Gita alle piane con il gruppo Alpinismo Giovanile CAI Orvieto. Simone, Giuseppe, Filippo ed io in veste di accompagnatori.
Approfittando dell’impegno domenicale per l’uscita alla Piane col CAI di Orvieto, Betta ed io abbiamo deciso di gustarci un fine settimana ad Orvieto e siamo quindi partiti sin dal sabato mattina da Roma.
Arriviamo ad Orvieto e, dopo una visita al bar di Simone, andiamo a prendere possesso della stanza dove passeremo il week-end. Eccoci davanti alla porta.
A fianco della porta c’e’ anche una targa per poter contattare la simpatica signora che gestisce la “casa Flavia”. Il posto e’ confortevole, quindi vi mostro la targa. Nel caso vi capitasse di organizzare una gita ad Orvieto, potreste tenerne conto.
Posati i bagagli siamo subito usciti per far sgranchire le zampe a Luna e fare un giro per il vicino corso.
Osservando uno scorcio del duomo trovo un panificio veramente degno di nota.
Non riesco proprio a trattenermi dal mostrarvi questa foto. Il cartello davanti alle macchine parcheggiate cita “divieto di sosta ASSOLUTO”, non e’ bellissimo!?!
Ritorniamo sul corso in direzione della torre del Moro.
Poveretto!
L’ultimo tratto del corso verso la piazza del comune.
Finiamo la passeggiata tornando indietro e troviamo anche da pranzare vicino “casa”. Dopo il lauto pasto Betta si ritira a riposare ma io sento di dover smaltire il maxi-hamburger che ho trangugiato e quindi faccio contenta Luna scendendo di nuovo per una passeggiata. Ne approfitto per andare a visitare la torre del Moro. I 160 gradini sono una bella prova ma, anche se sbuffando come un mantice bucato, arrivo in cima. Luna mi accompagna quietamente. Ogni tanto si gira guardandomi per cercare di capire qualcosa di tutto il mio ansimare. Siamo su da pochi minuti quando scattano le 4 del pomeriggio e dalle campane si scatena l’inferno. Ho il mio bel daffare a tenere quieta Luna mentre recupero il fiato.
Fiato recuperato mi dedico ad immortalare lo splendido panorama che si stende tutto intorno a me. Inizio, doverosamente, dal duomo.
Proseguo spostandomi in senso orario ma per questa foto non saprei indicare altri punti notevoli.
In questo caso invece si, riconosco la piazza del comune, si vede bene la macchia bianca di uno stand gastronomico che vende delizie deliziose!
Passano i minuti, alle 16.15 le campane si rianimano. Stavolta prendono di sorpresa anche me. Tra Luna e me facciamo un bel salto dallo spavento. Impiego un paio di minuti a calmarla con mille carezze e poi le comunico che si e’ fatta ora di scendere. Infila le scale come un missile ma poi, gentilmente, si ferma ad aspettarmi. Dopo un rapido passaggio a “casa” per avvertire Betta, proseguiamo la passeggiata dirigendoci verso la funicolare. Valuteremo poi se proseguire verso la stazione per un saluto a Simone. Eccoci arrivati alla piazza della funicolare.
Un dettaglio preso mentre mi avvicino.
Faccio per avvicinarmi al portale di quello che sembra un parco ma leggo che e’ vietato l’ingresso ai cani, anche al guinzaglio. La cosa mi sconcerta un po’ ma ne prendo atto e cambio percorso. Luna e’ piu’ equilibrata e non sembra turbata da questa discriminazione.
Sulla destra vedo un altro portale che mi sembra senza divieti. Ne sta uscendo una coppia di ragazzi, con un paio di urla richiamo la loro attenzione e gli chiedo dove porti la strada.
Sembra che possa portarmi alla stazione, mi avvio.
Subito un altro portale.
Sul soffitto di quest ultimo ci sono dei buchi. Se non erro dovrebbero quelli da cui i difensori delle mura potevano inondare eventuali invasori con olio bollente, frecce ed altre piacevolezze.
Ora sono fuori dalle mura di Orvieto e proseguo costeggiandole verso il portale successivo.
Ricevo una telefonata da Simone, ha finito di lavorare e mi propone una passeggiata in attesa dell’ora di cena. Gli spiego dove sono e ci mettiamo d’accordo per incontrarci alla fine della strada che sto percorrendo.
Mi raggiunge con la macchina, salgo e partiamo per vicoli di Orvieto che non saprei proprio dirvi. Parcheggiamo vicino casa sua e proseguiamo a piedi per il percorso pedonale che costeggia le mura.
Simone strada facendo mi rende edotto sui monumentali lavori di consolidamento che sono stati fatti sul massiccio di tufo che si integra e completa le mura, molto interessante.
La vista di queste pareti e’ molto impressionante.
Passiamo accanto ad una chiesetta rupestre scavata nel tufo, mi viene da pensare a Gianni e Maria che amano esplorare questi luoghi, pero’ Simone mi dice che e’ sempre chiusa e nemmeno a lui che vive a Orvieto e’ mai capitato di poterla visitare.
Ne prendo comunque una foto dalla finestrella chiusa dalla rete.
Subito dopo passiamo accanto alla necropoli etrusca, altro spettacolo.
Ecco Simone che procede di buon passo mentre o mi attardo a scattare foto. Tra il bel paesaggio, i racconti e gli aneddoti di Simone la passeggiata si svolge molto piacevolmente. Finiamo il giro rientrando in Orvieto e perdendoci (solo io!) per i vicoli fino a “casa” dove recuperiamo Betta. Si e’ fatta quasi ora di cena e abbiamo appena tempo per un aperitivo.
Andiamo alla piazza del comune dove aspettiamo invano Giuseppe. Una volta perse le speranze di vederlo ci avviamo prima al bar per un rapido aperitivo e quindi al ristorante dove fanno una squisita carbonara, che vi presento in tutta la sua magnificenza.
Spero perdonerete la lunga digressione dal tema principale della presente relazione. Bisogna pero’ ammettere che Orvieto la merita!
Ma ora veniamo a noi. La mattina di domenica esco di buon ora con Luna a fare la passeggiata poi torniamo a “casa”. Svicolo poi di soppiatto per evitare che Luna si metta a piangere e raggiungo la piazza li vicino, dove Simone verra’ a prelevarmi alle 7.15. Una rapida tappa per la colazione e poi ci rechiamo all’appuntamento comune con i ragazzi del CAI. All’appuntamento ritrovo Filippo e Giuseppe, che rivedo sempre volentieri. Una volta radunati tutti e composte le macchine, partiamo. Cerchiamo di sbrigarci un po’ perche’ oggi la grotta sara’ affollata. Oltre alla dozzina di persone del nostro gruppo ci sara’ una cinquantina di persone del CAI di Perugia. Quando arriviamo al parcheggio vicino alla grotta ancora c’e’ nessuno. Parcheggiamo senza occupare lo spiazzo per lasciarlo libero per i ragazzi di Perugia. Iniziamo la vestizione. Filippo, che ha dimestichezza, si occupa di tutti i bimbi.
Quasi tutti gli adulti hanno attrezzatura propria quindi dobbiamo solo dare una controllata finale.
Siamo quasi pronti.
I nostri novelli speleo sono un poco nervosi, ma tutto sommato proprio poco poco.
Ecco i nostri giovani ed intrepidi esploratori!
Ancora, ma in ordine sparso.
Ci aspettano pazientemente mentre terminiamo di vestirci e controlliamo le ultime cose. Visto che Giuseppe ha portato con se la carburo ne approfittiamo per mostrare ai bimbi la magia dei sassi che bruciano. Prendo un sasso di carburo, Simone mi presta il suo accendino, bagno il sasso in maniera non proprio elegante (leggi: ci sputo sopra!) e gli do’ fuoco. Non sembrano molto impressionati, pensano piu’ ad un abile trucco, tanto che chiedono di far bruciare anche un comune sasso raccolto da terra. Comunque lo spettacolino ci ha fatto passare qualche minuto dimenticando il timore per quel che ci apprestiamo a fare, non e’ male. Nel frattempo anche Filippo ha terminato di prepararsi.
Un paio di foto di gruppo prima di partire ci vogliono. Tutti pronti?
Eccoci!
Riesco pure a cedere le fotocamera ad un volontario e prendere parte alla foto di gruppo.
Dopo queste doverose foto ci avviciniamo all’ingresso della grotta.
I nostri amici sono impressionati dalla orrida spaccatura che conduce all’oscurita’. Simone entra per mostrare che non c’e’ nulla da temere e per fare loro assistenza quando arriveranno.
Nonostante le nostre assicurazioni gli interessati non sembrano convintissimi. Questo e’ il punto di non ritorno, se anche uno solo si impunta ora la nostra uscita in grotta finisce ingloriosamente.
Mentre osservano con apprensione i nostri preparativi noi continuiamo a blandirli e rassicurarli. Non li convinciamo, pero’ riusciamo a tenerli nella convinzione a provare.
Nel frattempo ho sistemato la corda al vicino albero per attrezzare una calata che aiuti i nostri eroi a scendere senza scivolare rovinosamente sul viscidissimo fango che pavimenta la spaccatura. Filippo si posiziona a meta’ spaccatura per aiutare i passanti a superare il primo gradino. La scelta del primo ardito cade sul ragazzo piu’ grandicello (ho chiesto il suo nome almeno 10 volte e ancora non lo ricordo, che vergogna!) che sembra essere il meno impensierito dal cimento. Comunque un bravo a lui!
Passato il primo con facilita’, anche il resto del gruppo si rianima. Passiamo agli altri. Tutto sommato se la cavano egregiamente.
Visto che ce l’hanno fatta i bimbi, gli adulti non possono essere da meno e si buttato verso il buio con rassegnato entusiasmo trovando ancora il modo di regalarci un sorriso. Nel frattempo Filippo e’ sceso giu’ a dare manforte a Simone. Giuseppe ha preso il suo posto.
Giuseppe in una inedita versione senza barba, quasi non si riconosce.
Continuiamo con le discese, lenti ma inesorabili.
Ancora un intrepido bimbo.
Lei e’ quasi figlia d’arte in quanto e’ la nipotina di Filippo.
Ancora lei, pero’ i colori della foto a mio parere sono migliori.
Ora tocca ai grandi che sfilano impeccabilmente uno alla volta senza alcuna difficolta’.
Nonostante la comprensibile titubanza iniziale c’e’ anche il tempo e la voglia per un sorriso.
Giuseppe segue imperturbabilmente tutti i passaggi.
Lei altri non e’ se non la mamma del ragazzo che e’ stato pioniere del gruppo. Anche lei si disimpegna senza problemi.
Come ultimi scendono i rappresentanti del sesso forte che per cavalleria hanno dato la precedenza alle signore.
Scende anche l’ultimo dei nostri prodi, Giuseppe si prepara a scendere a sua volta.
Mentre stiamo per smobilitare ed entrare anche noi vediamo avvicinarsi un altro gruppo di persone. Sono un gruppo di scout, una dozzina circa. Agesci Umbria mi sembra di aver letto sulla tuta di uno di loro. Con loro ed il gruppo del CAI Perugia oggi saremo oltre 70 in questa grotta! Scambiamo 4 chiacchiere per informarci reciprocamente su quanto abbiamo in programma e non intralciarci piu’ del necessario. Abbiamo la stessa destinazione, la sala dei vortici, loro sono disponibili ad accodarsi a noi. Recuperiamo la nostra corda lasciando libero l’albero per la loro e partiamo. Sotto, in grotta, iniziano a preoccuparsi per il nostro ritardo e tornano a darci una voce. Li raggiungiamo, saluto i nostri nuovi amici scout con una bella foto.
Una volta dentro vado avanti a dare una mano a Filippo con i bimbi. Ce n’e’ una, Giada, quella col faccino triste e la giacca rossa che non e’ proprio convinta di gradire la visita al mondo sotterraneo.
Per distrarla un po’ dalle sue angustie le propongo un bel selfie cercando di strapparle un sorriso ma senza troppo successo.
Filippo sta terminando di sistemare una corda guida per un passaggio leggermente esposto, beninteso, un adulto anche volendo non potrebbe cascarci, ma un bimbo puo’ fare un volo di qualche metro in una fessura praticabile solo per loro, quindi ben venga la corda. Aspettando ne approfitto per catturare una foto di gruppo dei nostri impavidi cuccioli di esploratore. Il piu’ a sinistra altri non e’ che Giona, il figlio di Filippo che gia’ si muove come uno speleo fatto e finito!
Un momento di conforto aggiuntivo ci sta sempre bene.
Passaggio scivoloso affrontato con tecniche miste.
Quasi arrivata alla meta, avanti la prossima.
Ora si cammina un po’.
C’e’ chi e’ tranquillo e rilassato, chi mostra una boccuccia corrucciatissima.
Arriviamo in una saletta dove Filippo propone di sostare.
E’ ora di pranzo, la proposta viene accolta da tutti con molto favore.
Una pozzetta d’acqua sul lato della sala.
Simone in posa marziale ci illumina dall’alto.
Ci si guarda intorno ad ammirare questo angolo di mondo finora sconosciuto e anche, piu’ prosaicamente, per trovare un posto a sedere!
Simone, il mio salvatore, mi dona uno dei panini che ha portato. E’ un tondo ripieno di salame e formaggio che pesa almeno quanto il ruotino di scorta della mia auto, mi siedo comodo per distruggerlo con tutta la calma necessaria. Stiamo consumando il nostro pasto quando ci raggiungono anche gli scout. Noi abbiamo deciso che dopo il pasto torneremo indietro. Il nostro assaggio di grotta lo abbiamo avuto, meglio non esagerare per questa volta. Gli scout invece sono decisi a proseguire fino alla sala dei Vortici. Uno di loro parte in ricognizione mentre gli altri aspettano con noi.
Intervallo. Passaggi impervi durante l’avvicinamento alla sala da pranzo.
Intervallo. Angolino suggestivo.
Il nostro gruppo modello presepe riunito in sala da pranzo.
Il gruppo degli scout, non guardano tanto me, quanto il mio immenso panino. Approfitto per rubare loro una foto.
Siamo proprio un bel gruppetto, facciamo anche la prova del buio spegnendo tutte le luci per un minuto. Provare la mancanza assoluta di luce e’ sempre una forte esperienza.
Le prossime 3 foto sono sempre del nostro allegro consesso ma non saprei scegliere e quale togliere quindi ve le mostro tutte. Questa e’ la prima.
La seconda, col flash.
Ed ecco la terza, ancora con la luce delle sole lampade.
Nella frattura sopra di noi noto segni di passaggio. Mi arrampico per andare a dare una occhiata. Trovo nulla di notevole se non alcune concrezioni spaccate. Mi fermo sopra e scatto un paio di foto.
Il soffitto costellato di capelli d’angelo neonati.
Terminato il pranzo, come deciso, prendiamo la via del ritorno. I nostri giovani esploratori oramai hanno preso dimestichezza e bisogna tenerli perche’ non ci scappino via per conto loro. Riesco a radunarli solo un momento per una foto sul tratto di galleria vicino all’uscita.
L’uscita la facciamo ancora piu’ avventurosa dell’entrata, prendiamo a prestito la corda lasciata dal gruppo scout.
Anche se con qualche scivolone in piu’ rispetto all’andata, tutti se la cavano egregiamente.
Eccoci fuori!
Eccomi, arrivo anche io.
Ci sono, ci sono, aspettatemi!
E che stiamo a giocare? Arrivo anche io!
Abbraccio di esultanza post-ipogea.
C’e’ chi si lascia addirittura andare a manifestazioni canoro-urlanti.
Ma poi sale come un cerbiatto.
Con saltino finale.
Arriva Giuseppe.
E poi e’ la volta di Simone.
La merita una seconda foto? Ma diciamo di si!
E buon ultimo, a chiudere il gruppo.
Manifestazioni di pura gioia per celebrare degnamente la fuoriuscita dalle tenebre ipogee.
Giada e’ ancora interdetta.
Mentre eravamo dentro sono arrivati anche gli altri del Gruppo CAI di Perugia. Stanno entrando dall’altro lato per fare il “giro classico”. Andiamo a far loro visita. Ne approfitto per fotografare la frattura dal lato piu’ profondo.
Ecco il simpatico e numerosissimo gruppo di Perugia. Si accingono ad entrare. Li salutiamo augurando loro un buon divertimento.
Torniamo allo spiazzo del parcheggio e troviamo una sorpresa. E’ stato trasformato in un capace riparo. Il fuoco gia’ arde allegramente, sara’ pronto per l’ora di cena, quando il grosso del gruppo uscira’. Non c’e’ che dire, a Perugia sanno organizzarsi alla grande! Per un poco medito se affiliarmi seduta stante al loro gruppo!
Finita la meditazione con un nulla di fatto mi unisco ai nostri, e’ il momento delle foto di gruppo del dopo grotta. Simone gia’ impazza.
Anche Giada finalmente ha recuperato il sorriso.
Venite? Facciamo le foto tutti assieme!
Stavolta non riesco a mollare a nessuno la fotocamera, ma va bene ugualmente. Cheese!
Tutti a spogliarsi. Simone dedica un momento al rilassamento tramite una posizione yoga. Giuseppe gia’ e’ col pensiero alla cena.
Prima di partire un ultimo sguardo nostalgico all’accampamento perugino e poi via.
Il ritorno ad Orvieto e’ senza particolari emozioni. Al parcheggio ci lasciamo con tanti saluti ed appuntamenti per la prossima grotta. Noi accompagnatori ci meritiamo addirittura un applauso. Rimaniamo solo noi 4. Sembra proprio ora di separarci, pero’ uno spuntino tutti assieme a completamento del pranzo ci starebbe proprio bene. Filippo gioca il jolly. Chiama a casa, contratta con la sua dolce meta’, e poi ci invita per un piatto di pasta. Simone ha un impegno a casa e non puo’ venire, ma Giuseppe ed io accettiamo con entusiasmo, personalmente mi piace anche l’idea di rivedere quei vivacissimi angioletti che animano la sua casa! Quando arriviamo il semplice piatto di pasta alla buona si e’ trasformato addirittura in un abbondante insalatiera di fettuccine fatte a mano e condite con un impareggiabile ragu’. Praticamente il mio piatto preferito! Su questa nota gioiosa per la mia dieta tagliamo la narrazione. Finito lo spuntino approfitto di un passaggio di Giuseppe per tornare a “casa”. Il resto della giornata passa quietamente. Betta ed io usciamo nel pomeriggio a passeggio con Luna. La cena per decenza la salto. Passo da un riposino leggendo sul letto ad una bella doccia e quindi ad un dolce sonno fino alla mattina dopo.
Dopo un buon sonno ristoratore, alle 6 sono in piedi. Luna e’ gia’ pronta da un po’ per uscire. Ci avventuriamo per una Orvieto ancora deserta.
Dopo la passeggiata finiamo di prepararci, chiudiamo “casa”, prendiamo la macchina ed arriviamo alla stazione dove andiamo al bar a trovare il buon Simone. Lo troviamo impegnatissimo con le colazioni ma disponibile come al solito. Facciamo colazione anche noi e poi ci salutiamo. Come sempre lo ringraziamo per il suo supporto come cicerone nelle nostre esplorazioni orvietane.
Il ritorno a Roma e’ tranquillo, non sto nemmeno a raccontarvelo. Si ricomincia con la nuova settimana. Alla prossima!