. Lo e’.

In breve la sala del The e’ gremita. Iniziano a girare generi alimentari di ogni genere, dai celeberrimi “falloni” ripieni di verdura, tipici della Sabina, a varie specie di frutta secca, panini, pizzette, cioccolata e chissa’ che altro.

Il serpentone si e’ accoccolato tutto nella sala a godersi qualche minuto di meritato riposo.

Arrivare alla sala Utec per questa volta non lo faremo, sara’ una scoperta da rimandare a future visite.

Quando Erika ci richiama all’ordine sospendiamo gli ozi e riprendiamo la strada di casa. Per qualche misterioso motivo, anche se piu’ laborioso perche’ in salita, il ritorno e’ sempre piu’ veloce rispetto all’andata. Pochi minuti e gia’ siamo al primo toboga. E’ ancora Linda a salire per prima.

La segue Angelo, si meritano una foto assieme.

E’ il momento di Elena.

Eccola che arriva con una linguaccia sorridente.

Una new entry rispetto al gruppetto dell’andata, ecco Carolina che ci regala un bel sorriso.

Secondo lo schema oramai collaudato, quando gli allievi iniziano ad essere troppi, noi istruttori scaliamo tutti di una posizione in avanti. Eccoci al traverso.

Sento una voce familiare…e’ Erika che ha saltato il toboga per provare il passaggio alternativo. Dal sorriso sembra esserle piaciuto.

Siamo al pozzetto. Oramai si sente il profumo del sole che ci attende di fuori. Linda lo sale con maestria.

Anche Elena non e’ da meno.

E di Carolina ne vogliamo parlare?

Visto che all’andata Carolina era lontana recupero ora le foto che non ho potuto farle prima.

Le nostre eroine si riposano un minuto prima di affrontare il passaggio basso, tutto da strisciare.

Elena parte, eccola in posa plastica mentre affronta il passaggio.

Nemmeno il tempo di un “ciao” e gia’ scompare avanti, dove la attendono i sui colleghi di corso.

Eccola, e’ lei, Francesca. Anche lei ha scalato diverse posizioni e dalla coda della fila ora e’ tra le prime. Ci regala subito un bel sorriso.

Ancora una volta ripetiamo l’avanzamento degli istruttori. Ora sono al passaggio basso. mi metto comodo per fotografare il passaggio di tutti i corsari che posso.

Manca solo il saltino poi saremo ad un passo dall’uscita. Chiedo al “mio” gruppetto di aspettare che li raggiunga prima di uscire.

Francesca mentre attende il suo turno per salire.

Sale anche lei ed io la seguo.

Siamo nella saletta, siamo quasi fuori. mi faccio regalare ancora qualche sorriso prima di uscire.

Ancora una bella giornata con tante belle persone. Con alcune in effetti ci siamo visti poco ma spero si siano potuti divertire tutti, sia allievi che istruttori. Da parte mia ho messo tutto l’entusiasmo che avevo per far fare una bella figura alla grotta del Pretaro, che chiamo impropriamente la grotta di “casa mia”. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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2 risposte a Corso 55 GSCaiRoma – Pretaro – 01/05/2022

  1. Giulietto ha detto:

    Io comunque, essendo l’ultimo a uscire (per disarmare) ho trovato il tempo e ho fatto un salto alla sala Utec passando per il meandro stretto che mi avevi indicato 🙂
    Giulietto

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