Uscita di gruppo del GSS nel sempre bello Ovito di Pietrasecca con Tullio, Fabrizio, Antonio e figlio, Roberto, Teresa, Giuseppe, Simone, Giulio, Andrea ed io.
Andrea, Giulio ed io partiamo assieme da Montebuono. Appuntamento con tutti alla uscita della autostrada a Tagliacozzo. Arriviamo con qualche minuto di ritardo, Fabrizio e’ gia’ li’. Sono arrivati da tempo anche Giuseppe e Simone ma non sono all’appuntamento, sono gia’ al paese a fare spesa. Decidiamo di spostarci al paese, all’incrocio della strada che porta alla grotta. Mentre andiamo sento Tullio e gli altri stanno arrivando anche loro. Ci raduniamo finalmente all’incrocio, di Giuseppe nessuna traccia, non risponde nemmeno al telefono, lo ritroveremo piu’ tardi. Decidiamo per un salto in paese per comprare cibarie ed un caffe’. Mentre siamo in paese mi chiama Giuseppe, sono al parcheggio vicino alla grotta. Conoscendoli, lui e Simone, saranno gia’ pronti per entrare. Finalmente finiamo tutti di fare provviste e ci dirigiamo verso la grotta. Arriviamo al prato che funge da parcheggio, salutiamo finalmente Giuseppe e Simone, ed iniziamo a prepararci. Mi sono portato di tutto, alla fine scarto la muta intera e mi metto solo sottomuta e calzari in neoprene e copro tutto con la tuta speleo. Tullio ha portato anche il canotto, ci sara’ da divertirsi! Dividiamo il materiale tra tutti, ne abbiamo parecchio, 2 corde da 50, 1 da 20, 1 da 10, 20 attacchi da fix completi e 14 anelli da spit (me lo segno cosi’ la prossima volta me lo ricordo!). Arrivo all’ingresso della grotta in mutande e scarponi e li’, col fresco finisco la vestizione.
Ancora una volta sono l’ultimo! Per l’occasione ho anche rimesso in funzione la buona, vecchia e puzzolente carburo! Faccio “acqua”, mi carico con gli attacchi e parto seguito da Andrea e Giulio con le corde.
Interrompo un attimo…Nel tratto attivo della grotta non sono riuscito a fare foto ma ho trovato un video su youtube (messo da Gscairoma, che ringrazio) che puo’ sostituirle degnamente. Eccolo: Ovito Pietrasecca – Parte 1
Riprendiamo…
Visto che l’armo del ramo attivo e’ un po’ lungo rimango d’accordo con Tullio che portera’ il resto del gruppo al breve ramo laterale che si trova sulla destra a pochi metri dall’ingresso. Dove c’e’ il primo tratto d’acqua mettiamo una prima corda, utilizziamo la 12 da 8mm di Andrea ma e’ piu’ di conforto che di reale utilita’! Alla prima curva inizio a mettere la prima corda da 50. C’e’ una sorpresa, dai fix mancano tutti i dadi e gli spit hanno l’impanatura spianata (sembra ci abbiano passato dentro con un trapano!). Per fortuna avevamo portato qualche dado di scorta e possiamo procedere. Avevo gia’ rinunciato all’idea di non bagnarmi quindi cammino tranquillo dentro le pozze d’acqua che incontro. Addirittura ad un certo punto scivolo e finisco in acqua fino all’ombelico, Andrea, che assiste alla scena si sbellica dalle risa ma dopo qualche secondo fa la mia stessa fine! Mentre sono attaccato alla corda cercando di arrivare al fix successivo vedo sfilarmi davanti Tullio in canotto! Mi supera e “parcheggia” poco piu’ avanti. Si arrampica e risolve il mio problema, gli passo un attacco e poi fissa anche la corda. Benone! Per salire sulla sella ci sono delle corde gia’ messe. Cerco di non farci troppo affidamento ma le uso per aiutarmi a salire sulla sella. La prima corda finisce a meta della discesa dalla sella. Ancora una volta Tullio, deve essere uno specialista anche di rafting, mi supera con il suo fido canotto. Fisso la corda ad un attacco a meta’ discesa e vi annodo anche la partenza della seconda 50. Ancora una volta passo un attacco a Tullio che mi risparmia un po’ di lavoro. Arriviamo infine al curvone a sinistra in discesa dove l’acqua e’ alquanto impetuosa. Tullio mi indica un armo molto in alto. E’ sicuramente sicuro in caso di piena ma credo sia in una posizione superiore alle mie doti arrampicatorie. Mi calo verso il basso di fianco all’acqua. A dire la verita’ faccio anche un tentativo per raggiungere dei fix piu’ in alto subito dopo la curva ma desisto. Arrivo a poggiare piede e fisso la corda su un fix comodo. Arrivo sopra al laghetto, anche la’ ci sono varie corde gia’ messe. Armo con la nostra e scendo. La corda arriva precisa precisa al livello del laghetto, nemmeno a misurarla avrei potuto essere piu’ preciso! Utilizzo una fettuccia fissa per legare il capo della corda. Utilizzo una corda fissa come guida per passare il laghetto e sono dall’altra parte. Arrivano Andrea e Giulio ed iniziano a fare uno spuntino, sono molto eccitati, son contento gli stia piacendo.
Arriva Fabrizio subito seguito da Roberto e Teresa. Noi tre che siamo arrivati da un po’ iniziamo a sentire freddo, decidiamo di avviarci al ramo fossile per scaldarci. Andrea ed io partiamo, Giulio rimane per recuperare la corda per la risalita. Saliamo costeggiando la parete. Al culmine ci sono delle corde pero’ mi sembrano piu’ di impaccio che di reale utilita’. Riscendiamo nel salone dove l’acqua prosegue a sinistra e a destra inizia la enorme colata di calcite che porta alla risalita e quindi al ramo fossile. Aspettiamo alla base della colata per indicare a Giulio e gli altri la strada. Anche sulla colata ci sono delle corde fisse pero’ non sono mai servite e non me ne servo nemmeno ora. Alla base della risalita ci raggiunge Giulio con la corda. Per risalire non ho che l’imbarazzo della scelta ci sono 4 corde fisse, scelgo quella che mi sembra piu’ in buono stato e mi avventuro. Fisso la corda al frazionamento e faccio per proseguire. La corda che ho scelto e’ rotta poco sopra e riannodata con un nodo semplice che non ispira molta fiducia! Con molta cautela passo il nodo e proseguo. Pochi minuti e anche Andrea e Giulio sono con me. Ora faccio uno spuntino anche io, ho una certa fame. Arrivano anche gli altri, o meglio Roberto ci raggiunge e lo lasciamo ad attendere mentre noi tre iniziamo a dirigerci per il ramo fossile. Caspita che bello! Me lo ero proprio dimenticato. Al primo punto fortemente concrezionato ci fermiamo a scattare foto e ci raggiungono anche Roberto e Teresa. Teresa ha male ad un ginocchio, prova a continuare con noi ma desiste quasi subito e inizia la strada per il ritorno con Roberto. Andrea e Giulio sono avanti persi in esplorazione, torno indietro a vedere cosa ne e’ del resto del gruppo. Sento Giuseppe, lo chiamo e ci veniamo incontro. Sembra che fuori stia piovendo e gli altri sono tornati indietro perche’ temono una piena. Gli spiego che sono ragionevolmente tranquillo perche’ qui piove ogni pomeriggio da almeno una settimana, anche ieri, e se stamane il livello dell’acqua non era molto alto non mi aspetto aumenti di molto pure oggi dopo la pioggia. Insomma convinco Giuseppe a seguirmi anche perche’, insisto, si perderebbe uno spettacolo davvero unico. Raggiungiamo i nostri giovani esploratori e arriviamo al fondo chiacchierando, scattando foto e cercando qua e la’ qualche buco interessante.
Con molta calma torniamo alla risalita ed anche noi prendiamo la strada del ritorno. Con la bella passeggiata anche il freddo e’ passato ed ho addirittura la tuta quasi asciutta. Disarmo la risalita. Alla base Andrea propone a Giuseppe di disarmare ma non lo vedo convinto come al solito e quindi mi rassegno a farlo io. Arrivo al laghetto per primo e mi fermo per far passare gli altri. Faccio un urlaccio ad Andrea che invece di risalire e’ fermo alla base della risalita a prendere in giro Giulio e Giuseppe che arrancano nell’acqua. Il nuovo contatto con l’acqua e’ quasi piacevole. Risalgo disarmando. Ho chiesto ai miei amici di tenersi a contatto visivo cosi’ posso dare loro le corde a mano a mano che le tolgo. Trovo infatti Giulio che mi aspetta e sento il vociare di Andrea poco lontano. Alla risalita successiva, dove ero passato basso vicino all’acqua trovo una seconda corda, e’ armata proprio sull’attacco che mi aveva indicato Tullio. L’acqua, come avevo previsto, non e’ aumentata di molto. Risalgo quindi utilizzando la corda “bassa”. Previdentemente Tullio ha armato in maniera da poter utilizzare la corda in doppia. Salgo fino all’anello chiedendomi come abbia fatto Tullio ad arrivare li’ in libera, sciolgo il nodo e riscendo. Passo a Giulio un capo della corda e gli dico di recuperarla. All’inizio ci mette un po’ troppa energia e la corda mi struscia sull’occhio aperto. Un po’ di dolore ma per fortuna senza danni. Mentre lui prosegue io disarmo l’altra corda. Andiamo avanti e passo dimenticandomi dell’attacco messo da Tullio all’andata. O meglio me ne ricordo quando mi ci trovo davanti! Faccio un po’ di prove, non ci arrivo. Dovrei tornare indietro, arrampicarmi come aveva fatto Tullio e toglierlo ma non ho voglia. C’e’ un fix, arruginito e senza dado proprio accanto a quello che devo togliere. Ci appendo la fida scaletta e mi ci metto in piedi. Ora togliere l’attacco e’ un gioco da ragazzi! Quando ho tolto l’attacco e rimesso a posto il dado mi sbilancio cadendo giu’ Sarebbe nulla di male ma non avevo assicurato la scaletta e lei pensa bene di cadere in acqua e scomparire. La mia scaletta autocostruita dopo appena venti anni mi ha lasciato cosi’, senza nemmeno il tempo di un saluto! Scruto a lungo nell’acqua ma nulla, e’ scomparsa proprio. Giulio inizia a preoccuparsi e mi chiama, abbandono le ricerche. Addio! Che ci posso fare, mi affeziono troppo alle cose! Alla sella Giulio recupera anche la 50 e la passa ad Andrea e Giuseppe. I nodi con la corda bagnata si stringono molto tenacemente, a forza di scioglierli ho gli avambracci indolenziti come se avessi praticato l’arrampicata per ore. Oramai siamo arrivati, anche la prima 50 e’ tolta. Con Giulio recuperiamo anche la corda da 8mm di Andrea e raggiungiamo gli altri. Aspettandoci sono andati a vedere il ramo laterale vicino all’ingresso che all’andata avevano saltato per seguirmi. Io proseguo, inizio ad essere stanco e poi il peso degli attacchi messi a bandoliera con la complicita’ di una cucitura del sottomuta mi hanno provocano una escoriazione sul collo che mi da’ decisamente fastidio. Mi dirigo senza piu’ esitare verso l’uscita. C’e’ luce e una vaga nebbiolina pero’ e’ spiovuto. Bevo l’ultimo goccio d’acqua e appena gli altri mi raggiungono prendiamo la strada per le macchine. Tullio, Roberto, Teresa, Antonio e figlio erano tutti in macchina di Roberto e sono gia’ partiti. Ci aspettano Simone e Fabrizio.
Ancora qualche foto di rito, il conteggio del materiale e poi ci si cambia. Tentiamo di combinare una cena assieme ma desistiamo, sara’ per la prossima volta. Ricevo una telefonata di Tullio, lo informo che e’ andato tutto bene. Chiedo di Teresa, sembra che il problema al ginocchio sia rientrato, meno male. Arriviamo cosi’ ai saluti ed e’ con quelli che vi lascio. Alla prossima!
….bellissima giornata trascorsa un po’ inumiditi ma ne e’ valsa la pena!!!….hai ragione e’ mancata solo una cenetta finale ma non mancheranno altre occasioni…un saluto!!…Simone