Grotta Al 61 – Campovano – 29/09/2018

A visitare all’attuale fondo di grotta Al 61 in compagnia di Chiara, Aldo, Augusto e Marco. Tornando, incontro con la squadra di “rifinitura” formata da Anna, Tarcisio, Fabrizio e Maurizio.

Stavolta sono da solo, Gabriele e’ ancora convalescente e Giuseppe questo fine settimana torna a casa. In questo fine settimana ho l’imbarazzo della scelta. Avrei un impegno ad Orvieto col GSCO, avrei anche un incontro di allineamento prima del corso SCR, alla fine do buca a tutti e decido di raccogliere l’invito di Tarcisio per andare a visitare la “Al 61”.

La mattina arrivo alle 9.15 al solito bar di Guarcino. Ci trovo Chiara, Tarcisio ed Aldo. Loro Aldo e Chiara hanno programmato questa uscita per andare al fondo della grotta e continuare l’esplorazione. Sarebbero gia’ pronti a partire ma dobbiamo aspettare il resto del gruppo. Verso le 10, intanto sono arrivati Augusto, Marco e Fabrizio, prendiamo le macchine e saliamo a Campocatino. Mancano ancora all’appello Maurizio ed Anna. Tarcisio e Fabrizio decidono di aspettarli. Il resto del gruppo, con i fuoristrada di Aldo ed Augusto decide di andare alla grotta. Io tentenno tra il gruppo che attende ed il gruppo che parte, poi decido di unirmi ai “fondisti” e salgo in macchina con Aldo. Oggi avvicinamento comodo! In pochi minuti siamo al rifugio dove lasceremo le macchine. Iniziamo a prepararci.La giornata e’ stupenda, ma tira anche un vento teso e freddo che fa apprezzare l’angusto riparo del rifugio.Sono quasi pronto, faccio un giro per qualche foto.Sbircio verso la strada sperando di adocchiare le figure di Tarcisio e Fabrizio, ancora si vede nessuno.Tutti pronti, manca solo la foto di gruppo. Devo provarci piu’ volte perche’ il ventaccio mi fa cadere la fotocamera ai primi 3 tentativi.Ora siamo veramente pronti. Sistemo il mio zaino nella macchina di Augusto e mi avvio. Strada facendo scatto la solita foto all’incredibile panorama.Si iniziano a vedere i piloni.Davanti alla grotta facciamo le ultime sistemazioni alle nostre robe.Poi un’altra foto di gruppo.Si parte! E’ passato da poco mezzogiorno quando entriamo. Chiara, Aldo e Marco vanno avanti veloci. Augusto si adegua al mio lento procedere ed io lo allieto con qualche aneddoto sulla grotta ed i punti che percorriamo. Oramai il primo tratto lo conosciamo tutti bene, quindi non scatto foto. Dopo aver passato la strettoia che separa la parte “vecchia” dalla “nuova” non sento piu’ rumori arrivare dal gruppo di testa. Probabilmente, valuto, oramai sono troppo lontani ed hanno rinunciato ad aspettarci. Sulla base di questa valutazione, me la prendo comoda e porto Augusto a visitare un paio di deviazioni interessanti che avevo notato la volta scorsa. Ogni deviazione che percorriamo sembra poi riconnettersi alla via principale, pero’ e’ interessante darci una occhiata.Concrezione minimalista.Dopo i nostri giri riprendiamo la via maestra. Scendiamo il pozzo dove mi ero fermato la volta scorsa. Inizio a sentire voci. Ci stanno chiamando. La mia valutazione si rivela errata. Si sono fermati ad aspettarci e le loro voci sembrano giustamente impazienti visto che oltre al ritardo siamo stati a bighellonare in giro almeno una mezz’ora.Sceso il pozzo, ecco qua i nostri amici. Aldo era preoccupato che potessimo non trovare la strada per il fondo, poiche’, ci spiega, ci sono molte deviazioni da fare ed il rischio e’ di trovarsi in sale fangose e senza prosecuzione. Ci spiega brevemente cosa troveremo avanti e poi si riparte tutti assieme.Come gia’ dopo l’ingresso, viste le velocita’ differenti, Augusto ed io ci troviamo separati dal gruppetto di testa. Probabilmente Augusto li avrebbe seguiti volentieri adeguando la sua velocita’ ma io preferisco godermi la grotta e tenere il mio passo. Approfitto ora per ringraziarlo di avermi tenuto compagnia.Percorriamo passaggi stretti, facciamo piccoli meandri, incontriamo delle pareti fatte di strati di sabbia e fango molto belle a vedersi.Ogni tanto un pozzo di qualche metro.Un’altra delle pareti di rena e fango a strati alterni.Poi ancora meandro.Un pezzo di fango alla base di un pozzo, sembra quasi un blocco di cioccolata fondente.Ancora meandro. Ogni tanto, come ci aveva avvisati Aldo, ci si deve infilare sotto massi enormi di crollo per evitare passaggi esposti.Ad ogni metro ci sarebbe da controllare qualcosa, ci sono diramazioni molto interessanti un poco ovunque. Anche Augusto si appassiona ed inizia a scrutare intorno con la sua luce di profondita’.Dopo un salto di un paio di metri, vado avanti perche’ vedo un ambiente ampio di fronte a me. Entro nella sala e vedo fango sulle pareti con tanto di prosecuzione fangosa. Deve essere il ramo fangoso di cui parlava Aldo. Avverto Augusto della cosa. Dobbiamo trovare il piccolo passaggio descrittoci.Augusto nel frattempo ha terminato la discesa del pozzetto. Appena sotto i suoi piedi nota un pertugio che a me era sfuggito. Deve essere quella la via giusta.Augusto passa avanti, troviamo un altro pozzo da scendere.Andiamo avanti, si alternano passaggi quasi comodi a passaggi stretti.Attraversiamo un’altra zona di crollo.Passiamo sotto un masso che ha una cubatura almeno pari a quella del mio appartamento, una sensazione piacevole!Strada facendo troviamo della breccia mista a fango artisticamente sistemata a fare da intonaco alla parete.Iniziamo a trovare l’acqua.Sostanzialmente cambia nulla, ci sono passaggi stretti e scomodi, qualche passaggio basso e punti in cui la grotta si allarga. La differenza con il tratto precedente e’ che ora si deve anche stare attenti a non finire con i piedi nell’acqua.Si iniziano a vedere concrezioni.Sentiamo le voci dei nostri amici, li abbiamo raggiunti.Sono fermi in una meravigliosa sala, costellata a soffitto da una miriade di capelli d’angelo. Hanno tirato fuori faretti, cavalletto e reflex e stanno facendo foto in questo posto magico.Io provo ad approfittare, ma a “mano libera” i risultati sono quel che sono.Tanto per passare il tempo, inizio a fare foto dei particolari, che sono non meno spettacolari dell’insieme.Ecco il gruppo dei fotografi.Troppa luce…Un po’ nebbiosa…Provo a sfruttare la luce del loro faretto, ma e’ troppo per la mia fotocamera.Ritorno a dedicarmi ai particolari.Le pareti sono ricoperte di concrezioni immacolate.Il gruppo si muove.C’e’ un passaggio un poco stretto, ma dopo, mi dicono si riallarga e riparte un meandro di buone dimensioni.Intanto mi dedico ai capelli d’angelo.Che dire?!?La coda per il passaggio stretto e’ quasi smaltita, mi appresto a passare anche io.Una eccentrica…eccentrica!Nello stretto si deve fare molta attenzione per non rovinare troppo.Ci si mette tutto l’impegno, ma qualche piccolo danno capita.Avanzo nello stretto, anche qua concrezioni a non finire.Mi avvicino agli altri.Il passaggio stretto.La sala magica con tutte le concrezioni pare interrompersi bruscamente. I fotografi sono appostati in corrispondenza di una curva del meandro e stanno facendo una ulteriore sessione.Mi affaccio a guardare, sembra che il meandro vada avanti largo e addirittura si rivedono delle concrezioni.Anche qua provo ad approfittare delle luci ma senza risultati di rilievo.Finita la sessione fotografica in questo punto, il gruppo di punta si muove avanti. Rimaniamo Augusto ed io, decisi a mangiare qualcosa prima di proseguire. Augusto mi offre uno dei suoi panini. Vorrei rifiutare, ma insiste cosi’ tanto che alla fine accetto. E’ un panino al salmone affumicato, una sciccheria. Per completare il pasto apro una cioccolata. Con lei abbiamo passato l’estate assieme e nei bollenti avvicinamenti alle grotte si e’ trasformata da tavoletta a blocco informe. Ora le rendo merito sgranocchiandola con gusto senza rimproverarle la forma poco consona ad una cioccolata perbene.Mentre termino il pasto, Augusto viene preso dalla febbre dell’esploratore. Mi avverte che va a vedere dove sono gli altri. Terminata la cioccolata, approfitto di questo momento di pausa per indossare una maglietta asciutta, dopo mangiato di solito tendo a sentire maggiormente il freddo.

Quando Augusto torna raccontandomi delle mirabilia che potrei vedere andando avanti, sono ben pasciuto ed al caldo. La sua proposta ci mette poco a tentarmi. Andiamo a vedere, pero’ lasciando qua lo zaino con le mie cose. In effetti avanti e’ interessante. Prosegue il meandro. E’ molto particolare, in alcuni punti somiglia al meandro di Pozzo Comune, piu’ in piccolo.  Ogni tanto si incontra qualche pozza d’acqua facilmente traversabile senza bagnarsi.Ricominciamo coi passaggi scomodi? Pare proprio di si.Si procede carponi per un tratto.Pero’ sono riprese le concrezioni.Siamo ora in una zona in cui il fango ha ricoperto le concrezioni con un velo che ne ha modificato drasticamente i colori.C’e’ un saltino, sono avanti io. Quasi non serve la corda, penso. Scendo in opposizione. Alla base del salto, poggio il piede destro su un sasso per terra e poi mi guardo attorno per poggiare anche il piede sinistro e terminare la discesa. Ci sono 2 dita d’acqua e sotto si vede della rena. Per evitare fatiche inutili, decido di posare il piede sinistro in quelle 2 dita d’acqua…Nulla di piu’ sbagliato! La rena che vedevo e’ una sorta di sabbie mobili. In un secondo mi trovo la gamba sprofondata nell’acqua fino al ginocchio. Mi salvo da un increscioso bagno solo grazie all’altro piede appoggiato sul solido. Con qualche imprecazione, avviso Augusto di fare attenzione. Proseguendo il panorama attorno a noi cambia drasticamente. E’ sempre meandro ma ora tutto attorno a noi e’ avvolto in uno spesso strato di fango. L’aria e’ scomparsa. Una leggera nebbiolina data dal nostro vapore acqueo sembra confermare l’assenza di circolazione d’aria. Siamo fermi ed in fila, cosa succede?Sono tutti impegnati, troppo impegnati per rispondermi. Per passare il tempo faccio una foto alle concrezioni di fango.Aldo e’ davanti, lo sento azionare il trapano. Provo ad urlare la mia domanda. Stavolta dopo un paio di urla ottengo una risposta. Il meandro continua, fangoso, ma continua. C’e’ un tratto esposto da passare ed Aldo sta armando un traverso.Visto che abbiamo ristabilito il dialogo, ne approfitto per chiedere l’ora. Chiara mi risponde che sono le 3 e 15 del pomeriggio. Pensavo fosse piu’ tardi. Mi faccio qualche calcolo, se Aldo ha detto che impiega almeno 2 ore per uscire, a me ne serviranno circa 3. Posso uscire per le 6 sperando di trovare ancora Fabrizio e Tarcisio per fare il ritorno in compagnia. Annuncio il mio proposito al gruppo ma sembra rimanere inascoltato. Faccio ancora un tentativo mirato su Augusto, attiro la sua attenzione e gli comunico che inizio a prendere la via del ritorno. Augusto, anche se a malincuore, si offre di farmi compagnia. Apprezzo l’offerta ma gli dico di non preoccuparsi, me la posso cavare da solo. Gli ricordo dello zaino e per ricambiare la gentilezza mi offro di andare a prenderlo e portarglielo a meta’ strada. Lui accetta e facciamo come ho proposto. Consegnato lo zaino ad Augusto, me ne parto senza fretta. Questo primo tratto di meandro mi piace proprio, quindi cerco di ottenere qualche foto interessante.Vi lascio fare un giro tra queste meraviglie senza metterci troppe parole.Qualche stalattite.…e qualche altra.La base del meandro e’ roccia compatta e sembra fatto da uno scalpellino.Ancora una foto e poi la ripongo per concentrarmi sulla via da prendere. Ogni pochi metri ci sono una miriade di possibili direzioni da prendere e devo stare attento a non confondermi. I passaggi stretti, non sono diventati piu’ larghi e consumo parecchi sbuffi ed un paio di maledizioni nel passarli.Passata la strettoia che fa da confine tra la parte “vecchia” e la “nuova”, tiro un sospiro, mi sento quasi fuori. Passando faccio una foto al “mitico” caposaldo “33”, quello dove ho terminato il rilievo della prima parte della grotta.In corrispondenza degli ultimi passaggi stretti ho una gradita sorpresa, ci sono i miei amici. Trovo in fila indiana, Anna, Fabrizio e Tarcisio. Si sono dedicati a “rifinire” qualche passaggio nel tratto iniziale di grotta. Anche loro stavano decidendo di uscire. Mi accodo a loro. Rimetto mano alla fotocamera solo all’uscita per inquadrare il pilone “61”.Ecco i miei amici. La macchina e’ quella di Maurizio, dentro c’e’ lui al calduccio, lo vedo fare capolino per un saluto.Loro iniziano a cambiarsi. Io vorrei fare lo stesso ma ho un problema. Lo zaino con la mia roba e’ nella macchina di Augusto. Ho le sue chiavi ma la macchina e’ al rifugio. Sembra il problema del contadino che deve traversare il fiume con un lupo una capra ed un cavolo. Ci penso e ci ripenso poi, incitato dalle battute di Anna, mi rassegno. Devo andare su, prendere lo zaino e tornare alla grotta a lasciare le chiavi.Mi avvio di buon passo. In circa 20 minuti faccio tutto quel che devo e sono di nuovo alla grotta.Il ritorno lo faccio comodamente seduto nella macchina di Maurizio. Passiamo di nuovo per il rifugio a prendere la macchina di Fabrizio. Tarcisio va con Fabrizio per fargli compagnia e dargli consulenza su come affrontare la prima salita, che forse e’ la piu’ ardua. Eccolo che arriva senza problemi al tratto in piano.Il sole al tramonto e’ uno spettacolo, nonostante il freddo scendo a guardarlo.La strada fino a Campocatino la divoriamo in pochi minuti. E’ molto romantica la passeggiata di ritorno, ma anche il tornare in macchina ha i suoi aspetti positivi! La sera, prima di tornare a casa, Fabrizio ed io facciamo sosta all’Hotel Giuliana per un piatto di fini-fini pomodoro e basilico, tanto per reintegrare i sali minerali. In questa grotta e’ stata profusa tanta energia da tante persone, ora sembra che i tempi siano maturi per raccoglierne i frutti. Bene. Alla prossima.

 

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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