Ricognizione a Monte Soratte – 20/08/2021

E’ sempre Luna a stimolare la mia voglia di passeggiate. Stavolta andiamo a rivedere grotte sul Monte Soratte.

Per prima cosa andiamo a rivedere la Grotta di S. Lucia. La troviamo sbarrata da una ringhiera.

Con lo zoom della fotocamera faccio quel che posso per fotografare l’ingresso, la posizione GPS e’ inutile prenderla.

Proseguiamo la passeggiata, Luna scalpita perche’ la tengo legata al guinzaglio, ma su questa strada ci sono molte altre persone e non posso fare altrimenti. Passiamo davanti all’anfiteatro dove credo tengano spettacoli l’estate.

Dopo il teatro c’e’ l’imbocco del sentiero per Grotta Sbardy. Non la posso tralasciare, il probo Sbardy se ne avrebbe a male!

Ecco la grata che ne protegge l’ingresso. Un pensiero per Sbardy e proseguo.

Arriviamo al sentiero che ci portera’ in cima. Lo prendiamo e finalmente posso lasciare Luna libera di scorrazzare.

Luna corre talmente tanto che alla carbonaia gia’ deve fermarsi a prendere respiro, le concedo volentieri una pausa visto che ne ho bisogno anche io.

Dopo molto sudare arriviamo all’incrocio con la strada carrabile. Siamo grossomodo a meta’ strada. Un’altra sosta e’ doverosa, le gambe mi scottano. Ripenso a poco piu’ di un anno fa quando sullo stesso sentiero sorridevo di Gabriele perche’ faceva fatica a salire. Ora e’ il mio momento di arrancare a piccoli passi e con l’aiuto indispensabile dei bastoncini. Cosi’ e’ la vita.

Il solito bivio dove, come al solito non ricordo quale direzione sia preferibile. Luna non ha preferenze. Alla fine prendo a destra.

La direzione era quella giusta, arrivo alla grotta che volevo raggiungere. Non sono sicuro di come si chiama, Grotta dello Spiffero, forse. Comunque prendo il punto e faccio la foto all’ingresso.

Continuiamo a salire, il panorama e’ stupendo come al solito.

Con questa antenna il cellulare prende meglio che a casa mia.

Arriviamo all’Eremo di Santa Maria delle Grazie. C’e’ la fontanella che offre acqua tiepida, ne approfitto abbondantemente e mi concedo un’altra sosta.

Riprendiamo il cammino in direzione dell’eremo di San Silvestro ma giro prima per l’eremo di San Sebastiano.

Eccoci all’eremo di San Sebastiano.

Entro col dovuto rispetto e mi fermo per qualche foto.

Chiamo Luna che e’ rimasta indietro a fiutare odori che sente solo lei. Alla fine mi segue anche se un poco riluttante.

Andiamo a vedere la cisterna. E’ a catasto anche lei, anche se di catastabile, come grotta, ha veramente poco.

Proseguiamo sul sentiero tra simpatici resti di incivilta’ moderna.

Inizio ad essere stanco, infatti prima di arrivare alla grotta di San Sebastiano, la chiamo cosi’ perche’ con questo nome l’ho conosciuta ma solo di recente ho scoperto che e’ a catasto come Spaccatura di San Silvestro. In ogni caso le dedico una foto.

Anche Luna va a curiosare.

Ecco l’ingresso un poco piu’ da vicino.

Fatte le foto faccio per continuare il mio cammino, vorrei arrivare all’Erebus ma a meno di meta’ strada mi ritrovo senza forze. Mi succede cosi’, ho dei cali di energia impressionanti quanto repentini. Quando mi succede devo solo riposare e, appena ripreso abbastanza, tornare a casa e proseguire il riposo.

Mi stendo lungo il sentiero e cerco di riprendermi. Luna, incuriosita, viene a darmi una annusata di conforto ma dopo una carezza se ne torna a gironzolare. Basta una mezz’ora a riprendermi abbastanza da continuare. Saluto mentalmente rimandando l’incontro ad altra occasione. Riprendo il sentiero e salgo verso l’eremo di San Silvestro. La sosta doverosa al belvedere non dimentico di farla.

Ecco l’eremo che spunta tra le fresche fratte.

Il sole picchia forte e non aiuta il mio faticoso incedere.

Svalico, supero l’eremo e proseguo. Ho le gambe a pezzi, il ritorno sara’ tormentoso.

Alla fontanella mi sciacquo via il sudore, faccio una lunga bevuta e una nuova sosta per riposare. Ripartiamo.

All’incrocio con la carrabile devo fare una nuova sosta, ma oramai mi sento vicino alla macchina.

Non lo dice, ma anche Luna inizia ad essere stanca e quando puo’ si siede a riposare.

Arriviamo sul sentiero in piano. Le gambe rigide mi danno una camminata alla “robocop”, pero’ oramai ci siamo.

Alla macchina faccio salire Luna e poi mi cambio. Prima di partire devo riposare di nuovo. Sono stanco ma felicissimo di aver rivisto dei luoghi cari…e di avercela fata a vederli di nuovo. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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