Una uscita a Pozzo Doli a fare il rilievo della parte nuova sul ramo del pozzo parallelo, con Vincenzina, Matilde, Maurizio ed io. Nerone ci ha dato supporto esterno mentre Claudia, Giuseppe e Gabriele ci hanno accompagnati all’ingresso prima di andare a fare una visita alla grotta Doppio Rhum.
Eccole, sono Vincenzina, detta Vins, e Matilde. Per questa uscita le ho ribattezzate, le Bibbo’s Angels e si premureranno affinche’ io possa uscire indenne dalla grotta anche questa volta! Mentre terminiamo i preparativi ci raggiungono Giuseppe, Claudia e Gabriele. Loro oggi sono diretti a Doppio Rhum ma prima ci accompagneranno all’ingresso di Pozzo Doli.
Oggi provo per la prima volta la mia nuova tuta, un acquisto fatto al raduno di novembre a Lettomanoppello. Il colore fa un poco giardiniere, pero’ e’ comodissima.
Si parte. Le Angels si avviano di buon passo, che Bibbo’s..e lo son gia’ scordato! Consoliamoci parlando del tempo. Di tutta la neve di qualche settimana fa rimane solo qualche chiazza. La temperatura e’ piacevolmente fresca e non minaccia pioggia. Sara’ una buona giornata.
Pochi minuti e scavalliamo, manca solo scendere verso il canalone ed arrivare all’ingresso della grotta.
Al nostro arrivo troviamo una sorpresa,…anzi 2. La prima e’ Nerone, la seconda e’ Maurizio, nascosto da qualche parte.
Un incontro storico, Claudia e Nerone, lo immortalo come si deve.
Gabriele non vuole essere di meno e si lancia verso Nerone per strappargli un abbraccio. Le Bibbo’s Angels si concentrano prima della performance.
Finalmente sbuca fuori da chissa’ dove, il buon Maurizio. Potreste scambiarlo per un Babbo Natale molto in forma dopo uno drastica dieta ma no, vi sbagliereste, e’ proprio Maurizio. La squadra adesso e’ al completo. Salutiamo i “doppioRhummisti”, per noi e’ ora di andare.
Vado per primo ad affrontare la scesa. Noto che il cambio di temperatura lo hanno percepito anche le piante, iniziano a spuntare i fiori nei pressi dell’ingresso.
Eccole le nostre eroine, concentratissime, fanno gli ultimi controlli sulla loro attrezzatura.
Siamo alla prima saletta. Prima che le Angels si riuniscano facendo fronte comune, inizio ad imperversare con la fotocamera. Ecco Matilde che mostra con orgoglio il primo fango della giornata sugli stinchi.
Quando siamo tutti riuniti continuo a prendere l’iniziativa e scendo il primo pozzetto, quello dove ci si inizia ad infangare seriamente.
Matilde mi segue, ha con se quello che sembra un portavivande ma in realta’ e’ il contenitore imbottito del trapano.
Matilde termina la discesa poi cerca un posticino comodo dove attendere gli altri.
Ecco che arriva anche Vins. Ha un breve battibecco con il frazionamento a tetto ma poi ne ha ragione e ci ricongiungiamo senza ulteriori difficolta’
Qua iniziamo a farci i fatti nostri. Il passaggio a destra costringe a sdraiarsi in simpatiche pozzette d’acqua. Iniziamo a lavorare per spostare la corda a sinistra. Facendo questo recupereremo corda per poi fare un frazionamento piu’ avanti.
Fatto tutto quel che si doveva fare, andiamo avanti. Il frazionamento ha reso la corda un poco tesa, per ora passiamo cosi’, al ritorno aggiusteremo. Siamo alla partenza del 65. Come pensavo non e’ stata messa una seconda corda per velocizzare il transito su questo pozzo. Speriamo si possa fare in una delle prossime uscite. Prima di partire pulisco la parete di qualche pietra non molto stabile. Anche Maurizio ne ha notate alcune le volte scorse e me le indica. Alla fine sembra tutto pulito, rimane solo uno spuntone di roccia. E’ comodo per poggiare il piede e levare la longe, pero’ mi convince poco. Mi riprometto di rivederlo al ritorno.
Arrivo alla solita cengia a meta’ pozzo, preparo la solita sosta di fortuna col cordino del mio pedale ed attendo Matilde.
Spiego a Matilde come prosegue la grotta, per scrupolo le ricordo che deve fare attenzione alla elasticita’ della corda quando riprendera’ la discesa e di aggiornare a sua volta Vins quando saranno assieme alla cengia. Continuo la discesa. Il primo frazionamento e’ ad un metro da me. Visto che abbiamo tutto il necessario potrei doppiarlo, pero’ non basterebbe poi la corda per scendere. Lo faremo al ritorno.
Passo il frazionamento ed urlo la libera per sopra. Scendera’ Vins, credo. Per cavalleria Maurizio chiude la fila.
Il deludente pertugio che sono andato a vedere la volta scorsa.
Mi avvicino al frazionamento successivo.
Matilde intanto cerca riparo dall’intenso stillicidio di cui si puo’ godere alla cengia. Oggi e’ particolarmente intenso, ho il fondato sospetto che usciremo bagnati come pulcini.
Arrivo al frazionamento successivo. Come ricordavo qua la corda finisce con una matassina di almeno 5 metri e ce n’e’ un’altra che arriva fino alla base del pozzo. Mi sistemo comodo, sciolgo la matassa, disfo i nodi e li rifaccio recuperando corda preziosa che utilizzeremo al ritorno per doppiare l’armo e creare un punto di sosta sulla cengia. Il lavoro sulle corde mi distoglie dalla fotocamera, anzi me la fa scordare per un bel pezzo. Quando oramai da sopra sento rumoreggiare di impazienza le mie Angels e anche il pacato Maurizio, termino il mio lavoro e riprendo la discesa arrivando svelto alla base del pozzo. Pochi minuti e siamo tutti assieme. Anche qua piove seriamente pero’ qualche angoletto dove fare uno spuntino quasi asciutto, lo troviamo. Io mi siedo accanto al buco dove inizia la parte nuova. Il the bollente portato da Vins ci regala una sensazione di calore. Dopo esserci rifocillati siamo pronti a vedere il da farsi. La base del pozzo e’ un ovale stretto, quasi un occhio. Ad una delle estremita’ appuntite dell’occhio, scavando via le rocce di crollo che formano la base stessa del pozzo, Valerio, Nerone e gli altri nostri amici hanno trovato la prosecuzione. La partenza della parte nuova non e’ proprio larghissima. Nerone ci ha infatti raccontato di non essere riuscito a passare. Io, per buona misura, mentre gli altri terminano spuntino e preparativi, un paio di mazzettate gliele propino. Magari saro’ riuscito solo a smussare qualche asperita’ ma in questi casi tutto aiuta. Vista la situazione stretta, e visto che non sappiamo come prosegue, decidiamo di lasciare qua il trapano e gli attacchi, semmai torneremo in forze una prossima volta. Anche questa volta vado per primo, cosi’ vedo subito se riesco a passare e mi tolgo il pensiero. Il passaggio e’ verso il basso, sara’ magari per la forza di gravita’ a favore, ma non mi sembra cosi’ terribile. Arrivati alla base del passaggio ci si stende in avanti e si striscia verso la partenza del pozzo, un metro piu’ avanti. Mi metto comodo sulla corda e faccio voce ai miei amici. Mi segue Vins. Dietro di lei scendera’ Matilde. Maurizio non si lascia tentare dalla strettoia e decide che restera’ ad aspettarci alla base del pozzo. Magari scendera’ la prossima volta, assieme a Nerone. Affronto il primo pozzo, non si scende fino al fondo ma ai tre quarti ci si sposta lateralmente fino ad una finestra e si arriva in una saletta. All’altro lato della saletta parte il pozzo successivo. Mi fermo qua ad aspettare le mie amiche. Arriva Vins e la lascio volentieri andare avanti, facciamo un poco per uno. Aspetto Matilde dandole qualche consiglio per arrivare senza troppo faticare.
Ogni tanto mi affaccio dall’altra parte a curiosare sulla prosecuzione che viene via via illuminata da Vins.
Bel pozzo, anche questo.
Matilde intanto e’ quasi arrivata.
Eccola mentre affronta l’ultimo ostacolo e mi raggiunge.
Vins intanto e’ ferma ad un frazionamento.
Sento urlare la libera. Vins e’ arrivata. Faccio passare Matilde. Anche lei scende il nuovo pozzo.
Inganno l’attesa cercando di catturare la bellezza dei ricami di concrezione che ho davanti. Peccato siano venuti una macchia confusa.
Anche Matilde passa il frazionamento e scende a raggiungere Vins. E’ il mio turno.
Quando arrivo a mia volta al frazionamento trovo una sorpresa. E’ stato usato uno degli attacchi relativamente nuovi (Raumer Top, un poco di pubblicita’!), solo che e’ stato montato al contrario! Mi metto comodo e lo giro approfittando per dare una stirata alla corda che si era arricciata tutta in corrispondenza dell’ansa del frazionamento.
Fatta la sistemazione dell’attacco, raggiungo le mie Angels. Ancora un passaggio quasi scomodo e siamo in un meandro. Stiamo percorrendo la base, in questo punto, della frattura su cui e’ impostato questo ramo di grotta. Potrebbe continuare cosi’ per chilometri…ma non lo fa! Una decina di comodi metri poi proseguendo alla base si vedono i lembi della frattura chiudersi. La continuazione e’ piu’ in alto. Ci arrampichiamo un paio di metri scarsi e siamo davanti ad un altro passaggio stretto. Lo provo. Magari ci passerei pure pero’ soffrendo parecchio. Faccio un rapido consulto con le Angels. Loro ci passerebbero facilmente, pero’, valutata quanta acqua abbiamo preso finora, quanta ne prenderemo ancora, che Maurizio e’ lassu’ alla base del 65 che ci aspetta e che tornando indietro da qua dobbiamo fare il rilievo della parte nuova, scegliamo di chiudere ora l’avventura per questa volta. Una ultima foto ad uno stiletto di roccia che sembra tenersi su per qualche forma di caparbieta’ calcarea e poi ripongo la fotocamera. Ci distribuiamo i compiti. Matilde prende in consegna il quadernetto impermeabile con la fida matita ed inizia a disegnare la sezione della grotta indicando sommariamente i punti di rilievo. Vins prende in carico il pennarello per segnare i capisaldi ed io inizio ad armeggiare con distoX e palmare.
Lenti ma determinati ripercorriamo il nuovo tratto di grotta appena fatto prendendo tutti i dati necessari.
Alla base del 65 troviamo Maurizio. Ha ingannato il tempo salendo e scendendo il primo tratto di pozzo quindi lo troviamo per nulla infreddolito. L’uscita dal passaggio stretto iniziale e’ meno peggio di quel che pensavo. Una volta arrivato vediamo sul palmare e sul quaderno il risultato del nostro lavoro poi ripongo tutto. Gustiamo di nuovo una dose del corroborante the bollente di Vins e poi partiamo. Sale Maurizio per primo, quindi lo segue Matilde appena passato il primo frazionamento. Come terza sale Vins. Buon ultimo rimango io, devo finire di sistemare l’armo con la corda recuperata. Piccolo particolare che non avevo considerato, mi servira’ il trapano e quello lo ha preso in consegna Matilde. Chiedo a Vins di avvertirla che mi aspetti alla cengia.
Da questo punto in poi ho troppo da fare per ricordarmi anche delle foto. Arrivo alla cengia dove trovo una Matilde zuppa e tremante ma stoicamente in attesa di potermi passare il trapano. Faccio quel che devo fare litigando almeno 5 minuti per sciogliere il nodo del frazionamento. Per fortuna per quando Matilde inizia ad implorare pieta’ ho quasi finito e posso farla andare. Nonostante tutto il freddo pero’ si riprende in consegna il trapano, oramai sono amici inseparabili. Mentre lei sale mi prendo con pazienza la mia dose del robusto stillicidio e nel frattempo utilizzo la corda avanzata per sistemare l’arrivo sulla cengia. Per ora benone cosi’, magari la prossima volta sistemeremo meglio. Alla libera inizio a risalire, oggi sarebbe stata una occasione d’oro per fare allenamento con il pantin, peccato lo abbia scordato a casa! All’inizio del pozzo tolgo ancora sassi posticci, con un lieve colpo di mazzetta rompo anche lo spuntone. Con questo intervento spero di aver scongiurato la caduta di sassi da questo pozzo. Nel tratto successivo mi faccio aiutare da Vins e Matilde per recuperare corda e rendere meno tesa quella dopo il nuovo frazionamento fatto all’andata. Passando avanti recuperiamo un aggeggio di Gabriele che misura le temperature ad intervalli di tempo e poi, ultima fatica, doppiamo l’attacco dell’armo a tetto. La notte ed i nostri amici “doppioRhummisti” ci attendono all’esterno
Dopo i saluti e dei rapidi scambi di notizie facciamo una rapida passeggiata fino alle macchine dove gustiamo la gioia, semplice ma assoluta, di vestire nuovamente vestiti caldi ed asciutti. Una uscita bagnatissima, relativamente breve ma densa di attivita’ e di cose nuove. Non sarebbe potuta andare meglio. Alla prossima!