58° Corso SCR – Pozzo Comune – 19/11/2017

Seconda uscita del corso SCR. La solita, classica ma sempre piacevole, uscita a Pozzo Comune.

La mattina alle 7 passa Maurizio a prendermi, mi risparmia di prendere la metro e gia’ questo contribuisce a stemperare il malumore per l’alzataccia. Non sono piu’ abituato ad appuntamenti alle 7.30 al bar vicino ad Ikea di Anagnina! Al parcheggio vicino al bar troviamo una macchina storica e non riesco a non prendere una foto di lei.La foto successiva pero’ e’ per Francesca che, incurante del freddo pungente, se ne sta fuori ad attendere.Durante e subito dopo la colazione arrivano gli altri corsari. Mancano ancora Stefano ed il direttore del corso, il nostro Adriano. Matilde, Stefano, Fabio e Max invece sono gia’ partiti alla volta di Pozzo Comune per procedere all’armo della grotta.Stefano arriva quasi in orario, Adriano, da buon direttore, si fa attendere. Ma alla fine arriva pure lui.Ci distribuiamo nelle macchine con l’intento di prenderne il meno possibile. Adriano lascia la sua e viene con noi. L’appuntamento successivo e’ al bar Semprevisa a Carpineto.Qua al bar Semprevisa, oltre a ripetere la colazione e fare pausa bagno, impieghiamo molto tempo per sistemare i lacci delle scarpe di un corsaro, lo stesso che aveva delle scarpe strane la scorsa domenica in palestra. Deve avere un rapporto conflittuale con le scarpe! Risolto il problema delle scarpe saliamo a pian della faggeta e parcheggiamo in ordine sparso per procedere alla vestizione.Stefano ed il grosso degli allievi sono andati un poco piu’ avanti. Quando sono pronto li raggiungo.Eccoli i nostri corsari, quasi pronti in fisico ed attrezzatura.Qualche controllo alle luci per Alessandra mentre Stefano ed Adriano preparano gli zaini.Inizio a sentire caldo ed a sudare. Visto che molti sono pronti, decido che e’ tempo di avviarsi alla grotta. Urlo che mi avvio ma credo mi senta nessuno. Infatti nessuno mi segue.Scendo il sentierino scivolosissimo fino all’imbocco vero e proprio della grotta. Qua la temperatura e’ migliore assai, o meglio e’ piu’ adeguata ai vestiti che ho addosso.Sento rumoreggiare alle mie spalle, ecco il gruppo che arriva compatto. Sembra che qualcuno abbia scordato le batterie di ricambio ma per fortuna Stefano ne ha portate in piu’ proprio per questa evenienza.Iniziamo subito con la discesa del primo saltino. Scendo per primo e mi organizzo per fare sicura a chi scende sia dalla via di destra che da quella a sinistra.Poco piu’ avanti c’e’ il salto successivo che porta alla sala. L’armo e’ sempre doppio ed e’ fatto in maniera da formare con la corda uno sbarramento a chi volesse affacciarsi sul salto. Faccio accomodare tutti la’ controllando che mettano la longe sulla corda di sicura.Quando i corsari sono in gran parte assiepati davanti al salto che affaccia sulla sala, vengono raggiunti da Stefano ed Adriano che li controllano in quella discesa. Quando con Maurizio smaltiamo la coda, li raggiungiamo per dare una mano.Eccoci infine tutti nella sala grande. Un saluto alla luce del giorno, ancora pochi passi e saremo nel regno del buio.Andiamo avanti, stavolta i nostri armatori hanno deciso di armare solo il P19 tralasciando il pozzo che c’e’ poco prima. In compenso pero’ il P19 e’ armato con 2 vie. Trovo tutti assiepati alla partenza del pozzo.Mi affaccio a curiosare. Sul bordo del pozzo trovo Fabio, uno dei presti armatori, a presiedere alle partenze. Lo saluto allegramente. Sara sta scendendo, sembra abbia qualche difficolta’. Fabio taglia corto con i saluti e mi esorta a seguirla per darle una mano sui deviatori, se dovesse servire.I deviatori non portano troppo disagio ai nostri intrepidi allievi. In breve tempo siamo giu’ in parecchi. Mi impossesso di un piccolo gruppo per proseguire fino al salto successivo. Si tratta della mitica pozza che quasi una volta su 2 mi frega facendomi inzuppare i piedi.Vado avanti per mostrare come si passa. Questa e’ la volta buona e riesco a passare indenne. Iniziamo le operazioni di passaggio della pozza “fetente”. Dietro di me sento vociare, e’ il resto degli armatori che torna. Anche dal P19 inizia ad arrivare il resto del gruppo. La pozza fetente in pochi minuti diventa un incrocio intasatissimo. Max mi raggiunge da sotto e si mette a governare l’incrocio. Passati alcuni corsari, mi avvio a scendere il pozzo subito dietro di me per fare spazio.A meta’ del pozzo incontro e saluto Stefano il terzo componente della squadra d’armo. Alla base del pozzo, last but not least, trovo Matilde intenta a fare uno spuntino. Non perdo tempo nel rubarle un sorriso ed un abbraccio.Questa non saprei dire come e’ uscita fuori, pero’ mi piace l’effetto e ve la mostro.Totem propiziatorio, sono sicuro che a Nerone piacerebbe molto.Eccoli qua, in posa per “Siamo la coppia (speleo) piu’ bella del mondo e ci dispiace per gli altri”! Sono simpatici ed affiatati, se arrivassi anche a ricordarmi i loro nomi sarebbe un successone. Per ora mi accontento di far loro una foto.Terminato l’ingorgo alla pozza fetente e sceso il pozzo successivo fino alla sala dove li attendo, non ci rimane altro che affrontare lo scivolo di fango e quindi goderci il meandro fino al pozzo Marilu’.Andiamo avanti in una ordinata fila indiana.Le uniche soste le facciamo alle pozze dove i nostri corsari devono sfoderare le unghie e dare sfoggio delle proprie capacita’ di arrampicatori o quanto meno di ginnasti per passare indenni le suddette con abili mosse, prese ardite e spaccate da brivido. Max passa per primo mostrando quanto sia facile il passaggio ma i nostri corsari all’atto pratico non riescono a condividere pienamente la sua opinione.Passata la prima pozza quasi indenni proseguiamo sempre in fila indiana ammirando il meandro. Anche io che l’ho visto davvero tante volte, non posso fare a meno di ammirare il paziente e mirabile lavoro dell’acqua sulla roccia.Breve sosta per un sorriso, serve sempre.Ma voglio esagerare, meglio 2 sorrisi che uno!L’ultima pozza, quella a pochi metri dall’affaccio sul pozzo Marilu’ e’ la nuova prova d’ardimento. La passano indenni quasi tutti…tranne Sara che ci casca dentro fino ai fianchi. Ne rimane contrariata ed a nulla serve il mio raccontarle che praticamente tutti i visitatori di Pozzo Comune, almeno una volta, hanno provato l’ebbrezza di un bagno in una delle pozze. Mentre si consuma il dramma di Sara, Max inizia a far scendere il Marilu’. Sembra che di acqua ce ne sia, ma non eccessiva. Il pozzo e’ stato armato con 2 vie. Anche questa discesa la potremo fare in coppia.Mi affaccio anche io a curiosare mentre i primi 2 arditi completano la discesa.La fila dietro di noi e’ nutrita ma ci stanno raggiungendo anche gli altri istruttori, ovvero maestri. Max scende in compagnia di un allievo. Alla discesa successiva tocca a me con lei. E’ molto presa dal montaggio del discensore e non ha alcuna intenzione di prestarmi di nuovo il suo sorriso.Quando arrivo alla base del pozzo rischio a mia volta una inzuppata. Vi racconto la mia disavventura finita bene. Alla base del pozzo c’e’ una pozza d’acqua proprio sulla verticale di discesa. Con un agile spinta sulla parete mi tolgo dalla verticale per evitare d’acqua. Arrivato al sicuro, vado per poggiare i piedi a terra ma le scarpe scivolano sulla roccia bagnata. Torno cosi’ a dondolare, molto contrariato, verso la verticale del pozzo. Mi spingo nuovamente con decisione sulla parete del pozzo per riportarmi fuori dall’acqua. Oramai pero’ oscillo quasi a pelo d’acqua e sono seriamente a rischio di inzuppata clamorosa. Il nuovo tentativo finisce come il primo, scivolo nuovamente verso l’acqua come il Wile Coyote dei cartoni animati. Per fortuna al terzo tentativo arriva un aiutino da Max e gli altri che assistevano alle mie prodezze. Probabilmente con un altra decina di tentativi avrei risolto da solo, pero’ un aiuto al momento giusto e’ sempre il benvenuto. Tutto e’ bene quel che finisce bene! Una volta ritornato con i piedi saldamente in terra vedo che alcuni corsari hanno dato scalata ad un “fungo” che sovrasta la sala alla base del Marilu’. Il “fungo” e’ accanto ad una cascatella d’acqua abbastanza intesa, ma dove sono loro sembra essere abbastanza asciutto. Li raggiungo per scattare assieme qualche foto.Purtroppo la nebbia che creiamo con l’evaporazione dell’acqua dai nostri vestiti impedisce di avere foto chiare, ci provo un paio di volte ma gia’ so che i risultati saranno scarsi.Ancora non sono scesi tutti, pero’ la pioggia alla base del pozzo e’ inevitabile ed iniziamo a sentire freddo. Le salite hanno una pausa, decidiamo che e’ il momento di iniziare a salire. Intanto saliremo 2 per volta. Quando sopra saranno pronti, useremo le 2 corde nei 2 sensi. In una si salira’ mentre con l’altra continueranno le discese. Max inizia a risalire con una corsara. La successiva sarebbe Sara che era gia’ infreddolita dalla inzuppata nella pozza prima del Marilu’. Vorrebbe salire accompagnata. Mi offro per accompagnarla. Vorrei realmente salire assieme a lei, pero’ nella prima meta’ del pozzo si e’ sotto una vera e propria doccia, mi fermo qualche secondo ad aspettarla ma il fastidioso colare dell’acqua fredda giu’ per la schiena mi convince che non e’ il caso. Riprendo a salire di buona lena. Tento una nuova sosta pochi metri sopra, ma forse e’ pure peggio di prima. L’acqua scompare solo a qualche metro dal frazionamento. Sara e’ ancora ad inizio pozzo. Max si affaccia e mi esorta a lasciare libera una corda per far passare un allievo che desidera scendere. Facciamo un poco di acrobazie al frazionamento per scambiarci di posto poi lui parte ed io esco dal pozzo. Eccolo mentre si incrocia con Sara.   Qua sopra sembra esserci ancora il pienone.Ecco Sara che arriva, stanca ma felice.Dopo averle dato una mano per il passaggio del frazionamento, mi ritiro dentro per farla uscire dal pozzo senza intralci.Sara e’ infreddolita, la caduta nella pozza e la doccia subita scendendo e poi salendo il Marilu’ l’hanno provata. Stefano si offre volontario per accompagnarla lungo il meandro fino alla sala subito dopo lo scivolo di fango. Arrivati la’ organizzera’ un poco di campo per farle recuperare temperatura e buon umore. Certo e’ che a stare fermi si sta caldi per nulla…Dopo un poco decido di fare un giretto anche io. Vicino a me noto che c’e’ lo zaino che portava Matilde. E’ abbastanza pesante. Con l’intento di aiutare decido di arrivare fino al campo con lui. Avverto Max delle mie intenzioni ma credo non mi senta. Detto fatto mi avvio. Gia’ il muoversi un poco mi riporta calore addosso.Cammina cammina, arrivo allo scivolo di fango. Ora sono a portata di voce di Stefano, gli urlo che lascio lo zaino nei pressi dello scivolo e torno indietro, magari nel frattempo qualcuno ha risalito il Marilu’ ed e’ da accompagnare. Strada facendo perdo qualche secondo per delle foto al “meandro scolpito”, mi piace troppo.Ancora una e poi riprendo per la mia strada.Mi manca proprio tanto cosi’ per arrivare alla partenza del Marilu’ quando sento rumoreggiare per il meandro. Ma e’ Valeria! Le rubo un sorriso nebbioso e poi ritorno sui miei passi per accompagnarla a fare compagnia a Sara.Arrivati allo scivolo di fango, vedo con piacere che lo zaino nel frattempo e’ stato preso da Stefano. Saluto Valeria e torno indietro. Stavolta pero’ cerco un posto consono e lascio l’attrezzatura. Qualche chilo in meno da portare non fa mai male. Al Marilu’ trovo ancora Max intento a presidiarlo. Le operazioni di risalita procedono. Quando ripeto a Max di aver portato via lo zaino giallo di Matilde ho la conferma che non mi aveva sentito quando l’ho detto la prima volta. Infatti brontola un poco perche’ dentro c’e’ il suo cambio e preferiva averlo a portata di mano. Mi offro di riportarglielo indietro ma un altro brontolio mi informa che dopo tutto va bene cosi’, sotto al pozzo sono rimasti solo maestri e tra poco leveremo tutti le tende da qua.Adriano, il nostro direttore del corso, si concede un sorriso.Alcuni allievi mentre ero in itinere sono risaliti. Faccio ancora un giro fino al campo con loro.Al campo stavolta ci arrivo anche io e mi fermo a fare uno spuntino. Visto che ho portato solo della cioccolata approfitto della generosita’ dei corsari e assaggio da loro quel che hanno portato. Lo faccio con moderazione, devo tenermi leggero per la cena alla Sbirra! Gli istruttori reduci dal Marilu’ arrivano alla spicciolata. Per chi, come Sara, e’ arrivato al campo da parecchio, iniziano le operazioni di risalita. Arriva anche Max che chiude la fila.Ora il campo e’ quasi affollato.Chi mangia, chi riposa, chi si prepara a proseguire.Ecco alla parete un bel trio, Matilde, Fabio ed Alessandra. Bi-sorriso.A mano a mano che i corsari si dichiarano soddisfatti dello spuntino e del relativo riposo vengono accompagnati nel risalire il pozzo e quindi al superamento della pozza “fetente”. Dobbiamo “solo” risalire il 19. L’attesa non si preannuncia breve. Dopo aver tremato assieme per circa un’ora, mi viene offerto di dare il cambio a Stefano al deviatore intermedio. Accetto con entusiasmo all’idea di riscaldarmi con la salita. Appena arrivo al deviatore armeggio un po’ per trasformarlo in un frazionamento. Con questa modifica ad una delle 2 corde intendo spezzare la salita in 2 tratte indipendenti e provare a velocizzare le operazioni di risalita. Quando passa l’ultimo corsaro, smonto il frazionamento e sistemo nuovamente il deviatore. Appena si libera una delle corde salgo anche io e mi fermo su ad aspettare l’arrivo dei miei amici.Arriva Matilde. Per uscire dal pozzo tenta la tecnica del crocifisso, le viene mica male!A chiudere la fila c’e’ ancora Max. Matilde ed io lo aspettiamo rimettendo a posto corde e materiali negli zaini. Quando siamo pronti ed andiamo alla sala iniziale sono quasi tutti usciti. Finiamo di disarmare gli ultimi pozzetti e poi…Dannaz…Malediz…ho scordato il mio zaino nella sala iniziale! Smoccolando non poco mi faccio ridare una corda ed un paio di attacchi. Torno indietro, armo il saltino che affaccia sulla sala e scendo. Lo zaino l’ho realmente scordato, ma nella sala non ve n’e’ traccia. Probabilmente qualche volenteroso l’ha portato con se’ uscendo. Poco male, risalgo e disarmo nuovamente il saltino. Max mi ha aspettato, usciamo insieme. Alla macchina finalmente mi cambio. Il sollievo maggiore ce l’ho nel mettere i calzettoni asciutti, una gioia! Dopo aver sistemato tutto e’ ora di pensare alla cena. Stefano, che e’ uscito tra i primi, aveva il compito di prenotare alla Sbirra. Maurizio mi informa che e’ tutto a posto. I pochi minuti per scendere in paese, parcheggiare in piazza e salire su fino al ristorante nemmeno li avverto. Entrando saluto con gioia i gestori della Sbirra, li abbraccio lamentando una lontananza di quasi un anno. Dopo i saluti corro a prendere posto a tavola, ora ho proprio fame. Anche Adriano non si fa pregare.   Max ci segue da presso e si accomoda comodo.Stefano e’ addirittura sbalordito al pensiero di quante fettuccine mangeremo stasera.Matilde si muove troppo perche’ la fotocamera possa metterla a fuoco, comunque vi assicuro che e’ lei.Entra tutto il resto del gruppo. Sulla sinistra, anche lui sfocato, c’e’ Luca a fare gli onori di casa.Carlo e Francesca sembrano spaesati ma sicuramente le fettuccine li rassicureranno.Stefano prende posto ed aspetta con pazienza.Tutti pronti! Siamo divisi in 2 tavoli, pero’ ci siamo solo noi e l’allegria non manca. Le fettuccine arrivano poco dopo a completare la giornata.Per il ritorno devo ringraziare la forte tempra di Maurizio che guida incurante del sonno con a fianco il buon Adriano che cerca di restare sveglio a sua volta. Io mi metto dietro per dormicchiare senza pensieri di sorta.

Tirando le somme, Pozzo Comune e’ una classica da corso ma sempre molto divertente ed interessante. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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