Una bella uscita al Pretaro con Lino, Vins, Luca, Nicolo’, Marco, Marco, Alessandro, Matilde, Michele, Stefano, Livia, Valerio, Alessandra, Mauro, Stefano e Federico.
L’occasione per questa uscita nasce dagli amici di Vins che, gia’ esperti arrampicatori ed incuriositi dalla “strana” passione di Vins, hanno deciso di provare anche la grotta. Ecco Vins con i suoi amici di fronte al Roby Bar. Provo a dirvi i loro nomi sperando di non fare gaffe…Iniziando da sinistra abbiamo Marco, Vins, Nicolo’, Luca, Alessandro e Marco Dopo la colazione andiamo alla grotta e ci prepariamo. Vins cura personalmente la vestizione dei suoi amici.
Oggi abbiamo anche Stefano e Federico che ci accompagneranno nella gita.
La banda per il momento e’ tutta qua. Poi nel pomeriggio ci raggiungeranno altri amici. In effetti manca Lino che e’ impegnato a scattare la foto. Inizialmente aveva detto che non sarebbe entrato ma poi si e’ fatto tentare e si e’ unito a noi.
Prima di entrare un ultimo ripasso sull’utilizzo del discensore, Vins lascia nulla al caso.
Tutti passano con successo i bassi passaggi iniziali ed in un niente ci troviamo al primo pozzetto. Pianin pianello iniziamo a scendere. Quasi tutti hanno l’attrezzatura completa tranne Marco e Federico che caleremo col discensore ad otto che ho appositamente portato. Gli amici di Vins da bravi arrampicatori vorrebbero…disarrampicare, soprattutto vedendo il mio pessimo esempio. Vins pero’ e’ categorica: con fatica ed impegno vi ho procurato e quindi portato sin qua le attrezzature speleo…e ora le usate! E sia discensore per tutti.
Chi e’ gia’ sceso ed e’ all’inizio del traverso inizia a dare segni di insofferenza alla sosta prolungata. Forse e’ il mio accenno alle persone perse per giorni nel labirintici meandri della grotta, forse e’ solo il timore delle ire di Vins o magari solo per gentilezza, ma alla fine si trattengono dall’esplorare in solitaria.
La discesa procede lenta ma regolare.
Paziente attesa.
Ecco che compare Lino, una bella sorpresa ed un valido aiuto.
Dopo il pozzetto ripongo la fotocamera. Passiamo svelti il traverso, quindi affrontiamo il primo toboga senza particolari problemi e del secondo quasi non ci accorgiamo. Alla base del secondo toboga facciamo una breve sosta per ricompattarci. Quando arriva Vins, ripartiamo. Altra breve sosta al passaggio esposto dove sistemo la corda per assicurare il percorso. Anche questo passa via senza problemi.
Ecco il “gruppo Vins” in tutto il suo splendore ipogeo. Una sosta alla sala del the ci vuole proprio. Degustiamo il karkade’ bollente con miele portata da Vins.
Anche Stefano si gusta la sosta, sembra contento che la grotta stia piacendo a Federico.
Finita la sosta. E’ ora di ripartire. Sondo l’umore del gruppo, sembrano tutti motivati a vedere ancora qualcosa della grotta. Decidiamo per proseguire verso la sala Utec. La risalita stretta la salgo per primo trovando una sospresa, i moschettoni sono letteralmente finiti, meglio non utilizzare la corda. Avviso i ragazzi di stare attenti e fare affidamento alle proprie capacita’ arrampicatorie.
Anche questo passaggio viene affrontato e risolto in scioltezza dai nostri amici. Io mi piazzo sul bordo della risalita ed immortalo chi arriva.
Il gruppo si riforma proprio in direzione della prosecuzione. La cosa fa ben sperare, magari hanno ancora voglia di proseguire.
Ecco Marco, l’ultimo del “gruppo Vins”.
Ecco anche Vins.
Era troppo di corsa per venire a fuoco, ma e’ bella (lei, non la foto!) lo stesso.
Aspettiamo che arrivino pure Stefano, Federico e Lino poi il “gruppo Vins” ed io proseguiamo nella gita mentre gli ultimi arrivati decidono di riposare un attimo ed aspettarci. Non amo questo piccolo tratto di grotta, si deve procedere a carponi in un fango che ricorda parecchio il DAS. Ci si sporca piu’ in questi pochi metri che in tutto il resto della grotta, pero’ il tratto ancora successivo vale l’infangata.
Siamo al trivio. La donnina speleo ancora resiste, tra poco compira’ 2 anni. Complimenti! Aspettando l’arrivo di Vins che chiude la fila intrattengo chi arriva chiacchierando a valanga di cunicoli che si intrecciano, di possibili uscite, di animali che vengono qua a fare i propri bisogni. Magari non condividono molto il mio entusiasmo per questi particolari ma gentilmente non lo danno a vedere.
Dopo un rapido consulto, decidiamo di proseguire fino alla strettoia a chiocciola. La strettoia e’ selettiva ed infatti…seleziona. Il nostro gruppo si divide e ad arrivare al fondo siamo solamente Marco ed io. Siamo nella zona dove stiamo lavorando oramai da anni.
Arriviamo nel punto dove si sente un’aria comparabile con quella che si avverte all’ingresso. Oggi in particolare si sente parecchio. Mentre ci avviciniamo alla zona con le radici Marco caccia un urlo. Ha visto un animale. Mi giro verso di lui pensando con scetticismo ad un’ombra tra i sassi. Rimango stupito anche io vedendo correre via proprio sotto i nostri piedi un animaletto peloso lungo circa 70 centimetri, di cui almeno 30 di coda. Scompare in un istante, speriamo solo non vada a nascondersi nella strettoia a chiocciola altrimenti sara’ dura per noi tornare indietro! Marco afferma che potrebbe trattarsi di una faina o di una martora ed io non ho elementi per obiettare qualcosa quindi sposo la sua ipotesi.
Finita la perlustrazione della zona, ce ne torniamo indietro dai nostri amici. Raccontiamo loro del nostro incontro animalesco e prendiamo la strada del ritorno.
Una foto me la sono meritata anche io. E’ Marco a proporsi come fotografo ed io non posso certo negargli questo onere!
Ripassiamo per il tratto fangoso.
Il connubio tra capelli d’angelo e fango non mi e’ chiaro, pero’ cosi’ e’.
Eccoci di nuovo tutti alla sala Utec.
Iniziamo a scendere. Col mio inseparabile cordino da tracolla aggancio Federico per dargli un aiuto nella discesa, per lui la nostra strettoia e’ terribilmente larga.
La discesa di Stefano, molto piu’ semplice della salita, stavolta la gravita’ gioca a nostro favore.
Arrivano anche gli indomabili del “gruppo Vins”.
Mano a mano che scendono li indirizzo verso il passaggio che porta alla sala del the.
Scendono velocemente e senza problemi, attaccati ad una roccia sono nel loro elemento.
Ecco Vins, la capogruppo, anche se, dicono i suoi amici, solo per questa occasione!
Sorriso!
Dopo la sala del the riprendiamo la strada per il ritorno. Al passaggio esposto facciamo una breve sosta per vedere un punto interessante che pero’ chiude inesorabilmente dopo qualche metro.
Strada facendo verso i toboga provo a proporre una nuova deviazione. Alla fine della deviazione c’e’ un pozzetto che mi piacerebbe far scendere a Vins. Il gruppo sembra ben intenzionato, si va. E’ un meandrino tutto “broccolettato” e abbastanza impegnativo. Per fortuna i nostri amici non si lasciano impressionare facilmente.
Ecco Luca che esce vittorioso da uno dei passaggi intricati che troviamo lungo il percorso.
Nicolo’ in opposizione mentre cerca posto dove mettere i piedi per avanzare.
Ancora Luca, riprendo soprattutto loro perche’ mi seguono da vicino, gli altri praticamente non li vedo mai!
Per rimediare a questa ingiustizia faccio fare una sosta in un punto leggermente piu’ largo ed aspetto che arrivino tutti. Ecco Marco.
Ancora Marco, ma l’altro.
A chiudera la fila, come sempre, c’e’ Vins.
Abbiamo fatto un bel mucchio di gente in questo punto. Possiamo ripartire.
Ora c’e’ un tratto in salita che alla fine ci riporta nel meandro ad una quota maggiore.
A fine salita arriviamo in una saletta con tanta roccia frantumata o in via di farlo. Il pozzetto e’ la’ sotto. Tolgo un sasso pericolante, pulisco un poco e scendo a vedere la partenza del pozzo. Non ho idea di chi abbia messo quell’armo, posso pero’ dire con sicurezza che anche lui inizia a sentire gli effetti del tempo. In compenso la corda sembra buona. Per sicurezza metto un altro moschettone a reggere la corda. L’altro lo lascio dov’e’ visto che non vuole saperne di aprirsi.Quando arriva Vins e’ tutto pronto. Scende per circa 20 metri ma trova nulla di interessante. Vabbe’ curiosita’ tolta. Sapendo a chi riconsegnarla, porterei via la corda ma nel dubbio lascio tutto la’. Prendiamo la via del ritorno.
Strada facendo mi attardo a vedere alcuni pertugi che portano a nulla. Questo, il piu’ promettente, lo tralascio. Non so come prosegue e sembra impegnativo, oggi siamo qui per una gita e non vorrei andare troppo fuori tema.
Il ritorno ricalca l’andata. la strada da fare e’ sempre quella.
Anche stavolta in un punto propizio mi metto comodo ad attendere il passaggio di tutto il gruppo.
A chiudere la fila, Vins.
Arriviamo finalmente ai toboga. Vins decreta che i nostri amici dovranno sperimentare l’uso di croll e maniglia. Nessuno osa protestare. Procediamo.
Io mi metto in cima a documentare i loro sforzi ma vengo deluso, salgono come professionisti dei bloccanti.
In cima al primo toboga (che tornando indietro e’ il secondo!) trovo una gradita sorpresa. Sono arrivati gli altri amici. Mi sbrigo a fare loro una foto, per ora sono qua solo Michele, Matilde e Mauro ma gli altri sono subito dietro.
Il “gruppo Vins” lo faccio comodamente ammucchiare sul lato opposto.
Arriva Vins, possiamo lasciare spazio ai nostri amici appena arrivati per poi proseguire il nostro cammino verso l’uscita.
Il primo toboga in tutto il suo splendore.
Ecco il resto del gruppo, abbiamo Livia, Alessandra e Stefano.
Non posso negarmi una foto con Stefano. Per ingentilire l’immagine ci mettiamo a lato di Alessandra e mi sembra che la cosa riesca benone.
Dopo la foto, Alessandra, alla sua seconda grotta, si cimenta nella discesa senza l’ombra di un problema.
Il “gruppo Vins” soffre le soste prolungate ed inizia a rumoreggiare. Vins li acquieta a fatica.
Ecco l’ultimo del gruppo appena entrato. Vi presento Valerio.
Ancora una foto a Stefano, che se la merita sempre.
Scende velocemente, ci salutiamo dandoci appuntamento a piu’ tardi per la cena.
Tra il “gruppo Vins” il morale e’ alto. Vins li controlla a vista per mitigare le loro intemperanze.
Valerio e’ l’ultimo a scendere. Ora abbiamo via libera.
Il passaggio del traverso e’ questione di un attimo. Approfittando di una distrazione di Vins, che si attarda al toboga, il pozzetto viene arrampicato senza l’utilizzo di attrezzi. Il “gruppo Vins” dopo la lunga attesa e’ incontenibile.
Siamo nei pressi dell’uscita, gia’ si sente odore di esterno…Provo a proporre un’ultima deviazione. Manca di vedere la sala dell’arpa celtica…Che ne pensate? Il “gruppo Vins” non pronuncia un si convinto ma nemmeno un no deciso. Alla fine decido per tutti imboccando la deviazione per la zona dell’arpa celtica. Strada facendo, dove c’e’ quello scalino di terra compressa da scendere, trovo una sorpresa, ne e’ crollata una bella fetta. Ora c’e’ un salto che quasi necessiterebbe di una corda. Dico a tutti di fare attenzione e passiamo ugualmente.
Ecco la sala dell’arpa celtica.
Purtroppo tra noi non c’e’ nemmeno un musicista, quindi dopo aver fatto suonare un paio di volte l’arpa, non ci resta altro che riposare un momento prima di tornare indietro. Blatero nuovamente di cunicoli labirintici che si intrecciano senza incontrarsi e di altre amenita’ simili. All’ennesimo sbadiglio del mio pubblico mi taccio e prendo la via del ritorno. Si deve passare a gruppetti per non tirarsi tanta terra negli occhi.
Eccoci al mini-saltino tra i 2 passaggi bassi che precludono all’uscita. C’e’ una bella aria fresca ad attenderci. Ancora una volta mi posiziono in cima al saltino e spio l’arrivo degli uscenti.
A Vins dedico tutta una sequenza, se l’e’ meritata.
Fuori e’ notte, ma l’aria e’ meno fredda di quel che pensavo. E’ quasi piacevole. Alla fine siamo stati in grotta quasi 7 ore e abbiamo fatto un bel giro. Bravoni a tutti!
L’uscita sorridente di Vins…peccato la foto non sia venuta granche’.
Con i vestiti puliti ed asciutti il “gruppo Vins” riprende vigore. Ora siamo pronti per la cena.
Mi cambio anche io e poi ce ne andiamo a fare aperitivo al Roby Bar dove ci raggiunge anche Betta con Luna al seguito. Dopo un soddisfacente aperitivo ci trasferiamo senza fretta al ristorante “Il muretto”, sempre a Montebuono, e prendiamo posto a tavola. Per aspettare il secondo gruppo che e’ ancora in grotta, riprendiamo l’aperitivo. Abbiamo appena sforato negli antipasti quando Stefano ed i “suoi” arrivano. Terminiamo la cena in una allegra tavolata poi, stanchi ma contenti, ce ne andiamo a fare la nanna. Alla prossima.