Meri – 21/12/2014

Assalto di un allegro gruppo natalizio ai Meri con Andrea, Carla, Fabrizio, Filippo, Giulio, Giuseppe, Marco, Marika, Matilde, Matteo, Pamela, Sabina, Simone, Stefano, Vincenzina ed io.

E’ stata una uscita con una gestazione lunga ed una massa di messaggi scambiati per organizzarla veramente impressionante. Alla fine pero’ devo dire che ne e’ valsa la pena. Ne e’ uscita fuori una combriccola tanto allegra quanto eterogenea ed una giornata da ricordare con piacere. Sicuramente c’e’ da ringraziare Stefano che si e’ fatto carico di raggranellare buona parte del molto materiale necessario e di caricarselo dietro dalla sede del gruppo a casa e poi a S. Oreste (senza dimenticare il percorso inverso!). Altro merito di Stefano, ma questo riguarda solo me, e’ che mi ha evitato di prendere la macchina dandomi un graditissimo passaggio. Un motivo in piu’ per festeggiare S. Stefano! Intanto grazie! Dopo questo lungo preambolo sarete curiosi di sentire come si e’ sviluppata la giornata. Ecco quindi che vado ad iniziare. Ci eravamo dati una sequenza di appuntamenti ad un ritmo sicuramente sfidante. Il primo appuntamento lo avevo alle 9.15 a P.zza Bologna con Vincenzina e Stefano, quindi alle 9.30 con Filippo sotto casa sua, alle 9.45 al bar di Settebagni, alle 10.15 al solito parcheggio di S.Oreste. Inutile dire che la sfida contro il tempo l’abbiamo persa miseramente! Esco da casa col mio zaino extra-large e mi avvio all’appuntamento. Fatti pochi passi intuisco una presenza alle mie spalle, mi giro ed impiego alcuni dei successivi istanti a cercare di capire a chi appartenesse il sorriso che mi riempiva la visuale. Finalmente il neurone deputato al riconoscimento facciale si risveglia dal torpore e riconosco Vincenzina. Ma certo, avevo dato appuntamento anche a lei. Dopo i saluti riprendiamo la strada per Piazza Bologna chiacchierando di quel che faremo oggi. L’appuntamento e’ alla metro davanti alla banca, Stefano non e’ ancora arrivato. Ci spostiamo a sinistra, verso la fermata dell’autobus perche’ almeno li c’e’ il sole. Sono quasi sul punto di proporre un rapido caffe’ al bar vicino quando vediamo arrivare la macchina di Stefano. Lo accogliamo sbracciandoci entusiasticamente. Ci individua ed accosta prontamente. Apro il portabagagli ma lo trovo gia’ stipato di zaini. Per fortuna la macchina e ‘ dotata anche di uno di quei “siluri” sul portapacchi. Mettere fin la sopra il mio zaino e’ impegnativo anche per Stefano ma in qualche maniera ce lo fa rotolare dentro. Saliamo in macchina. Rimaniamo un attimo interdetti quando una macchina della polizia si parcheggia di traverso davanti a noi tagliandoci la strada. Gia’ penso: “Sta a vedere che facciamo tardi” ma Stefano non si scompone affatto, fa un poco di retromarcia e si disimpegna con tutta calma. Siamo ufficialmente partiti. Prossima destinazione, la casa di Filippo a Prati Fiscali. Per non sbagliare Stefano imposta il navigatore che ci guida sicuro fino a destinazione. Parcheggiamo in doppia fila mentre aspettiamo che Filippo scenda. Filippo arriva, saluti frettolosi e partiamo. Siamo abbondantemente ritardatari, saremmo gia’ dovuti essere a Settebagni. Filippo si sostituisce al navigatore e ci guida per viuzze fino all’appuntamento. Siamo sulla Salaria quando iniziano ad arrivare messaggi e telefonate da Carla. E’ allarmata perche’ e’ da un po’ a Settebagni e non vedendo nessuno pensa di essere stata abbandonata. La tranquillizziamo  telefonicamente e poi pochi minuti dopo possiamo vederci. Nel frattempo e’ arrivata Matilde, e’ al bar a fare colazione. Entro nel bar e mi apposto alle sue spalle. Sicuramente Matilde ha un cuore forte ma dal sobbalzo che fa sembra patire un po’ il “Bibbo incombente di prima mattina”! Passato lo spavento ci salutiamo ed usciamo dal bar fraternamente rappacificati. Stiamo ancora scambiandoci i saluti di gruppo quando arrivano i messaggi allarmati di Pamela, lei e’ al bar di Settebagni ma non vede nessuno di noi. L’equivoco e’ subito chiarito, siamo a 2 bar differenti. Noi al primo bar che si incontra, lei e’ con Andrea al “bar fico” di Settebagni, un po’ piu’ avanti sulla strada. Le diciamo di aspettarci pronta a partire che siamo gia’ in ritardissimo. Montiamo velocemente in macchina e la raggiungiamo. Un saluto veloce dal finestrino e poi via come fulmini. Imbocchiamo l’autostrada. Siamo vicini al casello di ingresso quando scoccano le 10.15 ed entriamo ufficialmente in regime di ritardo globale. Mi chiama Giuseppe, e’ a S. Oreste, lo ragguaglio. Mi chiama Matteo, aggiorno anche lui e gli dico di cercare intanto Giuseppe (“uno con la barba con l’aria speleo”!). Finalmente arriviamo. Siamo proprio tanti! Anche SignoreAnzianoNonnoGiorgio ha fatto una comparsata, saluto con piacere Fabrizio, il  celeberrimo radiologo. Scambio con Pamela l’abbraccio rimandato a Settebagni, e conosco Andrea. Rivedo poi, come sempre con piacere, Giuseppe che mi presenta Sabina. C’e’ l’ottimo Simone, ecco anche Matteo il “nostro” strettoista di fiducia. Non mi nego un abbraccio caloroso con “i montebuonesi”, Giulio e Marika che non vedo da mesi, proprio una bella sorpresa. Last but not least, per dirla come gli Inglesi, rivedo con piacere Marco il fratellone di Matilde. Insomma tra tutti ci vuole una mezz’ora solo per i saluti. C’e’ da fare un po’ di cose prima di partire per i Meri, dobbiamo prendere il caffe’, comperare qualcosa da mangiare, andare al bagno, chi deve, ed altre cose cosi’. Dobbiamo anche parcheggiare le macchine da lasciare, spostare i bagagli nelle macchine che scenderanno, ridistribuirci nelle stesse e poi andare. Dopo i saluti decido di partire dalle cose importanti, il da mangiare. Mi avvisano che la pizzeria al taglio e’ chiusa, disdetta! In compenso e’ aperto l’alimentari, mi consolo con un paio di pezzi di pizza imbottiti col salame. Un pezzo lo faccio fuori subito per recuperare energie! Raggiungo gli altri al bar e prendiamo il caffe’ quasi tutti. Incrociamo Paolo, e’ con una amica, Mariangela, oggi saranno anche loro in giro per il Soratte. Ora si sta facendo proprio tardi, mi avvio alle macchine per vedere che succede. Stefano e’ tornato dal bagnare le corde che useremo, lascera’ la sua macchina perche’ e’ troppo bassa per affrontare la strada bianca. Spostiamo il materiale sulle altre macchine, in gran parte sulla macchina di Andrea a Pamela. Riusciamo a raggrupparci. Una ultima sosta al parcheggio “di sotto” dove Stefano lascia la sua macchina poi finalmente ci avviamo, destinazione Meri. Stefano ed io siamo ospiti di Pamela ed Andrea ed andiamo avanti per fare strada. La strada non e’ peggiore del solito ed in breve siamo allo spiazzo dove si parcheggia. Finalmente recupero lo zaino e con lei la fida fotocamera. Posso iniziare a fare qualche foto! Prima di cambiarmi mi aggiro tra gli amici rubando qualche scatto per documentare l’allegra e colorata adunanza. Esordisco con un duo Pamela-Stefano bene in ombra.dscf1558Passo poi alla macchina sabina con Marika e Giulio in piena vestizione. Giulio e’ gia’ pronto con una fila di ottime salsicce secche, almeno 40, da distribuire tra i fortunati convenuti.dscf1559Ecco invece la prima macchina orvietana con Sabina e Giuseppe. Non vi fate ingannare dallo sguardo serio di Giuseppe, in realta’ sta sorridendo!dscf1560 Macchina della fratellanza con Matilde e Marco.dscf1561 Seconda macchina orvietana con vicino il Fabrizio radiologico che osserva e controlla, un Simone impegnatissimo e Carla con Vincenzina agguerritissime e quasi pronte al cimento.dscf1562 Dopo il giro di foto mi preparo svelto, inizio a sentire forte la voglia di fare qualcosa. Rubo una corda da 25 a Giuseppe e mi avvio ai Meri. Davanti al Mero grande hanno costruito una staccionata. Il legno e’ un po’ vecchio e fradicio pero’ fa la sua porca figura. Inizio a sparpagliare tutto in giro la mia attrezzatura per vedere cosa portare.  dscf1563 Mi interrompo qualche minuto, passano Mariangela e Paolo per una rapida visita ai Meri. Quando si allontanano riprendo a trafficare con il mio caos di roba. Sistemo la corda e scendo, voglio verificare lo stato degli attacchi e se c’e’ la possibilita’ di fare 2 calate non eccessivamente vicine tra loro. Sistemo la prima corda frazionando sui fix messi la volta scorsa. Scendo, sul lato sinistro, guardando spalle al Mero, ed arrivo alla zona dove parte il pozzo in libera. In effetti ci sono 2 gruppi di attacchi, 3 attacchi a spit sulla sinistra e 3 attacchi, 2 a fix ed 1 a spit sulla destra. Ottimo. Ho un po’ di attacchi personali con me, predispongo la partenza alla sinistra e poi prendo la via del ritorno. Mentre risalgo inizio a sentire del vocio, sono i miei amici che arrivano. Invoco un po’ di aiuto. Si offre Marco, eccolo che scende per terminare l’armo della prima partenza.  dscf1564 Con gli amici sono arrivati anche i materiali e le altre corde. In una fugace apparizione vedo Stefano che e’ disperato, aveva preparato tutti i sacchi con criterio ma noi gli abbiamo confuso tutto ed ora non si ritrova. Passa anche Giulio che distribuisce salsicce a pioggia, sono veramente deliziose. Vedo Simone, mi lascia la sua corda da 100 per la seconda calata. Rimaniamo d’accordo che lui con Giuseppe si occuperanno di armare la via che partendo dal dal Mero piccolo arriva al Mero grande passando per il finestrone. Sento che armeranno anche la grotta della Madonnina ma non mi posso interessare molto, c’e’ tanto da fare e tanti sono in attesa al freddo. Decisamente ora non ho tempo, rimando la visita alla Madonnina alla prossima volta.  Ecco una foto dei pazienti “attenditori”.dscf1566 Prima di ripartire cedo la fotocamera e mi concedo una foto anche io. Ho sistemato sulla destra, sempre spalle al Mero, la corda per la seconda partenza.dscf1567 Dopo un rapido esame pero’ dalla destra mi sposto di nuovo a sinistra, vicino all’altra corda. A destra ci sono troppi sassi smossi pronti a cadere, meglio lasciarli indisturbati. Metto un paio di fix, sposto la prima corda e sistemo la seconda. Nel frattempo Marco ha terminato l’armo delle 2 calate. Lo raggiungo per ammirare tutto l’insieme poi me ne risalgo avvertendo Matilde che e’ il suo turno di scendere. Quando mi fermo mi accorgo di sentire freddo, mi fanno notare che sono riuscito a sudare tanto da infradiciare la tuta. Non me ne curo, stiamo iniziando a scendere e tra poco mi scaldero’ di nuovo. Nella prossima foto ecco una sorridentissima Matilde che si appresta a raggiungere Marco per la prima discesa.  Per molti di coloro che scenderanno oggi e’ la prima volta che si cimentano con una calata cosi’ lunga nel vuoto, ho raccontato loro che anche per me lo e’ stata, oramai qualche anno fa. Lo dico sperando che anche per loro sia una bella ed emozionante esperienza da ricordare con piacere negli anni futuri.dscf1568 Giu’ giu’ da lontanissimo ci arriva la libera, ora tocca a Pamela ed Andrea, per cavalleria prima una foto al bel sorriso di Pamela mentre si avvicina all’ultimo frazionamento.dscf1569 E poi una foto all’intrepido Andrea, quasi gia’ pronto a partire.dscf1570 Vincenzina rimane buon ultima in paziente attesa.dscf1572 Ecco Pamela ed Andrea pronti a partire, sono arrivato vicino a curiosaredscf1573 Partiti!dscf1576 Salgo a raggiungere Vincenzina, al momento non ci sono altri amanti del brivido, la accompagnero’ io in questa emozionante discesa. Quando rispunto fuori c’e’ una sorpresa, abbiamo ricevuto visite, ci hanno raggiunto i genitori di Matilde e Marco, visto che abitano nei pressi hanno fatto un salto. Ci scambiamo gli auguri mentre Vincenzina si prepara. Si raccomandano che non diciamo nulla perche’ vogliono fare una sorpresa ai figli. Li lascio esprimendo la speranza di rivederli la sera per cenare tutti assieme. Vincenzina, piena di entusiasmo mi affianca e mi supera, mi affretto a seguirla altrimenti c’e’ il rischio che mi lasci da solo! Eccola che sorride radiosa durante la discesadscf1579Sempre Vincenzina durante la discesa. Un po’ nebbiosa come foto, pero’ rende l’ideadscf1581 Una foto verso la oramai remota partenza del pozzodscf1584 Eccoci arrivati a meta.dscf1585 Le 2 amichette felicemente ricongiuntedscf1585aDal lato del Mero piccolo sono scesi Simone e Giuseppe e Matteo ma sembra non abbiano avuto altri seguaci. Gli altri sono andati tutti a visitare la Madonnina. Oltre a scattare qualche foto e fare uno spuntino, dopo la discesa c’e’ ben poco da fare, proponiamo di scendere giu’ a vedere la sala finale ma non dobbiamo essere proprio proprio convincenti perche’ nessuno aderisce alla proposta. Sara’ forse la fangosa discesa ripida e scivolosissima che promette molta fatica per risalire? Ho il vago sospetto sia stato proprio questo particolare a far desistere tutti! Terminati spuntini, foto e chiacchiere, inizia il freddo. I primi che sono scesi sono fermi da molto piu’ di un’ora. E’ arrivato il momento di risalire. Partono per primi Matilde e Marco. Matilde si cimenta con l’elasticita’ della corda che la lascia a terra anche se ne ha gia’ risaliti una decina di metri. Devo dire pero’ che se la cava egregiamente. Mentre noi ci ritiriamo in una vicina nicchia per evitare i sassi che possono cadere, loro salgono con buona regolarita’. Riesco a riprenderli mentre sono quasi 2 puntini. E pensare che sono ad un terzo della salita. dscf1586Riprovo ma utilizzando lo zoom, pero’ il risultato non e’ tra i migliori. 
dscf1594 Mentre loro completano la salita, noi ci organizziamo. Simone risalira’ per ultimo dal Mero piccolo occupandosi del disarmo. Pamela ed Andrea optano anche loro per il Mero piccolo, Matteo vuole provare la risalita dal Mero grande, lo accompagnera’ Vincenzina. Rimarremo Giuseppe ed io per risalire assieme dal Mero grande. Inizialmente pensavo che avrei evitato volentieri la lunga risalita pero’ non potevo lasciare solo il buon Giuseppe e poi magari sotto sotto non ero cosi’ convinto di non volerla riprovare dopo tanti anni! Intanto ecco un agile Matteo mentre assistiamo ad una partenza. dscf1599 Nel frattempo inizia a salire anche Pamela per la via del Mero piccolo. Sinceramente non ricordo bene la sequenza di risalita, mi pare sia andata prima Pamela e poi Andrea ma potrebbe essere il contrario. In ogni caso posso assicurare che se la sono cavata egregiamente entrambi.dscf1600 Ecco, sempre Pamela, che inizia la sua vertiginosa risalita.dscf1606Dall’altro lato partono anche Vincenzina e Matteo, al solo vederli gia’ mi fanno male gambe e braccia. Con un po’ di invidia sento che Vincenzina e Matteo hanno anche l’energia ed il fiato per chiacchierare amabilmente tra loro durante la risalita. A breve parte anche Simone che inizia la risalita con disarmo del Mero piccolo. Da non so dove arriva una “breccola” che mi sfiora, prudentemente Giuseppe ed io ci ritiriamo nella nicchia a chiacchierare di feste e passate e future attivita’. Arriva finalmente la libera, iniziavo a sentire freddino anche io. Arrivo alla corda ed attacco gli attrezzi, guardo l’orologio, sono le 16.57. Inizio a salire. e’ dura, come immaginavo e’ proprio dura, cerco di assecondare il dondolio uniformando ad esso la mia pedalata, e’ d’aiuto ma non reggo il ritmo. Giuseppe e’ poco sotto di me, la sua luce si e’ spenta sul piu’ bello, ha terminato la carica della batteria. Non dovrebbe aver bisogno di molta altra luce tra quella che viene da fuori e quella che ho io. Sento vociare sopra di me, sono Simone e Giulio che stanno disarmando insieme. E’ un piacere quando finalmente li vedo, vuol dire che sono ben oltre la meta’ della risalita. Fiato permettendo scambio qualche battuta con loro e poi proseguo. Si sente che sono vicino anche perche’ e’ cambiata l’elongazione della corda, ora dondolo molto meno. La luce da fuori non arriva piu’, e’ scesa la notte, pero’ sono in vista del frazionamento. Cerco di mantenere una pedalata dignitosa per gli ultimi metri e poi con soddisfazione metto la longe con uno sbuffo soddisfatto. Passo il nodo con gli attrezzi ed inizio a smontare la partenza del pozzo con la sua corda da 100. Faccio un nodo al capo della corda e me la lego addosso prima di fare altro, fosse mai mi cadesse giu’ la corda, chi ce la farebbe mai a tornare giu’ a prenderla?!? Smonto la corda dagli attacchi e, anche se con fatica per il peso della corda, disfo il nodo. Caspita quanto pesa la corda ora che e’ appesa sotto al mio imbrago. Avverto Giuseppe che lascio a lui l’onere di togliere gli attacchi poiche’ non ho con me la chiave. Sono appena partito quando mi ricordo di guardare l’orologio, sono le 17.14. Sono partito 17 minuti fa, sono indulgente con me stesso quindi tolgo 2 minuti per il tempo passato a disfare l’armo e mi attribuisco il tempo di 15 minuti per la risalita. Pensavo molto peggio. Al frazionamento successivo vedo Giuseppe immerso nel buio, mi conferma che gli farebbe comodo un po’ piu’ di luce mentre disarma. Con la corda da 100 gli passo la mia luce di riserva. Quando finisce di sistemarsela sulla testa gli indico gli attacchi da togliere e poi proseguo. Al mio arrivo trovo una folla, sono usciti praticamente tutti, anche il gruppetto che e’ andato alla Madonnina. L’aria e’ decisamente fredda. Chi attende da parecchio inizia ad accusare.
dscf1617Mentre mi sistemo passa Giulio per un ultimo giro di salsicce. Ne prendo volentieri un’altra, sono proprio buone. Prendo in consegna anche quella per Giuseppe. Recuperiamo le 2 corde da 100, il grosso della fatica lo fanno Marco e Stefano, io ritorno verso il pozzo perche’ il nodo che congiunge le 2 corde si incastra al cambio di pendenza. Uno strattone e tutto si risolve. Ritornato alla base ricompongo lo zaino extra-large e poi mi gusto la salsiccia mentre gli altri rifanno le corde. Giuseppe arriva mentre stiamo ricostituendo gli zaini dei materiali. C’e’ Stefano che sacramenta poiche’ gli mancano degli attacchi e qualche moschettone. Il pensiero di dover affrontare il giudizio dei magazzinieri del nostro gruppo atterrisce tutti, ci sbrighiamo a dargli una mano per trovare la ferraglia mancante. Tra una cosa e l’altra trovo il tempo di cambiare la maglietta fradicia e gelata con il bel pile caldo che mi sono scarrozzato giu’ e su per il Mero. Alla fine di tutto questo lavoro per sistemare il materiale di gruppo anche Stefano appare, se non soddisfatto, perlomeno rassegnato. Chiudiamo gli zaini e ci avviciniamo al Mero piccolo dove c’e’ il resto del gruppo. Rivedo Carla, e’ un po’ dispiaciuta. Dopo la Madonnina avrebbe disceso volentieri il Mero grande ma e’ arrivata tardi, stavamo gia’ risalendo. La rincuoro promettendole che ci sara’ sicuramente occasione per tornare. Partiamo per le macchine. Ecco una “bella” foto del nostro arrivo alle macchine, nella foto si intuisce appena dove siamo, pero’ abbiamo una Pamela in posa plastica che ancora ha la forza di sfoggiare un bel sorriso.dscf1618 Via gli indumenti da grotta freddi e bagnati, benvenuti gli abiti “civili” caldi e asciutti. L’intenzione di molti di noi e’ di restare a cena a S.Oreste dal nostro amico Alessandro al Campanile. Simone gli telefona per prenotare. Ci aspetta per le 19.30, sono da poco passate le 6. Abbiamo un bel po’ di tempo da passare, possiamo prepararci con calma.dscf1619L’ultima avventura e’ quella per risalire alla strada. Come all’andata Stefano ed io siamo nella macchina con Andrea e Pamela. A meta’ della strada c’e’ un punto un po’ piu’ rovinato. Non riusciamo proprio a salire, probabilmente a causa del pesante carico di zaini l’avantreno e’ troppo leggero.  Le proviamo tutte ma alla fine, tra un gran puzzo di gomma bruciata, dobbiamo rinunciare e tornare indietro. Le altre macchine ci sfilano davanti e proseguono senza troppe difficolta’. Noi facciamo manovra e ritorniamo verso i Meri. In zona parcheggio ancora un attimo di suspance perche’ c’e’ un breve tratto in salita che rimette in difficolta’ la macchina. Scendiamo tutti tranne Andrea che guida. Dopo qualche tentativo riesce a passare, non trattengo un sospiro di sollievo. Da li in poi la strada e’ tranquilla. Arriviamo alla strada asfaltata, proseguiamo passando vicino al cimitero e torniamo infine al parcheggio solito. Con un paio di telefonate ci raggruppiamo tutti al bar 41. Come gia’ detto e’ nostra ferma intenzione di restare insieme a cena e quindi molti sono gia’ al bar a gustare un meritato aperitivo. Quando arrivo non trovo i miei amici montebuonesi. Hanno preferito riprendere la strada di casa, peccato. Per conto mio brindo con la grappa poiche’ ho recuperato la borraccetta che avevo preparato per il fondo del Mero e che ho scordato nella tasca della giacca. Passano per il bar anche Mariangela e Paolo di ritorno dai loro giri. Si trattengono per un po’ poi salutano e vanno. Anche per noi e’ arrivata l’ora di cena e quindi ci avviamo allegramente verso il ristorante di Alessandro. La cena e’ allegra ed abbondante. Il posto piace a chi non c’era mai stato prima e convince chi gia’ lo conosceva. Non ricordo un brindisi in particolare perche’ ne abbiamo fatti tanti. Penso abbiamo incrociato i bicchieri per quasi tutto, per il corso appena terminato, per il Natale e le prossime festivita’, per gli amici che sono con noi e quelli andati. Per la felicita’ di tutti e per la pace nel mondo. Insomma ce l’abbiamo messa tutta per divertirci ed entrare nello spirito natalizio. Ad ogni modo abbiamo concluso degnamente una gia’ bella giornata. A fine cena ci siamo congedati rumorosamente da Alessandro ed avviati barcollando fino alle macchine dove ci siamo scambiati saluti ed auguri. Vincenzina, Filippo, Stefano ed io siamo andati a recuperare la macchina di Stefano ed abbiamo intrapreso il viaggio verso casa ripercorrendo a ritroso le tappe dell’andata. Gli ultimi saluti ed auguri sotto casa mia e poi il benvenuto oblio di un buon sonno. Ora non mi resta che mandarvi una generosa manciata di auguri per un sereno Natale e vi lascio con l’ormai proverbiale, alla prossima!

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Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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