In grotta nel cardellino con Vincenzina, Matilde, Gabriele.
Finalmente, dopo un tempo infinito, eccomi di nuovo pronto per andare in grotta con Vincenzina, alias Vins, e Matilde. L’appuntamento, per la gioia di Gabriele che lo adora, e’ al parcheggio di Metro alla Rustica.Ed ecco Gabriele in tutto il suo splendore, bella foto, mi faccio i complimenti!
Dopo i saluti ed il trasbordo degli zaini, ci ammucchiamo tutti nella macchina di Gabriele ed andiamo. Un rapido passaggio al bar e poi dritti alla grotta. Il tempo di cambiarci sfidando il frizzante freddino e siamo pronti ad entrare. Matilde sistema una corda per lo scivolo iniziale. Oggi saranno Vins e Matilde ad armare.
Mentre Vins e Matilde vanno alla scoperta della grotta, Gabriele ed io ci prepariamo per fare il rilievo.
Ecco l’ingresso in tutto il suo splendore.
Il duo armante ci urla che possiamo scendere. Parte Gabriele mentre io prendo i primi punti all’esterno. Per il rilievo adotteremo lo schema oramai collaudato, lui avanti a segnarmi il caposaldo successivo ed io a manovrare il DistoX.
Dopo l’ingresso, verticale per circa un metro, c’e uno scivolo di terra. La prosecuzione non e’ avanti ma in corrispondenza di un buco sulla sinistra. Da come sta messo Gabriele immagino non sara’ proprio largo.
Dopo il passaggio stretto ritroviamo la nostre amiche. Siamo in una sala bassa ed inclinata, il pavimento di terra. Vins e Matilde sono vicine ad un pozzo e stanno combattendo strenuamente per doppiare l’attacco di partenza. Dico cosi’ perche’, come ci aveva anticipato Gabriele, la grotta si sviluppa nel “cardellino”, un travertino molto molto poco denso e pieno di buchi. Vins e Matilde quindi sono oramai disperate, non trovano un lembo di roccia buona dove mettere un fix!
Ecco il famoso cardellino!
O anche questo, in effetti ci sono piu’ vuoti che roccia.
Alla fine mettiamo un fix quasi vergognoso su uno strato di concrezione. Per fortuna l’attacco singolo che c’era prima e’ con un multimonti e tiene bene. Usando tutti e 2 riusciamo ad attrezzare una partenza decente, con buona pace di Vins e Matilde che hanno sfiorato la crisi di nervi. Mentre loro scendono in avanscoperta, noi riprendiamo con calma a fare il rilievo.
Il fondo della saletta. Mi incuriosisce, pero’ ora ho altro da fare, magari ci passero’ al ritorno.
Ancora la strana roccia che forma le pareti di questa grotta, sembrano filamenti fossili di chissa’ quale vegetale.
Dopo il pozzetto di circa 8 metri siamo nella frattura principale che, in corrispondenza della base del pozzo, si allarga in ambienti ampi, delle sale, direi. Gabriele oltre a dare una mano a me col rilievo, si e’ portato dietro una scomodissima valigetta con dentro dei misteriosi apparecchi. Me ne spiega un paio, uno e’ un “anemometro a filo caldo”, non chiedetemi di piu’. L’altro serve a captare e riconoscere la “voce” dei pipistrelli. Mentre sono impegnato a disegnare e sistemare il pezzo di rilievo appena fatto, lui apre la valigetta ed inizia a trafficare con tutta quella tecnologia.
In alcuni punti le pareti vicino a noi sono costellate di concrezioni vecchie e polverose.
In altri punti sembrano un poco piu’ giovani e vitali.
Gabriele mentre “ascolta” i pipistrelli.
Concrezioni polverose con un inizio di futuri capelli d’angelo.
Mentre noi siamo fermi e ci balocchiamo con anemometri e “pipistrellometri”, le nostre 2 esploratrici vanno e vengono per i vari ambienti della grotta. Per il momento hanno esplorato la parte a destra (sarebbe la parte che mi sono trovato a destra mentre scendevo il pozzetto, e cosi’ l’ho battezzata) e stanno tornando indietro per andare ad aggredire la parte sinistra.
Mentre Matilde e Vins transitano dalle nostre parti per il cambio lato, approfittano per fare sosta da noi e raccontarci cosa hanno trovato nel lato destro. Ci raccomandano di visitare una saletta laterale, molto carina. Gabriele nel frattempo continua ad ascoltare i pipistrelli.
Le stalattiti che pendono dall’alto in alcuni casi ricordano piu’ delle radici.
Provo a fare un dettaglio di questa che e’ la piu’ particolare, ma non rende molto l’idea.
Gabriele trova 2 conchiglie per terra, dice che sono importanti, non ricordo piu’ perche’. Mi limito a fotografarle come documentazione della grotta.
Continuando il rilievo quasi mi scontro con un pipistrello, non me ne ero proprio accorto. Faccio svelto quel che devo e mi allontano.
Ancora stalattiti dalle strane fogge.
Continuiamo a fare il rilievo del lato destro, le nostre prodi esploratrici sono scomparse dall’altro lato.
In un angolo trovo questa “roba”. Ditemi voi se non sembra un qualche tipo di pianta fossile.
Rimango un poco ad ammirare questa espressione della infinita “fantasia” della natura.
Continuando il giro troviamo il pertugio che porta alla saletta carina indicataci dalle nostre amiche. Proseguiamo il rilievo da quella parte.
Siamo in una ampia saletta, circa 4 metri larga e lunga altrettanto. Ha il soffitto alto meno di un metro ed il pavimento di terra. Ci potrebbero essere dei punti interessanti, ma da scavare. Per il momento lasciamo perdere e continuiamo col nostro rilievo.
Tornando alla base del pozzo incontriamo le nostre esploratrici di ritorno. Mi sbrigo a far loro delle foto prima che scappino di nuovo via.
Le costringo addirittura a posare insieme per me.
Matilde, che e’ famosa per la sua pazienza, dopo 3 foto inizia ad alzare gli occhi al cielo. E’ segno che mi devo rassegnare e riporre la fotocamera a riposare prima che la trasformi in un ammasso informe.
Ora che ho le foto posso mettermi tranquillo ad ascoltare quel che hanno trovato. Il lato sinistro non ha ambienti larghi come quello di destra, somiglia molto piu’ alla frattura che ha dato origine alla grotta. Le nostre amiche l’hanno seguita salendo e scendendo per trovare il passaggio piu’ comodo fino ad un punto in cui si allarga leggermente e sembra diramarsi. Loro si sono infilate in uno stretto pertugio alla base del piccolo ambiente ed hanno proseguito un poco. Matilde, da brava strettoista, ha tentato un passaggio ardito, pero’ stavolta era troppo ardito ed e’ rimasta incastrata. Per fortuna c’era Vins, a cui avevo affidato la mia mazzetta, che l’ha liberata con alcuni colpi ben assestati. In tutto questo trambusto Matilde si e’ procurata un piccolo dolore alla spalla, uno stiramento, forse. Per non sforzare la spalla dolorante Matilde decide di uscire. Vins invece ci accompagna nella visita con rilievo del lato sinistro. Proseguiamo camminando lungo la frattura per alcuni metri tenendoci all’altezza della base del pozzo. Dopo dobbiamo salire fino a trovarci in un ambiente largo abbastanza da fare sosta insieme e scattare una foto.
Anche qua e’ ricco di concrezioni veramente particolari.
Mi aggiro cercando di catturare qualche briciolo di questa bellezza.
Delle eccentriche eccentriche!
Ecco di nuovo le concrezioni vegetali.
Dopo riposo e foto, salutiamo Vins che esce a tenere compagnia a Matilde. Noi proseguiamo girando a destra e scendendo. Riprendiamo la direzione principale della frattura girando verso sinistra e strisciando per un tratto.
Sempre facendo il rilevo arriviamo alla saletta del pertugio, da qualche parte qua vicino si e’ incastrata Matilde. Se si e’ incastrata lei e’ inutile che io tenti qualsiasi approccio. Sembra che la grotta termini qui. Do uno sguardo su una possibile diramazione sulla destra ma sembra chiudere. Ci guardiamo in faccia con Gabriele, possiamo chiudere qua il rilievo? Decidiamo di si. Faccio l’ultimo tratto di disegno su TopoDroid poi spengo tutto e ripongo gli attrezzi.
Appena sopra al pertugio “Matildeo” ci sono delle formazioni gialle. Gabriele mi intima di fotografarle ed io prontamente eseguo. Mentre lo faccio sento arrivare aria fredda dall’alto. Mi incuriosisce, cosa sara’? Mi arrampico seguendo l’aria. In effetti da questa parte la grotta prosegue ancora qualche metro. In fondo, in corrispondenza di un restringimento sento un’aria gelida venirmi addosso. E’ quasi sicuro che siamo vicino all’esterno. Dovremo tornare per vedere meglio.
Ritorno alla saletta dove Gabriele aspetta e lo aggiorno. Decidiamo che per oggi possiamo ritenerci soddisfatti e, pianin pianello, torniamo verso il pozzo. Lo risalgo per primo mettendomi poi comodo ad aspettare Gabriele. Naturalmente mi scordo del proposito di dare una occhiata al fondo della sala, come mi ero ripromesso all’andata. Sara’ per una prossima visita.
Quando siamo fuori ritroviamo le nostre aitanti esploratrici che imperversano su un buchetto trovato all’andata, strada facendo. Ci scaldiamo anche noi dando loro una mano per almeno una mezz’ora poi decidiamo che per oggi puo’ bastare. La nostra prima grotta nel cardellino, non si finisce mai di imparare e scoprire nuove meraviglie. Alla prossima.