Alla palestra di roccia vicino Subiaco per qualche esercizio in buona compagnia.
Sono reduce da una settimana nella quale ho sperimentato per la prima volta la lombalgia. Per questo motivo, anche se con molto rimpianto, questa domenica ho disertato l’uscita di corso e sono andato a fare qualche esercizio su corda.
La mattina viene a prendermi Gabriele. E’ in ritardo giustificato poiche’ ha sbagliato strada sulla tangenziale ed ha dovuto fare qualche giro per ritrovare la retta via. Avvisiamo Michela, Francesca e Linda che sono all’appuntamento alla Rustica che noi tireremo dritti sull’autostrada e fissiamo un nuovo punto di incontro al bar appena fuori dell’uscita di Vicovaro Mandela. Al bar ci ritroviamo tutti, facciamo la colazione e poi proseguiamo alla volta di Subiaco e quindi direttamente alla palestra di Morra Zinna. Arrivati in loco, troviamo un infreddolito Nerone che e’ la’ dalle 8 di stamane. Ha gia’ messo una corda e poi ha acceso il fuoco. Le ragazze, Michela in particolare, si preparano subito ed iniziano ad armare le altre vie. Ecco il fuoco di Nerone, nulla a che vedere con i fuochi del suo storico omonimo, ma per scaldarsi va benone. Cerco qualche legnetto per contribuire e poi ne approfitto per abbrustolire uno dei miei panini per uno spuntino di meta’ mattina.
Fatto lo spuntino non rimane altro che prepararmi a mia volta. Come sempre in questi casi, la natura chiama. Chiedo consiglio ai miei amici per un posticino tranquillo. Mi indicano il sentiero che porta all’Aniene, parte al lato dello spiazzo dove siamo. Mi avvio e lo trovo subito sbrigando poi svelto quel che devo. Faccio per tornare sui miei passi, ma il sentiero e’ bello e decido di percorrerlo per un tratto, fino al ponte che vedo sotto di me.
Eccomi quasi arrivato.
Il ponte sembra poter resistere al mio passaggio, anche se le prime tavole sono impregnate di fango e si piegano sotto il mio peso.
Al centro del ponte mi fermo per fotografare l’Aniene e per vedere se individuo delle trote. Per i pesci nulla da fare, ma questo e’ il panorama verso valle.
…e questo verso monte.
Terminata l’esplorazione, me ne torno dai miei amici dove termino di vestirmi. Nel frattempo e’ arrivato Mario col suo figliolo, Francesco.
Eccoci tutti pronti.
Nerone se ne va su, fara’ assistenza a chi non si sente sicuro e vuole qualche consiglio durante le operazioni.
Ecco Francesco che viene a prendere possesso di una via per ripassare le tecniche di progressione su corda.
Ecco invece Linda, anche lei sta ripassando in quanto era un po’ di tempo che non si cimentava. Se la cava egregiamente.
Eccoli in fila, Gabriele, Riccardo, Francesca e Michela. Oggi Gabriele ha deciso per il riposo assoluto e quindi non ha nemmeno provato a cambiarsi.
C’e’ con noi anche un amico di Riccardo che sta provando. Non mi ricordo il suo nome, pero’.
Tanto per fare anche io la mia parte, appena l’amico di Riccardo termina il suo giro, mi faccio prestare una corda da Gabriele e vado ad armare un’altra via. Do’ un poco di spettacolo perche’ provo ad arrivarci pendolando ma dopo parecchi tentativi andati a vuoto devo desistere. Provo arrampicando in orizzontale ma anche cosi’ mi mancano una manciata di centimetri che vanificano ogni mio sforzo. Alla fine cambio corda e mi sposto su quella di Nerone, arrivo agli alberi, ci lego la corda e mi calo comodamente fino alla partenza della via da armare. Meglio. Molto meglio! Per fare i miei giochi mi ero appropriato di quasi tutte le corde quindi mi sbrigo a finire perche’ da sotto arrivano lamentazioni per il freddo. Scendo svelto e mi metto da una parte per montare il mio pantin nuovo nuovo. Ho deciso che approfittero’ della giornata giocosa per fare esperienza con lui, in attesa di poterlo provare in grotta. Trovo subito una corda libera e parto con le prove. Ecco Francesco mentre e’ impegnato al frazionamento. Ha montato la longe in maniera “originale” quindi dobbiamo fare una correzione in corsa ma in definitiva se la cava benone.
Dopo aver tenuto compagnia a Francesco mi fermo per una foto di gruppo dall’alto. Nerone si e’ piazzato sulla sedia e prepara la sua inseparabile pipa.
Continuiamo a giocare a turno sulle varie corde. Provo il pantin prima con la pedalata simultanea con tutti e 2 i piedi, poi con la pedalata alternata. In questa seconda maniera si fila parecchio, a patto di riuscire a mantenere il ritmo e la coordinazione. Peccato che oggi ci siano tutte vie in appoggiata. sarebbe stato simpatico poterlo provare anche nel vuoto, sara’ per la prossima volta. Verso ora di pranzo arriva anche Domenico con la famiglia ed altri amici del gruppo di Guidonia. Accendono anche loro il fuoco con tutte le intenzioni di cucinare. Ecco Domenico con la forchetta telescopica, una chicca!
La prima rappresentanza di quanto verra’ allegramente cotto sulla brace.
Mentre scambio qualche chiacchiera vicino al fuoco, mangio i miei panini ed assaggio alcune delle delizie che hanno portato gli amici ultimi arrivati, i piu’ ardimentosi continuano le attivita’.
Dopo il lauto pasto faccio per tornare anche io ai posti di combattimento quando vedo passare una macchina, da dentro vedo fare un cenno di saluto, chi sara’ mai? Si abbassa il finestrino…ma e’ Natalino! E’ qui per caso, e’ venuto a fare una gita da queste parti con una sua amica di cui, come state per intuire, anche se mi vergogno ad ammetterlo, non ricordo il nome! Natalino passando ha notato gente strana che faceva cose a lui familiari e poi ha visto facce conosciute. Da qui la sosta. Scambiamo i saluti e qualche battuta poi li lasciamo continuare per la loro gita.
Ricominciamo con le discese ardite e le risalite (dice cosi’ la canzone di Battisiti?!?). Continuo le prove col pantin. Al frazionamento, 3 volte su 4 riesco a togliere la corda dal pantin con una scalciata ad arte, senza dovermi chinare. Un successone! Sotto intanto anche il resto del gruppo continua a darsi da fare.
Arriva il pomeriggio, il freddo aumenta e l’umidita’ cala ad avvolgerci. E’ l’ora di smontare le nostre cose, riporle ed andare in luoghi piu’ caldi. Mentre sono sulla corda ripassa Natalino di ritorno dalla sua gita. Lo saluto dall’alto. Per disarmare l’ultima via, mi raggiunge Nerone. vuole farla disarmare a Michela in auto-moulinette. Le facciamo vedere come fare poi assistiamo alla sua discesa, faticosa discesa a causa della corda “coticosa”. Quando Michela scompare oltre il nostro orizzonte per scendere la parte verticale della parete, Nerone mi racconta del vecchio acquedotto che c’e’ oltre il buco con la grata poco sopra di noi.
Dice che una volta in occasione di una festa estiva hanno preso l’acqua da li’ creando una cascatella artificiale che e’ stata molto apprezzata dai turisti di passaggio.
Dopo aver ridistribuito e riposto tutto il materiale il buon Nerone prende la via di casa, o forse del lavoro. Anche gli amici del gruppo di Guidonia nel frattempo hanno preso commiato.
Comitato ufficiale dei saluti per Nerone.
Dopo i saluti, il gruppo superstite, compatto, decide lo spostamento al bar-pasticceria vicino Agosta per una bevanda calda ed un meritato dolcetto. Detto fatto.
Tentativo di foto artistica. Tentativo, ho detto, quindi evitiamo commenti sboccati!
Eccoci quindi al bar dove passiamo ancora un’oretta chiacchierando del piu’ e del meno di cose ipogee et similia.
Quando riprendiamo le macchine sta scendendo la sera. Oggi torneremo presto a casa. Strada facendo ricevo anche notizie dalla uscita di corso, e’ andato tutto bene ed ora i corsari andranno a sperimentare le mitiche fettuccine alla “Sbirra”. Sono contento, spero si siano divertiti e che si godano anche il gustoso fine uscita. La prossima volta conto di esserci anche io! Per il resto, che dire? Il nostro ritorno a casa e’ veloce e quieto, con questo penso di avervi detto tutto. Vi saluto come al solito. Alla prossima.