Divertente forra in ottima compagnia. Con Pamela, Claudia, Claudio, Matteo, Giuseppe, Emilio, Massimo, Vittorio ed io.
La forra e’ quella del Casco, non e’ dato sapere quale sia il casco e di chi sia, accontentiamoci. Per chi volesse informazioni piu’ dettagliate, ho trovato qualcosa sul sito di UmbriaOutdoor.
Appuntamento alle 8 a Settebagni, al solito bar. Passa a prendermi Claudio dopo aver caricato Pamela strada facendo. Al bar ci riuniamo col resto del gruppo. C’e’ anche Matteo, il nostro strettoista migrante, per una breve vacanza pasquale. Dopo i festosi saluti facciamo una lauta colazione quindi ci organizziamo per la partenza. Claudio ci mette fretta perche’ abbiamo altri appuntamenti intermedi prima di poter affrontare la forra. Emilio prendera’ la sua macchina, vado con lui e rapisco di prepotenza le 2 belle del gruppo, Claudia e Pamela. A proposito, loro sono alla loro prima esperienza in forra, sicuramente si divertiranno ma per il momento hanno qualche timore. Per oggi dovranno abbandonare il rassicurante discensore speleo ed affrontare la discesa dei salti con l’otto o uno dei suoi derivati. Prendiamo l’autostrada per uscire ad Orte. Qua, credo, avremmo dovuto incontrare i nostri amici Montebuonesi, ma troviamo nessuno. Stavolta ci daranno buca, ci dira’ poi Claudio dopo aver sentito Giulio al telefono. Proseguiamo. Noi della Emilio-car arriviamo prima a destinazione. Arriviamo a Ceselli e giriamo per una stradina che conduce alla frazione di Pontuglia. Emilio, che conosce gia’ il posto, a meta’ strada si ferma per prenotare lo spuntino post-forra. Lo approviamo incondizionatamente. Abbiamo appena terminato di fare il necessario per assicurarci un buon rifocillo quando ci raggiunge la macchina di Claudio con i suoi occupanti. Proseguiamo per la stretta strada. Un attimo di dubbio cattura Emilio quando la strada, da asfaltata diventa sterrata, lui non ricorda la sterrata. E’ solo un tratto, in corrispondenza di un tornante l’asfalto riprende. Dopo il tornante incontriamo Gianni, colui che alleviera’ la nostra fame dopo le umide fatiche. Ha colto un bel mazzo di asparagi che ci mostra. Con l’immaginazione gia’ gusto la frittata che promette di farci. Arriviamo ad uno spiazzo dove accostiamo. Sara’ il nostro punto di partenza. Manca un ultimo partecipante all’appello. Giuseppe, che arriva da Orvieto. E’ un po’ in ritardo. Claudio lo sente al telefono, non riesce a trovare il bivio per raggiungerci. Alla fine Emilio e Claudio, con la macchina di Emilio, fanno un salto fino alla strada principale per recuperarlo. Intanto, nell’attesa, noi ci godiamo il bel sole.
Finalmente siamo tutti. Dopo i saluti con Giuseppe possiamo iniziare la vestizione. Claudio presta a Pamela e Claudia il discensore Oka che proveranno oggi.
Organizziamo per la staffetta delle macchine. Quella di Giuseppe rimarra’ allo spiazzo con i nostri vestiti asciutti. Saliremo con le macchine di Claudio ed Emilio. Quando siamo tutti “mutati”, si parte. Proseguiamo per la strada fino ad un piccolo cimitero. Da queste parti c’e’ un cimitero in corrispondenza di ogni forra,sara’ una coincidenza?!? Troviamo parcheggio alla meno peggio sul bordo strada e ci avviamo per il sentiero di avvicinamento alla forra.
Claudio ha saggiamente sottaciuto l’impegno necessario per l’avvicinamento, ancora non sappiamo che si tratta di poco meno di un’ora di salite. Partiamo quindi di buon passo, allegri e baldanzosi.
Ne approfitto per una rapida carrellata dei miei baldi compari. Ecco Vittorio, non ricordo se anche per lui e’ la prima forra comunque sembra deciso e pronto a tutto.
Matteo con lo sguardo dubbioso e Giuseppe che lo segue.
Pamela! In fondo si intravede anche Claudia che chiude la fila in maniera che a nessuno salti in mente di tornare indietro.
Pamela mentre interpreta la giovane ed intrepida esploratrice indicando un punto lontano, misterioso ed inesplorato.
Claudio immortala la scena epica con la sua fotocamera super-mega-iper.
Un Giuseppe mannaro in tutta la sua possanza barbuta.
Claudio ci indica il punto dove e’ la forra. E’ lontanissimo! Pero’ oramai abbiamo camminato davvero troppo per tornare indietro. Zaini in spalle, quindi, e via, si prosegue.
Ecco la nostra forra, la avvicino un po’ grazie allo zoom della fotocamera.
La valle da cui proveniamo con una bella corona di montagne.
Le nostre eroine fanno il passo, si fatica a star loro dietro. Mentre cammino e fotografo trovo anche il tempo per un rumoroso soliloquio inframezzato da gorgheggi cacofonici. Piu’ volte mi viene ingiunto di tacere perche’ potrei spaventare gli abitanti della valle o i poveri animali abitanti delle montagne. Io continuo imperterrito perche’ sono sicuro che il mio allegro vociare, sotto sotto, da’ loro piacere e conforto nell’arduo cammino verso la forra.
Giuseppe medita di buttare giu’ me o di buttarsi lui, pero’ fortunatamente non mette in atto il suo proposito.
Attraversiamo un timido corso d’acqua, veramente minimale.
Ricomincia la salita, ma siamo vicini.
L’ultima balza, decreta Emilio. Ancora un breve tratto in piano e, in corrispondenza di un albero, ci fermiamo allo spiazzo sulla destra per riprendere fiato prima dell’ultimo tratto in discesa che porta all’inizio della forra.
Claudia e le montagne.
Ancora Claudia, un poco piu’ da vicino. Sulle montagne si intravede un rimasuglio della pochissima neve che ha fatto quest anno.
Claudia si tappa il naso…di chi sara’ la colpa?!? Claudio fa finta di nulla…
Confronti tra strettoisti.
Pamela e’ elegantissima ma soffre un poco questa mise attillata.
Il fiatone e’ passato, gli ultimi preparativi sono stati completati, si riparte. Tutti i miei amici hanno indossato la muta e l’imbrago. Io sono stato prudente e ho indossato solo la salopette della muta tenendo il resto nello zaino. Con questo caldo temo proprio di sciogliermi, se mi copro troppo. Si scende verso l’acqua.
E’ ancora Emilio a prendere la testa del gruppo e a fare strada.
Il sentiero e’ in discesa alquanto ripida, pero’ il terreno e’ asciutto e poi sembra risistemato da poco con dei gradini che agevolano il cammino.
Nell’ultimo tratto ci sono anche delle corde come ulteriore ausilio.
Siamo quasi arrivati, costringo i miei amici ad una posa per la foto. Claudia sorride, perfino.
Emilio e’ arrivato all’acqua.
Massimo scende seguito da Claudio. Ora la corda e’ solo una comodita’, immagino che in caso il terreno sia impregnato d’acqua questa diventi un mezzo indispensabile per arrivare in fondo indenni.
Arriva anche Pamela.
Da questo punto in poi Claudio prende la testa del gruppo, io mi tengo nelle retrovie per il disarmo. Quasi non ci vedremo piu’ fino a fine forra.
Pamela e’ timorosa, si avvicina il momento tanto temuto. Il primo salto e’ qua. Presto, prestissimo, dovra’ confrontarsi col discensore Oka. Avvicinandomi al salto mi sovviene un piccolo particolare, forse e’ meglio che io indossi l’imbragatura! Mi fermo un attimo per attendere a questo compito. Sento ancora caldo quindi per ora lascio la giacca della muta nello zaino.
Claudia, assistita da Claudio si appresta al battesimo del fuoco. Segue con molta attenzione le spiegazioni di Claudio cercando di convincersi che andra’ tutto bene.
A meta’ discesa l’agitazione e’ gia’ passata…Oka non ti temo piu’!
Arriva indenne, ora puo’ concedersi un sorriso in compagnia di Massimo.
E’ arrivato il momento di Pamela, e’ concentratissima. Anche lei ha avuto una buona razione di istruzioni e rassicurazioni da Claudio.
Una volta partita anche per lei il piu’ e’ fatto.
Arriva alla base del salto. La squadra delle intrepide si e’ riformata, ancora piu’ forte e determinata di prima.
Claudio ed io scendiamo il salto poi proseguiamo tutti assieme.
Pochi metri in piano ed incontriamo il saltino successivo.
Claudio predispone l’armo e assiste i discesisti.
Pamela ha recuperato il suo spirito birichino e mi fa le boccacce mentre Claudia la osserva divertita.
La discesa di Vittorio.
Vittorio scende troppo lentamente per i gusti di Claudio che quindi cerca di agevolarlo con delle robuste spinte e qualche pedata.
Ecco il salto in tutta la sua magnificenza.
Vittorio tocca terra.
E’ il momento di Claudia.
Mentre Claudia si prepara, passo la fotocamera a Vittorio che si incarica di immortalarla.
Segue poi Pamela ed una volta tanto in foto compaio anche io
Subito dopo ancora un saltino. Claudia ci aspetta dopo averlo sceso.
Scendo per ultimo dal salto, mi merito anche una foto mentre con Vittorio recuperiamo la corda. Dopo riprendo possesso della fidata fotocamera.
Si prosegue. Affrontiamo il saltino. Con sollievo riesco a scenderlo senza bagnarmi troppo e soprattutto senza che l’acqua entri nella salopette dal collo.
Raggiungiamo il resto del gruppo. Qui la forra e’ giustamente molto inforrata e tortuosa. I nostri amici sono fermi al salto successivo.
Ora inizia ad esserci fresco. E’ meglio indossare la giacca della muta prima di passare dalla sensazione di piacevole fresco a quella di freddo intenso. Mi cerco un angolino tranquillo e faccio quel che devo.
Quando sono pronto sono scesi quasi tutti. Mi ritrovo con Massimo ed Emilio.
Breve inciso. Mi ero ripromesso di fare una foto alla partenza ed una alla base di ogni salto, pero’ poi me ne sono scordato oppure le foto designate erano sfocate ed improponibili. Un buon proposito durato poco.
La forra continua ancora ben inforrata, con acqua abbondante ma non in maniera fastidiosa. Continuiamo la discesa con buona continuita’ ma senza troppa fretta. Questo e’ davvero un bel salto. Ora e’ il momento di Pamela.
Scendo anche io lasciando ad Emilio l’onore e l’onere di scendere ultimo.
Al salto successivo sono scesi quasi tutti, rimangono solo Claudio e Pamela.
Ancora una volta approfitto di Pamela per documentare degnamente il salto. Sotto di noi il resto del gruppo e’ in attesa prima del salto successivo.
Cheese!
Quasi arrivata.
Discesa in corda doppia?!?
Liberaaaa…
Scendo anche io, ancora una volta e’ Emilio l’ultimo.
Un Giuseppe versione pulcino bagnato, ma non fatevi ingannare dagli occhioni dolci, sempre mannaro rimane!
Foto di gruppo durante l’attesa.
Si inizia a scendere. Nel frattempo Emilio scende dal salto precedente ed inizia a recuperare la corda. Viviamo qualche attimo di preoccupazione quando la corda si incastra e non vuole venir via. Alla fine con lo sforzo congiunto di Emilio e mio, la corda si piega al nostro volere e si sfila docilmente. Due uomini di peso, non c’e’ che dire!
Mi affaccio anche io a curiosare. E’ un salto articolato da fare in 3 tempi, ci si cala dove sono ora Claudio e Matteo poi si scende ancora qualche metro fino ad un davanzale. Il salto quindi procede verticale fino alla base.
Alla partenza del pozzo c’e’ una corrente d’aria fredda notevole. I preparativi per armare il salto prendono tempo e noi iniziamo a sentire freddo.
Claudio e Matteo si sono spostati avanti. Mi urlano di scendere al primo tratto per fare assistenza a chi passera’. Obbedisco prontamente. Inizio a tremare, in quel punto il vento imperversa gelido.
Ecco il secondo tratto del salto. I nostri amici avranno anche l’emozione di passare un deviatore.
Claudio rimane a fare assistenza alla partenza del tratto verticale.
Passa Giuseppe.
Quindi e’ la volta di Vittorio.
Claudio ci esorta alla celerita’, fa freddo. Non posso dargli torto.
Ecco Claudia, oramai padrona dell’attrezzo Oka, che scende fino a Claudio.
Il tempo per un sorriso e’ bene trovarlo sempre.
E’ il momento di Pamela.
E’ gia’ pronta col fischietto per ogni evenienza.
Anche lei si appropinqua a Claudio senza problemi.
Arrivata.
Parte Massimo.
Finalmente e’ il mio turno. Il movimento attenua il freddo. Mi fermo a meta’ della parte verticale del salto per fare una foto.
Siamo arrivati alla partenza del salto piu’ alto. Una trentina di metri.
Claudio ha attrezzato il salto e si sistema per fare assistenza a chi affronta questo cimento.
Scende Matteo, oggi si dovra’ accontentare di questo piccolo brivido, in questa forra a quanto pare non ci sono pozze in cui fare tuffi.
Quando Matteo scompare alla vista ne approfitto per riprendere una panoramica di quanto ci aspetta proseguendo la forra.
Ora parte Claudia.
Claudio trasfigurato!
Vai Claudia, sei tutti noi!
Una occhiata per verificare che gli attacchi tengano, non si sa mai.
Ma gustiamoci tutta la sequenza, Claudia se la merita.
Claudio e’ pronto ad ogni evenienza.
Anche Claudia infine scompare alla vista. Nessun problema, come sempre. Fa finta di essere preoccupata per darci l’impressione di essere utili!
Pamela denuncia un lieve frescolino.
Massimo e’ imperturbabile.
Claudio controlla l’arrivo di Claudia alla base del salto e ne attende la libera.
A chi tocca ora?
Eh si, e’ il momento di Pamela.
Concentratissima, parte senza problemi.
Occhi al cielo? No, ascolta le ultime raccomandazioni di Claudio.
Ora pero’ si parte.
Anche nel suo caso credo si meriti tutta la sequenza…e vi risparmio il commento.
Dopo l’arrivo di Pamela, parte Massimo.
Breve sosta per una foto con sorriso.
Buon ultimo scendo anche io. Subito dopo un altro saltino, lo sta scendendo Massimo. Il resto del gruppo e’ in attesa alla partenza del salto successivo.
Claudio come sempre e’ alla partenza del salto a fare assistenza.
Ecco il saltino appena sceso visto dal basso. Mi sono dimenticato di fotografare il salto da 30 metri. Oramai e’ troppo tardi per rimediare.
Intanto parte Giuseppe.
L’ho un po’ trascurato come foto, rimedio ora.
Emilio scende per ultimo. Questo salto lo ha attrezzato lui e vuole essere lui a disarmarlo. Come faceva ad essere avanti? Deve essere passato tra i primi un paio di salti fa, senza che me ne accorgessi.
Questo e’ il salto visto dal basso, niente male.
Emilio si appresta a scendere.
Aspetto che Emilio termini e poi recuperiamo la corda. I nostri sono andati avanti per un tratto in facile discesa con qualche accenno di toboga.
Eccoli tutti qua. La partenza di un altro salto.
Massimo se la ride.
Vittorio parte.
Matteo e’ appostato alla partenza del primo tratto, Claudio e’ al secondo.
Ogni tanto anche a me viene una foto simpatica…trovo che questa lo sia.
Pamela e’ ancora alle prese con una fastidiosa sensazione di freddo ma riesce sempre a trovare la forza per un sorriso.
Scatto a lei e Matteo una ultima foto, poi la mia fida fotocamera cede le armi. Sul display compare una enorme batteria dai contorni rossi e miseramente vuota. Questo e’ il segnale che non ha energia bastante nemmeno per un’altra foto. La metto a riposare nella patta superiore dello zaino. Magari concedendole un poco di riposo riusciro’ a riprendere piu’ tardi.
Senza documentazione fotografica faccio fatica a ricordare…Comunque oramai siamo quasi alla fine della forra. Facciamo un paio di salti ancora, Emilio rimane ultimo e si incarica di recuperare la corda. All’ultimo salto mi si incastra la corda tra un intrico di radici proprio sulla verticale del salto. Devo utilizzare un armo provvisorio per scendere a districarla. Lascio poi che sia Emilio a sistemare tutto. Dopo il salto inizia un tratto a piedi quasi piacevole e comunque utile per scongelare i piedi. Si fiancheggia il corso d’acqua tenendolo a destra. Quasi alla fine lo si attraversa e si risale in corrispondenza di simpatici quanto utili segnali di vernice. Passiamo accanto ad un paio di tende che i miei amici gia’ conoscono, saranno messe fisse la’. L’ultimo tratto e’ in salita ma sono pochi metri. Eccoci alle macchine. Mentre sistemo le mie robe recupero la fotocamera. Il riposo sembra averle giovato, mi permette di scattare qualche foto.
Pamela si rincuora con uno spuntino che fara’ scomparire definitivamente il freddo.
Claudia e’ quasi pronta, gli ultimi ritocchi.
Claudio ed Emilio salgono sulla macchina con Giuseppe e vanno a recuperare le loro macchine. Pochi minuti e siamo di nuovo tutti assieme e pronti a muoverci. E’ finalmente l’ora della merenda! Il nostro ospite ci attende con delle saporite sorprese. La frittata con asparagi selvatici e lo sformato di patate con timo e rosmarino sono solo l’inizio ma non staro’ ad annoiarvi con i particolari! A fine spuntino siamo visibilmente piu’ rilassati come testimoniano le foto.
Un amico di cui abbiamo fatto con piacere la conoscenza durante lo spuntino.
Qualche chiacchiera rilassata con il nostro ospite conclude la merenda. Si e’ fatta l’ora del rientro. Salutiamo ringraziando e partiamo. Giuseppe riprende per Orvieto, noi per Roma. Strada facendo troviamo le cascate delle Marmore. Sono sempre uno spettacolo da vedere…chissa’ che spettacolo sono da scendere, ancora non me ne e’ capitata l’occasione…
Il ritorno e’ accompagnato dalla sera che scende mentre ci avviciniamo a Roma. Una breve sosta a Settebagni dove approfitto della cortesia di Claudio per tornare a casa. Anche questa bella giornata e’ terminata. Alla prossima.