Grotta di Gasperone – uscita del 9-03-2013

Recupero corda da risalita nel ramo dei russi. Incontro con Barbara e Cristian. Daniele ed io. Alle 8.30 sono gia’ al solito parcheggio di Sant’Oreste. Ho appuntamento alle 9.00 con Daniele per andare assieme alla grotta di Gasperone. Abbiamo in progetto di fare un giro passando dal ramo dei russi, disarmare una risalita oramai abbandonata, recuperare una corda da 80m e quindi, nella tarda mattinata incontrarci con Barbara e Cristian alla base della risalita del cinquantenario (cosi’ chiamata perche’ fatta dal Forconi nel giorno del suo 50° compleanno!) per uno spuntino assieme. Sempre nei nostri progetti, loro poi rimarranno a riarmare la risalita e noi prenderemo la via del ritorno. Dopo i soliti rituali per la colazione, un po’ di pappa da grotta e tanta acqua lasciamo la macchina di Daniele al parcheggio, montiamo sulla mia e saliamo al parcheggio dell’eremo dove ci prepariamo. Mentre ci prepariamo per andare lascio sul cruscotto un foglio che afferma la nostra appartenenza al Gruppo Speleologico Sabino e cita a chiare lettere la parola magica “FORCONI” da tutti conosciuta in quel di Sant’Oreste!!! Daniele si veste di tutto punto, io, che gia’ so che durante l’avvicinamento sudero’ come un esquimese all’equatore, mi metto una bella maglietta di cotone sfidando l’aria “frizzantina” e pigio tutto il vestiario da grotta nel fedele zainone arancione che mi accompagna negli avvicinamenti alle grotte da tempo immemorabile. Detto per inciso, lui, lo zainone, credo sia un po’ depresso perche’ nasce come zaino speleo ma, poverino, non e’ mai entrato in grotta ne’ credo ci entrera’ mai in quanto e’ un “mammozzone” di taglia XXL! Iniziamo la camminata verso l’ingresso della grotta. Quando lasciamo il sentiero tracciato e prendiamo quello creato da noi per arrivare alla grotta ci accorgiamo che quest ultimo e’ quasi scomparso, il terreno e’ stato meticolosamente arato dai cinghiali inoltre la primavera e’ qui, quando iniziera’ a crescere la vegetazione penso che scompariranno anche le ultime tracce del sentiero. Commentiamo la cosa con Daniele ripromettendoci di fare qualcosa in merito. Arrivati all’ingresso ci cambiamo, come previsto sembro essere vittima di un gavettone. Mi cambio completamente. Oggi provero’ per la prima volta un sottotuta nuovo, molto leggero, che ho comprato proprio pensando a Gasperone. Entriamo portandoci dietro uno zaino per uno con ben 2 bottiglie da 1,5 litri di acqua per far fronte alla sete enorme che ci verra’ durante la “gasperonata”! Le pioggie degli ultimi giorni hanno fatto il loro lavoro. La grotta e’ molto piu’ umida del solito, lo stillicidio e’ aumentato di parecchio e il fango sul pavimento sembra fatto con olio. La discesa del primo pozzo fino alla strettoia pirica e’ da film comico. E’ scivolosissimo ed e’ praticamente impossibile rimanere in piedi, dopo qualche tentativo inutile di scendere dignitosamente adotto una “tecnica mista”, appoggio una mano a terra e scendo a mo’ di treppiede! Arrivati alla strettoia pirica Daniele abbandona il suo zaino, si porta dietro solo una bottiglia d’acqua inzeppandola dentro la tuta e la fedele mazzetta attaccata all’imbrago. Io lascio li’ una delle bottiglie e continuo a portarmi dietro lo zaino, ci sono dentro i panini! Scendendo per il ramo dei russi controlliamo gli armi, sembrano abbastanza in ordine. Arrivati alla risalita da disarmare mi arrampico su ed inizio a smontare gli attacchi. Mi arriva un po’ di aria sulla testa, ma da li’ non si passa se non disostruendo. Magari ci sara’ occasione…Scendendo trovo un ottimo armo naturale in cui far passare la corda. Ne passo un estremo a Daniele che la assicura ad un attacco ed io mi metto in sicura sull’altro lato. In questa maniera riesco a recuperare tutti gli attacchi. Tolto l’ultimo, scendo fino a dove mi aspetta Daniele, recupero la corda e la ammatasso in mezzo al passaggio. La lasciamo proprio in mezzo perche’ cosi’ quando passeranno Barbara e Cristian la porteranno giu’ alla risalita da riarmare. Scendiamo con molta calma prendendoci tutto il tempo per guardarci attorno alla ricerca di possibili prosecuzioni ancora da esplorare. Iniziamo a preoccuparci un poco, oramai dovremmo iniziare a sentire i nostri amici, avranno avuto problemi? Ci fermiamo un po’ per vedere un punto che sembra interessante, forse ci torneremo. Verso la fine del ramo dei russi gli attacchi, o meglio i moschettoni di alluminio, sono un po’ troppo rovinati. Un altro inciso, Gasperone e’ rimasta sempre armata sin dalla sua scoperta. Dopo piu’ di un anno dalla scoperta della grotta, abbiamo visto, anche con un po’ di sgomento, che i moschettoni di alluminio diventati pericolosi. A vederli sembrano solo sporchi ma se li si tocca si “sfarinano” rivelando delle profonde lesioni. Non sappiamo per certo a cosa sia dovuto questo deterioramento, dato che la grotta sembra avere caratteristiche ipogeniche abbiamo ipotizzato possa trattarsi dei vapori acidi che vi circolano. Comunque, visto che ci piace entrare in grotta, ma anche uscirne, stiamo procedendo nel sostituirli con maglie rapide in acciaio. Tornando a noi, utilizzo le maglie rapide recuperate dalla risalita per sostituire i moschettoni lesionati. I moschettoni li devo lasciare perche’ e’ impossibile aprirli. Arriviamo alla fine del ramo dei russi e continuiamo a scendere fino al terrazzino. Mi fermo per un bisognino metre Daniele mi sorpassa ed inizia a scendere il breve tratto prima della risalita. Lo raggiungo ed inizio subito a risalire. Daniele mi dice che non vuole risalire e che si ferma dove e’. Ci sarebbe da vedere una frattura infima e broccolettata ma non ho preso la mazzetta e poi in fondo in fondo anche io non e’ che abbia tutta questa fantasia. Controllo solo che ci siano ancora alcune maglie rapide che avevo lasciato tempo fa (faranno comodo a Barbara e Cristian per il riarmo della risalita), che l’armo su cui sto salendo sia sicuro (!) e poi riscendo da Daniele. Facciamo sosta li, affacciati sul pozzo che porta all’attuale fondo, dividendoci la pizza con la mortazza, chiacchierando delle prossime attivita’ e del fatto che i nostri amici ancora non si vedono. Finiti spuntino e chiacchiere, un ultimo sorso di acqua (offerta a prezzi modici dal comune di Sant’Oreste!) iniziamo a risalire sperando che Barbara e Cristian non arrivino mentre stiamo risalendo il pozzo tra il davanzale e la fine del ramo dei russi. Vado avanti con l’orecchio teso procurando di fare rumore per farmi sentire. Arriviamo e superiamo il tratto con “pericolo sassi” senza che dei nostri ci sia nemmeno un accenno. Iniziamo a pensare che non siano venuti per niente. Continuiamo la risalita. E’ una bella sudata!, i pozzi in appoggiata con il simpatico fango scivoloso sono una delizia! Mentre risalgo un grumo di fango con incastonato un sasso grosso come un pugno mi rimane dapprima attaccato allo scarpone, poi si stacca e rotola giu’ prima che possa fermarlo. Urlo “SASSO” a Daniele che mi risponde con una serie di imprecazioni. Per fortuna solo un po’ di spavento. Alla sala d’attesa sauro (devo chiedere a Paolo perche’ si chiama cosi’, non lo ricordo) facciamo una breve sosta per prendere fiato e un po’ d’acqua. Col sudore da risalita ed il sottotuta leggero mi freddo subito quindi riparto. Anche qui il pozzo e’ in appoggiata e piacevolissimo da risalire in stile “scivolato”! Affrontare la strettoia pirica subito dopo mi sembra un divertente diversivo dopo quel pozzaccio! All’uscita della strettoia mi fermo ad aspettare Daniele. Ma…si sentono dei rumori da sopra! Vedo anche una lucina! Chi arriva? Saranno forse i nostri amici? Ma si! E’ Cristian che scende lanciando sacramenti per l’equilibrio incerto! Quando arriva ci salutiamo e, aspettando gli altri (Barbara che scende e Daniele che sale) inizia a raccontarmi le loro disavventure.
Interrompiamo il racconto per l’arrivo del resto della banda ed i doverosi saluti. Poi riprendiamo, la mattina verso le 10.00 i nostri amici sono arrivati al paese e sono andati a prendere la chiave della sbarra dai vigili urbani di Sant’Oreste. Presa la chiave si sono preparati (colazione, pappa, acqua, etc. etc.) e poi si sono avviati con la macchina. Alla sbarra pero’ hanno avuto la sorpresa. I vigili avevano dato loro la chiave sbagliata! Tornati in paese e giratolo in lungo ed in largo non sono piu’ riusciti a rintracciare i vigili. Quasi rassegnati, ma mai domi, si sono messi a passare il tempo facendo le longe nuove per Barbara (ben venga perche’ sembra ne avesse molto bisogno!). Solo dopo ora di pranzo, oramai avevano deciso di tornare a casa, facendo un tentativo estremo riescono a ritrovare i vigili, si fanno consegnare la chiave giusta e finalmente partono alla volta della grotta. Quando ci lasciamo all’inizio della strettoia pirica sono le 16.30, usciranno a notte fonda! Prima di andare avanti ci dicono che, per ritrovare la strada al ritorno, hanno lasciato dei pezzi di plastica colorata legati agli alberi e si raccomandano di lasciarli se non vogliamo che vaghino per ore persi per il Soratte! Li assicuriamo che non toccheremo nulla e proseguiamo verso l’uscita  mentre loro si “strettoizzano”. Anche questo pozzo e’ una piacevolezza da salire ma oramai siamo fuori! La piccola strettoia in cima al pozzo e’ particolarmente scivolosa, quasi da diventare antipatica. Anche Daniele ha la stessa impressione perche’ poi mi accennera’ al fatto di allargarla. Addirittura anche il saltino all’uscita e’ scivolosissimo, mi tiro su di braccia perche’ i piedi scivolano inesorabilmente. E’ ancora giorno e c’e’ un bel sole! Aspettando Daniele mi cambio mettendo qualcosa di asciutto, recupero anche i vestiti bagnati dell’andata e rimpinzo di nuovo lo zainone arancione con tutte le mie robe da grotta ben infangate. Quando anche Daniele e’ pronto ci avviamo per la passeggiata finale. In breve arriviamo in cima, quasi all’attacco del sentiero. Ripeto a Daniele un pensiero che mi coglie sempre in quel punto, probabilmente glielo ho raccontato gia’ una decina di volte pero’ mi ascolta paziente! Ricordo che la prima volta che andai da Gasperone con Paolo, la strada al ritorno mi sembro’ lunghissima e arrivati proprio a quel punto ero cotto e quasi pronto a buttarmi a terra sfinito. Non riesco a capacitarmi di quanto ora mi sembri breve! Vicino alla chiesa in cima al Soratte ci fermiamo a goderci il panorama ed il tramonto mentre ci guardiamo attorno alla ricerca di qualche buca da esplorare, chiacchieriamo delle prossime attivita’ e commentiamo che sembra strano essere sul Soratte senza Paolo (e’ impegnato a chiudere tutti i lavori prima di partire per la consueta esplorazione in Messico). Sempre parlando di “cose speleo” arriviamo alla macchina e sistemiamo i nostri bagagli. Prima di avviarci metto al sicuro il cartello con la parola magica protettiva (!) per un futuro uso e quindi, senza ulteriori indugi scendiamo in paese, qui un rapido saluto, Daniele recupera l’auto e poi ognuno per la propria strada. Alle 2 di notte mi arriva un messaggio dei nostri amici, e’ andato tutto bene e anche loro stanno tornando a casa. Anche per questa settimana l’avventura si chiude qui!

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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Una risposta a Grotta di Gasperone – uscita del 9-03-2013

  1. Roberto - BOBBO ha detto:

    Bellissimo resoconto!

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