Visita natalizia alla grotta dell’arcaro con Claudia, Maurizio, Luigi, Filippo, Gabriele, Mario ed io.
L’anno scorso andammo ai Meri sul Soratte, quest anno la scelta per l’uscita natalizia e’ caduta sulla grotta dell’Arcaro nei pressi di Ceccano. L’appuntamento e’ alla Rustica al parcheggio della Metro. Nella mia ignoranza pensavo si parlasse di una fermata della metropolitana, per fortuna alla guida c’era il fido Maurizio che le sa tutte e poi ha un valido aiuto nel suo navigatore che oggi ha una voce femminile che Maurizio ha battezzato “Chiara”! Dalla Roma-L’Aquila prendiamo il raccordo in direzione Roma-Napoli e dopo poco usciamo alla Rustica. La Metro e’ poco lontano col suo ampio parcheggio. Ci sono gia’ alcuni amici, tra i quali anche Fabrizio e Marco, ma loro hanno una destinazione differente, andranno a Pietrasecca. Pian pianino anche il nostro gruppo va infoltendosi. Arriva Claudia, si fanno avanti Luigi e Filippo, compare anche il roboante Mario. All’appello manca solo Gabriele, lo chiamiamo, e’ in ritardo di qualche minuto. Lo aspettiamo mentre il gruppo Pietrasecca parte per la sua umida e gelida destinazione. Quando anche Gabriele arriva componiamo le macchine. Claudia la ospiteremo noi. Mario va a fare compagnia a Gabriele, Filippo e Luigi saranno in macchina per conto loro. Prima di partire non posso esimermi dal criticare il luogo d’appuntamento, non riesco proprio ad apprezzare i posti che non siano dotati di un bar dove addolcire eventuali attese con una colazione! Per porre rimedio decidiamo di fermarci al primo autogrill sulla autostrada Roma-Napoli. Il prescelto e’ “Tuscolana Ovest”, per essere sicuri di esserci capiti con gli altri penso di fare un giro di telefonate. Per Luigi e Filippo non c’e’ bisogno perche’ arrivano subito dopo di noi. Gabriele e Mario invece non si vedono. Li chiamo. Chiacchiera facendo hanno sbagliato uscita ma ora stanno tornando indietro e ci raggiungeranno a breve. Una volta raggruppati e fatta la colazione si riparte alla volta di Ceccano. Andando avanti nella mattinata la nebbia viene sconfitta e un bel sole viene ad allietare la nostra giornata. Passiamo l’uscita di Frosinone chiacchierando amenamente di cose speleo, come quasi sempre. Continuando a viaggiare sulla autostrada al nostro driver viene un dubbio. Gli e’ stato indicato di uscire a Ceccano, “Chiara” invece continua a ripetergli di tornare indietro appena possibile per uscire a Frosinone…ma esiste l’uscita dell’autostrada di Ceccano? Un rapido controllo ci conferma che “Chiara” ha ragione, dovevamo uscire a Frosinone. Rassegnati, proseguiamo fino a Ceprano facendo poi conversione e tornando buoni buoni all’uscita di Frosinone seguendo le indicazioni di “Chiara” senza ulteriori discussioni. Siamo alle porte di Ceccano quando Mario ci raggiunge telefonicamente per chiederci dove mai siamo finiti. Ci spiega che loro sono fermi sulla piazza di Ceccano vicino ad un supermercato Conad. Ci lasciamo forti di queste indicazioni e continuiamo a procedere in Ceccano per raggiungerli. Gira che ti rigira, la piazza descritta da Mario non la troviamo. In compenso scopriamo il trafficatissimo centro di Ceccano e abbiamo tutto il tempo per ammirarne le strade. Al terzo infruttuoso giro di Ceccano, Mario ci richiama fornendoci i nomi della piazza e delle vie circostanti. Nulla, anche con l’aiuto di “Chiara” non ne veniamo fuori. Tornando sui nostri passi, incrociamo l’indicazione di un supermercato Conad. Ecco la nostra destinazione! Ben contenti di aver risolto imbocchiamo la strada in salita che ci porta ad una piazza dove troneggia il Conad. Siamo arrivati! Beh…forse no. La piazza c’e’, il Conad pure, ma dei nostri amici nemmeno l’ombra! Ci sentiamo per l’ennesima volta. E’ appurato che siamo in 2 piazze differenti, scopriremo poi che a Ceccano di Conad ce ne sono almeno 4! Per tagliare corto invio loro le coordinate della nostra posizione e li invitiamo a raggiungerci mentre noi rimaniamo a goderci il sole. Per allietare l’attesa vado a visitare il Conad, lo abbiamo cercato tanto, una visita se la merita. Sono entrato da poco quando sento un vocione familiare, e’ Mario. Il ricongiungimento e’ cosa fatta. Insieme comperiamo della squisita pizza rossa, qualche altra cibaria per la visita in grotta e poi usciamo per proseguire il viaggio. Ora che siamo riuniti tutto sara’ piu’ semplice, ora dobbiamo solo arrivare a via fontana del gatto, parcheggiare ed andare in grotta. Una inezia. Partiamo con Gabriele in testa, Filippo subito dietro e noi in coda. Gia’ nell’immissione nel traffico ceccanese noi in coda perdiamo di vista i nostri amici. Mario con pazienza e buona volonta’ ci telefona dandoci indicazioni per tentare di ritrovarci. Otteniamo solo di fare di nuovo un bel giro per Ceccano centro. A questo punto Maurizio si spazientisce, riaccende il navigatore e dichiara che da questo momento seguira’ solo le indicazioni di “Chiara”. Risento Mario dicendogli che ci vediamo alla via fontana del gatto. In effetti “Chiara” sembra avere le idee chiare circa la strada da fare e ci indirizza con sicurezza tra strade e stradine fino a quando incontriamo nuovamente i nostri amici e ci riavviamo in formazione compatta. Passiamo sotto un cavalcavia, l’autostrada forse, finalmente leggo un cartello beneaugurante che recita “Via della fontana del gatto”. La imbocchiamo seguendola per un bel tratto. Gabriele, che guida la fila, ad un certo punto si ferma dove la strada si biforca. Breve conciliabolo, sembra abbiamo preso la strada sbagliata. Facciamo inversione di marcia e torniamo indietro fino al cavalcavia. Una volta la, prendiamo una strada circa parallela a quella precedente. Anche in questo caso la seguiamo per un bel tratto fino ad un bivio. La strada asfaltata curva a destra ma andando dritti c’e’ una sterrata in salita. Marione ci fa segno di aspettare mentre lui e Gabriele vanno in ricognizione su per la sterrata. Impieghiamo quei minuti per goderci il sole, fino a quando i nostri esploratori ritornano con le pive nel sacco. Nemmeno questa e’ la strada buona. Da lontano c’e’ un signore in balcone che ci scruta incuriosito, gli urlo dove sia mai la fontana del gatto e lui mi indica alla sua sinistra, verso la strada di prima, in pratica. Mario fa per andare verso il signore per parlarci ma lo dissuado con maniere abbastanza spicce. Conoscendolo, rischiamo di ritrovarci ospiti a pranzo e non ho voglia di saltare la grotta. Altro giro, altra corsa, torniamo indietro al cavalcavia. Tutto ci porta alla via della fontana del gatto, la imbocchiamo nuovamente. Stavolta al bivio non ci fermiamo ma continuiamo girando a destra. Ancora pochi metri ed ecco un allegro cartello che ci indica la meta raggiunta.
Scendo dalla macchina interrogandomi oziosamente circa il possibile motivo della sosta alla prima salita per questa strada, ma perche’ farsi domande di cui non importa trovare risposta? Finalmente siamo arrivati e ci sono buone possibilita’ che si possa andare in grotta, dopo tutto, e questo e’ quanto basta! Iniziamo a prepararci sempre godendoci il tepore del sole. Claudia decide di assaggiare l’acqua della fontana del gatto, anche se il getto non e’ dei piu’ potenti.
Maurizio e’ impegnato col cellulare, vorra’ segnarsi le coordinate della fontana per le prossime volte!
Vado in perlustrazione sulla sterrata che parte dalla fontana, ci sono i resti di un parco giochi o simile. In un luogo cosi’ di passaggio e per nulla isolato, deve essere frequentatissimo.
Ancora altri resti ma con panorama.
Fatto quel che dovevo fare me ne torno alla base ed inizio a prepararmi. Anche se come sempre ultimo, alla fine sono pronto anche io. Raduno la squadra di ardimentosi per una foto. Maurizio e’ un poco fumoso.
Mario ricambia il favore ed io prendo il suo posto accanto a Claudia.
Ora si puo’ partire. Attraversiamo il parco giochi in dismissione e saliamo per il sentiero. C’e’ un recinto, probabilmente contiene la captazione che serve per alimentare la fontana. Claudia fa capolino tra le fresche fratte.
Mario e’ in avanscoperta, il resto del gruppo ci segue.
Saliamo per un sentierino stretto, fangoso e scivolosissimo. Per fortuna dopo aver arrancato per un poco sbuchiamo su una strada sterrata molto larga e comoda. L’unico dubbio che abbiamo e’ se andare a destra o a sinistra. Quelli del gruppo che sono gia’ stati all’Arcaro non riescono a raccapezzarsi. Andiamo a destra per un tratto poi si decide che non va bene, torniamo indietro proseguendo a sinistra. Arriviamo ad un caseggiato, sembrano stalle abbandonate. Questo ritrovamento sembra conclusivo, la grotta e’ dall’altra parte. Stavolta riprendiamo a destra e seguiamo la strada senza tentennamenti. Mario e’ sempre in esplorazione e ad un certo punto ci urla di aver trovato finalmente la grotta.
Ecco l’attacco del sentierino che porta alla grotta, una foto la merita di sicuro. Se ci si tornera’ in primavera dobbiamo ricordare di portare qualcosa per tagliare i rovi, anche ora sembra che il sentiero stia quasi per essere chiuso dalla vegetazione circostante.
Gabriele vittorioso.
Claudia si prende un momento di relax dopo tanto camminare.
Claudia ricambia il favore e si appropria della fotocamera per scattarmi una foto. Io come al solito ho perso la mia battaglia con il sudore e sono gia’ fradicio.
In fondo allo sgrottamento dove siamo arrivati c’e’ una finestra che affaccia sulla fratturona su cui e’ impostata la grotta. Ora non rimane altro che armare…Alla partenza ci sono degli spit. Controlliamo l’attrezzatura che abbiamo portato, abbiamo solo attacchi per i fix, tanti tanti dadi e nemmeno un bullone! Cosa si fa? Cerchiamo soluzioni alternative. Ognuno fa la sua parte, Luigi ancora l’inizio della corda ad un albero all’esterno dello sgrottamento. Claudia trova per terra un bullone incrostato di fango. Anche io faccio la mia parte saggiando un chiodo a fessura sul tetto della finestra e poi incaricandomi di ripulire la filettatura del bullone. Messo l’attacco ed un paio di cordini, alla fine il nostro armo e’ fatto. Scendo per primo, la corda tocca un poco ma su concrezione e con un angolo molto lieve, puo’ anche andare. Di seguito scendono tutti.
Scendiamo per la frattura con attenzione poiche’ e’ un piano inclinato con fango scivoloso e sassi pronti a rotolare giu’. In fondo la frattura si divide in 2. Dalle indicazioni dei miei amici so che dobbiamo prendere a destra. Per fortuna da questo punto in poi troveremo tanti fix quindi il problema su come armare non sara’ piu’ un problema. Claudia durante il viaggio di andata aveva espresso il desiderio di armare, quindi si e’ condannata con le proprie mani, quando arriviamo al primo pozzo le affido la mia chiave e la mando avanti senza tante storie. Eccola impegnata a sistemare gli attacchi.
Il resto del gruppo si e’ messo comodo nel punto dove la grotta si biforca. L’attesa e’ piacevole poiche’ la grotta ha una temperatura piacevole.
Fatto l’armo Claudia va avanti, la segue Mario e poi via via tutti gli altri. Visto che il pozzo e’ stretto lo scendo in opposizione in parallelo a Maurizio, siamo gli ultimi a scendere.
Con Maurizio non vediamo dove siano spariti gli altri, sembrano esserci piu’ punti dove proseguire. Risolviamo il dubbio con qualche urlo verso i nostri amici. Giriamo intorno ad un sassone costeggiando la parete di destra della frattura poi scendiamo qualche metro. Riguadagno la testa del gruppo mentre cerchiamo la prosecuzione.
Alla fine scopriamo dei fix all’inizio di questa spaccatura, la prosecuzione e’ la’ sotto. Cerchiamo di muoverci senza arrecare troppo fastidio al pipistrello che riposa nelle vicinanze.
Claudia arma anche questo pozzo. Su mio suggerimento mette un deviatore ma quando scende vediamo che l’armo e’ migliorabile spostando il deviatore su un altro attacco. Mario se ne incarica e poi scende. Il resto del gruppo attende il proprio turno.
Filippo nella sua tuta da meccanico nuova fiammante si appresta a scendere il pozzo.
Mentre anche io attendo il mio turno mi lascio affascinare dalle concrezioni a cristalli che adornano le pareti della grotta in alcuni punti, mi riprometto di chiedere lumi a chi e’ piu’ esperto di me in queste cose su come si possano formare tali cristalli.
Buon ultimo scendo il pozzetto poi seguo i miei amici che sono andati avanti di qualche metro. Sono raggruppati vicino ad una corda che sale. E’ la famosa risalita di cui ci parlava Mario. Serve uno speleo leggero ed a perdere che testi la tenuta della corda. Non sono particolarmente leggero, ma vengo scelto io all’unanimita’, sicuramente per la simpatia! Guardo la corda, sembra in buone condizioni. Mi sistemo l’attrezzatura ed inizio a salire lentamente, con circospezione. Arrivo senza danni, anche sopra sembra tutto a posto tranne per qualche piccolo particolare, di poco conto. Il moschettone dell’attacco ha la ghiera bloccata ed il nodo su cui son salito e’ un barcaiolo, per quello rimedio facile, faccio un altro nodo e ci metto uno dei nostri moschettoni. Gli attacchi fanno un poco venire i brividi, sono 2 ma su roccia tutta fratturata e poi, mi sembra, rinsaldata da concrezioni. Non sembra abbiano intenzione di cedere, poi per fortuna subito sopra questo frazionamento ci sono altri attacchi un poco meglio. Termino la risalita, mi sistemo e urlo la libera. Praticamente la risalita serve a passare ad un’altra “fetta” della frattura parallela a quella che abbiamo percorso sinora. Quando sopra il pozzo inizia a scarseggiare il posto, vado a gironzolare un po’ per conto mio mentre Mario cerca di ricordare dove sia la sala dove festeggeremo. Arrivo fino ad un punto in cui la frattura stringe abbastanza, da quella parte di sale nemmeno l’ombra. Potrei andare ancora avanti pero’ nessuno mi ha seguito, me ne torno indietro anche io, magari ci si tornera’ dopo. Incrocio Mario ancora in cerca della sala, facciamo una breve e semplice risalita in arrampicata. In cima c’e’ un anello di corda che utilizziamo per sistemare una corda che agevoli la risalita dei nostri amici. Mario e Luigi vanno ancora avanti ma poi tornano nei pressi dell’anello di corda. Mario ora ricorda, la sala che cerchiamo e’ quella dove siamo ora. Pian pianino risalgono tutti e ci sistemiamo per i festeggiamenti.
La grotta e’ simpaticamente intrigante, offre una moltitudine di punti che fanno venir voglia di partire ad esplorare. Anche Filippo si diverte a cercare prosecuzioni prima di partire con la nostra festicciola.
Una volta sistemati tiriamo fuori dagli zaini le cibarie e le bottiglie di spumante che sono miracolosamente arrivate intatte sin qui. Dopo aver mangiato e bevuto e brindato a sazieta’ terminiamo in bellezza con una foto di gruppo…
…anzi 2!
Di nuovo un Gabriele vittorioso, ne ha ben donde, siamo arrivati qua a festeggiare nonostante tutti gli inconvenienti avuti oggi.
Tornando indietro mi faccio nuovamente catturare dalla bellezza dei cristalli che adornano le pareti della grotta.
Cerco invano di catturarla ma con scarsi risultati.
In compenso ho un esempio rarissimo di Maurizio mentre produce sbuffi di luce!
La quiete dopo la tempesta.
Mentre noi attendiamo il nostro turno per scendere, l’infaticabile Luigi si cala in doppia con freno moschettone dalla sala del festeggio e poi sistema la corda.
Subito dopo lo mandiamo avanti a dare manforte a Filippo che ha ingaggiato una discussione col discensore mentre e’ al frazionamento. Ne esce vittorioso da solo, ma come si dice, 4 occhi vedono meglio di 2!
E’ poi il momento di Maurizio.
Stavolta rimango io come ultimo. Scendo recuperando il moschettone e poi mi avvio per raggiungere il resto del gruppo, che trovo alla base del pozzo successivo.
Mentre aspetto mi diletto nel fotografare una meraviglia di colata che vi presento subito subito.
Anche ora risalgo per ultimo. Claudia e’ gia’ avanti con la mia chiave, per fortuna Maurizio mi presta generosamente la sua.
L’ultimo pozzo prima del saltino che ci portera’ all’esterno. Stavolta Claudia rimane ultima per disarmare la sua opera. Eccola mentre risale.
Mentre Claudia opera, gli altri iniziano a raggiungere il saltino.
Disarmato il pozzo e recuperata la corda troviamo tutti alla base del saltino. Luigi ha individuato un fix che all’andata ci era sfuggito e sta sistemando l’armo.
Claudia in versione armatrice!
Ancora una volta, buon ultimo, risalgo io. Al frazionamento trovo una sorpresa, per fortuna che sono leggero!
Una volta fuori rinnoviamo il brindisi con la bottiglia di prosecco che non ci siamo sentiti di stappare in grotta. La svuotiamo senza problemi e con molta allegria. L’aria fuori e’ decisamente piu’ fresca che in grotta, e’ meglio avviarsi. Lungo la strada Claudia, Luigi ed io decidiamo di proseguire fino alle stalle abbandonate e poi scendere da li per evitare il sentierino fangoso, avvertiamo gli altri con un urlo ed andiamo avanti. Alle stalle ci fermiamo ad aspettare di venir raggiunti dagli altri. Dopo una decina di minuti di attesa spese a rimirar le stelle, scendiamo per scoprire che i nostri amici sono gia’ alle macchine ed hanno iniziato a cambiarsi.
E’ sempre un piacere mettersi addosso dei panni caldi ed asciutti. Dopo aver soddisfatto questo bisogno primario, se ne fa avanti un altro…dove si cena? Per questo aspetto non c’e’ di meglio che chiedere consiglio a chi sa. Telefoniamo a Gianni, il quale con sicurezza ci indica un ristorante nei pressi di Ceccano, “La Cantinella” dove decidiamo di andare senza por tempo in mezzo. Partiamo in formazione compatta ma anche stavolta ci perdiamo al primo incrocio con traffico ceccanese. A questo punto Maurizio prende in mano le redini della questione. Imposta sul navigatore la destinazione, cambia la voce dalla possibilista “Chiara” all’inflessibile “Dart Fener” e proseguiamo senza dubbi e senza intralci fino al ristorante. I nostri amici impiegano qualche minuto in piu’ ma alla fine siamo di nuovo tutti riuniti, affiatati ed affamati.
Foto di gruppo.
L’attrezzatura e’ pronta!
Un bel fuoco ci allieta e ci riscalda.
Anche il cibo e’ all’altezza delle nostre aspettative, insomma una ottima conclusione per la bella giornata passata assieme. Arrivati a questo punto, non rimane altro che salutarvi. Alla prossima!
Mancano foto del brindisi :-(((
Non le avevo, stavo brindando!!!