Ad accompagnare in grotta i ragazzi di Mario, con Nerone, Erminio, Giuseppe, Gabriele. Con la simpatia di Laura, il supporto fotografico di Ilaria ed Alessandro e il conforto gastronomico offerto da Marika, Valerio ed il loro cagnone, Cesare.
Come ogni anno Mario ha organizzato una gustosa “gita” scolastica farcita con lunghe escursioni e una o piu’ visite in grotta. Per la visita in grotta viene scelto il classicissimo Inferniglio. Quest’anno riesco ad andare anche io per dare una mano. L’escursione ipogea e’ fissata per il primo pomeriggio. Non si puo’ buttare via cosi’ mezza giornata quindi mi metto d’accordo con Giuseppe e Gabriele per partire comunque la mattina. Qualcosa ci inventeremo. La mattina eccoci tutti in macchina con Gabriele alla guida.

Durante il viaggio d’andata, prima e dopo adeguata sosta per la colazione, decidiamo il da farsi. Andremo all’Inferniglio anche la mattina, magari riusciremo a fare qualche foto migliore del solito. Arriviamo al parcheggio vicino all’Inferniglio. Troviamo subito un intoppo, Gabriele ha perso le chiavi del siluro che ha sopra la macchina. Per prima cosa cerchiamo di forzare la serratura ma non abbiamo attrezzi acconci, quindi lasciamo perdere. Per fortuna la sua muta ed il casco sono nel bagagliaio, gli mancano la luce e le scarpe. Per la luce provvedo io, ho portato una frontale in piu’ come faretto per le foto. Per le scarpe, Giuseppe rinuncia alle proprie da grotta mettendosi quelle da ginnastica. Appena risolti i problemi gabrielleschi, decidiamo di dare inizio alla vestizione, e naturalmente inizia a piovere.

Ma noi non ci lasciamo distogliere da quattro gocce d’acqua, semplicemente prendiamo i nostri zaini e ci spostiamo alla mola, al coperto.

L’Aniene oggi e’ baldanzoso.

Per vestirci andiamo nel piano inferiore della mola, Giuseppe si presta come modello nonostante i goccioloni.

Mi soffermo in riva all’Aniene, sempre un bel vedere.

Ecco il nostro rifugio.

Da qua usciva l’acqua dopo aver ceduto parte della sua energia alla mola.

Questo e’ l’ingresso alla “sala macchine”.

Ci cambiamo nella condotta forzata, speriamo non decida di tornare attiva proprio oggi.

Dopo la vestizione, sempre seguiti da una tenue pioggia, ci rechiamo alla grotta.

L’acqua al primo laghetto e’ alta, non in maniera preoccupante, ma abbastanza alta. Passando sulle tavole che fanno da passerella, ci si trova nell’acqua fin poco sotto il ginocchio. Io, con la muta completa passo senza problemi, lo stesso fa Gabriele.

Personalmente impiego alcuni minuti per l’aggiustaggio del corrimano del primo laghetto. Recupero la corda staccata da Giuseppe la volta scorsa e la utilizzo per cambiare quella dell’ancoraggio rovinatissimo. Mi convinco di aver fatto bene quando riesco a troncare il vecchio cordino solo tirando con energia un trefolo alla volta.

Una volta terminata l’opera, faccio per andare avanti quando mi accorgo che solo Gabriele ha traversato il laghetto. Chiamo Giuseppe per capire cosa sia successo. Il caso e’ subito chiarito, Giuseppe non puo’ bagnare le scarpe che indossa, non ne ha altre di ricambio, quindi si e’ seduto, rassegnato ad aspettarci in riva al primo laghetto. Replico subito che cosi’ non va. Tento dapprima di convincerlo ad attraversare senza scarpe. Ci prova ma le tavole sono molto scivolose e non si fida. Alla fine arriviamo ad una soluzione, Gabriele si toglie le scarpe, io le porto a Giuseppe che cosi’ puo’ traversare in sicurezza.

Mentre Giuseppe traversa faccio conoscenza con un simpatico lombrico in esplorazione, dopo la foto lo allontano dalla zona di passaggio augurandogli buona continuazione.

Ecco il mitico Giuseppe che traversa il primo laghetto.

Gabriele con le sue calze di gomma attende pazientemente.

La ricostituzione del trio viene suggellata risalendo assieme la grande colata che segue il primo laghetto.

Proseguiamo.

La zona delle vaschette sopra la grande colata e’ sempre magnifica, un giorno riusciro’ ad averne una foto che renda loro merito.

Nonostante i nostri richiami alla ragionevolezza, Gabriele si accanisce a voler camminare con le sole calze di gomma. Come ci si aspettava, dopo una decina di passi su concrezioni liscie come la carta vetrata a grana grossa, le sue calze si aprono lasciandolo a piedi nudi. Finalmente si convince e si puo’ riportare ad ognuno le scarpe di propria competenza, prima di continuare la gita. Giuseppe da ora in poi, con un po’ di attenzione, non avra’ pericolo di bagnare le scarpe.

Tutto l’andirivieni al primo laghetto ha fatto salire la mia temperatura interna al punto che sono quasi in ebollizione. Devo correre ai ripari, il laghetto successivo ne fa le spese.

Mi immergo per riprendere temperatura mentre aspetto i miei compari intenti nel cambio scarpe.

Mentre sguazzo beato, faccio foto intorno.

Chissa’ mai ne venga qualcosa di bello.

Vengo infine raggiunto ed invitato a proseguire.

La sosta successiva e’ alla bella colonna che e’ stata rovinata da numerosi graffiti. Ne facciamo alcune foto per mostrare quello che in grotta non si deve fare. La mano di Gabriele e’ utile per le proporzioni.

Senza parole…solo lettere.

Grande impegno ma attrezzi inadeguati per incidere veramente a fondo. Passiamo alcuni minuti a discutere cosa fare di loro. Gabriele vuole assolutamente cancellare i graffiti. Io penso che il vero problema e’ come impedire che se ne facciano altri. Per la cancellazione lascerei fare alle prossime piene.

Proseguiamo lasciando cadere l’argomento, viste le opinioni discordanti. Ogni tanto, cammin facendo, provo qualche foto.

Urlo a Gabriele, che e’ avanti di illuminare qualche concrezione che io non riesco a raggiungere.

Come al solito ne faccio piu’ di una spostando le luci

La tappa successiva e’ al traverso. Anche qua schiavizzo i miei amici urlando disposizioni per le loro luci.

Anche qua provo varie volte, sperando di azzeccarne almeno una.

Ci vorrebbe qualche luce in piu’ per fare bene, ma accontentiamoci.

Stalagmite sott’acqua.

Mentre prendo il fresco dentro l’acqua, riprendo la traversata di Giuseppe, attentissimo a non bagnarsi ne’ ad infangare troppo le scarpe.

Questa, non mi dispiace.

Mentre Gabriele va velocemente verso il prossimo lago, io mi attardo a fare foto.

Gli ambienti sono grandi e la mia illuminazione scarsa, pero’…accontentiamoci.

Quando arrivo al lago successivo, Gabriele e’ gia’ in acqua.

Giuseppe invece si ferma qua, per proseguire si deve nuotare e oggi non e’ attrezzato alla bisogna.

Lo ricompenso della pazienza facendogli qualche foto da dentro il laghetto.

Finito con le foto a Giuseppe, inizio la nuotata, in lontananza vedo Gabriele che torna indietro. Poco piu’ avanti sifona, mi dice.

Sono curioso come una gazza, nuoto velocemente fino a quando mi trovo alla curva dove ricordo distintamente c’e’ di solito un tratto a piedi tra 2 laghetti distinti. L’acqua e’ di almeno un paio di metri piu’ alta di quanto sono abituato a vederla.

Giro, o meglio nuoto, la curva e sono nel secondo laghetto.

Davanti mi trovo una parete di roccia senza apparente passaggio, cerco di ricordare dove si sia nascosto, ma senza speranza.

Quasi sicuramente basterebbe seguire il filo d’arianna che parte da qua per trovare il passaggio ma potrebbe essere una apnea ben lunga. Non e’ nemmeno il caso di pensarci.

Continuo a girarmi intorno stupito di come un paio di metri d’acqua possano cambiare drasticamente la grotta. Cerco, anche se gia’ so che non riusciro’, di imprimermi in mente questa situazione per riconoscere il punto quando torneremo in periodo di secca.

Ancora una foto prima di andare. La zona scura sulla parete penso sia il livello di piena, impressionante.

Nuoto con calma per tornare dai miei amici.

Dopo il curvone, rivedo le loro luci.

In questo punto riesco a toccare, urlo loro, tanto per non lasciarli in pace, di illuminare verso di me e poi scatto una foto.

Ne faccio un paio per sicurezza.

Quando arrivo, Giuseppe mi rende pan per focaccia e pretende che gli ceda la fotocamera per farmi lui delle foto. La prima mi sembra eccellente, solo lievemente scura.

Verso la decima, mi arrendo ed alzo le braccia al cielo.

Al ritorno monto il cavalletto ed imposto la fotocamera per i tempi lunghi. Purtroppo tra i preparativi non ricordo di includere la pulizia dell’obiettivo. Nonostante l’impegno profuso ne vengono delle foto decisamente nebbiose sul lato sinistro.

Mi butto in mezzo anche io a fare l’illuminatore errante.

Gabriele dovrebbe illuminare le zone di fondo ma ad un certo punto scompare. Rimaniamo Giuseppe ed io, imperterriti.

Muoviamo il cantiere piu’ avanti ma ancora evito di pulire l’obiettivo.

Guardiamo solo la parte a destra…bisogna accontentarsi.

Recuperiamo anche Gabriele e continuiamo la nostra opera.

Ancora un altro cantiere, sempre opaco.

Siamo arrivati di nuovo alla colonna dei graffiti.

Finalmente, alla fine dei fuochi, quando oramai ho perso l’attenzione dei miei illuminatori, mi accorgo dell’obiettivo non pulito e, tirando giu’ qualche moccolo, lo lustro e tento ancora qualche foto senza il loro aiuto.

Questa delle vaschette mi soddisfa quasi.

Anche questa, non e’ perfetta, pero’ fa la sua figura.

Rimetto l’impostazione “automatica” alla fotocamera e mi accingo a raggiungere i miei amici. Giuseppe si e’ messo comodo per indossare le scarpe lasciategli da Gabriele.

Ne approfitto per fargli un paio di foto.

Dopo le foto, lascio Giuseppe ai suoi affari e traverso il primo laghetto. Raggiungo Gabriele.

Vedendogli il piede nudo mi sovviene che non abbiamo fatto tutto il tran tran dell’andata con il passaggio di scarpe, Gabriele ha traversato a piedi nudi ed ora fa penitenza camminando con le ginocchia sulle rocce. Tanto per non stare zitto lo avverto di stare attento a non ferirsi i piedi con qualche roccia aguzza ma ora e’ troppo preso per darmi retta.

Ed infine eccoci fuori.

Arriva anche Giuseppe, con le sue due paia di scarpe, un paio ai piedi e l’altro al collo.

Dopo un nuovo rapido cambio scarpe tra Giuseppe e Gabriele, andiamo verso la strada dove, oltre ad una tonificante pioggerella, troviamo il resto del nostro gruppetto. Ecco Gabriele che saluta Erminio.

Ed al riparo sotto la macchina, in compagnia della sua puzzolentissima pipa, c’e’ anche Nerone.

Ci fermiamo a chiacchierare con loro. Nerone e’ in contatto con Mario e ci informa subito che l’uscita all’Inferniglio con i ragazzi e’ annullata. Ma come? Qua siamo tutti imbustati nelle mute solo per loro. Questo e’ un lavoro per super-Gabriele! Si impossessa del telefono di Nerone e chiama Mario. Non so cosa si siano detti di preciso, pero’ dopo altre 4 chiamate ed altrettanti cambiamenti di programma, viene finalmente decretato che la gita all’Inferniglio e’ confermata. Tutti noi ci rallegriamo.

Mi assento qualche minuto per delle faccende private, da fare in solitudine. Quando torno, felice e soddisfatto, trovo gia’ tutti la’. C’e’ Mario e tutta una allegra comitiva di ragazzi, i suoi allievi. Giuseppe ha definitivamente rinunciato alle sue scarpe a favore di Gabriele ed e’ andato a cambiarsi per non prendere freddo.

Nerone, mi dicono, e’ andato all’ingresso della grotta per essere intervistato da Alessandro e Luciano, i “nostri” cine-operatori che stanno facendo un video sulla grotta. Incuriosito mi avvio per raggiungerli. Purtroppo arrivo ad intervista conclusa, peccato.

Vicino Alessandro trovo anche Laura, stavolta e’ venuta anche lei ad aiutare. Dopo una foto di benvenuto, mi dedico ai saluti.

Intanto Ilaria si occupa di fare le ultime foto fumiganti per il book fotografico di Nerone.

Mentre i nostri tecnici si consultano sul lavoro svolto…

…arriva Erminio con brutte intenzioni, ha portato il canotto che permettera’ ai ragazzi di traversare il primo laghetto senza bagnarsi.

Io mi guardo bene dall’andare a dare una mano ad Erminio per gonfiare il canotto, mi attardo invece per fare una foto ai fotografi.

Non mi ricordo il suo nome, pero’ mi viene presentato come uno dei gestori dell’agriturismo dove alloggia Mario coi ragazzi. Mi resta subito molto simpatico.

I ragazzi iniziano ad arrivare, i nostri fotografi riprendono il lavoro.

Mario raccoglie a se’ tutti i ragazzi ed inizia a spiegare loro la grotta.

La sintesi non e’ il punto forte di Mario, ma in queste situazioni e’ quel che ci vuole. Qualcuno mi affida i tappi del gommone, mi addentro per andare a vedere a che punto sono con il gonfiaggio.

Quando arrivo, il gommone sembra ancora tristemente sgonfio. Mi inganno, il pianale e’ gonfio, mancano solo i laterali. Erminio e’ seduto a fumare in attesa dei tappi che sto portando. Nerone e’ andato avanti a vedere la situazione.

Svelti sistemiamo i tappi a valvola e gonfiamo i laterali del canotto. All’arrivo dei primi ragazzi siamo pronti. Che la gita ipogea abbia inizio. Facciamo accomodare i ragazzi nel canotto a gruppetti di 3 o 4 e li trasportiamo incolumi dall’altra parte dove li attende Nerone.

Tra un giro e l’altro passa anche Mario e va ad inquadrare i suoi alunni. Quando sono tutti passati, mi unisco a loro.

La roboante voce di Mario riempie la grotta di indicazioni per i ragazzi ed aneddoti vari.

Ci sono controllori in abbondanza, mi tolgo di mezzo per limitare la confusione. Ne approfitto per andare a sbirciare delle diramazioni laterali che ho disdegnato finora.

Purtroppo trovo solo delle belle pozze d’acqua e dopo una foto ricordo devo tornare al ramo principale.

Seguo la lunga fila di ragazzi cercando di essere utile senza interferire troppo. Il traverso li impegna abbastanza e mi sembra il momento giusto per dare una mano. Mi sistemo in corrispondenza di un passaggio leggermente difficoltoso per scongiurare tuffi non desiderati.

Arriviamo presto sulla riva del laghetto sifonante dove la nostra gita si deve necessariamente interrompere.

I ragazzi si dispongono alla meglio per ascoltare Mario e Nerone che gli raccontano ancora la grotta.

Ecco Nerone che racconta.

Dopo gli spiegoni, rimane altro da fare che tornare indietro. Lo facciamo velocemente. In corrispondenza di una bella colonna facciamo sosta per ammirarla, per delle foto di gruppo e per la prova del “buio vero”.

Ancora pochi passi e siamo di nuovo al primo laghetto. La traversata del laghetto col canotto procede speditissima. In pochi minuti siamo fuori.

All’ingresso della grotta trovo di nuovo Giuseppe.

Con lui c’e’ Valerio, dopo adeguati saluti passiamo alle foto.

Ci sarebbe da accompagnare in grotta il secondo gruppo di ragazzi, pero’ sono meno di prima e gli accompagnatori sono sempre parecchi. Mi allontano senza clamore ne’ rimorsi insieme a Giuseppe e Valerio. Andiamo nel pratone vicino alla zona pic-nic dove ci aspetta Marika. Cesare ci corre subito incontro per salutarci con tutta l’energia di cui e’ capace.

Valerio ha portato le “zazicchie”, come direbbe Nerone. Fare un poco di brace ed arrostirle a dovere e’ questione di poco. Ne esce fuori una gradevole merenda.

La sera siamo invitati a cena all’agriturismo dove Mario ha fatto base con i ragazzi.

Nonostante la sostanziosa merenda, dopo una giornata a bagno sia fuori che dentro la grotta, la fame si fa sentire. Mario riesce a convincere la cuoca a fare una pasta alla carbonara in aggiunta a tutto il resto delle cose buone che ha preparato per noi. Facciamo onore a tutto.

Dopo la cena c’e’ una sessione con i ragazzi per commentare la giornata e far vedere loro il video di Grotta Doli.

Mario tiene a se l’intera platea, noi facciamo da contorno annuendo quando serve.

Giuseppe e’ attentissimo.

Dopo il video ed i commenti di Mario, arriviamo ai saluti. I primi sbadigli iniziano ad affacciarsi sulle facce di molti, tra cui io.
Come sempre, una bella esperienza per tutti, sia per gli accompagnati che per gli accompagnatori. Alla prossima.