Maria, Gianni, io e Luna a scavare la Sfogatora Scipioni, ottimo preludio del pranzo al “Ristorante Palumbo da Nicolina”.
La mattina io e Luna passiamo sotto casa di Maria e Gianni. Li carichiamo per andare ad iniziare bene la giornata con una buona colazione. Dopo un ottimo caffelatte con cornetto risaliamo in macchina andando a prendere l’autostrada. Un fastidioso inconveniente col Telepass che fa cilecca sia in entrata che in uscita non ci impedisce di arrivare a quel di Valmontone ancora con una buona carica di allegria. Dopo giri e rigiri, che solo Maria e Gianni potrebbero descrivervi, arriviamo dalle parti di Genazzano a prendere una strada di campagna che si inerpica tra gli olivi. In corrispondenza di uno spiazzo Gianni mi fa segno di posteggiare mentre va a sincerarsi che il posto sia quello giusto. Su consiglio di Maria, che la sa lunga, arrivo allo slargo piu’ avanti per invertire il senso di marcia e tornare a posteggiare gia’ pronto per ripartire. Intanto Gianni ci conferma che il posto e’ quello giusto. La giornata e’ stupenda, il posto pure, per la grotta vedremo tra poco. Iniziamo a prepararci. Non c’e’ molto da fare, ma almeno gli scarponi me li devo mettere. Luna invece e’ gia’ pronta e scalpitante.
Saliamo un piccolo dislivello e passiamo accanto ad una casupola diroccata, casa Scipioni. Mentre ci cambiavamo e’ passata una vecchina con cui abbiamo scambiato qualche parola. Da quanto ho capito chiedere di “Scipioni” da queste parti, serve a poco, a quanto ci dice sono tutti Scipioni nei dintorni! Comunque, una volta superata la casetta si prosegue per un sentiero che costeggia un folto mucchio di fichi d’india colmi di frutti piu’ che maturi. All’altezza del retro della casa Gianni si dirige decisamente verso di essa. Si ferma vicino al muro della casa ed inizia a pulire il passaggio ingombro di rami e spini. Dopo la pulizia riesce finalmente a mostrarmi la possibile grotta.
Gianni prende posizione per iniziare gli scavi. Viene pero’ interrotto quasi subito da un ospite inatteso, un simpatico micio in cerca di coccole. Gianni non si fa pregare di certo.
Non si capisce chi si stia divertendo di piu’, pero’ miciomao e’ un poco distratto da una presenza…
Dall’altra parte infatti c’e’ Luna che se lo guarda con curiosita’.
Dopo una buona dose di coccole iniziamo finalmente gli scavi. Non abbiamo portato ne’ cofana ne tantomento la zappetta quindi dobbiamo arrangiarci con lo zaino e le mani.
Luna e’ curiosissima e vorrebbe scendere ad aiutare.
Maria dietro di noi si occupa di depositare terra, foglie e sassi in una zona dove non dia fastidio.
Pausa per riprendere fiato e fare un paio di foto.
Il tempo e’ un poco pazzo, c’e’ addirittura un asparago selvatico appena spuntato.
Proseguiamo con gli scavi. Abbiamo, o meglio Gianni ha, ripulito dal consistente strato di foglie superficiale ed ora si iniziano a tirare fuori anche terra e sassi.
Miciomao e’ intraprendente, dopo aver soffiato a Luna un paio di volte alla fine la giudica inoffensiva e si avvicina. Arriva addirittura a strofinarcisi contro facendo le fusa.
Dopo questo intermezzo di fratellanza animale Gianni decide che e’ l’ora di riposare e mi cede l’onore. Il posto e’ stretto e ho visto Gianni uscirne con i gomiti che sembrano una tartare, quindi per prima cosa fotografo il simpatico strato di concrezione che adorna le pareti laterali e quindi mi adopro nel fare spazio sacrificandone una, piccola, parte. Dopo essermi dato una sonora martellata su una mano decido di aver fatto abbastanza spazio e di passare allo scavo vero e proprio. Riempio con buona lena una decina di zaini di terriccio e sassi fino a che la stanchezza non prevale sulla curiosita’. Il richiamo di Gianni all’ora di pranzo ed alle fettuccine mette fine a qualsiasi altro pensiero. Nonostante lo spazio aggiuntivo che mi sono ricavato, non riesco a salvarmi del tutto, un gomito lo salvo ma l’altro ne esce provato e sanguinante.
Svelti torniamo alla macchina facendo il cambio abiti inverso. Luna intanto prende il sole.
Maria e’ impegnata in una telefonata, la lasciamo parlare, non c’e’ fretta. Ammirando il panorama mi faccio spiegare da Gianni quali siano le montagne che ci circondano. Scopro cosi’ che di fronte a noi abbiamo i monti Lepini, col Semprevisa, Carpineto Romano e cosi’ via.
Mentre alla nostra sinistra abbiamo i Simbruini, con Livata, Monte Autore, l’alta valle dell’Aniene e tanti altri bei posti.
Il mio prof di geografia Gianni e, da lontano, la Maria telefonica.
I fichi d’india di cui vi parlavo, sono talmente tanti e tanto maturi che viene il dubbio siano commestibili visto che nessuno li coglie.
Miciomao si propone per un primo piano, non lo deludo.
Gianni vorrebbe adottarlo e gia’ si immagina con lui sul divano nelle lunghe sere invernali, peccato che Maria sia decisamente contraria.
Maria termina la telefonata. Dopo un ultima carezza a miciomao, prendiamo la macchina e torniamo a Genazzano centro. Altri giri di cui non saprei dirvi ci conducono su una stradina in discesa dove parcheggiamo. A circa 50m dalla macchina, Gianni si dirige in una porticina sulla sinistra. E’ il nostro ristorante. Per la vostra pace interiore non mi soffermo sul pasto, vi basti sapere che e’ stato buono ed abbondante. L’accoppiata scavo-fettuccina e’ sempre vincente! Il ritorno a casa mi vede protagonista di un ulteriore litigio col Telepass che risolviamo brillantemente andandolo a cambiare ad una delle macchine self-service. Il trovare quasi subito parcheggio corona perfettamente la bella giornata. Alla prossima.