Grotta al 61 – Campovano – 30/06/2018

Una gita al 61 di Campovano con Livia, Gianluca, Tarcisio, Nerone, Giancarlo, Valerio, Gabriele.

Gabriele arriva puntuale a prendermi alle 7.30, dobbiamo essere alle 9 a Guarcino e la strada da fare e’ lunga. Appena salgo a bordo Gabriele mi informa che Giancarlo oggi verra’ con noi e dobbiamo fare una sosta intermedia al bar “fico” vicino ad Ikea di Anagnina per prenderlo. Nonostante la sosta con colazione insieme a Giancarlo, arriviamo a Guarcino quasi in orario, addirittura prima che arrivi Gianluca, anche queste sono soddisfazioni. Aspettiamo pochi minuti mentre il gruppo viene rapidamente infoltendosi. Ora c’e’ Tarcisio, ancora convalescente ma sempre agguerrito, Nerone con la sua pipa e Gianluca. Mancano solo Livia e Valerio.Ecco che arriva Valerio.Un primo piano alla pipa di Nerone, col proprietario attaccato dietro, vale sempre la pena farla.Ed ecco Tarcisio. Anche lui una foto dedicata se la merita.A questo punto per par condicio la faccio anche a Valerio.Arriva anche Livia, si era fermata a fare provviste per il pranzo.E una foto la merita sicuramente anche lei.Siamo tutti, si parte.Dopo la solita serie interminabile di tornanti finalmente sbuchiamo al piazzale di Campocatino con la solita meravigliosa vista sulle montagne che lo circondano.Iniziamo a prepararci per la passeggiata fino a Campovano.Come al solito sono tra gli ultimi ad essere pronto, gli altri si avviano per andare a vedere uno dei “cantieri” aperti da Gianluca nella piana di Campocatino. Quando parto rimangono solo Giancarlo e Gabriele, ma anche loro sono praticamente pronti.Mi affaccio alla piana.Scendendo trovo subito uno degli scavi di Gianluca. Qua dentro pare che un paio d’anni fa sia scomparsa tutta l’acqua di un laghetto che si era formato con lo scioglimento della neve.Di buon passo raggiungo il resto del gruppo, fermo ad osservare un buco apertosi di recente. Il “cantiere” nuovo di cui ci parlava Gianluca.Sono arrivato appena in tempo, il gruppo sta per rimettersi in marcia.Giusto una foto alla nuova possibile grotta e poi vado pure io.Ma dov’e’ Campovano? Da quella parte…ce n’e’ da camminare.Stiamo avvicinandoci, ognuno col proprio passo con l’erta piu’ ostica di tutta la camminata, quella dalla piana fino alla vela.Io continuo a fotografare tutto intorno nel tentativo di catturare un poco della bellezza di questi panorami.Anche la salita e’ fatta, l’abbiamo affrontata senza fretta, a piccoli passi. Il sole picchia forte ma c’e’ un’aria fresca che e’ provvidenziale.Facciamo un centinaio di metri di leggera discesa poi prendiamo la strada ed affrontiamo l’ultimo tratto in salita.Una volta svalicato e passato il trivio, noi prendiamo la strada che continua a destra in leggera discesa. Prendiamo ancora a destra quando si biforca e siamo al rifugio.Ecco la valle di Campovano, in lontananza si vedono i piloni della corrente. Sono numerati ed in corrispondenza del numero 61 c’e’ l’ingresso della grotta dove andremo oggi.Anche Livia e Valerio si fermano ad ammirare il paesaggio, e’ veramente uno spettacolo.Qualche fiore, tanto per gradire. Ci sono miriadi di macchie di colore con decine di fiori diversi, pero’ stavolta li ho tralasciati.Siamo in vista dell’ingresso della grotta.Eccolo, siamo arrivati a destinazione.
Valerio inizia subito a cambiarsi e ci mostra con soddisfazione il suo calzino da grotta.Mano a mano che il gruppo si compatta iniziamo a capire “chi fara’ che cosa”. Livia dichiara che oggi e’ venuta solo per fare una passeggiata ed intende passare la giornata prendendo il sole. Nerone ha fatto la notte ed ora non si sente abbastanza in forma per entrare in grotta. Tarcisio, anche se corre come un treno, e’ convalescente quindi aspettera’ fuori. Gabriele si e’ fatto una sorpresa, nella fretta ha lasciato il casco in macchina. Alla fine ad entrare in grotta saremo Gianluca, Giancarlo, Valerio ed io. Valerio e’ praticamente pronto e gia’ scalpita per entrare, parla con Gianluca il quale gli spiega sommariamente i punti dove intende lavorare oggi. Cerco un posto all’ombra vicino al celeberrimo pilone 61 e mi cambio svelto lasciando lo zaino in consegna a Livia. Prima di sciogliermi nel sudore inizio ad entrare. Gia’ dopo pochi metri l’aria e’ decisamente fresca e mi fermo ad aspettare gli altri. Arriva Valerio, al primo passaggio dopo il saltino iniziale lo vedo indeciso circa la strada da prendere, urlo per indicargli la direzione. Mentre si infila nello stretto passaggio laterale gli chiedo se anche gli altri stanno entrando. Mi risponde di si e che e’ meglio aspettarli poiche’ non ha ben chiaro dove Gianluca intenda lavorare. Scendo un poco piu’ sotto per fargli spazio nel meandrino poi mi metto comodo per l’attesa. Dopo qualche minuto pero’ ancora si vede nessuno ed inizio a patire un poco il freddo, convinco Valerio a proseguire lentamente. I 2 saltini successivi li ricordo, pero’ ora sono armati con la corda. Della piccola sala dove abbiamo passato alcune ore a scavare prima di poter passare oltre, quasi non trovo traccia. Dopo ricordo c’era un saltino, ci si spostava lateralmente in una piccola sala col soffitto basso e poi si scendeva ancora un metro in un passaggio stretto. Ora tutto quel che ricordo non non esiste piu’, e’ praticamente un salto unico di circa 5 metri fino al passaggio stretto, a lato di questo passaggio il salto continua e probabilmente bypassa il passaggio stretto. Pero’ la corda passa per lo stretto ed io mi adeguo. Subito dopo si arriva in una sala lunga circa 4 metri e si cammina su una lama di roccia per arrivare alla estremita’ opposta della sala, dove inizia un’altro salto. Sono pochi metri di discesa e si arriva fino al punto, un lungo terrazzo che affaccia sul salto successivo, dove con Gianluca spostammo delle pietre enormi per ricavare il passaggio. Mentre faccio sosta per aspettare Valerio, mi cade l’occhio su un anello che e’ tutto storto, vado a guardare meglio e quasi mi cade in mano, il dado e’ lentissimo. Lo sistemo e stringo bene il dado. Quando arriva Valerio gli dico dell’anello lento e di controllare anche lui gli armi nel caso andassero sistemati. Proseguo col salto successivo. Alla base del salto ci sono alcune diramazioni. Mentre io proseguo scendendo il salto ancora sotto, Valerio si ferma ad aspettare, ha sentito rumoreggiare dietro di se’, Gianluca dovrebbe essere vicino. Alla base del pozzo dove scendo, un rozzo cerchio di circa 3 metri di diametro, ci si infila in una spaccatura e subito parte un’altro salto. Qua ritrovo un vecchio “amico”. Il salto e’ armato su un fix infisso in una roccia spaccata, la spaccatura taglia diametralmente il corpo del fix. Non mi piace, non mi piace, non mi piace. A suo tempo avevo piantato un fix sulla parete opposta utilizzando il fix “spaccato” per farne un deviatore. Qualche inguaribile ottimista ha rimesso l’armo sul fix “spaccato”, probabilmente per risparmiare un attacco. Forse si e’ capito, non mi piace, quindi scambio fix rimettendo in opera quello sulla parete opposta. Con un poco di attenzione si puo’ scendere anche senza deviatore. Ho appena terminato lo scambio quando sento Valerio chiamare. Gianluca e Giancarlo sono arrivati e, guarda il caso, il punto dove vuole lavorare Gianluca e’ proprio dove lo stava aspettando Valerio. Torno indietro a raggiungere i miei amici.    Quando siamo tutti riuniti nel punto dove ci sono le diramazioni, Gianluca ci spiega dove vuole lavorare, in effetti quello che indica e’ proprio dove ci sono buone probabilita’ di una prosecuzione. Gli altri punti sono gia’ stati visti e per ora non dovrebbero dare nuove sorprese. Visto che Valerio ha portato sin qui lo zaino con tutti i materiali da scavo, lasciamo a lui l’onore di dare le prime martellate per allargare il passaggio.Questo e’ Giancarlo, in incognito, mentre si prepara una sigaretta.Dopo le prime martellate Valerio ed io proseguiamo verso il fondo lasciando Giancarlo e Gianluca e rifinire il passaggio. Scendo nuovamente i salti gia’ fatti, andata e ritorno. Mi fermo alla base per aspettare Valerio e per fare una foto al salto con l’armo che ho cambiato.Ecco Valerio che arriva.Ho tempo ed ho solo lui come soggetto da fotografare, quindi esagero.Dopo un ulteriore passaggio basso con terra ed un altro saltino, siamo arrivati al fondo che io conosco. Ora dobbiamo solo individuare il punto dove e’ stata trovata la prosecuzione. Dalle descrizioni fatte da Gianluca iniziamo a guardare in fondo alla sala, prima di entrare nel laminatoio laterale che non sembra aver mostrato sviluppi interessanti. Ecco dove prosegue, la’, piu’ in alto di un paio di metri rispetto alla base della sala. Ci sono segni a testimonianza di un lavoro di allargamento, ma fatto con parsimonia. Infatti anche Valerio quando prova a passare riesce con un poco di fatica. Con un numero consistente di grugniti riesco a passare anche io ma dopo qualche metro di meandrino stretto, questo diventa ancora piu’ stretto. A detta di Valerio per questo punto non e’ passato nessuno ed ha gia’ trovato un punto promettente dove allargare. Con un po’ di contorsionismo ci scambiamo di posto, in effetti il punto visto da Valerio sembra andare nel buio. Valerio esce e va sotto, al laminatoio, per vedere se i 2 buchi sono comunicanti. Non vede la mia luce quando la accendo al massimo e la punto verso il basso. La cosa ci rincuora. Che questa sia o meno la prosecuzione che cercavamo, il posto promette bene. Decidiamo di dare il via ai lavori. Visto che la prospettiva e’ di fare avanti ed indietro piu’ volte, iniziamo con l’allargare lo stretto passaggio iniziale. Valerio prepara il necessario, intanto io cerco di fare una foto ad una “fetta di prosciutto”.Mentre Valerio prepara, faccio un giro per la sala cercando di ricordare cosa facemmo le volte scorse. Ritrovo il caposaldo “33”, l’ultimo del rilievo fatto nel lontano 2016, vado a rivedere il ramo piu’ in basso ed esploro con la luce l’alto soffitto della sala. In alto, in corrispondenza del salto di accesso alla sala, le pareti sembrano lavorate dall’acqua, potrebbe essere interessante arrivare lassu’ a dare uno sguardo. Guardo anche dove Valerio ha iniziato ad allargare. Improvvisamente mi ricordo di Giuseppe. In una delle scorse uscite, lui si era arrampicato in corrispondenza della spaccatura ed aveva annunciato la possibile prosecuzione. Visto pero’ che stavamo iniziando a tornare e che il passaggio era da allargare gli dicemmo di lasciar perdere e che lo avremmo rivisto in seguito. Questo accadeva nell’estate del 2016, poi nell’estate successiva fummo impegnati con la Piccola Cretarossa e ritorniamo qua solo oggi, dopo 2 anni.Valerio inizia a lavorare di buona lena, anche io torno per dargli una mano. In breve tempo la strettoia diventa molto meno selettiva e passiamo avanti a lavorare gli altri punti stretti. Anche nel nuovo punto Valerio imperversa sulla roccia come una furia ed anche io riesco a fare la mia parte. Dopo un’ora circa stacchiamo un grosso masso che impediva il passaggio e riusciamo a spingerlo in un punto dove non arreca ulteriore fastidio. Ora potremmo iniziare a lavorare la roccia piu’ in basso per avvicinarci al buio che tanto ci incuriosisce. Ancora una volta facciamo acrobazie per scambiarci di posto nello stretto, vado avanti io. Mentre mi guardo attorno per vedere cosa abbiamo combinato, noto che il meandro continua anche avanti a me e che ora posso avventurarmi a dare una occhiata. Sorpresa! Dopo un angolo di roccia, riesco ad infilare la testa e vedo che il meandro si allarga andando leggermente in discesa. Stimo che con alcuni sospiri ed altrettanti grugniti potrei anche passare, pero’ preferisco lasciare questo onore allo smilzo della squadra. Facciamo un nuovo cambio di posto “acrobatico” e dopo la perlustrazione lo giubilo di Valerio mi conferma la prosecuzione. Provo ad avanzare il dubbio che quella sia proprio la prosecuzione che stavamo cercando ma Valerio si dice sicuro che da la’ nessuno e’ mai passato. Vado a prendere una corda per fargli sicura mentre si cala nel meandro. Valerio passa lo spuntone e si cala giu’. In corrispondenza della fine della corda arriva in una sala. Alcuni secondi di silenzio. Ci sono delle corde nella sala, purtroppo o per fortuna, la prosecuzione che cercavamo sembra essere proprio questa. Quando torna indietro facciamo il punto della situazione, oramai la giornata l’abbiamo fatta, trattenerci oltre servirebbe solo a far preoccupare gli altri che ci aspettano fuori. Decidiamo di passare ancora un’ora circa a levare di mezzo gli spuntoni di roccia che ora solo l’unico serio ostacolo ad un passaggio quasi comodo. Mentre Valerio provvede alla loro distruzione, io vado a recuperare il DistoX per prendere alcuni punti nel meandro ed avere una indicazione della direzione in cui prosegue la grotta. Riesco a prenderne pochi, solo fino ai famigerati spuntoni, oltre non posso andare perche’ c’e’ Valerio che lavora per eliminarli. Devo confessare che oggi sono entrato in grotta con un forte mal di pancia ed ora inizio a risentirne. Faccio fatica a muovermi con la pancia che gorgoglia e mi da’ fitte tremende. Temo un poco il ritorno.       Anche per questo appena Valerio dichiara di aver terminato col suo lavoro, ripongo le mie cose nello zaino e lo avverto che inizio ad andare. Lo lascio che ricompone il proprio zaino. Pian pianino e con qualche sosta dolente per le fitte alla pancia inizio il ritorno. Mi fermo solo dove hanno lavorato Gianluca e Giancarlo, mi sembra abbiano fatto un buon lavoro, chiedero’ loro di raccontarmi cosa hanno trovato. Rifaccio tutti i saltini meravigliandomi di nuovo di come sia stata modificata la grotta. Ho ancora una volta l’impressione di percorrere una nuova grotta rispetto a quella che ricordavo. Quando mi affaccio alla base del saltino iniziale vedo con piacere la luce del giorno e sento la voce dei miei amici. Risalgo senza far rumore e li trovo intorno all’ingresso a chiacchierare. Li saluto e mentre smaltisco le ultime fitte alla pancia mi faccio aggiornare. Livia e Nerone sono gia’ tornati indietro. Tarcisio e Gabriele hanno fatto un bel giro per Campovano. Gianluca e Giancarlo hanno allargato quel che potevano ma la roccia in quel punto e’ tenace e non sono riusciti a passare. Dovremo tornare anche per vedere cosa c’e’ oltre quel punto. Brevemente li aggiorno a mia volta facendoli ridere del mio mal di pancia.In attesa di Valerio posso cambiarmi e finalmente cercare un posto appartato dove liberare la pancia dolente. Valerio impiega piu’ di 20 minuti per uscire, ma e’ comprensibile, ha uno zaino che pesa almeno una dozzina di chili e tirarselo dietro nei punti stretti vuole il suo tempo.Ora che siamo tutti, partono le attivita’ per chiudere la grotta e poter partire per la passeggiata di ritorno.Quasi pronti.  Gabriele e Giancarlo decidono di partire, son pronto anche io, li seguo.Questo e’ l’inghiottitoio che Gianluca ha battezzato “San Michele Arcangelo”, si dice sicuro che e’ collegato con “al 61” ed ha avviato un ponderoso cantiere anche qua.La salita iniziale e’ la piu’ difficile da affrontare, ma con pazienza e piccoli passi avanziamo.Anche Gianluca, Tarcisio e Valerio sono partiti.Come al solito mi perdo nell’ammirare questi paesaggi.Siamo in cima alla salita, mi fermo ad aspettare Gabriele.Arrivati al trivio mi giro a vedere dove sono i nostri amici. Hanno gia’ finito la salita pure loro, hanno raggiunto Giancarlo, sono stati veloci.Incontriamo una fila di mucche che ritorna dal pascolo. Le nuvole sembrano farsi minacciose, speriamo di poter arrivare alle macchine senza pioggia.Arriviamo alla vela. Le mucche sembrano convinte di fare sosta qua. I nostri amici ci hanno praticamente raggiunti.Iniziamo la discesa.A fine discesa, siamo di nuovo tutti assieme.L’ultimo tratto in piano lo utilizziamo per fare qualche chiacchiera e parlare di quanto visto nella bella giornata odierna. Arrivati alle macchine facciamo una sosta al bar per prendere qualcosa da bere poi prendiamo commiato fino alla prossima uscita assieme. Gabriele sarebbe favorevole ad una sosta al ristorante pero’ per una volta sono io a pregarlo di rinunciare, le fitte alla pancia continuano a non darmi tregua e l’unica cosa che desidero e’ il poter stare a casa il prima possibile. Non dico che il ritorno e’ un incubo, ma ci si avvicina parecchio. Nonostante, o forse anche per questo, e’ stata una giornata indimenticabile sotto molti aspetti. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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