Uscita all’inferniglio in occasione del gemellaggio con il Gruppo Speleologico Ruvese. Con Costanza, Rosa, Vincenzo, Fedele, Giuseppe, Gabriele ed io. Oltre al piacevole incontro con Erika, Salvatore e gli altri amici del GSCAI.
Intanto vi racconto come e’ nata questa uscita. Dovete sapere che Giuseppe e’ l’ambasciatore del Gruppo Speleologico Ruvese presso lo Shaka Zulu. Giuseppe vive a Roma per lavoro e, tramite Gabriele, ha conosciuto il resto dello Shaka Zulu. Da almeno un anno a questa parte si esce spesso assieme. Quando torna a casa, invece frequenta il suo gruppo natio, il Gruppo Speleologico Ruvese. Dai oggi e dai domani, Giuseppe ha pensato bene di organizzare un gemellaggio tra i 2 gruppi, quello di origine e quello di adozione. Da questo evento ha preso spunto l’uscita di cui vi raccontero’. Con gli amici del GSR abbiamo iniziato una bella conoscenza, sicuramente da approfondire. Intanto chi ha potuto partecipare si e’ divertito e questo gia’ mi pare un buon risultato. Ma torniamo all’inizio. I nostri amici arrivano la sera del venerdi’. Ci incontriamo al solito bar all’uscita autostradale di Vicovaro-Mandela e poi ci dirigiamo compatti al ristorante a Marano Equo dove fanno delle fettuccine niente male. Conclusa la lauta cena, ci separiamo, Betta, io e Luna torniamo a casa a Roma. Il resto del gruppo, formato da Gabriele e Giuseppe ed i nostri ospiti ruvesi, Vincenzo, Fedele, Rosa e Costanza, arrivano fino a Subiaco dove conosceranno la sede dello Shaka Zulu, che li ospitera’ per la notte. Alle attivita’ della giornata di sabato non ho potuto partecipare a causa di altri impegni. Mi hanno pero’ raccontato di una giornata piena, culminata con un appassionata sessione di scavo alla “Cretina Rossa” a cui ha partecipato anche Nerone, instancabile nel tirare su i secchi di terra. Una meritata cena ed un altrettanta meritata notte di riposo conclude la giornata e conduce tutti noi a domenica mattina.
La mattina, dopo la colazione, saluto Betta e Luna e monto in macchina per raggiungere i miei amici. Oggi abbiamo stabilito di andare all’Inferniglio. E’ una bella grotta da mostrare ai nostri ospiti e poi c’e’ il sifone molto basso e abbiamo l’intenzione di buttarci un occhio. Arrivato a Subiaco lascio la macchina al parcheggio vicino la sede e mi trasferisco in quella di Gabriele. Strada facendo facciamo sosta per portare i nostri saluti ad una pianta carnivora che pare cresca solo in poche zone, una delle quali e’ proprio questa.Eccole in tutto il loro splendore carnivoro.
L’analisi e’ accurata e prende tutto il tempo necessario, finiamo appena in tempo per dare modo ad una macchina, arrivata nel senso opposto al nostro, di passare.
Al parcheggio, il solito, vicino all’Inferniglio, un’altra visita d’obbligo. L’Aniene va sicuramente mostrato.
Insieme a lui anche la vecchia mola.
Dopo le visite passiamo alla vestizione.
Stiamo ancora ai preliminari nella lotta per indossare le mute quando arriva un altro gruppo di macchine. Ma io li conosco! Sono i ragazzi del GSCAI Roma. O meglio, riconosco subito Erika e Salvatore, sospendo la vestizione per andare a salutarli.
Dopo i saluti torno ad indossare il primo pezzo della muta, non vado oltre perche’ rischio di fondere. Continuero’ a vestirmi davanti la grotta dove la temperatura e’ piu’ gradevole. Urlo al mondo la mia intenzione di andare poi mi avvio. Mi seguono Vincenzo ed un ragazzo con una faccia seria seria che mi sembra familiare. Gli chiedo come mai mi sembra di conoscerlo e lui chiarisce tutto con un lapidario:”sono il figlio di Salvatore”.
Mentre io perdo tempo nel vano tentativo di colmare le mie lacune mnemoniche, il resto del gruppo arriva a raggiungerci. Siamo pronti per la foto di gruppo. Eccoci, compatti ed agguerriti.
Giuseppe mutato.
Pronti per entrare? Via! In un attimo siamo al primo ex-laghetto.
Gabriele ha portato tutta la strumentazione per misurare alcuni parametri dell’acqua. Eccolo mentre prende le prime misure nell’acqua dell’ex-laghetto iniziale.
Proseguiamo svelti a risalire la colata prima della zona delle vaschette.
Ed eccoci in zona vaschette.
Proseguiamo a gruppetti. Io mi trovo in quello avanti con tutti i ragazzi del GSCAI. Gli altri restano indietro per gustarsi la grotta e fare compagnia a Gabriele che raccoglie i dati sull’acqua.
Strada facendo provo a fare qualche foto senza troppe pretese.
Ve le mostro, sono prese durante il tragitto verso il sifone.
Il sifone intermedio, il livello sembra basso ma senza variazioni notevoli rispetto all’ultima visita.
L’imbocco del ramo laterale visto la volta scorsa.
La sabbia nera di origine vulcanica…Ne leggevo proprio questa mattina su un vecchio bollettino del CSR che ho trovato in macchina di Gabriele.
Siamo finalmente al sifone. Salvatore si occupa dell’armo mentre Erika ed io gli facciamo da assistenti. La cosa e’ laboriosa ma alla fine si puo’ scendere.
Ecco il sifone.
Laggiu’, nel buio, e’ dove voglio andare a curiosare. Scendo. L’acqua e’ gelida, inizio a nuotare con impeto con l’intento di riscaldarmi.
Mi infilo nella spaccatura…gia’ da lontano si intuisce che chiude alcuni metri davanti a me. Dove sono ora ci entro a malapena con le spalle. Tasto in giro con i piedi, ai lati, circa 1 metro sotto il pelo dell’acqua le pareti si allontanano di parecchio. Probabilmente il passaggio comodo e’ ancora piu’ in basso.
Mi giro, Erika e Salvatore mi hanno seguito. Comunico loro che per ora di passaggio non se ne parla poi iniziamo a scambiarci foto.
Prima chiedo loro di illuminare verso fuori.
E poi facciamo una foto ricordo dentro il sifone.
L’acqua fredda e qualche brivido mi convincono che e’ l’ora di uscire. Torno svelto alla base dove intanto sono arrivati in nostri “gemelli” e si stanno preparando a scendere per una visita di cortesia al sifone.
Io mi aggiro nel folto gruppo rubando foto a casaccio. Qua irrompo in una foto di gruppo senza essere minimamente previsto.
Giuseppe in primissimo piano opaco.
Per tenermi buono viene organizzata una foto di gruppo seria. Cedo addirittura la fotocamera per prendervi parte.
La prima era di prova, la seconda potrebbe essere meglio ma non lo e’, colpa mia, mi sono scordato di dare una pulita al vetro dell’obiettivo prima di cedere la fotocamera.
Scendo di nuovo verso il sifone per accompagnare Costanza, Rosa e Fedele. Non che ne abbiano bisogno, ma un poco di movimento e’ utile per farmi passare quel velo di freddo che sento. Dal piano di sopra il buon Gabriele sente addirittura caldo e mette in mostra il petto.
Costanza e Rosa a pelo d’acqua, l’hanno anche saggiata ma e’ troppo fredda per un bagnetto.
Sopra, in galleria, il pubblico segue le discese con interesse ed attenzione.
Costanza risale, Giuseppe scende e risale, Rosa e’ sempre la’, congelata in posa plastica.
Ma che dici?!? Non era bloccata la’, stava solo aspettando pazientemente il fedele Fedele!
Dopo la foto, Fedele va a sua volta a cimentarsi con l’acqua del sifone.
Finita la visita al sifone, prendiamo commiato e risaliamo in galleria dove nel frattempo Salvatore, Erika ed il resto del loro gruppo hanno preso la via del ritorno. Anche Gabriele, dopo essere stato a lungo fermo inizia a sentire fresco. Costanza, con la mezza muta da 1mm e la tuta di cotone invece sente proprio freddo. Loro due iniziano ad andare verso l’uscita.
Giuseppe, Rosa ed io rimaniamo a dare supporto morale a Fedele mentre disarma la corda messa per scendere al sifone. In 3 riusciamo a sopportare bene la fatica di starlo a guardare.
Ecco Fedele mentre inizia la sua opera.
Pochi ma intensi minuti lo riportano vicino a noi. Gli manca solo da togliere gli attacchi di partenza e poi avremo finito la nostra fatica da supporter.
Sistemiamo i materiali negli zaini e riprendiamo anche noi la via di casa. Strada facendo, ci provo, rimonto il cavalletto, magari riesco a convincere i miei amici a fare qualche foto con l’aiuto delle loro luci.
Il primo tentativo e’ vanificato dalle nebbie sul vetro dell’obiettivo.
Con una ripulita le successive sono un poco meglio.
Giochi d’acqua. Fedele la luce non la vuole spegnere.
Siamo in un tratto di galleria molto lungo e diritto. ci mettiamo un po’ a disporci e a dirigere le luci in maniera conveniente. Per sicurezza di foto ne scatto almeno una decina, questa e’ una delle prime, ad inizio lavori.
Alla fine i nostri sforzi sono abbastanza premiati, non ve le mostro tutte, ma solo questa che mi sembra la meglio riuscita.
Ci spostiamo di poco e facciamo un’altra sequenza di cui vi mostro questa…
…e la sua gemella meno rossiccia.
Questa l’ho addirittura fatta camminando ed e’ strano sia venuto qualcosa.
Fine del laghetto dove la volta scorsa c’era il canotto.
Cucu’! Quello che rimane con la luce accesa e’ sempre Fedele, non siamo riusciti ad averlo a luce spenta quasi mai. Un illuminato!
Questa foto ha il suo perche’, mi piacerebbe anche se non l’avessi scattata io!
Qua probabilmente mi sono scordato di avvertire che stavo scattando e Rosa si e’ voltata a vedere cosa stessi combinando.
Ancora un ambiente molto bello, facciamo una lunga sosta per le foto.
Questa con Giuseppe in solitaria.
E questa con tutti e tre i miei luminosi eroi.
Siamo vicini all’uscita, le ultime foto le rubo senza richiedere ulteriori soste.
Davanti a noi la sala delle vaschette. Pochi passi e saremo fuori.
Foto ricordo. La patina di nebbia sul vetro dell’obiettivo mi tradisce nuovamente.
La discesa della colata gigante.
Di nuovo una foto all’ex-laghetto iniziale con l’acqua al livello attuale e la linea del livello normale.
Una veloce salita ci porta fuori a rivedere il sole, gustare il caldo e ritrovare i nostri amici che sono rimasti all’ingresso ad attenderci pazientemente. Purtroppo non posso fare altre foto perche’ la batteria della fotocamera si dichiara oltremodo stanca e si rifiuta di collaborare ulteriormente. Gli ultimi momenti di questa bella giornata rimarranno solo un bel ricordo per me e per chi c’era. Per alleviare il vostro dispiacere, posso dirvi che abbiamo chiuso la giornata con i tuffi nell’Aniene, un lauto spuntino ed allegre chiacchiere. Purtroppo quando per i nostri amici gemellati si avvicina l’ora del rientro a casa dobbiamo raccogliere le nostre cose, salutare tutti e scappare via. Senza affanno, ma con premura, torniamo verso Subiaco dove ci salutiamo ed ognuno prende la propria strada. Rosa, Giuseppe e Gabriele volano verso Roma per far prendere il treno a Rosa. Io recupero la macchina e li seguo. Costanza, Fedele e Vincenzo si attardano a Subiaco il tempo di un gelato prima di iniziare il lungo viaggio in macchina che li riportera’ in Puglia. Potrei dilungarmi sul caos di traffico che ho trovato al rientro ma vi risparmio questa nota stonata di una giornata altrimenti molto bella. Evviva il gemellaggio, evviva il GSR! Alla prossima.