Doppio Rum – 17/12/2022

Ancora una bagnatissima uscita in grotta ma finalmente in compagnia di Aurora che torna in grotta dopo alcuni mesi di assenza.

Oggi tutte le foto sono di Aurora perche’ la fotocamera mi ha vigliaccamente tradito, l’ho portata ma non si e’ voluta accendere. Come capita sempre, chi fa le fotografie raramente vi compare, stavolta sono io a spopolare nelle foto. La prima foto me la faccio fare per presentarvi il mio zaino nuovo fiammante. E’ enorme e fatto su misura per sostituire quello che mi hanno rubato.

Ci siamo parcheggiati al solito posto, vicino a dove parte il sentiero che porta alla grotta. In questo periodo qua a Campo dell’Osso ci siamo praticamente solo noi, fa freddo, non c’e’ traccia di neve e il tempo e’ nuvoloso, quindi nessuno e’ invogliato a fare passeggiate. Una nota positiva, hanno finalmente terminato i lavori sulla strada, hanno tappato la voragine e rimesso l’asfalto. Mi scappa un sorriso vedendo che un nuovo buco si e’ aperto a fianco strada, per ora lo hanno transennato, vedremo come andra’ a finire.

Ci cambiamo piu’ svelti che possiamo per ingannare il freddo pungente. Terminati i preparativi partiamo decisi verso la grotta.

Pochi passi e siamo alla piana da attraversare per arrivare alla grotta.

L’ultima salitella e siamo davanti alla grotta.

Mi giro per presentare Doppio Rum ad Aurora che e’ alla prima visita in questa grotta. A dire il vero l’ha scelta lei proprio per questo e io sono stato ben contento di accompagnarla.

Per prima cosa, mentre ancora racconto qualcosa della grotta ad Aurora, sistemo la corda per l’ingresso.

Un paio di giri di corda intorno al solito albero, un affidabile bolina e questa parte e’ smarcata.

Aurora ed io ci affacciamo cosi’ posso descriverle meglio come si sviluppa questo primo tratto di grotta col saltino d’ingresso e il pozzo lungo, sara’ un P40 ma diviso in 2 tratte da una cengia dopo circa 30 metri.

Termino di sistemare l’attrezzatura prima di entrare…

…e siamo pronti per dare inizio all’avventura!

Aurora intanto documenta tutto.

Eccoci insieme alla partenza del P40. Per prima cosa doppio l’armo di partenza.

Intanto Aurora riprende l’esterno da dove siamo.

Aurora e’ gia’ pronta a partire ma attende con pazienza che io termini di trafficare con corde e nodi.

Come ho spiegato ad Aurora questa grotta, come molte altre qua sui Simbruini, e’ una sequenza di pozzi e strettoie. Infatti alla base del P40 abbiamo la prima strettoia, breve e non complessa. Passata la strettoia abbiamo di nuovo un pozzo. Visto che Aurora e’ alla sua prima visita le mostro come passare e assicurarsi alla partenza del pozzo.

Dopo lo spiegone scendo. Ancora una foto prima di riporre la fotocamera per passare la strettoia e poi Aurora mi segue senza difficolta’.

Aurora e’ una fotografa instancabile e riprende subito la fotocamera per fare una foto a queste concrezioni “glitterate” con granuli neri, probabilmente di origine vulcanica, e qualche pezzetto di mica, l’oro degli speleologi.

Alla base del secondo pozzo inizia una nuova strettoia, questa e’ lunga almeno 4 metri.

Il pozzo appena sceso.

Alla base di ogni pozzo c’e’ materiale da scavo che e’ stato abbandonato una volta superata la strettoia. Ogni volta che passo mi riprometto di organizzare una uscita di pulizia con un nutrito gruppo di speleo. Il problema pero’ e’ sempre lo stesso per il nostro gruppo; in questi ultimi anni riunire piu’ di 2 o 3 speleo sembra impossibile. Appunto mentalmente il mio proposito, vedremo con la bella stagione.

Al’uscita della strettoia abbiamo il nuovo pozzo, e’ abbastanza lungo e con alcuni frazionamenti. Uno di questi e’ doppio ma uno dei 2 attacchi ha un moschettone in lega che si sta sfaldando ed e’ pieno di ossido gelatinoso, e’ “fiorito” come diciamo di solito. E’ pericolo utilizzare un moschettone nelle sue condizioni, devo fare qualcosa.

Chiedo ad Aurora di pazientare mentre vedo come rendere sicuro l’armo. Non ho con me moschettoni d’avanzo, ne’ cordini. Sopra di me c’e’ una corda che doppia la breve discesa tra il frazionamento dove sono e quello subito sopra dove attende Aurora. La seconda corda non la utilizziamo, anzi a mio avviso crea confusione. Alla fine mi decido, taglio la seconda corda e la utilizzo per fare un nodo che sostituira’ il moschettone fino a soluzione migliore.

Aurora intanto documenta tutto.

Al frazionamento successivo l’armo e’ doppiato e uno dei 2 attacchi e’ con un anello e maglia rapida. Chiedo ad Aurora di pazientare ancora un poco mentre smonto l’anello, recupero la maglia rapida e la sostituisco con un bocca di lupo attorno l’anello. Con la maglia rapida al ritorno sistemeremo meglio il frazionamento col moschettone “fiorito”.

Arriviamo infine al “campo base”. Non manco di raccontare ad Aurora che questo era il fondo della grotta quando feci la mia prima visita in questa grotta. Qua la grotta e’ decisamente “acquosa” e sulle pareti ci sono dei simpatici rivoli d’acqua che fanno un deciso rumore di torrente.

Mentre mi libero della attrezzatura per affrontare i prossimi passaggi, Aurora cerca di catturare lo scorrere dell’acqua con delle foto…e devo dire che ci riesce molto bene.

Tolta l’attrezzatura mi addentro per il passaggio successivo chiedendo ad Aurora di seguirmi.

Eccola che mi segue, sempre con la fotocamera attiva.

L’inizio della strettoia a “S”. E’ abbastanza piena d’acqua, pero’ vedo che avanzando con attenzione e poggiando le ginocchia sui sassi affioranti il passaggio si puo’ fare. Mentre valuto la situazione descrivo ad Aurora il lungo lavoro fatto per forzare questa ostica strettoia, parlandone ricordo sempre con piacere gli impossibili contorcimenti di Angelica per passare la prima volta l’ansa iniziale della “S”.

Dopo il racconto inizio a passare la strettoia. Come avevo valutato nel passaggio si riesce a rimanere quasi asciutti se si riesce a poggiare le ginocchia sui sassi affioranti. Dopo la “S” sono alla strettoia infernale, quella che riesco a passare solo senza attrezzatura. Alla base della strettoia c’e’ un allegro quanto corposo rigagnolo d’acqua. Per passare la strettoia si dovrebbe stare a lungo col fianco appoggiato proprio dove scorre l’acqua. Per oggi non e’ il caso di procedere oltre.

Dopo aver presentato la strettoia infernale ad Aurora anche lei conviene che per oggi e’ meglio fermarsi qua. Le racconto come prosegue la grotta e dove siamo attualmente fermi. Visto che oramai siamo qua e che ci siamo portati il materiale da scavo, tanto vale approfittarne. Chiedo Ad Aurora di andare a prendere il trapano demolitore. Anche se lavoreremo scomodi, magari una allargata riusciamo comunque a darla.

Lavoro appassionatamente per circa un’ora, quando ho le braccia disfatte chiedo il cambio ad Aurora. Con dei contorsionismi degni di nota Aurora mi scavalca e prende possesso del demolitore. Fa la sua parte fino a che la batteria dice di essere stanca. A questo punto non ci rimane che tornare al campo base.

Abbiamo fatto quel che si poteva, la prossima volta andra’ meglio. Al campo base ci facciamo finalmente un selfie, facciamo un rapido spuntino per riprendere le forze poi mi rivesto della attrezzatura e partiamo per uscire.

Partiamo per la salita. Aurora inizia ad accusare il freddo ma sono sicuro che la salita dei pozzi risolvera’ il problema. Facciamo gusto una sosta al moschettone “fiorito” per togliere il nodaccio di corda e mettere in opera la maglia rapida ma poi facciamo velocemente il resto dei pozzi.

Solo l’ultimo pozzo ci crea qualche problema. Aurora in questo periodo di inattivita’, invece di mettere su peso come fanno tutti, e’ ulteriormente dimagrita e ora l’imbrago le sta largo. Questo le porta difficolta’ nel salire perche’ ha il croll molto alto e dolore alle cosce. In questi casi purtroppo c’e’ poco da fare se non salire lentamente e fare voto di regolare l’imbragatura al piu’ presto. Anche se con dolore Aurora arriva alla fine del pozzo. Quando la raggiungo guadagniamo l’uscita dove ci attende una sferzata di vento gelido con una spruzzata di grandine.

E’ gia’ buio, siamo stati piu’ di quel che pensavo. Torniamo svelti all’auto dove possiamo cambiare i panni da grotta ben fradici con caldi abiti asciutti.

Un’uscita molto bagnata, tanto per far riprendere confidenza ad Aurora con le gioie ipogee. Il ritorno e’ tranquillo, come sempre al sabato sera non trovo parcheggio e devo ricorrere al garage vicino casa per ricoverare la macchina. Alla prossima.

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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