Ho il piacere e l’onore di ospitare la relazione di Chiara, socia del GSCO, alle sue prime esperienze speleo e alla sua prima relazione. Con l’augurio che ne possano seguire tantissime altre di entrambe, ecco a voi quanto ci racconta Chiara.
ARE WE HUMANS OR ARE WE SPELEO?
DOMENICA 11 NOVEMBRE
ORE 7:30
Una piccola parte del GSCO (stranamente puntuale) lascia Orvieto con direzione Saturnia.
Io, Simone, Marco, Elena, Peppe e Federica avevamo programmato di festeggiare in maniera alternativa la domenica di San Martino.
La Grotta di Montecchio (o del diavolo) ci stava aspettando!
Ci mettiamo in viaggio e finalmente dopo più di un ora e mezza, 77 chilometri, mille miliardi di curve, mal di pancia e sosta caffè arriviamo a destinazione.
ORE 10:23
Dopo aver tolto gli abiti da gente comune e infilate le tute da super speleoeroi siamo pronti per la grotta!
Accesso poco distante dalla macchina con armo naturale.Entriamo scendendo a turno un pozzo da 15 metri e atterriamo su una bella cengia.
Proseguiamo a destra e ci affacciamo su un bel pozzo, questa volta da 35 metri (evviva!!!)
Sulla partenza del pozzo c’erano delle vecchie maglie rapide, nonostante fossero ancora buone Simone ha preferito sostituirle con una corda nuova.
Sotto l’attenta supervisione di Marco, Simone e Peppe, noi donzelle arriviamo sane e salve fino in fondo, gioendo per aver sceso parte del pozzo nel vuoto.
Apro parentesi e chiudo parentesi: Care donne a cui viene detto che è una grotta calda, portatevi uno scalda collo almeno. Tira aria (dalla temperatura non troppo piacevole, nella prima parte, non appena l’ingresso) !
… Continua la discesa …
Scendiamo il Pozzo dei Gessi (10 metri) affacciandoci da una piccola finestrella molto suggestiva.
Solo una volta poggiati i piedi a terra, dopo aver tolto discensore e rinvio, posato lo sguardo tutt’intorno ci accorgiamo di essere approdati sulla luna!
Piccoli e grandi “crateri” scavati nella roccia, aragoniti, depositi di gesso e conformazioni a broccoletto.
Bianco, bianco brillante il colore predominante.
Dopo uno shooting fotografico tale da farci implorare pietà dallo storage dei nostri cellulari, e forse anche dalla grotta stessa, possiamo continuare il nostro viaggio verso il cuore della terra!
(Ci siamo fermati non appena il pozzo successivo)
Andiamo giù per la nostra ultima discesa, il Pozzo delle Lame (25 metri), fino a ritrovarci in una bella sala grande ed accogliente con grandi blocchi di crollo, la Sala dei Serpenti.
Qui ora, anche i nostri stomaci iniziano a chiedere pietà.
Sono le 14 passate, possiamo scartare i panini!
Dopo aver soddisfatto ogni bisogno primario, aver curiosato intorno e dopo un po’ di relax, comincia l’allegra risalita.
Finalmente posso provare per la prima volta il mio nuovo pedale doppio!!!
ORE 18:32
Stanchi e felici, siamo fuori.
Di sei persone eravamo solo in due ad entrare in questa grotta (ramo caldo) per la prima volta.
Impressioni?
Bella. Bella. Bella.
“ Non prendete nulla solo fotografie,
non lasciate nulla solo impronte,
non uccidete nulla solo il tempo”
(Motto della grotta di Baltimora)
Chiara Bellocchio,
Gruppo speleologico Cai Orvieto