Uscita di gruppo del CAI di Orvieto. Con Ginevra, Emanuele e Marco come graditi ospiti. A fare gli onori di “casa”, Giuseppe, Simone, Fabrizio, Matteo, Claudio ed io.
Andiamo a fare una gita a Orbetello, alla grotta Punta degli stretti, per la precisione. L’appuntamento per tutti e’ alle 9 allo spiazzo davanti la grotta. Claudio passa a prelevarmi a casa alle 7. Tra una chiacchiera e l’altra, non senza perderci un paio di volte, passiamo a prendere Matteo dalle parti della circonvallazione Gianicolense, non chiedetemi maggiori dettagli, che non ricordo! Quando arriviamo alla piazza dell’appuntamento, Matteo ancora non c’e’ quindi ci fiondiamo senza incertezze nel confortevole Bar-Pasticceria che troviamo nella piazza per un’ottima e rinvigorente colazione. Arriva anche Matteo e si unisce a noi. Completato il rifocillo torniamo alla macchina. Strada facendo esterno la mia sensazione di dejavu, ho infatti la netta sensazione di essere gia’ stato li’ in altre occasioni. Claudio ricorda che da quelle parti abitavano dei vecchi amici speleo, sara’ stato in occasione di qualche uscita con loro. Carichiamo i bagagli di Matteo e partiamo. Matteo, in quanto autoctono del posto ci guida verso l’Aurelia. Imbocchiamo quindi l’autostrada per Civitavecchia. Il tempo non sembra promettere bene, siamo letteralmente circondati da nuvoloni minacciosamente grigi. Passiamo il tempo facendo chiacchiera sul carnevale, sui prossimi impegni ipogei e chissa’ quanti altri argomenti che ora non ricordo. Ad ogni modo il viaggio in buona compagnia sembra sempre piu’ breve di quel che e’. Quando siamo vicini ad Orbetello contattiamo Simone. Anche loro sono nei paraggi, leggermente avanti a noi. Ci diamo appuntamento al primo bar. Dopo poca strada li troviamo, ci fanno segno agitando le mani. Facciamo conoscenza con i nostri eroici ospiti della gita di oggi, Ginevra, Emanuele e Marco. Salutiamo Simone e Giuseppe e quindi entriamo nel bar per un ulteriore razione di colazione.
Dopo la dolce pausa riprendiamo le auto e ci dirigiamo alla grotta. Traversiamo Orbetello, e’ quasi deserta vista l’ora ed il periodo. Il tempo procede col suo costante peggioramento.
Claudio alla guida
Matteo sui sedili dietro che dormicchia anche se mostra di avere gli occhi spalancati.
Arriviamo quindi all’istmo stradale verso Porto S. Stefano, rallentiamo la marcia per permettermi di immortalare il mulino e finalmente approdiamo allo spiazzo davanti la grotta.
Siamo in ritardo di almeno 20 minuti. Al buon Fabrizio, che doveva raggiungerci, avevamo detto: “guida sulla strada finche’ ci vedi parcheggiati”. Lui e’ stato puntualissimo, noi in ritardo, il risultato e’ stato che Fabrizio ha continuato a guidare fino a Porto S. Stefano! A quel punto certo che qualcosa non andasse e ci chiama. Rispondiamo dandogli prontamente indicazioni di tornare indietro e tentare nuovamente la ricerca. In pochi minuti lo vediamo arrivare. Ci concediamo un adeguato tempo per i saluti e quindi proseguiamo con i preparativi. Appena tiriamo fuori le nostre vesti grottesche, nemmeno a dirlo, inizia a piovigginare. Per fortuna Simone ha portato un mucchio di ombrelli. Ne faccio mio uno e continuo a prepararmi.
Simone, Giuseppe e Claudio iniziano ad armeggiare per gonfiare il canotto.
Ecco il mitico Fabrizio che assiste alle operazioni di gonfiaggio del canotto
Come tradizione vuole, inizia a piovere sempre piu’ forte a mano a mano che procediamo con i preparativi. Matteo, Claudio e Fabrizio hanno messo la muta cosi’ potranno sguazzare liberamente nei laghetti della grotta ed alla bisogna assistere i nostri amici nei passaggi piu’ ostici. Io mi vesto da “grotta asciutta” perche’ sono reduce da influenza e non ci tengo affatto a bagnarmi. Siamo praticamente tutti vestiti e continua a piovere allegramente.
Per ingannare l’attesa ed il freddo prendo il mio zaino e vado a vedere se l’ingresso dal lato del tunnel artificiale e’ sempre praticabile.
Il solito barcone abbandonato
Dove inizia il tunnel sembra tutto a posto. Visto che sono all’asciutto ne approfitto per indossare l’imbrago e poi ritorno indietro. I miei amici “canottieri” sono sempre impegnatissimi. Chiamo i nostri ospiti per portarli verso la grotta. Marco ed Emanuele mi seguono prontamente, Ginevra preferisce seguire l’operazione “canotto”. Si uniscono a noi anche Fabrizio e Matteo.
Mentre ci avviciniamo all’ingresso, facendo appello alle confuse nozioni che ricordo, descrivo loro quello che ci troveremo davanti a breve. Entreremo dalla galleria artificiale che intercetta la grotta a circa meta’ della galleria stessa. Il primo tratto della galleria, non saprei dire in quali anni, ha ospitato un ristorante, ora e’ tutto in rovina ma ancora se ne distinguono i locali. Con Matteo facciamo delle edificanti foto sull’utilizzo dei bagni.
Ecco quel che rimane della sala principale del ristorante
Matteo ha finito la simulazione e diligentemente simula il lavaggio delle mani.
Passata la sezione gia’ adibita a ristorante entriamo nella galleria, c’e’ ancora un tratto con residui vari e poi diventa finalmente una galleria abbandonata. A meta’ circa, come dicevo, incrociamo la grotta, a sinistra c’e’ l’uscita, a destra inizia subito il primo lago, quello del granduca.
Un abitante in pianta stabile della galleria
Proseguiamo lungo la galleria fino in fondo dove c’e’ un portone a vetri a sbarrare l’accesso all’esterno.
Tornando indietro troviamo i “canottieri”. Le loro fatiche si sono risolte con un nulla di fatto per problemi tecnici con la pompa. Vuol dire che traverseremo il lago utilizzando le corde predisposte sulla parete destra del lago stesso. Questo e’ proprio l’ingresso al lago.
Per completare il giro turistico iniziale propongo di andare a visitare per primo il breve ramo che porta all’uscita. Piu’ che altro per non starmi a sentire, acconsentono un po’ tutti. Mi addentro per primo, per accedere ci si deve chinare un poco. Ricordavo, dalla volta scorsa, che fino all’uscita non c’era acqua quindi procedo senza curarmi troppo di guardare per terra. Dopo nemmeno 2 passi mi ritrovo coi piedi a mollo! Sono entrato in una pozza quasi invisibile per quanto e’ trasparente l’acqua. Faccio velocemente retromarcia notando con sollievo che le scarpe hanno tenuto alla imprevista immersione. Devo solo sorbirmi la presa in giro dei miei amici che pero’ si risolve con un paio di battute. Mentre mi ingegno a passare senza bagnarmi, gli altri, dotati di stivali di gomma e/o muta, passano tranquillamente nell’acqua. Dopo la pozza ancora pochi passi e si vede la luce dell’esterno. Ci affacciamo fuori ma solo per sentire le auto che sfrecciano sulla strada a pochi metri e la pioggia che sembra cadere sempre piu’ vigorosamente. La doverosa visita all’ingresso naturale della grotta l’abbiamo fatta. Torniamo indietro.
Ora possiamo proseguire ed affrontare impavidi il traverso sul Lago del Granduca. Quando il gruppone si riaffaccia al lago troviamo il traverso gia impegnato. Gli “usurpatori” sono dietro la curva e quindi non li vediamo. Scopriamo subito che altri non sono che Simone, Giuseppe e Ginevra, hanno approfittato della nostra visita dall’altra parte per iniziare il passaggio del traverso. Claudio si bagna nel lago inaugurando la giornata di lavoro per la muta. Matteo taglia corto e si tuffa in acqua sguazzando allegramente sotto lo sguardo inorridito di tutti noi.
Mentre attendiamo che Simone e Giuseppe finiscano di passare aiutando Ginevra, inganniamo l’attesa con qualche foto nel buio del lago.
Eccone un’altra, si vede poco ma altre non ne ho!
Simone&Co sono arrivati a meta. Marco ed Emanuele, intervallati da noi altri, impegnano a loro volta il traverso. Marco se la cava senza particolari problemi, Emanuele ha qualche difficolta’ ma col nostro aiuto le supera.
Arriviamo tutti, piu’ o meno indenni, sull’isolotto al centro del lago. Manca da affrontare un breve attraversamento d’acqua per ritornare alla sponda del lago in corrispondenza della prosecuzione della grotta, il meandro di destra, per la precisione. I nostri neofiti amici passano l’ostacolo acquatico senza troppe difficolta’ visto che hanno gli stivali di gomma. Io indugio cercando un modo per non bagnarmi. Per mia fortuna qualcuno ha lasciato una scala di ferro poggiata orizzontalmente sulle rocce, a mo’ di ponte. E’ molto arrugginita e posizionata in maniera posticcia ma decido di fidarmi e la affronto stando attento che non si ribalti e ad eventuali cedimenti strutturali.
Riesco a passare indenne e mi metto in fila per il passaggio successivo che e’ un poco impegnativo. Bisogna entrare stendendosi in avanti e poi ruotare le gambe verso destra per infilarsi in un buco che da sul meandro dove prosegue la grotta. Il tutto e’ complicato dal fatto che il meandro e’ allagato e quindi ci si deve assicurare con la longe mentre si esce dal buco e quindi proseguire seguendo il traverso su corda. Non so se la spiegazione rende l’idea ma posso assicurare che e’ un passaggio ben atletico per chi e’ alle prime armi. I nostri amici comunque se la cavano egregiamente. Simone fa capolino dal passaggio mentre finisce di dare indicazioni per il passaggio. Giuseppe e’ gia’ oltre.
Ginevra affronta impavida il passaggio
E’ andata.
E’ la volta di Marco
Per ultimo passa Emanuele poi li seguo io. Il resto della banda ha optato per il passaggio in acqua.
Continuiamo lungo il meandro allagato facendo un po’ di esercizio di arrampicata per evitare di bagnarci.
Proseguiamo per il meandro
Alcuni passaggi sono complicati se non ci si vuole bagnare
Una sequenza di simpatici passaggi che ci portano a percorrere il meandro fino al lago Egizio. Non vi tedio con troppe descrizioni e lascio che siano le foto a parlare
Eccoci finalmente al lago Egizio. Matteo approfitta per fare il bagno.
Claudio si butta anche lui per rinfrescarsi e dare una pulita alla muta
I belli al bagno
Ed il folto pubblico che li osserva.
Fanno anche del nuoto sincronizzato ma sbagliano completamente la sincronia!
Foto di gruppo dell’inclito pubblico
Pappa time! Fabrizio tira fuori la frittata di pasta. E’ solo la prima portata! Matteo approfitta, ma anche io non mi tiro indietro.
Claudio si e’ rinfrescato ed e’ contento.
Ognuno cerca un posticino dove rifocillarsi in pace.
Matteo fa il morto a galla nel lago.
Il pasto prosegue per Emanuele. Fabrizio schiaccia la pennichella post-prandiale.
Quattro chiacchiere per digerire prima di affrontare il ritorno.
Si torna indietro.
Scorcio di Ginevra!
Angolino della concrezione.
Passaggio atletico di Ginevra che se la ride.
Siamo di nuovo al lago del Granduca, ci manca solo l’ultimo traverso
Ginevra che passa l’ultimo traverso mentre Fabrizio cerca di capire dove ha messo il casco!
Siamo fuori, siamo fortunati, ha smesso di piovere.
L’aria tutto sommato e’ piacevole, non fa troppo freddo.
Alla spicciolata arrivano tutti ed iniziano a cambiarsi.
Buon ultimo arriva Giuseppe a chiudere la fila.
Quando siamo pronti ripartiamo in macchina alla volta di Orbetello, abbiamo intenzione di mangiare qualcosa prima di intraprendere il viaggio di ritorno. Facciamo una rapida sosta per un paio di foto.
Si tratta giusto di un paio perche’ subito dopo la fotocamera mi segnala che la batteria e’ finita e poi si spegne.
Ad Orbetello, tra le maschere di carnevale che ci girano attorno, troviamo una pizzeria aperta dove facciamo un gustoso spuntino. Simone e Claudio si danno manforte l’un l’altro e mangiano un buon numero di fritti, tra suppli’, arancini e crocchette. A quanto ne racconteranno ne subiscono pesanti conseguenze, le prelibatezze mangiate terranno loro compagnia molto a lungo! Completiamo il pasto invadendo un minuscolo chiosco nella piazza per un caffe’ e poi riprendiamo la strada per le macchine. E’ arrivato il momento dei saluti. Baci, abbracci e tanti buoni propositi di rivederci presto con i nostri nuovi amici. Ora le nostre strade si dividono, Claudio, Matteo ed io torneremo a Roma, tutti gli altri hanno come meta Orvieto. Anche questa bella “aggrottata” si e’ conclusa felicemente. Arrivederci presto, alla prossima!