Un giro a Piccola Creta con Aurora, Giuseppe e Gabriele.
La mattina, dopo tutti i giri preliminari, arriviamo al solito parcheggio vicino alla grotta. Iniziamo i preparativi.

Faccio un giro nei pressi della grotta e trovo tanti bei funghi che mi fermo a fotografare.

Siamo pronti. Il programma di oggi e’ vario, Giuseppe ed io arriveremo in fondo al primo P50 per andare a visitare la nuova saletta. Gabriele fara’ un giro per sgranchirsi le gambe dopo gli ultimi giorni di fermo. Aurora verra’ a visitare una nuova grotta arrivando sin dove se la sente.

Mentre Giuseppe finisce di sistemare la corda di ingresso io imperverso con la fotocamera.

Ecco Aurora che si appresta a scendere il primo pozzetto.

In un attimo e’ giu’.

Scendo anche io. Al pozzetto successivo ci organizziamo per fare ala al passaggio di Aurora. Io rimango alla partenza, Giuseppe si sistema sul terrazzino intermedio, subito sotto il deviatore. Gabriele la attende in fondo al pozzetto.

Gabriele per l’occasione si e’ tolto la barba, ora sembra un giovinetto.

Quando siamo di nuovo tutti assieme alla base del pozzetto, riprendiamo la progressione.

Anche questa volta rimango ultimo alla partenza del salto successivo, un P3 scarso. Ne approfitto per rubare un sorriso ad Aurora.

Per il successivo, il P25, cambiamo strategia. Vado per primo e mostro ad Aurora come passare la strettoia iniziale. Mi fermo sul terrazzino dove inizia la verticale del pozzo. Aspetto che scenda e si sistemi in sicurezza sul terrazzino. Mi sposto su corda e mi preparo per scendere per fare spazio a Giuseppe che assistera’ Aurora per la partenza della discesa del pozzo.

Mi fermo al frazionamento intermedio ad aspettare.

Intanto mi preparo per la discesa della seconda parte del P25.

Ecco Aurora che arriva.

Per lei questi sono i primi pozzi delle prime grotte, e’ un momento memorabile, abbondiamo con le foto.

Scendiamo senza problemi la seconda parte del P25 e ci fermiamo alla partenza del P50. Aurora sembra intenzionata a scendere anche il P50. Quando arriva Giuseppe inizio a scendere mostrando ad Aurora come passare il primo frazionamento. E’ un poco ostico. Come al pozzo precedente, Giuseppe le fara’ assistenza per la partenza, io la aspettero’ al primo frazionamento. Scendo velocemente, passo il deviatore e mi fermo al frazionamento. Sono sceso circa 30 metri. Urlo la libera. Aspetto pazientemente sentendo vaghi rumori dall’alto. Dopo qualche minuto Giuseppe mi urla la rinuncia di Aurora. Qualche difficolta’ al primo frazionamento ha fatto breccia nella sua determinazione a scendere. Nessun problema, ha tutto il tempo del mondo per farlo. Intanto, mentre sopra di me si organizzano, io riprendo la discesa. Arrivo alla base del P50 ed urlo la libera. Mentre aspetto faccio subito un lavoro. Salgo la corda della risalita, levo i moschettoni messi la volta scorsa e metto delle maglie rapide. Arriva Giuseppe. Mentre facciamo un velocissimo spuntino, mi aggiorna sul fatto che Aurora e Gabriele stanno uscendo. Ora possiamo iniziare a “lavorare”. Saliamo al terrazzino che prelude alla saletta nuova e tentiamo di allargare lo stratto passaggio sopra di noi, almeno ancora un po’. Tutti i nostri tentativi falliscono miseramente, senza alcun motivo apparente. Alla fine Giuseppe tenta ugualmente di forzare la strettoia e riesce a passare. Come sempre la cosa mi stimola assai, devo riuscire a passare anche io. Mi levo tutta l’attrezzatura e provo. Non e’ agevole, ma riesco a passare! Finalmente posso vedere con i miei occhi quello che finora ho “visto” solo tramite i racconti di Angelica.

Dopo un ulteriore passaggio angusto, ma breve, che allargo facilmente con la mazzetta, siamo alla base di un camino. Sembra alto una ventina di metri e sembra terminare con una cupola. Provo a prendere delle foto verso l’alto ma il nostro sudore ha gia’ creato foschia.

Alla base non sembrano esserci prosecuzioni. C’e’ un arrivo d’acqua su un lato ma non sembra essere umanamente percorribile.

L’ambiente e’ ampio, ma non sembra dare molti spunti per ulteriori sviluppi. Rimane comunque la soddisfazione di aver trovato una nuova sala ed aver esplorato la zona da cui arriva il maggior flusso d’acqua che si trova in questa zona della grotta.

Il passaggio della strettoia in discesa e’ meno agevole di quanto mi aspettavo. Pero’ la gravita’ e’ dalla mia parte, con qualche sbuffo passo anche stavolta. Il tempo a nostra disposizione e’ quasi terminato. Iniziamo a sistemare i nostri materiali. Sistemo l’armo della piccola risalita lasciando solo il pezzo di corda necessario, il resto lo taglio e lo metto nello zaino. C’e’ penuria di corde al gruppo. Chiedo anche a Giuseppe di recuperare anche una corda che lasciammo dopo la strettoia del ramo laterale.

Piu’ carichi al ritorno che all’andata, iniziamo a salire. Salgo per primo il P50. Quando arrivo sopra passo il punto stretto in cui c’e’ pericolo di scaricare sassi a chi e’ sotto e poi urlo la libera. Pochi minuti fermo e’ gia’ mi prende freddo. Con molta calma inizio a salire il P25.

Alla partenza del P25 mi fermo ad aspettare Giuseppe. Arriva dopo appena un quarto d’ora ma la, seppur lieve, corrente d’aria fredda in questo punto e’ tremenda. Lo aiuto a tirare su il suo sacco con un simpatico tremore da gelo. Stiamo per salire i saltini arrampicabili prima del P3 quando ci accorgiamo di avere un ospite.

Anzi piu’ di uno. Dopo qualche foto li lasciamo in pace.

In breve eccoci all’uscita.

Oramai e’ notte. I nostri amici sono gia’ cambiati e ci osservano con distaccato interesse mentre finiamo di uscire.

Fa freddo. Svelti andiamo alle macchine per liberarci prima possibile dei panni infangati e bagnati.

Mostriamo a Gabriele il nostro bottino di preziosissime corde. Nerone sara’ contento.

Coi vestiti asciutti e’ tutta un’altra storia. Quando siamo pronti ed i materiali sono al loro posto, partiamo. Facciamo un passaggio al magazzino per posare le corde recuperate. Subito dopo una piacevole sosta a Marano per un piatto di fettuccine conclude la bella giornata. Alla prossima.