Breve gita a Luppa con Roberto, simpatico ed intraprendente abitante di Sante Marie.
Quando, alcuni giorni fa, andai al comune a portare le foto dell’Inghiottitoio di Luppa, conobbi Roberto. Dopo aver scambiato qualche chiacchiera mi chiese se ero disposto ad accompagnarlo a visitare la grotta. Mi assicuro’ di avere dimestichezza con l’attrezzatura perche’ da giovane praticava l’alpinismo. Fatta una rapida spunta delle mie attrezzature concludo di potercela fare. Rimaniamo d’accordo che mi faro’ vivo io quando potro’. Passa il fine settimana, il lunedi’ andiamo in gita a Monte Livata. Il primo giorno utile per una visita alla grotta, e’ Martedi’. Tramite la simpatica ragazza del comune di Sante Marie comunico a Roberto la mia disponibilita’. La sera del Lunedi’ Roberto mi chiama e ci mettiamo d’accordo per la mattina dopo.
Al mattino, dopo una lauta colazione, me ne parto da Tagliacozzo alla volta di Sante Marie. Ci incontriamo al comune presso l’ufficio della riserva di Luppa. Il tempo di compilare il modulo di scarico delle responsabilita’ e siamo in macchina verso Luppa. Andiamo con la mia auto. Al parcheggio, quello nuovo aperto per noi la volta scorsa, ci prepariamo. Stavolta andremo senza muta, tanto non dovremmo bagnarci oltre il polpaccio. Arrivati davanti alla grotta terminiamo la vestizione. Per fortuna avevo portato con me da Roma tutto il necessario per portare in grotta la mia nipotina quindi non ho problemi ad equipaggiare Roberto. Eccolo pronto a tutto mentre termino di spiegargli sommariamente cosa faremo e come si usano gli attrezzi con cui l’ho bardato. Una volta pronti ci avviamo di buon passo nell’oscurita’, fino al primo salto. Ho portato delle corde, ne mettero’ una per lui senza frazionamenti, per oggi non e’ il caso. Gli spiego che lui scendera’ su una corda mettendo il discensore, io saro’ subito sotto di lui a tenere la sua corda per sicurezza. Inserire la corda nel discensore sembra semplice ma praticamente tutti coloro che ci provano per la prima volta hanno qualche difficolta’. Devo dire che Roberto se la cava egregiamente. Prima di partire mi assicuro che abbia chiaro in mente quale e’ la corda da non mollare mai e come, eventualmente, bloccare il discensore. Siamo pronti.
Il primo tratto di discesa e’ un successone. Passiamo insieme il deviatore che gli permette di arrivare al traverso. Oramai Roberto ha preso confidenza col discensore e andiamo via senza problemi.
Eccoci al traverso. Illumino la vasta galleria a beneficio del mio ospite.
Passo il traverso. Ora e’ il momento di Roberto. Gli faccio alcune raccomandazioni ma quasi non ce ne sarebbe bisogno, il suo passato di alpinista lo rende confidente con longe e traversi.
Eccolo mentre passa facendo affidamento ai vari appigli nella roccia.
Ancora l’ultimo saltino dopo il traverso e siamo arrivati. Ora siamo in grotta, ben oltre il punto dove Roberto e’ mai riuscito ad andare. Lo vedo contento, lo sono anche io per lui.
Facciamo qualche passo a piedi, inizia a vedersi la colata. E’ una meraviglia vederla ogni volta. Mi immagino cosa puo’ suscitare il vederla per la prima volta.
Eccola, ci siamo avvicinati ed inizia a mostrarsi per bene.
Passiamo del tempo ad ammirarla poi passiamo alle foto.
Qua si vede un poco lo sbrilluccichio che produce la colata quando la illuminiamo, ogni volta sembra animarsi.
Dopo la colata abbiamo la prima pozza d’acqua, la traversiamo arrampicando sui bordi per non bagnare i piedini.
Dall’altro lato della pozza c’e’ un arrivo, non sono mai andato a vedere, oggi mi sembra l’occasione giusta per andare a curiosare. Lungo la parete c’e’ un passaggio fuori dall’acqua. Vado avanti facendo segno a Roberto di seguirmi.
L’acqua e’ bassa e ferma ma per essere cosi’ limpida deve essere ben gelida.
Ecco l’arrivo, c’e’ un breve cunicolo e poi una piccola sala dove si vedono arrivi d’acqua. Non sono praticabili per noi. Facciamo qualche foto.
Tornando indietro, mi distraggo a chiacchierare con Roberto mentre sono attaccato alla parete. Mi sfugge la presa, potrei anche recuperare con uno sforzo ma rischio di cadere male se non riesco. Con rassegnazione mollo del tutto la presa e piombo a pie’ pari nell’acqua. Mi bagno fino a mezzo polpaccio. Dopo il bagno mi avvio verso il vicino pozzo della traversina ed aspetto Roberto, anche lui chiude la diversione optando per il passaggio piu’ acquatico.
Eccoci al pozzo della traversina. Quando siamo di nuovo assieme, dico a Roberto dove siamo e che per questa volta la nostra gita termina qua. Gli spiego anche che la discesa di questo pozzo comporterebbe delle difficolta’ tecniche che per il momento non e’ il caso di affrontare. Inoltre, visto che non abbiamo la muta, dovremmo bagnarci parecchio nel laghetto alla base del pozzo per poi doverci fermare pochi metri avanti dove c’e’ un punto passabile solo a nuoto.
Roberto ascolta quel che ho da dirgli, accetta di buon grado la mia decisione, ha comunque visto cose per lui finora inimmaginabili e fatto una bella esperienza anche dal punto di vista tecnico con corde ed attrezzi…e ancora gli manca la risalita! La traversina lo incuriosisce parecchio. Sempre utilizzando le longe si avventura sopra di lei per testarne la tenuta e per sbirciare il lago e la sala sotto.
Quando e’ soddisfatto, facciamo ritorno. Il passaggio nella pozza lo faccio sguazzando nell’acqua, tanto oramai i piedi sono bagnati. Un rapido omaggio alla colata poi andiamo ad affrontare la salita. Al primo saltino gli faccio uno spiegone sull’utilizzo di croll e maniglia poi passiamo subito dalla teoria alla pratica. Il traverso e’ utile per riscaldarsi i muscoli prima della risalita piu’ impegnativa. Il primo tratto dopo il traverso e’ “in appoggiata”, una specie di piano inclinato a dirla semplice. Roberto se la cava egregiamente. Alla punto intermedio tolgo il deviatore poi gli faccio vedere come recuperare corda nel croll per partire nella salita senza finire a bagno nella pozza ai suoi piedi. Il secondo ed ultimo tratto e’ verticale, questo mette alla prova le doti di coordinamento di Roberto. Posso dire che se la cava benone. Un ottimo allievo! L’uscita dal pozzo conclude le difficolta’ tecniche di questa breve uscita. Disarmo la corda aggiuntiva e la recupero. All’uscita il caldo ci accoglie, per alcuni secondi sembra anche piacevole. Alle macchine ci cambiamo con i vestiti asciutti. Non abbiamo fatto tardi, con un po’ di fortuna riesco pure a fare pranzo a casa con Betta. Bene! Ritorniamo a Sante Marie dove, grazie alla gentilezza delle nostre oramai amiche, scarichiamo subito le foto sul pc dell’ufficio della riserva. Come al solito non posso dire siano delle opere d’arte, pero’ e’ quello che sono riuscito a fare e lo dono loro volentieri. Una ultima tappa la facciamo a casa di Roberto. Oltre che simpatico e bravo, Roberto si rivela essere un ottimo cuoco-pasticcere, mi regala un monte di biscotti fatti in casa da lui oltre a tante altre delizie. Sono un poco imbarazzato ma da bravo goloso accetto con gioia queste leccornie. Ancora qualche saluto con buoni propositi di rivederci presto e poi parto verso Tagliacozzo. Spero proprio di aver dato a Roberto dei bei ricordi e magari la voglia di approfondire la conoscenza della speleologia…chissa’! Alla prossima.